qualcuno = qlc
qualcosa = qls
che = ke
per = x
per favore = pls (please)
tu sei = tu6
mi fai venire sonno = zzz
buonanotte = hagn (have a good night)
ti voglio tanto bene = tvtb
ti amo tanto = tat
amore a prima vista = lafs (love at first sight)
flirtiamo? = fli?
mi sono innamorato di te = msidt
bacio = ba
coccole = coc
ti penso = tipe
mi dispiace = midi
non ti merito = ntm
togliti dai piedi = tdp
Amò = amore
Ap = a presto
Cmq = comunque
Cvd = ci vediamo dopo
Tvb = ti voglio bene
Tvtb = ti voglio tanto bene
Tvtbtt = ti voglio bene tanto tanto
Tvtttb = ti voglio tanto tanto tanto bene
X = per
Xò = però
Xchè = perchè
Xkè = perchè
Xso = perso
Axitivo = aperitivo
Nn = non
Ke = che
TaT = ti amo tanto
Risp = rispondimi
“xxx” = tanti baci
Cel = cellulare
Tel = telefono
Dom = domani
Dx = destra
Sx = sinistra
Nm = numero
Se# = settimana
Msg = messaggio
x fv = per favore
xdere = perdere
-male = meno male
disc = discoteca
6 la + = sei la migliore
6 Sxme = sei speciale per me
t tel + trd = ti telefono + tardi
Vng dp = vengo dopo
TO = ti odio
Ttp = torno tra un pò
CVD = come volevasi dimostrare
MMT+ = mi manci tantissimo
Xh = per ora
x = per
+o- = più o meno
x me = per me
-male = meno male
La sostituzione del gruppo consonantico "ch" con la singola consonante "k" per l'occlusiva velare sorda, in sillabe come "che", "chi", o l'uso della consonante "c" in luogo della particella (pronome o avverbio) "ci" (come nel già visto nel caso di "c6").
Un altro espediente brachilogico consiste nella troncatura di vocaboli lunghi mediante caduta di sillabe o foni terminali (apocope ed elisione): così, si avrà raga per ragazzi, prof per professore/professoressa, dmn/doma per domani, risp per risposta/rispondere, ecc., o la sostituzione di nomi e luoghi, conosciuti ai due parlanti, con le semplici iniziali. La comprensibilità del reale significato di simili abbreviazioni si affida in buona parte al contesto linguistico in cui esse sono calate ma, soprattutto, fa leva anche sull'intrinseca ridondanza di contenuti di cui è portatore ogni messaggio verbale, perfino quello estremamente conciso e prosciugato degli SMS.
Nella resa delle voci del verbo avere inizianti per "h", si opta normalmente per la caduta della consonante iniziale: "ho"/"ha"/"hai", ad esempio, diventano "o"/"a"/"ai", con una grafia che, in altri contesti della comunicazione scritta, comporterebbe un'eclatante violazione delle regole dell'ortografia, tanto più grave, in questo caso, perché l'omissione della "h" iniziale stravolge la funzione grammaticale e logica del termine.
Altro fenomeno è la tendenza a compendiare il testo omettendo alcune, o tutte, le vocali: "quanto" diventa "qnt", "grazie" diventa "grz", "prego" "prg". Si tratta di una sorta di "scrittura fonetica", resa più facile in lingue, come l'inglese, in cui vi è una maggiore incoerenza tra la prassi ortografica e la prassi fonetica (a differenza dell'italiano, in cui il rapporto tra segni e fonemi è più univoco).
Le abbreviazioni nascono soprattutto a causa delle limitazioni dovute al costo degli sms.
L’incredibile diffusione dei telefoni cellulari e dei messaggini ad uso degli utenti più giovani ha fatto nascere l’esigenza di creare abbreviazioni anche nella comunicazione cellulare.
L'importanza del fenomeno ha stimolato una ricca serie di studi da parte di linguisti, studiosi della comunicazione, sociolinguisti, psicologici e altri specialisti. L'area linguistica francofona è stata la prima a beneficiare di uno studio organico e approfondito del fenomeno: infatti, al fine di poggiare tali studi su basi più solide, l'Università Cattolica di Lovanio ha lanciato l'iniziativa di volontariato «Faites don de vos SMS à la science ;-)», che ha permesso di mettere insieme 75.000 SMS, e dare il via a uno specifico studio scientifico, basato sulla costruzione di un corpus, il primo nel suo genere, e sulla sua sottoposizione ad analisi sistematica: dal corpus grezzo è stato estratto un corpus standardizzato e anonimizzato di 30.000 testi, pubblicati su CD-Rom insieme alla loro trascrizione in francese normalizzato.
L'adozione di scritture tachigrafiche e brachilogiche degli SMS ripropone, in forma nuova, un fenomeno che esiste da molti secoli: sono note le abbreviazioni epigrafiche, che permettevano di ridurre la lunghezza dei testi incisi, riducendo la dimensione del supporto lapideo e il tempo necessario per la realizzazione dell'epigrafe. Analoghi vantaggi si avevano dall'uso di abbreviazioni nella faticosa scrittura su altri supporti, come le tavolette cerate dell'antichità. Nella scrittura su questi e altri supporti, è noto l'uso delle cosiddette notae tironianae, le scorciatoie tachigrafiche inventate da Marco Tullio Tirone, liberto e scriba di Cicerone.
La scrittura abbreviata era già particolarmente presente nelle scritture medievali, quando simili espedienti di abbreviazione scribale, adottati dagli amanuensi degli scriptoria, erano resi necessari dal costo del supporto scrittorio: queste forme di scrittura compendiata comportano difficoltà nella lettura e nell'interpretazione dei manoscritti medievali, che possono essere superate attraverso la consultazione di appositi manuali redatti allo scopo.
Il conseguimento di forme di economia nella comunicazione rappresenta, peraltro, un'esigenza interna e costante del linguaggio stesso: si manifesta, ad esempio, nell'accorciamento, rispetto al passato, della pronuncia delle parole inglesi.
Studi sociolinguistici hanno messo in evidenza come il canale degli sms assolva a molteplici funzioni, due delle quali assumono particolare rilevanza: a quella primaria, comunicativa e referenziale in senso stretto, si affiancano, nella cultura adolescenziale, funzioni secondarie, quali la funzione ludica (frutto di una tipica inclinazione del temperamento umano) e, in aggiunta, molto più importante, la funzione fatica, ovvero quella dimensione della comunicazione interpersonale le cui implicazioni investono la costruzione e il mantenimento dei rapporti sociali. Quest'ultima ipotesi è stata verificata in ampi contesti culturali e geografici: ad esempio, è stato notato come "nella cultura degli adolescenti europei e nordamericani, l'invio di sms non rappresenta solo un mezzo efficace per far circolare informazione in maniera rapida e comoda. Si tratta, piuttosto, di una performance verbale attraverso la quale i giovani costruiscono e mantengono il loro mondo sociale", facendo, della scrittura degli SMS, un efficacissimo "strumento di socializzazione, di costruzione di relazioni sociali informali". Vi è anche chi sostiene che sia la funzione relazionale ad egemonizzare la comunicazione via sms, dal momento che l'invio di un sms dà l'opportunità di stabilire un contatto, e di infondere il senso di "vicinanza", in maniera molto più disimpegnata e informale, sottraendosi al più intenso coinvolgimento emotivo richiesto da una telefonata.
Questo tratto generale assume un rilievo ancor maggior in specifici contesti culturali, come è il caso del Giappone, in cui lo stile di comunicazione associato agli SMS (ma anche alle e-mail), più informale e superficiale, permette di superare tutti gli ostacoli e le difficoltà che la particolare cultura giapponese frappone alla conversazione orale, a causa della necessità di conformarsi a una serie di regole di etichetta che implicano, tra l'altro, il rispetto delle rigide gerarchie sociali che la tradizione giapponese impone agli individui nelle loro relazioni interpersonali.
Elemento fondamentale del linguaggio dei messaggini è la brachilogia, derivante in gran parte dal mancato rispetto della corretta ortografia, ma anche dall'adozione di alcuni artifici di scrittura. Infatti, altra caratteristica di questo linguaggio è la trasgressione di fondamentali regole della produzione scritta, come la punteggiatura, assente o fuori standard, le convenzioni tipografiche e ortografiche sull'uso della maiuscola (spesso carente o del tutto assente), la sintassi, assente o estremamente semplificata, o come, infine, il travolgimento della stessa grammatica della lingua. Altre regole infrante sono quelle della composizione tipografica, con l'assenza di spazi dopo i segni di punteggiatura, l'assenza di accapo, ecc.
Altre scelte, tendenti a raggiungere obiettivi di concisione, non sono specifiche della comunicazione tramite SMS. Alcuni strumenti, infatti, appartengono già allo stile delle cartoline postali e dei titoli di giornale: si tratta innanzitutto di scelte sintattiche semplificate, con predominio della paratassi (la costruzione attraverso giustapposizione di frasi, senza elementi di collegamento), e l'uso dello stile nominale.
Esistono, peraltro, casi di sms in cui emerge l'ambizione dell'autore nel ricercare una sintassi complessa, con esiti che possono definirsi di tipo "letterario", senza rinunciare all'uso degli altri elementi di tipo "telegrafico", come fonetizzazioni, effetto rebus", ecc.
A questo arsenale di strumenti testuali, si aggiungono elementi extra-verbali, come emoticon o smiley, composizioni grafiche, puntini sospensivi, ecc., che aggiungono al testo un "riflesso emotivo" e tentano di riprodurre e simulare, nella parola scritta, mimeticamente, il tenore e la temperatura emotiva del messaggio, al pari di quanto avviene con gli elementi paralinguistici ordinariamente dispiegati nella comunicazione orale (elementi cinesici come mimica facciale e scelte prossemiche; tratti prosodici (o soprasegmentali), come tono e inflessioni della voce, ecc.) non riproducibili nell'ordinaria scrittura o comunque non traducibili se non a prezzo di una perdita di concisione e tempestività. Si travasano così elementi analoghi nella comunicazione veloce, attraverso l'uso di una sorta di simboli ideografici o di moderni pittogrammi.
L'esigenza di brevità e velocità implica la riduzione o l'espunzione, dalla comunicazione scritta dei messaggi telefonici, di molti di quegli elementi di ridondanza linguistica che fanno normalmente parte della comunicazione parlata, anche telefonica, e della comunicazione scritta: si tratta di elementi formali, referenziali, e pleonastici che arricchiscono il contenuto informativo, anche a costo di qualche ripetizione, e vengono solitamente utilizzati, in molti contesti comunicativi, per superare i possibili elementi di patologia della comunicazione, per migliorare l'affidabilità nella trasmissione e ricezione del messaggio, e per rendere più facilmente comprensibile il messaggio al destinatario. La rarefazione di elementi ridondanti, unita all'alterazione dell'ortografia, può opporre ostacoli alla comprensione del testo: soccorre, in questi casi, la capacità di interpretare le allusioni a elementi di conoscenza condivisi dai due soggetti in comunicazione, e la competenza pragmatica del ricevente, vale a dire la sua capacità di valutare il contesto linguistico a cui appartengono i segni e l'intenzione dello scrivente.
Elemento accessorio è la varietà della lingua utilizzata: nel caso dell'italiano, si tratta normalmente di un linguaggio medio o basso, strutturalmente semplificato, che si avvicina al registro linguistico del parlato, con inflessioni gergali, dialettali, idiolettali e la presenza di notevoli dosi di corruzione e alterazione dovute all'uso esteso di forestierismi: si tratta, in alcuni casi, di una caratteristica giustificata dall'utilizzo di anglicismi che richiedono una scrittura più breve dell'equivalente in lingua locale, o più facilmente abbreviabili secondo modalità largamente riconoscibili: a titolo di esempio, imo (in my opinion) per secondo me, asap (as soon as possible) per prima possibile, 2nite (tonight) per stanotte.
Se da un lato, per raggiungere l'economia e la concisione, il linguaggio degli SMS attinge a usi e convenzioni provenienti da contesti comunicativi preesistenti, esistono invece alcuni fenomeni che sono manifestazioni tipiche degli SMS. Il primo è la consuetudine delle "risposte a raffica", vale a dire un'unica infilata di risposte alla molteplicità di domande presenti nel messaggio a cui si risponde. Un secondo è la tendenza osservata a far seguire, a una domanda posta all'interlocutore, la propria risposta alla stessa domanda, in qualcosa che suona come: «Sei poi stato al concerto? Io sì, con mio fratello» (in quest'ultimo caso, evidentemente, si evita l'invio di un successivo messaggio per comunicare la propria risposta).
Lo studio sul corpo di sms di area francofona ha permesso di affermare che, anche in un'area linguistica omogenea, non esiste una varietà univoca di linguaggio, ma una molteplicità di "linguaggi degli SMS". Altro aspetto, legato a quest'ultimo è la capacità di elaborare codici comunicativi criptici, non comprensibili a tutti, e di inventare nuove parole.
Spesso, i vari strumenti e procedimenti sono combinati in maniera tale da determinare l'"effetto rebus", un miscuglio di lettere, cifre, simboli, anglicismi, abbreviazioni, con l'aggiunta eventuale di emoticon, da interpretare in base al loro valore denominativo: in questo caso, gioca anche l'intento dello scrivente nel voler perseguire un fine ludico, ma con ingredienti solitamente dispensati a "dosi ridotte", senza spingersi a un punto tale da sacrificare la leggibilità del messaggio.
La pratica degli SMS, e il linguaggio correlato, rivestono una notevole importanza dal punto di vista linguistico e comunicativo, soprattutto fra i giovani. Va tenuto presente, infatti, che essi sono diventati il medium di massa quasi esclusivo della comunicazione scritta giovanile. Secondo il sociologo Alberto Abruzzese, la pratica del messaggio breve telefonico ha inaugurato una nuova epoca della comunicazione. Per l'italiano, ad esempio, i canali di scrittura telematica (sms, email, Twitter, ecc.), hanno portato un elemento di novità di portata storica: "per la prima volta, nella storia della lingua italiana, c'è una forma di scrittura, di lingua scritta, condivisa da una larghissima parte della popolazione" che ha sottratto l'italiano a una condizione "paradossale", quella di vivere quasi esclusivamente come lingua scritta, appannaggio, tuttavia, quasi esclusivo, di un'élite culturale, una condizione in cui, per secoli, la maggioranza della popolazione italiana è rimasta esclusa dalla comunicazione scritta, dapprima per l'imperante analfabetismo, poi per l'avvento e la preponderanza di mezzi di comunicazione di massa non-alfabetici, come la comunicazione telefonica o televisiva.
È poi lo stesso aspetto ludico a costituite uno dei pregi del linguaggio degli SMS: la familiarità con il "texting" tra i bambini, ad esempio, è legata al grado di alfabetizzazione raggiunto e alle abilità acquisite nella scrittura; non è possibile "giocare" con il linguaggio, le regole, le trasgressioni, le parole, le abbreviazioni, e raggiungere una competenza settoriale, se non si è conquistato un buon grado di confidenza con l'ordinaria comunicazione, se non si conosce, in particolare, lo "spelling" e il suono delle parole. Anzi, l'utilizzo di tale modalità di comunicazione è ritenuto uno strumento utile proprio ad affrontare i problemi di quei bambini che mostrano difficoltà nel livello di alfabetizzazione e di competenza linguistica.
Altro rischio avvertito è che la stringatezza del messaggio e soprattutto l'assenza di elementi accessori della comunicazione –pleonastici, formali e referenziali– assecondi un impoverimento della comunicazione.
Il linguaggio degli sms non si caratterizza unicamente per le scelte tecniche di abbreviazione, ma anche per una marcata connotazione linguistica, per quanto riguarda il registro impiegato, la varietà linguistica, la gergalità, gli artifici non verbali (in forma di particolari segni grafici) messi in campo nella comunicazione.
Da una serie caratteristiche molto varie, emerge, tuttavia, una connotazione di notevole coerenza e regolarità, suscettibile perfino di essere sottoposta a un'analisi stilistica tesa ad accertare l'autenticità della scrittura: questa strada è stata seguita in una vicenda giudiziaria che ha destato notevole interesse nell'ambito delle scienze forensi.
Il linguaggio degli SMS si è presto diffuso anche in ambiti diversi della comunicazione telematica, perfino laddove il suo uso non è giustificato dalle limitazioni di spazio imposte dal mezzo: ad esempio, è stato importato nelle chat di Internet, nonostante, in questo caso, si disponga normalmente di una tastiera completa, senza sottostare alle limitazioni di lunghezza e senza scontare quelle dovute al costo dei singoli messaggi.
Un uso simile, più o meno esteso, sempre in assenza di limitazioni estrinseche, lo si può occasionalmente incontrare nei blog, nei forum telematici, nelle e-mail. Spesso però, in tali ambienti virtuali, la libertà espressiva, grafica e ortografica dispiegabile dagli scriventi nel dominio comunicativo degli sms sono spesso deprecate, a causa alle limitazioni oggettive suggerite da più restrittive regole di etichetta (si tratta della cosiddetta netiquette, che si basa sulla vigenza informale di una serie regole di comportamento e di scrittura, a cui è normalmente richiesto di aderire e conformarsi quando si utilizzino tali ultimi mezzi di comunicazione).
L'espansione della sfera d'uso, lo ha fatto approdare anche ad altri ambiti della ordinaria produzione scritta, non solo nella comunicazione mediata da computer e gadget telefonici, ma anche nella scrittura su supporti, come la scrittura su muro, la tradizionale scrittura su carta, ecc.
Ne è nato, quindi, un vero e proprio fenomeno di costume, in cui spiccate connotazioni di gergo generazionale si fondono con spinte giovanili all'inventività e all'espressività, al gioco linguistico creativo, all'interno del perimetro costituito da un canone condiviso e in parte criptico e iniziatico, all'uso consapevole di regole comuni, incuranti di come queste regole condivise possano essere difformi e trasgressive rispetto alle ordinarie prescrizioni grammaticali e norme linguistiche.
L'infrazione dei canoni della scrittura (ortografia, punteggiatura, grammatica) ha dato luogo anche a forme negative di reazione, tanto che l'uso diffuso di questo stile di comunicazione incontra spesso remore e resistenze culturali. Esistono, in rete, iniziative che si proclamano come organizzazioni di lotta o di resistenza all'uso del linguaggio degli sms, percepito come dilagante: in area francofona, ad esempio, è stato costituito il Comité de lutte contre le langage sms et les fautes volontaires sur Internet (Comitato di lotta contro il linguaggio degli sms e gli errori volontari su Internet).
Nella letteratura scientifica prevalgono opinioni opposte, come quella espressa dal prof. Michele Cortelazzo, che vede nel fenomeno linguistico degli sms una rivitalizzazione della pratica scrittoria nell'universo giovanile, in una dimensione in cui l'immediatezza del risultato comunicativo fa premio sulla rinuncia apparente a ogni aspirazione poetica. In un altro caso, peraltro, ne sono state messe alla prova proprio le potenzialità come medium di espressione poetica mediante l'indizione di un apposito concorso, avvenuta in un ambito scolastico istituzionale. Lo stesso corpus standardizzato raccolto dall'Università cattolica di Lovanio contempla un «florilegio di messaggi deliziosi», in grado di dimostrare la capacità degli utenti di coniugare invenzione linguistica ed elaborazione poetica, pur nei limiti di brevità imposti dalla tecnologia e dalla prassi degli SMS.
L'uso delle abbreviazioni per velocizzare la digitazione è stato reso meno stringente con l'introduzione di algoritmi predittivi basati sulla frequenza d'uso del lessico, che cercano di indovinare il termine che si vuole digitare e, sostanzialmente, lo suggeriscono prima che si sia finito di comporlo interamente (dizionari T9). Allo stesso modo, esistono algoritmi che offrono un'ulteriore funzione che velocizza la digitazione senza l'uso di abbreviazioni, cercando di prevedere la parola successiva a quella appena digitata, proponendo più alternative.
Questi sistemi software semplificano notevolmente l'inserimento dell'ortografia completa, diminuendo il numero di pressioni sui tasti e, di conseguenza, riducendo il tempo necessario all'introduzione del testo. Ciò rende le abbreviazioni meno utili e anche più laboriose da usare perché, non essendo presenti nel dizionario della lingua locale del software, la loro digitazione entra in conflitto con il sistema T9 (l'incompatibilità può essere aggirata, semplicemente, disattivando la funzionalità T9 sul dispositivo mobile). Un altro sistema è aggiungere le abbreviazioni al dizionario del T9, in modo che quest'ultimo non le riconosca come errori. In caso il terminale subisca una completa re-inizializzazione (Factory restore), ad esempio a causa di una riparazione, le aggiunte andranno perse. Altrettanto succede quando si compra un nuovo terminale, poiché le modifiche al dizionario non sono importabili (tranne rarissime eccezioni).
Per contro, non tutte le parole possibili sono presenti nel dizionario caricato, e talvolta è necessario aggiungerne manualmente di nuove, o comporle all'istante attraverso la combinazione altre parole o spezzoni di esse (ad esempio, un avverbio come "manifestamente" potrebbe essere generato dall'unione di "mani", "festa" e "mente", tre parole certamente più frequenti e sicuramente presenti nei dizionari T9).
La diffusione del T9 è assai differenziata da paese a paese: ad esempio, è tanto presente in Italia quanto di scarso utilizzo nei paesi slavi.
In alcuni smartphone, la normale tastiera può essere temporaneamente commutata in una tastiera numerica con T9. Viste le potenzialità di tali terminali, questa funzione può sembrare inutile. In effetti ha l'unico scopo di rendere l'utilizzo all'utente che proviene da un terminale "classico", più "amichevole". Ad esempio, un utente anziano, abituato da anni al T9, potrà utilizzarlo senza l'ansia di commettere errori, fino a che non si sarà abituato alla tastiera standard.
Un altro espediente brachilogico consiste nella troncatura di vocaboli lunghi mediante caduta di sillabe o foni terminali (apocope ed elisione): così, si avrà raga per ragazzi, prof per professore/professoressa, dmn/doma per domani, risp per risposta/rispondere, ecc., o la sostituzione di nomi e luoghi, conosciuti ai due parlanti, con le semplici iniziali. La comprensibilità del reale significato di simili abbreviazioni si affida in buona parte al contesto linguistico in cui esse sono calate ma, soprattutto, fa leva anche sull'intrinseca ridondanza di contenuti di cui è portatore ogni messaggio verbale, perfino quello estremamente conciso e prosciugato degli SMS.
Nella resa delle voci del verbo avere inizianti per "h", si opta normalmente per la caduta della consonante iniziale: "ho"/"ha"/"hai", ad esempio, diventano "o"/"a"/"ai", con una grafia che, in altri contesti della comunicazione scritta, comporterebbe un'eclatante violazione delle regole dell'ortografia, tanto più grave, in questo caso, perché l'omissione della "h" iniziale stravolge la funzione grammaticale e logica del termine.
Altro fenomeno è la tendenza a compendiare il testo omettendo alcune, o tutte, le vocali: "quanto" diventa "qnt", "grazie" diventa "grz", "prego" "prg". Si tratta di una sorta di "scrittura fonetica", resa più facile in lingue, come l'inglese, in cui vi è una maggiore incoerenza tra la prassi ortografica e la prassi fonetica (a differenza dell'italiano, in cui il rapporto tra segni e fonemi è più univoco).
Le abbreviazioni nascono soprattutto a causa delle limitazioni dovute al costo degli sms.
L’incredibile diffusione dei telefoni cellulari e dei messaggini ad uso degli utenti più giovani ha fatto nascere l’esigenza di creare abbreviazioni anche nella comunicazione cellulare.
L'importanza del fenomeno ha stimolato una ricca serie di studi da parte di linguisti, studiosi della comunicazione, sociolinguisti, psicologici e altri specialisti. L'area linguistica francofona è stata la prima a beneficiare di uno studio organico e approfondito del fenomeno: infatti, al fine di poggiare tali studi su basi più solide, l'Università Cattolica di Lovanio ha lanciato l'iniziativa di volontariato «Faites don de vos SMS à la science ;-)», che ha permesso di mettere insieme 75.000 SMS, e dare il via a uno specifico studio scientifico, basato sulla costruzione di un corpus, il primo nel suo genere, e sulla sua sottoposizione ad analisi sistematica: dal corpus grezzo è stato estratto un corpus standardizzato e anonimizzato di 30.000 testi, pubblicati su CD-Rom insieme alla loro trascrizione in francese normalizzato.
L'adozione di scritture tachigrafiche e brachilogiche degli SMS ripropone, in forma nuova, un fenomeno che esiste da molti secoli: sono note le abbreviazioni epigrafiche, che permettevano di ridurre la lunghezza dei testi incisi, riducendo la dimensione del supporto lapideo e il tempo necessario per la realizzazione dell'epigrafe. Analoghi vantaggi si avevano dall'uso di abbreviazioni nella faticosa scrittura su altri supporti, come le tavolette cerate dell'antichità. Nella scrittura su questi e altri supporti, è noto l'uso delle cosiddette notae tironianae, le scorciatoie tachigrafiche inventate da Marco Tullio Tirone, liberto e scriba di Cicerone.
La scrittura abbreviata era già particolarmente presente nelle scritture medievali, quando simili espedienti di abbreviazione scribale, adottati dagli amanuensi degli scriptoria, erano resi necessari dal costo del supporto scrittorio: queste forme di scrittura compendiata comportano difficoltà nella lettura e nell'interpretazione dei manoscritti medievali, che possono essere superate attraverso la consultazione di appositi manuali redatti allo scopo.
Il conseguimento di forme di economia nella comunicazione rappresenta, peraltro, un'esigenza interna e costante del linguaggio stesso: si manifesta, ad esempio, nell'accorciamento, rispetto al passato, della pronuncia delle parole inglesi.
Studi sociolinguistici hanno messo in evidenza come il canale degli sms assolva a molteplici funzioni, due delle quali assumono particolare rilevanza: a quella primaria, comunicativa e referenziale in senso stretto, si affiancano, nella cultura adolescenziale, funzioni secondarie, quali la funzione ludica (frutto di una tipica inclinazione del temperamento umano) e, in aggiunta, molto più importante, la funzione fatica, ovvero quella dimensione della comunicazione interpersonale le cui implicazioni investono la costruzione e il mantenimento dei rapporti sociali. Quest'ultima ipotesi è stata verificata in ampi contesti culturali e geografici: ad esempio, è stato notato come "nella cultura degli adolescenti europei e nordamericani, l'invio di sms non rappresenta solo un mezzo efficace per far circolare informazione in maniera rapida e comoda. Si tratta, piuttosto, di una performance verbale attraverso la quale i giovani costruiscono e mantengono il loro mondo sociale", facendo, della scrittura degli SMS, un efficacissimo "strumento di socializzazione, di costruzione di relazioni sociali informali". Vi è anche chi sostiene che sia la funzione relazionale ad egemonizzare la comunicazione via sms, dal momento che l'invio di un sms dà l'opportunità di stabilire un contatto, e di infondere il senso di "vicinanza", in maniera molto più disimpegnata e informale, sottraendosi al più intenso coinvolgimento emotivo richiesto da una telefonata.
Questo tratto generale assume un rilievo ancor maggior in specifici contesti culturali, come è il caso del Giappone, in cui lo stile di comunicazione associato agli SMS (ma anche alle e-mail), più informale e superficiale, permette di superare tutti gli ostacoli e le difficoltà che la particolare cultura giapponese frappone alla conversazione orale, a causa della necessità di conformarsi a una serie di regole di etichetta che implicano, tra l'altro, il rispetto delle rigide gerarchie sociali che la tradizione giapponese impone agli individui nelle loro relazioni interpersonali.
Elemento fondamentale del linguaggio dei messaggini è la brachilogia, derivante in gran parte dal mancato rispetto della corretta ortografia, ma anche dall'adozione di alcuni artifici di scrittura. Infatti, altra caratteristica di questo linguaggio è la trasgressione di fondamentali regole della produzione scritta, come la punteggiatura, assente o fuori standard, le convenzioni tipografiche e ortografiche sull'uso della maiuscola (spesso carente o del tutto assente), la sintassi, assente o estremamente semplificata, o come, infine, il travolgimento della stessa grammatica della lingua. Altre regole infrante sono quelle della composizione tipografica, con l'assenza di spazi dopo i segni di punteggiatura, l'assenza di accapo, ecc.
Altre scelte, tendenti a raggiungere obiettivi di concisione, non sono specifiche della comunicazione tramite SMS. Alcuni strumenti, infatti, appartengono già allo stile delle cartoline postali e dei titoli di giornale: si tratta innanzitutto di scelte sintattiche semplificate, con predominio della paratassi (la costruzione attraverso giustapposizione di frasi, senza elementi di collegamento), e l'uso dello stile nominale.
Esistono, peraltro, casi di sms in cui emerge l'ambizione dell'autore nel ricercare una sintassi complessa, con esiti che possono definirsi di tipo "letterario", senza rinunciare all'uso degli altri elementi di tipo "telegrafico", come fonetizzazioni, effetto rebus", ecc.
A questo arsenale di strumenti testuali, si aggiungono elementi extra-verbali, come emoticon o smiley, composizioni grafiche, puntini sospensivi, ecc., che aggiungono al testo un "riflesso emotivo" e tentano di riprodurre e simulare, nella parola scritta, mimeticamente, il tenore e la temperatura emotiva del messaggio, al pari di quanto avviene con gli elementi paralinguistici ordinariamente dispiegati nella comunicazione orale (elementi cinesici come mimica facciale e scelte prossemiche; tratti prosodici (o soprasegmentali), come tono e inflessioni della voce, ecc.) non riproducibili nell'ordinaria scrittura o comunque non traducibili se non a prezzo di una perdita di concisione e tempestività. Si travasano così elementi analoghi nella comunicazione veloce, attraverso l'uso di una sorta di simboli ideografici o di moderni pittogrammi.
L'esigenza di brevità e velocità implica la riduzione o l'espunzione, dalla comunicazione scritta dei messaggi telefonici, di molti di quegli elementi di ridondanza linguistica che fanno normalmente parte della comunicazione parlata, anche telefonica, e della comunicazione scritta: si tratta di elementi formali, referenziali, e pleonastici che arricchiscono il contenuto informativo, anche a costo di qualche ripetizione, e vengono solitamente utilizzati, in molti contesti comunicativi, per superare i possibili elementi di patologia della comunicazione, per migliorare l'affidabilità nella trasmissione e ricezione del messaggio, e per rendere più facilmente comprensibile il messaggio al destinatario. La rarefazione di elementi ridondanti, unita all'alterazione dell'ortografia, può opporre ostacoli alla comprensione del testo: soccorre, in questi casi, la capacità di interpretare le allusioni a elementi di conoscenza condivisi dai due soggetti in comunicazione, e la competenza pragmatica del ricevente, vale a dire la sua capacità di valutare il contesto linguistico a cui appartengono i segni e l'intenzione dello scrivente.
Elemento accessorio è la varietà della lingua utilizzata: nel caso dell'italiano, si tratta normalmente di un linguaggio medio o basso, strutturalmente semplificato, che si avvicina al registro linguistico del parlato, con inflessioni gergali, dialettali, idiolettali e la presenza di notevoli dosi di corruzione e alterazione dovute all'uso esteso di forestierismi: si tratta, in alcuni casi, di una caratteristica giustificata dall'utilizzo di anglicismi che richiedono una scrittura più breve dell'equivalente in lingua locale, o più facilmente abbreviabili secondo modalità largamente riconoscibili: a titolo di esempio, imo (in my opinion) per secondo me, asap (as soon as possible) per prima possibile, 2nite (tonight) per stanotte.
Se da un lato, per raggiungere l'economia e la concisione, il linguaggio degli SMS attinge a usi e convenzioni provenienti da contesti comunicativi preesistenti, esistono invece alcuni fenomeni che sono manifestazioni tipiche degli SMS. Il primo è la consuetudine delle "risposte a raffica", vale a dire un'unica infilata di risposte alla molteplicità di domande presenti nel messaggio a cui si risponde. Un secondo è la tendenza osservata a far seguire, a una domanda posta all'interlocutore, la propria risposta alla stessa domanda, in qualcosa che suona come: «Sei poi stato al concerto? Io sì, con mio fratello» (in quest'ultimo caso, evidentemente, si evita l'invio di un successivo messaggio per comunicare la propria risposta).
Lo studio sul corpo di sms di area francofona ha permesso di affermare che, anche in un'area linguistica omogenea, non esiste una varietà univoca di linguaggio, ma una molteplicità di "linguaggi degli SMS". Altro aspetto, legato a quest'ultimo è la capacità di elaborare codici comunicativi criptici, non comprensibili a tutti, e di inventare nuove parole.
Spesso, i vari strumenti e procedimenti sono combinati in maniera tale da determinare l'"effetto rebus", un miscuglio di lettere, cifre, simboli, anglicismi, abbreviazioni, con l'aggiunta eventuale di emoticon, da interpretare in base al loro valore denominativo: in questo caso, gioca anche l'intento dello scrivente nel voler perseguire un fine ludico, ma con ingredienti solitamente dispensati a "dosi ridotte", senza spingersi a un punto tale da sacrificare la leggibilità del messaggio.
La pratica degli SMS, e il linguaggio correlato, rivestono una notevole importanza dal punto di vista linguistico e comunicativo, soprattutto fra i giovani. Va tenuto presente, infatti, che essi sono diventati il medium di massa quasi esclusivo della comunicazione scritta giovanile. Secondo il sociologo Alberto Abruzzese, la pratica del messaggio breve telefonico ha inaugurato una nuova epoca della comunicazione. Per l'italiano, ad esempio, i canali di scrittura telematica (sms, email, Twitter, ecc.), hanno portato un elemento di novità di portata storica: "per la prima volta, nella storia della lingua italiana, c'è una forma di scrittura, di lingua scritta, condivisa da una larghissima parte della popolazione" che ha sottratto l'italiano a una condizione "paradossale", quella di vivere quasi esclusivamente come lingua scritta, appannaggio, tuttavia, quasi esclusivo, di un'élite culturale, una condizione in cui, per secoli, la maggioranza della popolazione italiana è rimasta esclusa dalla comunicazione scritta, dapprima per l'imperante analfabetismo, poi per l'avvento e la preponderanza di mezzi di comunicazione di massa non-alfabetici, come la comunicazione telefonica o televisiva.
È poi lo stesso aspetto ludico a costituite uno dei pregi del linguaggio degli SMS: la familiarità con il "texting" tra i bambini, ad esempio, è legata al grado di alfabetizzazione raggiunto e alle abilità acquisite nella scrittura; non è possibile "giocare" con il linguaggio, le regole, le trasgressioni, le parole, le abbreviazioni, e raggiungere una competenza settoriale, se non si è conquistato un buon grado di confidenza con l'ordinaria comunicazione, se non si conosce, in particolare, lo "spelling" e il suono delle parole. Anzi, l'utilizzo di tale modalità di comunicazione è ritenuto uno strumento utile proprio ad affrontare i problemi di quei bambini che mostrano difficoltà nel livello di alfabetizzazione e di competenza linguistica.
Altro rischio avvertito è che la stringatezza del messaggio e soprattutto l'assenza di elementi accessori della comunicazione –pleonastici, formali e referenziali– assecondi un impoverimento della comunicazione.
Il linguaggio degli sms non si caratterizza unicamente per le scelte tecniche di abbreviazione, ma anche per una marcata connotazione linguistica, per quanto riguarda il registro impiegato, la varietà linguistica, la gergalità, gli artifici non verbali (in forma di particolari segni grafici) messi in campo nella comunicazione.
Da una serie caratteristiche molto varie, emerge, tuttavia, una connotazione di notevole coerenza e regolarità, suscettibile perfino di essere sottoposta a un'analisi stilistica tesa ad accertare l'autenticità della scrittura: questa strada è stata seguita in una vicenda giudiziaria che ha destato notevole interesse nell'ambito delle scienze forensi.
Il linguaggio degli SMS si è presto diffuso anche in ambiti diversi della comunicazione telematica, perfino laddove il suo uso non è giustificato dalle limitazioni di spazio imposte dal mezzo: ad esempio, è stato importato nelle chat di Internet, nonostante, in questo caso, si disponga normalmente di una tastiera completa, senza sottostare alle limitazioni di lunghezza e senza scontare quelle dovute al costo dei singoli messaggi.
Un uso simile, più o meno esteso, sempre in assenza di limitazioni estrinseche, lo si può occasionalmente incontrare nei blog, nei forum telematici, nelle e-mail. Spesso però, in tali ambienti virtuali, la libertà espressiva, grafica e ortografica dispiegabile dagli scriventi nel dominio comunicativo degli sms sono spesso deprecate, a causa alle limitazioni oggettive suggerite da più restrittive regole di etichetta (si tratta della cosiddetta netiquette, che si basa sulla vigenza informale di una serie regole di comportamento e di scrittura, a cui è normalmente richiesto di aderire e conformarsi quando si utilizzino tali ultimi mezzi di comunicazione).
L'espansione della sfera d'uso, lo ha fatto approdare anche ad altri ambiti della ordinaria produzione scritta, non solo nella comunicazione mediata da computer e gadget telefonici, ma anche nella scrittura su supporti, come la scrittura su muro, la tradizionale scrittura su carta, ecc.
Ne è nato, quindi, un vero e proprio fenomeno di costume, in cui spiccate connotazioni di gergo generazionale si fondono con spinte giovanili all'inventività e all'espressività, al gioco linguistico creativo, all'interno del perimetro costituito da un canone condiviso e in parte criptico e iniziatico, all'uso consapevole di regole comuni, incuranti di come queste regole condivise possano essere difformi e trasgressive rispetto alle ordinarie prescrizioni grammaticali e norme linguistiche.
L'infrazione dei canoni della scrittura (ortografia, punteggiatura, grammatica) ha dato luogo anche a forme negative di reazione, tanto che l'uso diffuso di questo stile di comunicazione incontra spesso remore e resistenze culturali. Esistono, in rete, iniziative che si proclamano come organizzazioni di lotta o di resistenza all'uso del linguaggio degli sms, percepito come dilagante: in area francofona, ad esempio, è stato costituito il Comité de lutte contre le langage sms et les fautes volontaires sur Internet (Comitato di lotta contro il linguaggio degli sms e gli errori volontari su Internet).
Nella letteratura scientifica prevalgono opinioni opposte, come quella espressa dal prof. Michele Cortelazzo, che vede nel fenomeno linguistico degli sms una rivitalizzazione della pratica scrittoria nell'universo giovanile, in una dimensione in cui l'immediatezza del risultato comunicativo fa premio sulla rinuncia apparente a ogni aspirazione poetica. In un altro caso, peraltro, ne sono state messe alla prova proprio le potenzialità come medium di espressione poetica mediante l'indizione di un apposito concorso, avvenuta in un ambito scolastico istituzionale. Lo stesso corpus standardizzato raccolto dall'Università cattolica di Lovanio contempla un «florilegio di messaggi deliziosi», in grado di dimostrare la capacità degli utenti di coniugare invenzione linguistica ed elaborazione poetica, pur nei limiti di brevità imposti dalla tecnologia e dalla prassi degli SMS.
L'uso delle abbreviazioni per velocizzare la digitazione è stato reso meno stringente con l'introduzione di algoritmi predittivi basati sulla frequenza d'uso del lessico, che cercano di indovinare il termine che si vuole digitare e, sostanzialmente, lo suggeriscono prima che si sia finito di comporlo interamente (dizionari T9). Allo stesso modo, esistono algoritmi che offrono un'ulteriore funzione che velocizza la digitazione senza l'uso di abbreviazioni, cercando di prevedere la parola successiva a quella appena digitata, proponendo più alternative.
Questi sistemi software semplificano notevolmente l'inserimento dell'ortografia completa, diminuendo il numero di pressioni sui tasti e, di conseguenza, riducendo il tempo necessario all'introduzione del testo. Ciò rende le abbreviazioni meno utili e anche più laboriose da usare perché, non essendo presenti nel dizionario della lingua locale del software, la loro digitazione entra in conflitto con il sistema T9 (l'incompatibilità può essere aggirata, semplicemente, disattivando la funzionalità T9 sul dispositivo mobile). Un altro sistema è aggiungere le abbreviazioni al dizionario del T9, in modo che quest'ultimo non le riconosca come errori. In caso il terminale subisca una completa re-inizializzazione (Factory restore), ad esempio a causa di una riparazione, le aggiunte andranno perse. Altrettanto succede quando si compra un nuovo terminale, poiché le modifiche al dizionario non sono importabili (tranne rarissime eccezioni).
Per contro, non tutte le parole possibili sono presenti nel dizionario caricato, e talvolta è necessario aggiungerne manualmente di nuove, o comporle all'istante attraverso la combinazione altre parole o spezzoni di esse (ad esempio, un avverbio come "manifestamente" potrebbe essere generato dall'unione di "mani", "festa" e "mente", tre parole certamente più frequenti e sicuramente presenti nei dizionari T9).
La diffusione del T9 è assai differenziata da paese a paese: ad esempio, è tanto presente in Italia quanto di scarso utilizzo nei paesi slavi.
In alcuni smartphone, la normale tastiera può essere temporaneamente commutata in una tastiera numerica con T9. Viste le potenzialità di tali terminali, questa funzione può sembrare inutile. In effetti ha l'unico scopo di rendere l'utilizzo all'utente che proviene da un terminale "classico", più "amichevole". Ad esempio, un utente anziano, abituato da anni al T9, potrà utilizzarlo senza l'ansia di commettere errori, fino a che non si sarà abituato alla tastiera standard.
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