sabato 2 aprile 2016

LO IOR

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L'Istituto per le Opere di Religione (IOR) è un ente dotato di personalità giuridica parte della struttura amministrativa della Chiesa cattolica.

L'11 febbraio 1887, Papa Leone XIII costituì la “Commissione Cardinalizia ad pias causas” che nel 1904, su iniziativa di papa Pio X, fu rinominata "Commissione Cardinalizia per le Opere di Religione”.

I Patti Lateranensi firmati nel 1929 durante il periodo fascista, riconobbero la Città del Vaticano come uno Stato indipendente. Con la legge di esecuzione del trattato (legge del 27 maggio 1929, n. 810) l'Italia, per compensare l'espropriazione dei beni immobili che la Chiesa cattolica aveva subito con le leggi napoleoniche prima e fino al 1871 con le leggi del 7 luglio 1866 di soppressione degli Ordini e delle Corporazioni religiose e del 15 agosto 1867 per la liquidazione dell'Asse ecclesiastico poi, si obbligava a versare alla Santa Sede la somma di lire 750.000.000 ed a consegnare titoli di debito pubblico consolidato per un valore nominale di 1.000.000.000 di lire. Questo fu una parte consistente dei capitali che motivarono la creazione della banca e consentirono di iniziare la sua attività economica.

La gestione del capitale fu affidata nel 1929 da papa Pio XI al banchiere laico Bernardino Nogara, posto a capo della neo-costituita "Amministrazione Speciale della Santa Sede". Nogara pose due condizioni per accettare l'incarico assegnatogli: gli investimenti dovevano essere liberi da qualsiasi considerazione religiosa o dottrinale e realizzabili in ogni parte del mondo. Così, fra il 1929 e l'inizio della seconda guerra mondiale, Nogara riuscì ad investire i capitali vaticani in numerosi segmenti dell'economia italiana, specialmente nell'energia elettrica, nelle comunicazioni telefoniche, nel credito bancario, nelle ferrovie locali, nella produzione di macchine agricole, nel cemento, nell'acqua e nelle fibre tessili sintetiche. Fra le società controllate spiccavano l'Italgas e, nel settore tessile, la Società Italiana della Viscosa, La Supertessile, la Società Meridionale Industrie Tessili e La Cisaraion, unite poi nella holding CISA-Viscosa, poi assorbita nella SNIA Viscosa.

La dirigenza di Nogara permise anche forti partecipazioni nell'Istituto di Credito Fondiario, nelle Assicurazioni Generali, nella Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali, nell'Istituto Romano di Beni Stabili (compagnia immobiliare), nella Società Elettrica ed Elettrochimica del Caffaro, nella CONDOR Società per l'industria petrolifera e chimica, nella Società Mineraria e Metallurgica Pertusola, nella Società Adriatica di Elettricità e nelle Cartiere Burgo. Per quanto riguarda il settore bancario, il controllo dei capitali vaticani si estese al Banco di Roma, il Banco di Santo Spirito e la Cassa di Risparmio di Roma.

All'arrivo della crisi degli anni '30, Nogara riuscì a vendere all'IRI gli interessi mobiliari del Banco di Roma, del Banco di Santo Spirito e del Credito sardo a prezzi di mercato, nonostante il loro deprezzamento pressoché totale, con un guadagno di circa 630 milioni di dollari.

Un altro investimento strategico si rivelò quello nelle Officine Meccaniche Reggiane, nella Breda e nella Compagnia Nazionale Aeronautica, che nel 1935 fornirono armamenti e munizioni per l'offensiva italiana in Libia.

Il 17 marzo 1941 la Commissione Prelatizia Amministratrice delle Opere di Religione assunse la denominazione di "Amministrazione per le Opere di Religione".

Il 27 giugno 1942 Papa Pio XII fonda con Chirografo l'”Istituto per le Opere di Religione” (IOR) con personalità giuridica propria assorbendo l'”Amministrazione per le Opere di Religione”.

Il 31 dicembre 1942 il ministro delle Finanze del governo italiano Paolo Thaon di Revel emise una circolare che prevedeva l'esenzione dello IOR dal pagamento delle imposte sui dividendi.

Nel corso degli anni l'istituto fu criticato per la spregiudicatezza del suo modus operandi, basato principalmente sulla speculazione sul mercato azionario mondiale e su quello immobiliare, anche grazie ai sostanziosi privilegi ed esenzioni sopracitati.

Nel 1962 lo IOR deteneva il 24,5% della Banca Privata Finanziaria di Michele Sindona, al quale, nel 1969, papa Paolo VI affidò una consulenza per la modernizzazione dello IOR. Assieme a lui, una commissione formata da Luigi Mennini, Pellegrino de Strobel e Massimo Spada. A Sindona fu venduta la Società Generale Immobiliare, della quale lo IOR mantenne una quota del 3%. Successivamente, furono numerosissime le partecipazioni comuni, comprese le movimentazioni di capitali in paradisi fiscali, fra IOR e Sindona.

Nel 1971 l'arcivescovo e guardia del corpo di Paolo VI Paul Marcinkus fu nominato presidente dello IOR.

Nel 1972, lo IOR possedeva circa il 51% delle azioni della Banca Cattolica del Veneto. Per volontà del direttore dello IOR Paul Marcinkus, il 37% delle azioni venne venduto al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, provocando la reazione dei vescovi veneti - tra i quali l'allora monsignor Albino Luciani (futuro papa Giovanni Paolo I) - che, non essendone stati informati, chiusero per protesta i loro conti presso la Cattolica del Veneto.

Secondo dichiarazioni del pentito di mafia Vincenzo Calcara, lo IOR era coinvolto nel riciclaggio di denaro di Cosa Nostra, mentre un altro pentito, Francesco Marino Mannoia (secondo Giovanni Falcone «il più prezioso collaboratore di giustizia») rivelò nel 1998, durante il processo per mafia a Marcello Dell'Utri, che «Licio Gelli investiva i danari dei corleonesi di Totò Riina nella banca del Vaticano. Lo IOR garantiva ai corleonesi investimenti e discrezione». Perciò «quando il papa Giovanni Paolo II venne in Sicilia e scomunicò i mafiosi, i boss si risentirono soprattutto perché portavano i loro soldi in Vaticano. Da qui nacque la decisione di far esplodere due bombe davanti a due chiese di Roma» (esplose davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano e alla chiesa di San Giorgio al Velabro la notte fra il 27 e il 28 luglio 1993).

Secondo il giornalista Gianluigi Nuzzi, che si è avvalso dell'archivio di monsignor Renato Dardozzi, attraverso lo IOR sarebbero stati movimentati, tra il 1989 e il 1993, 275 milioni di euro in contanti, più 135-200 miliardi di lire in titoli di Stato. Nel suo libro Vaticano S.p.A. sostiene che lo IOR era attivo nel riciclaggio di denaro sporco, tangenti e supporto finanziario alla mafia. Il figlio di Vito Ciancimino, Massimo, ha detto

« Le transazioni a favore di mio padre passavano tutte tramite i conti e le cassette dello Ior.»
Con i proventi delle sue attività economiche, negli anni ottanta lo IOR avrebbe finanziato organizzazioni politiche ed entità bancarie volte a contrastare movimenti filomarxisti in America Latina (ad esempio i Contras nicaraguensi) ed i regimi comunisti dell'Europa dell'Est (come il sindacato polacco Solidarnosc).

Il 21 giugno 1982 si apre il caso del crac del Banco Ambrosiano, uno dei maggiori scandali finanziari italiani dal dopoguerra, nella quale sono coinvolti, tra gli altri, i vertici dello IOR (fra cui Mons. Paul Marcinkus), Roberto Calvi, Michele Sindona e Licio Gelli. Per i vertici vaticani non ci furono conseguenze giudiziarie rilevanti, grazie allo status giuridico dello IOR.

Il 1º marzo 1990, Papa Giovanni Paolo II ha approvato con Chirografo l'attuale Statuto dell'Istituto, che insieme con le norme collegate stabilisce lo scopo e la corporate governance dello IOR. Da allora, la struttura dello IOR è composta di cinque elementi: La Commissione Cardinalizia di Vigilanza, il Prelato, il Consiglio di Sovrintendenza, la Direzione e il Collegio dei Revisori.

Il 24 giugno 2013, Papa Francesco ha istituito una Pontificia Commissione Referente sullo IOR allo scopo di conoscere in modo più approfondito la posizione giuridica dello Ior e permettere una sua migliore “armonizzazione” con “la missione universale della Sede Apostolica”, come veniva comunicato dalla segreteria dello Stato Vaticano. Secondo Padre Federico Lombardi, portavoce della Sala Stampa Vaticano, la cosiddetta commissione CRIOR è "un organismo che studierà la situazione e riferirà al Papa nel quadro delle riforme utili alla Chiesa".

Il 7 aprile 2014, Papa Francesco ha approvato le raccomandazioni sul futuro dello IOR, sviluppata congiuntamente dalla medesima commissione CRIOR, dalla commissione COSEA, dal management dello IOR e dal Cardinale George Pell: "Lo Ior continuerà a servire con attenzione e a fornire servizi finanziari specializzati alla Chiesa Cattolica in tutto il mondo. I significativi servizi che possono essere offerti dall'Istituto assistono il Santo Padre nella sua missione di pastore universale e supportano inoltre istituzioni e individui che collaborano con lui nel suo ministero. Con la conferma della missione dello Ior e facendo seguito alla richiesta del cardinale-prefetto Pell, il presidente del Consiglio di Sovrintendenza, Ernst von Freyberg e il management dello Ior porteranno a termine il loro piano al fine di assicurare che lo Ior possa compiere la sua missione come parte delle nuove strutture finanziarie della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano. Il piano sarà presentato al Consiglio dei Cardinali del Santo Padre e al Consiglio per l'Economia", come veniva specificato nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede.



Il 1º gennaio 2010, la convenzione monetaria tra l'Unione Europea e il Stato della Città del Vaticano è entrata in vigore. Tale convenzione completa la convenzione monetaria tra il Vaticano e la Repubblica Italiana stabilita nel 2000 e definisce l'obbligazione da parte del Vaticano di allinearsi a tutte le normative europee sulla trasparenza in materia di lotta al riciclaggio di denaro, frode e falsificazione delle banconote.

Il 30 dicembre 2010, Papa Benedetto XVI ha istitutio l'Autorità di Informazione Finanziaria (AIF), "istituzione della Santa Sede per la vigilanza e l'informazione finanziaria per la prevenzione e il contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo".

Nel giugno 2011, la procura di Roma ha dissequestrato i 23 milioni di euro dello Ior su conti presso il Credito Artigiano e la Banca del Fucino. Tale decisione veniva presa in considerazione della istituzione dell'AIF: "Si sono verificati rilevanti mutamenti sul piano normativo e istituzionale che hanno ridisegnato il contesto entro cui occorre valutare la permanenza o meno delle ragioni poste a base del decreto di sequestro preventivo", si leggeva nel decreto di revoca del sequestro.

Il 28 giugno 2012 lo IOR ha aperto per la prima volta le porte a un gruppo di giornalisti guidati dal direttore generale Paolo Cipriani con i quattro membri del Consiglio di Sovraintendenza, Cipriani ha affermato che nello IOR non ci sono conti cifrati e dal 1996 c'è la tracciabilità di tutti i conti, ha controlli interni ed esterni antiriciclaggio (l'Autorità di Informazione Finanziaria e la Deloitte per il bilancio), i conti sono circa 33mila, il capitale totale è di circa sei miliardi di euro, il 70% delle operazioni avvengono in Europa, il 65% è in euro, il 30% in dollari e il resto in altre valute. Dal momento che non è una banca, quindi senza scopo di lucro, gli interessi non sono superiori al 5%. I dipendenti nel 2012 erano 112, cui si aggiungono alcuni consultori esterni per casi particolari. Lo IOR supporta gli enti ecclesiastici in oltre 150 paesi del mondo.

Il 18 luglio 2012, Moneyval, la divisone del Consiglio d'Europa che valuta i sistemi antiriciclaggio, ha pubblicato il suo primo rapporto riguardante il Vaticano con cui veniva valutato il sistema antiriciclaggio della Santa Sede. Il sistema vaticano risultava conforme o «largamente conforme» in nove delle 16 raccomandazioni centrali, su aspetti come il contrasto al riciclaggio di denaro, le misure di confisca, le leggi sulla riservatezza, la documentazione, l'assistenza legale reciproca, il trattamento penale del finanziamento del terrorismo, la cooperazione internazionale e altri. Allo stesso tempo, veniva raccomandata una supervisione indipendente per l'IOR: "È fortemente raccomandato che l'Istituto per le Opere di Religione sia sottoposto nel prossimo futuro alla vigilanza prudenziale di un supervisore indipendente", sosteneva il Consiglio d'Europa nel suo comunicato stampa. Secondo La Repubblica, la valutazione Moneyval era un "voto positivo" per il Vaticano.

Nel novembre 2012, lo svizzero René Brülhart è stato nominato nuovo Direttore dell'AIF. Questa nomina "rappresenta un ulteriore passo, nel processo di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo", ha spiegato il portavoce della Santa Sede, Padre Federico Lombardi. Prima di quest'incarico, Brülhart era direttore dell'Unità di Informazione Finanziaria del Liechtenstein e vicepresidente del Gruppo Egmont, e già da settembre 2010 ha lavorato come consigliere della Santa Sede.

Il 15 febbraio 2013, Ernst von Freyberg è stato nominato nuovo Presidente dell'IOR. Dalla sua entrata in carica, lo IOR sta riformando ampiamente il proprio assetto. Come spiegato da von Freyberg sul sito dello IOR, il processo di riforme è "volto a promuovere l'applicazione dei più rigorosi standard del settore e in fatto di compliance. Tale intento si orienta al contesto giuridico definito dal Vaticano in collaborazione con organismi internazionali. Il processo in questione comprende l'implementazione di misure severe contro le attività di riciclaggio di denaro e l'ottimizzazione della nostra organizzazione interna. Stiamo altresì eseguendo una revisione totale dei conti dei nostri clienti, con l'obiettivo di cessare i rapporti non in linea con la missione dello IOR. Gli sforzi profusi in questo senso sono sottoposti all'attenta supervisione dell'AIF, l'organismo vaticano di regolamentazione finanziaria. Lo IOR attua una politica di tolleranza zero nei confronti di qualsiasi violazione di leggi, normative e regolamenti. Stiamo profondendo il nostro impegno nello allineamento agli standard, di cui giustamente ci si attende l'osservanza da parte nostra."Oltre a ciò, l'Istituto sta eseguendo una "revisione totale" dei conti dei suoi clienti, con l'obiettivo di "cessare i rapporti non in linea con la missione dello IOR", com'è spiegato sul sito web dell'IOR.

Nel luglio 2013 lo IOR ha promosso l'inaugurazione del sito ufficiale www.ior.va.

Dal maggio 2013, una società esterna, l'americana Promontory, sta eseguendo l'ispezione di tutti i 18.900 conti dello IOR con lo scopo di verificarne l'adeguatezza agli standard richiesti dalle norme internazionali. Da allora, secondo un articolo del Corriere della Sera del dicembre 2013, almeno 1200 conti dello IOR sono stati chiusi per ordine dell'Istituto stesso.

Nel giugno 2013, papa Francesco ha stabilito la “Pontificia Commissione Referente sull’Istituto per le Opere di Religione”. Il compito della Commissione era di approfondire la posizione giuridica e le attività dell'Istituto e di permettere una sua migliore "armonizzazione” con “la missione universale della Sede Apostolica”. Il successivo 28 novembre il papa ha poi nominato un suo delegato presso la stessa pontificia commissione, nella persona di mons. Alfred Xuereb.

Il 1º ottobre 2013, l'Istituto per la prima volta nella sua storia ha pubblicato il suo bilancio, qual è scaricabile sul sito internet dello IOR.

Il 12 dicembre 2014, Moneyval, il Comitato di esperti del Consiglio d'Europa per la valutazione delle misure di lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, ha pubblicato un rapporto di valutazione riguardante i progressi compiuti dalla Santa Sede per porre rimedio alle lacune individuate da Moneyval nel primo rapporto di mutua valutazione del luglio 2012. Il medesimo rapporto ha sostenuto in un dossier che "in breve tempo la Santa Sede ha intrapreso numerose misure legislative e non, per porre rimedio alle lacune indicate nel rapporto del 2012 di Moneyval sebbene debbano essere affrontate". Per di più, gli esperti Moneyval hanno invitato la Santa Sede a completare le ispezioni dell'IOR e dell'APSA "il più presto possibile".

Il 22 gennaio 2014, il Consiglio di Sovrintendenza dell'Istituto per le Opere di Religione (IOR) ha ricevuto un rapporto sullo stato di avanzamento del processo, tuttora in corso, di riforma della compliance. "In quanto istituto della Chiesa, abbiamo la grande responsabilità di essere in linea con gli standard elevati di cui, giustamente, ci si attende l'osservanza da parte nostra. Abbiamo lavorato molto duro per migliorare la compliance, la trasparenza e i processi interni all'Istituto e sebbene ci sia ancora molto da fare in termini di implementazione, è indubbio che ci stiamo muovendo sulla strada giusta e che abbiamo compiuto progressi significativi," ha affermato il Presidente Ernst von Freyberg.

Il 7 aprile 2014, Papa Francesco ha approvato una proposta sul futuro dello Ior, "riaffermando l'importanza della sua missione per il bene della Chiesa Cattolica, della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano." "Lo Ior continuerà a servire con attenzione e a fornire servizi finanziari specializzati alla Chiesa Cattolica in tutto il mondo. I significativi servizi che possono essere offerti dall'Istituto assistono il Santo Padre nella sua missione di pastore universale e supportano inoltre istituzioni e individui che collaborano con lui nel suo ministero. Con la conferma della missione dello Ior e facendo seguito alla richiesta del cardinale-prefetto Pell, il presidente del Consiglio di Sovrintendenza, Ernst von Freyberg, e il management dello Ior porteranno a termine il loro piano al fine di assicurare che lo Ior possa compiere la sua missione come parte delle nuove strutture finanziarie della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano. Il piano sarà presentato al Consiglio dei Cardinali del Santo Padre e al Consiglio per l'Economia", ha riferito il comunicato stampa della Santa Sede.

Il 19 maggio 2014, l'AIF ha presentato il suo rapporto annuale 2013. Tale ha compreso la prima ispezione in situ dello IOR nei primi mesi del 2014: "L'ispezione ha messo in luce i progressi sostanziali compiuti dallo IOR negli ultimi 12 mesi", ha riferito il comunicato stampa della Santa Sede.



Nel giugno 2014, Papa Francesco ha reso noto che "nello Ior sono stati chiusi 1600 conti, di persone che non avevano diritto. Lo Ior è per l'aiuto alla Chiesa, hanno diritto vescovi, e diocesi, dipendenti del vaticano, le loro vedove, le ambasciate, ma niente di più. Non è una cosa aperta. E questo è un buon lavoro, chiudere i conti di chi non ha diritto."

Nel gennaio 2015, un comunicato stampa dell'Istituto, ha dato notizia che Papa Francesco, attraverso un "Rescriptum ex audientia Ss.mi" presentato al cardinale Santos Abril y Castellò, ha modificato lo Statuto dell'Istituto per le Opere di Religione (IOR) allo scopo di aumentare rispettivamente da cinque a sei il numero di membri della Commissione Cardinalizia di Vigilanza e del Consiglio di Sovrintendenza dello IOR. Contestualmente, è stato nominato sesto membro della Commissione Cardinalizia di vigilanza, l'arcivescovo di Zagabria, Josip Bozanic. Nella stessa occasione, il presidente della Commissione cardinalizia ha formalizzato la nomina del Segretario generale non votante destinato al Consiglio di sovrintendenza.

«E Gesù entrò nel Tempio di Dio, e scacciò tutti coloro che compravano e vendevano nel tempio, rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie di coloro che vendevano le colombe» ( Matteo 21:12, versione di Re Giacomo)

Mentre i cambiavalute stavano semplicemente fornendo un servizio, in modo che le tasse del tempio potessero essere pagate, la Banca Vaticana è stata coinvolta in evasione fiscale, imbrogli finanziari e riciclaggio di oro nazista. Il Papa, come unico azionista della Banca Vaticana, è uno degli uomini più ricchi al mondo e, per associazione, uno dei meno etici.
La Banca Vaticana ha la particolarità di essere una delle istituzioni finanziarie più riservate al mondo. In realtà si sa molto poco di essa se non quelle poche informazioni che il Vaticano rilascia.

I possedimenti della Banca Vaticana sono un assunto spinoso e apparentemente un grande mistero, sempre che si creda al Vaticano. Una delle autorità più affidabili era Padre Thomas J. Reese, SJ, autore, di parecchi libri riguardanti la Chiesa Cattolica, inclusi i bestsellers «Inside the Vatican» e «Archbishop».
Basandosi sulle sue interviste ai membri del Vaticano, Reese dedica un intero capitolo di «Inside the Vatican» alle finanze papali. Reese era abbastanza sicuro riguardo al fatto di chi possedesse la Banca Vaticana: «lo IOR è in un certo senso la Banca del Papa, che è il solo e unico azionista. Lo possiede, lo controlla»

Nonostante sia di proprietà del Papa, la Banca, sin dal proprio inizio, è stata più volte coinvolta nei peggiori scandali, corruzione e intrighi. Sotto felice auspicio, l’apertura della banca nel 1941 per ordine di Pio XII, altresì chiamato il Papa di Hitler, ha fornito convenienti sbocchi bancari ai fascisti italiani, all’aristocrazia e alla mafia.

La Banca Vaticana afferma di non aver nessun documento relativo al periodo della Seconda Guerra Mondiale; infatti secondo il procuratore della Banca Vaticana, Franzo Grande Stevens, lo IOR distrugge tutta la documentazione ogni dieci anni, un’affermazione alla quale nessun banchiere responsabile crederebbe. Ciononostante, altre documentazioni esistono in Germania e presso gli archivi americani, che dimostrano i trasferimenti nazisti di fondi allo IOR dalla Reichsbank, e altri dallo IOR alle banche svizzere controllate dai nazisti. Un famoso procuratore specializzato nelle restituzioni dell’Olocausto ha documentato i trasferimenti di denaro dai conti delle SS a una innominata banca romana nel settembre 1943, proprio quando gli Alleati si stavano avvicinando alla città.
Dalla fine degli anni Settanta, lo IOR era divenuto uno dei maggiori esponenti dei mercati finanziari mondiali. Sotto la tutela del vescovo americano Paul Marcinkus, il vescovo Paolo Hnilica, Licio Gelli, Roberto Calvi e Michele Sindona, la Banca Vaticana divenne parte integrante dei numerosi programmi papali e mafiosi per il riciclaggio del denaro, in cui era difficile determinare dove finiva l’opera del Vaticano e dove cominciava quella della mafia. Il Banco Ambrosiano dei Calvi e numerose società fantasma dirette dallo IOR di Panama e del Lussemburgo presero il controllo degli affari bancari italiani e funsero da canale sotterraneo per il flusso di fondi verso l’Europa dell’Est, in appoggio all’Unione nazionale anticomunista. Marcinkus, capo dello IOR, fu Direttore del Banco Ambrosiano (a Nassau e alle Bahamas), ed esisteva una stretta relazione personale e bancaria fra Calvi e Marcinkus. Sfortunatamente, molti di quelli coinvolti non erano solo collegati alla mafia, ma erano anche membri della famigerata loggia massonica P2, con il risultato finale della spartizione del denaro di altre persone, inclusa una singola transazione di 95 milioni di dollari (documentata dalla Corte Suprema irlandese).

Non appena le macchinazioni vennero a galla a causa di un errore di calcolo attribuito a Calvi, le teste cominciarono letteralmente a rotolare. L’impero bancario Ambrosiano fu destabilizzato da uno scontro ai vertici del potere interno, che coinvolgeva la Banca Vaticana, la Mafia e il braccio finanziario dell’oscuro ordine cattolico dell’Opus Dei.
L’Opus Dei, in ogni caso, decise di non garantire per il Banco Ambrosiano e Calvi fu trovato «suicidato», impiccato sotto il ponte di Blackfriars a Londra, con alcuni sassi nascosti nelle tasche, una scena ricca di simbolismo massonico.

Nel 1993, negli anni di Tangentopoli, il giudice Borrelli del pool di Mani pulite appurò il transito nelle casse dello IOR di 108 miliardi di lire in certificati del Tesoro destinati a quello che fu conosciuto come scandalo Enimont. In quell'occasione, in via del tutto eccezionale, lo IOR decise di rispondere ad una rogatoria richiesta dal pm Antonio Di Pietro che lavorava allora nel pool di Mani pulite ed indagava sul caso. Tuttavia i magistrati hanno poi denunciato che la banca vaticana aveva falsificato i documenti, nascondendo i conti di Giulio Andreotti e non trasmettendo la documentazione su molte altre posizioni. Successivamente, per far tornare i conti, ulteriore documentazione inviata venne ritenuta falsa. Secondo il giornalista Peter Gomez, lo IOR risulta essere l'unica banca del mondo ad aver trasmesso informazioni false alla magistratura italiana. Alti prelati e dirigenti dello IOR, tra cui il presidente Angelo Caloia, rimasero immuni da processo o arresto a motivo dell'articolo 11 dei Patti Lateranensi che recita: «Gli enti centrali della Chiesa Cattolica sono esenti da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano».

Il giornalista Gianluigi Nuzzi nel suo libro sostiene che lo IOR fosse impegnato nella fondazione di un partito di centro destinato a sostituire la Democrazia Cristiana, crollata in seguito a Tangentopoli. A tal proposito, Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto di Roma, coordinatore dell'inchiesta sul golpe bianco-porpora afferma:
« L'operazione Sofia, vale a dire il tentativo di creare il Grande Centro che avrebbe preso il potere.»

Il 10 luglio 2007, uno dei "furbetti del quartierino", Giampiero Fiorani, rivelò ai magistrati milanesi la presenza, nella BSI svizzera, di tre conti della Santa Sede da «due o tre miliardi di euro» e di aver versato in nero nelle casse dell'APSA (la Banca centrale vaticana) oltre 15 milioni di euro.

Nell'inchiesta sulle "grandi opere" del 2010 sugli appalti del G8 a La Maddalena (nota anche come "Caso Anemone"), è stato accertato che Angelo Balducci (ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, arrestato per corruzione) avesse un conto presso lo IOR, dove - secondo i pubblici ministeri - avrebbe trasferito buona parte delle sue rendite. Nel 2006, interrogato dall'allora PM di Potenza Henry John Woodcock, aveva ammesso lui stesso l'esistenza di tale conto, usato per ripagare un debito da 380 000 euro contratto da monsignor Franco Camaldo, prelato d'onore e cerimoniere del Papa, intermediario nell'acquisto di una villa dove avrebbe dovuto avere sede un nuova loggia massonica. Balducci aveva un conto allo IOR in quanto "gentiluomo di Sua Santità" nonché "consultore" e "supervisore" del patrimonio della Propaganda Fide, la quale ha affittato decine di abitazioni a molti dei 412 personaggi inclusi nelle liste dell'imprenditore Diego Anemone. I magistrati sospettano ulteriori collegamenti con lo IOR a seguito di sequestri di documentazione contabile, in particolare a Angelo Zampolini, intermediario della "cricca" di Anemone e Balducci nell'acquisto di un appartamento a Roma per l'ex ministro Claudio Scajola. Gli inquirenti ritengono altresì che parte del denaro accumulato da alcuni degli indagati con le tangenti pagate da Anemone e da altri imprenditori si trovi depositato presso IOR.
L'Unità di informazioni finanziarie della Banca d'Italia ha appurato che tra i beneficiari dei bonifici transitati su di un conto dello IOR presso la banca Intesa SanPaolo c'è don Evaldo Biasini, economo della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, coinvolto nell'inchiesta e, secondo i pm perugini, custode dei fondi neri di Diego Anemone. I documenti dei magistrati di Perugia e la contabilità sequestrata a Don Evaldo Biasini svelano come i soldi tenuti da Don Bancomat per conto di Diego Anemone transitassero per i conti IOR della Congregazione del Preziosissimo Sangue.



Nel maggio 2010 la procura di Roma ha aperto un'indagine sui rapporti sospetti tra lo IOR e altre dieci banche, fra cui Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca del Fucino. Le quotidiane operazioni da milioni di euro fra questi istituti e lo IOR sotto forma di miriadi di assegni dagli estremi non chiari, avevano destato già nel 2009 i sospetti dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia. È stato accertato dai magistrati che lo IOR utilizzava in modo cumulativo un conto aperto presso la filiale 204 della Banca di Roma in via della Conciliazione a Roma, versandovi assegni da parte dei propri clienti senza dare alcuna comunicazione in merito, violando così le norme antiriciclaggio (legge 173/1991 e D.Lgs 231/2007). Attraverso tale conto sarebbero transitati circa 180 milioni di euro tra il 2006 e il 2008, per poi interrompere le operazioni con l'integrazione della Banca di Roma nel gruppo Unicredit. I PM sospettano che le transazioni attraverso conti "schermati" intestati allo IOR celino in realtà operazioni per conto di società o singoli individui con residenza fiscale in Italia, volte all'occultamento di reati vari, dall'evasione fiscale alla truffa. La Guardia di Finanza ha inoltre accertato casi di beneficiari fittizi fra quelli comunicati agli inquirenti. La magistratura italiana non ha però competenza ad indagare sullo IOR senza una rogatoria internazionale, a causa della sua natura formalmente estera.
Il 20 settembre 2010 vengono sequestrati dalla procura di Roma (su segnalazione della Banca d'Italia) 23 milioni di euro depositati su un conto del Credito Artigiano Spa intestato allo IOR, per operazioni bancarie effettuate in violazione della normativa antiriciclaggio. Le operazioni incriminate sono trasferimenti ordinati dallo IOR di 20 milioni da un conto presso il Credito Valtellinese alla JP Morgan di Francoforte e di 3 milioni alla Banca del Fucino. Restano indagati il presidente dello IOR, Ettore Gotti Tedeschi, e il direttore generale Paolo Cipriani.
Nel frattempo sono venute alla luce anche altre due operazioni sospette, ovvero un prelievo in contanti da 600.000 euro, effettuato nell'ottobre 2009 dallo IOR per finalità non precisate su un conto Intesa SanPaolo, e assegni per 300.000 euro incassati nel novembre dello stesso anno su un conto Unicredit. Dall'analisi degli inquirenti è risultato fittizio il nome del negoziante fornito dallo IOR, mentre la cifra proveniva in realtà da una banca di San Marino. Alcuni dei conti di transito presso le banche italiane utilizzati dallo IOR nei recenti scandali legati al riciclaggio sono attivi dai tempi del Banco Ambrosiano.

A seguito di questi eventi, il Papa ha comunicato il 30 dicembre 2010 che verrà finalmente data applicazione alla convenzione monetaria firmata con l'Unione europea il 17 dicembre 2009, attraverso l'adozione di leggi antiriciclaggio che entreranno in vigore il 1º aprile 2011.

Tuttavia "l'emanazione di tale normativa", come successivamente rappresentato in una comunicazione della Banca d'Italia, "di per sé, non modifica il regime applicabile allo IOR quale banca insediata in uno stato extracomunitario a regime antiriciclaggio non equivalente".

Nel marzo 2012 la procura di Roma ha avviato una rogatoria internazionale per conoscere i movimenti di denaro del conto corrente dello IOR presso la Jp Morgan di Francoforte.

Nel corso dei primi mesi del 2012 si è verificata una sistematica fuga di documenti riservati vaticani riguardanti i rapporti all'interno e all'esterno della Santa Sede. Tali documenti evidenzierebbero, tra l'altro, lotte di potere all'interno del Vaticano e alcune irregolarità nella gestione finanziaria dello Stato e nell'applicazione delle normative antiriciclaggio. Il 24 maggio 2012 Ettore Gotti Tedeschi, presidente dal settembre 2009, si presenta dimissionario al Consiglio di sovrintendenza e lascia la presidenza con la sfiducia del Consiglio. I quotidiani parlano di posizioni inconciliabili tra lui e altri interlocutori istituzionali riguardo l'attuazione delle norme di trasparenza bancaria. Il giorno successivo gli subentra ad interim, come da statuto, il vicepresidente Ronaldo Hermann Schmitz, con ratifica della Commissione cardinalizia di vigilanza. La Commissione cardinalizia adotta formalmente la sfiducia votata all'unanimità dal Consiglio di sovrintendenza il giorno prima, che addebitava all'ex presidente di «non aver svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio» e forse anche di aver fatto filtrare all'esterno notizie riservate. Il 27 viene diffuso un duro comunicato del Consiglio di sovrintendenza con le motivazioni della sfiducia. Il 2 giugno viene comunicato formalmente per lettera all'ex presidente il trasferimento delle sue competenze al vicepresidente, che diviene presidente ad interim.

L'amministrazione dello IOR è definita dal suo Statuto dal 1990.

Inoltre, il 24 giugno 2013 è stata nominata una Pontificia commissione referente per lo IOR, che raccoglie informazioni sulle attività dell'Istituto e le presenta al Papa.

Sono organi dell’Istituto la Commissione cardinalizia di vigilanza, il Prelato, il Consiglio di sovrintendenza, la Direzione e i Revisori.
La Commissione è composta da cinque cardinali nominati dal Pontefice; i membri restano in carica per cinque anni, possono essere riconfermati e scelgono internamente un Presidente della Commissione. Scopo della Commissione consiste nel vigilare sul rispetto delle norme statutarie, procedere ad eventuali modifiche delle norme stesse, e nominare i membri del consiglio di di sovrintendenza.

Il Prelato è nominato dalla Commissione cardinalizia, segue l’attività dell’Istituto, partecipa alle adunanze della Commissione e assiste a quelle del Consiglio e sottopone eventuali osservazioni alla Commissione. Il Consiglio di sovrintendenza è composto da cinque membri, ha durata cinquennale ed è responsabile dell'amministrazione e supervisione delle attività finanziarie, economiche e operative dello Ior.

La Direzione è formata dal direttore generale e dal vice-direttore, nominati dal Consiglio di sovrintendenza anche a tempo indeterminato (ma non oltre il compimento del sessantesimo anno d’età). Ha la responsabilità di redigere atti e bilanci dello Ior e sull’intera attività operativa dell’Istituto, secondo le direttive ricevute dal Consiglio. I tre Revisori restano in carica per tre anni, sono nominati dal Consiglio e verificano la consistenza della tesoreria e dei libri e delle scritture contabili.



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