La vergogna si presenta come un senso sgradevole di nudità, di trasparenza. Quando si prova vergogna si ha la percezione di essere stati scoperti e di conseguenza si vorrebbe diventare invisibili, sparendo per sempre dagli sguardi altrui.
La vergogna è un’emozione che riguarda il passato, il presente e il futuro. In ogni caso, è un’emozione di forte intensità che determina dolore anche molto profondo.
Quando si prova questa emozione, il pensiero è quello di sentirsi inferiori, profondamente giudicati e diversi da come si vorrebbe essere.
Inoltre, se presente una bassa stima di se stessi, la vergogna provoca un definitivo crollo della propria persona e per questo diventa una vera e propria minaccia all’identità personale.
La persona che si vergogna si percepisce confusa, disorientata e dedita alla fuga da una situazione ormai diventata scomoda, perché piena di persone giudicanti. Quindi, il disagio che ne consegue è molto intenso e crea anche un blocco nella comunicazione.
In situazioni di vergogna il primo comportamento attuabile è distogliere lo sguardo dall’altro, poi si ripiega la postura, si volta il viso, che in genere potrebbe arrossire, ci si nasconde poiché la tendenza è di voler diventare invisibile. Tutti questi atteggiamenti confermano di non essere riusciti a raggiungere determinati standard di prestazione, o anche norme e valori, ritenuti indispensabili per avere una buona considerazione di se stessi.
Alcuni al cospetto della vergogna tendono a far finta di nulla o provano imbarazzo,altri, invece, affrontano la situazione fornendo supporto alla persona in difficoltà, rassicurandola, mentre altri ancora reagiscono con lo scherno o il riso.
Si possono distinguere molti tipi di vergogna:
del fare, in cui l’oggetto è l’agito e per questo è molto meno invasiva;
dell’essere, molto più profonda e dolorosa, riguarda l’essenza della persona, la sua identità;
da svelamento o smascheramento, in cui la persona si trova ad affrontare una situazione contro la sua volontà;
per le lodi, che si assume non siano meritate o a causa di qualche senso di colpa.
ricorsiva, legata al circolo vizioso della vergogna stessa, quando ci si vergogna di vergognarsi;
transitiva, quando per colpa del proprio comportamento si genera vergogna in un’altra persona;
transpersonale, quando ci si vergogna della propria famiglia, istituzione, nazione, o nel gruppo nel quale ci si identifica;
contagiosa, quando ci si vergogna di fronte all’improvviso vergognarsi di qualcuno.
La vergogna, però, non va confusa con il pudore che nasce dalla volontà di non volersi mostrare allo sguardo altrui. È una forma di protezione psicologica atta a difendere lo spazio peripersonale, verso il quale non necessariamente si provano sensi di inadeguatezza.
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