Ponte sullo Stretto, gli ambientalisti al governo: «Cancellare progetto e chiudere la SpA come deciso». Ma l’ad Ciucchi annuncia ricorso
Le associazioni ambientaliste tornano a ribadire il loro “no” alla costruzione del Ponte sullo stretto di Messina ed invitano il governo a rifiutare il progetto perché «inutile, dannoso e dispendioso». E lo fanno inviando una lettera per chiedere all’esecutivo «la coerenza con la linea tenuta finora sulla questione», ribadendo «la richiesta di rigetto del Progetto e scioglimento della società “Stretto di Messina SpA” (Concessionaria interamente pubblica, N.d.R.)». Un progetto i cui costi «negli ultimi anni sono cresciuti dai 6,3 miliardi di euro del preliminare agli 8,5 miliardi di euro del definitivo del 2011», si legge nella missiva.
IL DEFINANZIAMENTO DEL PROGETTO DA PARTE DEL GOVERNO
– Il Fondo Ambiente italiano (FAI), Italia Nostra, Legambiente, Man e il WWf hanno ricordato che il «governo Monti ha definanziato il progetto, di fatto bloccandolo (1,624 miliardi di euro stornati per delibera Cipe – Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica - a gennaio 2012)». Il responsabile delle Infrastrutture, Corrado Passera, aveva recentemente affermato che il progetto del Ponte «non è una priorità». Ad eccezione di alcune aree del Pdl, quasi tutti i gruppi parlamentari hanno sostenuto che ormai l’operazione «si deve chiudere, con lo scioglimento della società “Stretto di Messina SpA”».
– Il Fondo Ambiente italiano (FAI), Italia Nostra, Legambiente, Man e il WWf hanno ricordato che il «governo Monti ha definanziato il progetto, di fatto bloccandolo (1,624 miliardi di euro stornati per delibera Cipe – Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica - a gennaio 2012)». Il responsabile delle Infrastrutture, Corrado Passera, aveva recentemente affermato che il progetto del Ponte «non è una priorità». Ad eccezione di alcune aree del Pdl, quasi tutti i gruppi parlamentari hanno sostenuto che ormai l’operazione «si deve chiudere, con lo scioglimento della società “Stretto di Messina SpA”».
LE ASPETTATIVE DELUSE DEGLI AMBIENTALISTI
– Le associazioni ambientaliste si attendevano, che in piena revisione della spesa pubblica, arrivasse «da un momento all’altro la cancellazione definitiva del progetto ed il citato scioglimento della società. In tal senso erano anche trapelate più volte dal ministero delle Infrastrutture notizie circa il procedere della chiusura». Aspettative deluse perché nella spending review non è stato incluso questo tema. Gli ambientalisti nella missiva hanno inoltre denunciato che Pietro Ciucci – amministratore delegato della società “Stretto di Messina SpA”e dell’”Anas” – «ha rilanciato, tentando quanto meno di procrastinare la chiusura, annunciando l’aggiornamento dello studio di impatto ambientale a seguito delle 103 richieste di integrazione del progetto definitivo». Ciucci addirittura minaccia il «ricorso al Presidente della Repubblica» in una missiva inviata al governo «per la perdurante inerzia dell’esecutivo sulla questione del Ponte». Le associazioni ambientaliste hanno sottolineato «la singolare bizzarria per cui un commissario governativo e amministratore delegato di una società a maggioranza governativa, nominato sempre dal governo, minaccia un conflitto grave con lo stesso esecutivo. Tale modo di procedere sarebbe da sottoporre a severa censura e a eventuali provvedimenti conseguenti».
– Le associazioni ambientaliste si attendevano, che in piena revisione della spesa pubblica, arrivasse «da un momento all’altro la cancellazione definitiva del progetto ed il citato scioglimento della società. In tal senso erano anche trapelate più volte dal ministero delle Infrastrutture notizie circa il procedere della chiusura». Aspettative deluse perché nella spending review non è stato incluso questo tema. Gli ambientalisti nella missiva hanno inoltre denunciato che Pietro Ciucci – amministratore delegato della società “Stretto di Messina SpA”e dell’”Anas” – «ha rilanciato, tentando quanto meno di procrastinare la chiusura, annunciando l’aggiornamento dello studio di impatto ambientale a seguito delle 103 richieste di integrazione del progetto definitivo». Ciucci addirittura minaccia il «ricorso al Presidente della Repubblica» in una missiva inviata al governo «per la perdurante inerzia dell’esecutivo sulla questione del Ponte». Le associazioni ambientaliste hanno sottolineato «la singolare bizzarria per cui un commissario governativo e amministratore delegato di una società a maggioranza governativa, nominato sempre dal governo, minaccia un conflitto grave con lo stesso esecutivo. Tale modo di procedere sarebbe da sottoporre a severa censura e a eventuali provvedimenti conseguenti».
Silvia Sequi
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