venerdì 17 marzo 2017

SFIDA ACCETTATA

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 "Sfida accettata" è una catena di Sant'Antonio. Una volta postata l'immagine, bisognerebbe controllare chi mette 'mi piace' e, una volta incassato il like, inviargli il seguente messaggio: "Since you liked my picture, you now have to post a black & white picture of you and write Challenge Accepted. Let’s fill Facebook with black & white pictures to show our support for the battle against cancer. That is the challenge. When your friends like your post, you send them this message". Tradotto: "Siccome hai messo 'mi piace' alla mia foto, ora devi postare un'immagine in bianco e nero e scrivere 'Sfida accettata'. Riempiamo Facebook con foto in bianco e nero per mostrare la nostra lotta contro il cancro. Questa è la sfida. Quando i tuoi amici mettono 'mi piace' al post, inviagli questo messaggio".
Nel messaggio non viene specificato da nessuna parte di mettere immagini personali. E, soprattutto, la conditio sine qua non è quella di postare foto in bianco e nero. Basta scorrere rapidamente Facebook per verificare come raramente la regola venga rispettata. Il narcisismo di molti utenti ha trasformato la catena, che probabilmente voleva sfruttare il contrasto del bianco e nero col coloratissimo mondo social attuale, in un'occasione di mostrare sè stessi. Magari con un pizzico di nostalgia (e voyeurismo). Quel che, invece, ha funzionato è l'attenzione sulla 'Challenge Accepted', con milioni di utenti che in questi giorni hanno cercato di capire l'origine del tormentone.



Molte foto affiorano dal passato per essere pubblicate e in molti casi si tratta di immagini scattate prima che il digitale segnasse per sempre le nostre vite.

Il tam tam è nato diversi mesi fa per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla lotta contro il cancro, ma poi è diventato un inno al passato e alla nostalgia.

L’iniziativa aveva subito preso piede in India, allargandosi al Regno Unito. Non tutti però hanno gradito: Rebecca Wilkinson, 36enne madre di due bambini a cui, nel 2013, è stato diagnosticato un cancro al seno, ha protestato: "Tutta questa campagna va contro quelli che hanno un tumore. Non li aiuta, non hanno bisogno di selfie. Qualcuno ha deciso di iniziare una campagna virale su Facebook che non serve a ottenere un bel niente. Stanno usando il cancro solo per il gusto di far diventare virale qualcosa. Fermatevi".

La catena non è nuova per Facebook ed era partita già in agosto in Inghilterra per spronare le persone a fare prevenzione attraverso esami medici e corretta informazione circa la delicata malattia, ma l’iniziativa aveva già riscontrato ingenti critiche da parte delle pazienti oncologiche, prima tra tutte Deborah, donna di 41 anni, che in un lungo post pubblicato sul suo profilo scrisse:”Il Cancro non sono sfumature di grigio. Il grigio è sterile, arido, morto. Il Cancro ha tanti colori. Anche il colore della paura, ma ce l’ha! Perché il Cancro spiazza, fa paura, terrorizza. Sensibilizzare le persone alla lotta contro il Cancro, è farle pensare a cosa sia davvero”.



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