giovedì 19 luglio 2012

Ruota o rota degli esposti



La Ruota o rota degli esposti era un meccanismo girevole di forma cilindrica, di solito costruito in legno, diviso in due parti chiuse per protezione da uno sportello: una verso l'interno ed un'altra verso l'esterno che, combaciando con una apertura su un muro, permettesse di collocare, senza essere visti dall'interno, gli esposti, i neonati abbandonati. Facendo girare la ruota, la parte con l'infante veniva immessa nell'interno dove, aperto lo sportello si poteva prendere il neonato per dargli le prime cure.
Spesso vicino alla ruota vi era una campanella, per avvertire chi di dovere di raccogliere il neonato, ed anche una feritoia nel muro, una specie di buca delle lettere, dove mettere offerte per sostenere chi si prendeva cura degli esposti.
Per un eventuale successivo riconoscimento da parte di chi l'aveva abbandonato, al fine di testarne la legittimità, venivano inseriti nella ruota assieme al neonato monili, documenti o altri segni distintivi.

Nell'antichità era uso abbastanza diffuso presso diverse popolazioni, abbandonare figli indesiderati: Gli ebrei ad esempio ne vietavano l'uccisione ma consideravano legali l'abbandono o la vendita degli illegittimi. La Grecia di Solone e Licurgo considerava legale l'infanticidio e l'abbandono. I romani al padre che non riconosceva il figlio come proprio sollevandolo da terra (da qui il termine "allevare") era consentito portarlo alla columna lactaria esponendolo alla pietà di chi passava e più spesso alla sorte di morire di fame o essere fatto schiavo.
La condizione degli esposti cambia con l'avvento del Cristianesimo. L'imperatore Costantino sancisce nel 315 che una parte del fisco sia utilizzata per il soccorso degli infanti abbandonati e per i figli delle famiglie povere. Nel 318 una legge prevede la pena di morte per l'infanticidio ma non sanziona chi vende i propri figli. Soltanto nel VI secolo Giustiniano punirà l'abbandono considerandolo come infanticidio.

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Milano, abbandonato un neonato
nella 'ruota' della clinica Mangiagalli

Il vecchio strumento per lasciare i bambini appena nati, rivisitato in chiave moderna, era stato
installato qualche anno fa. Il piccolo pesa un chilo e 800 grammi ed è stato chiamato Mario.


L'allarme è scattato nel tardo pomeriggio. Per la prima volta in cinque anni, da quando la 'culla per la vita' è stata installata alla clinica Mangiagalli, è partito l'allarme rosso e le telecamere hanno inquadrato un neonato che era stato abbandonato da pochi minuti. Portava una camicina di tela bianca ed era avvolto in un lenzuolo. La madre prima di lasciarlo ha avuto il tempo di mettergli a fianco tre tute pulite e un biberon che conteneva, come hanno scoperto in seguito i medici, latte materno. "Il piccolo era tranquillo, non piangeva", spiegano in Mangiagalli, dove dopo il ritrovamento del neonato sono scattati tutti gli interventi per verificare le sue condizioni di salute.
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