domenica 11 settembre 2016

ORSA MINORE

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La costellazione dell'Orsa Minore è la più conosciuta nel nostro emisfero perché in questa è presente la "Stella Polare" che è oggi localizzata quasi esattamente sul polo nord, per questo è una stella molto utile alla navigazione. L'Orsa Minore differisce dalla Maggiore per dimensioni e per luminosità degli astri che la compongono, infatti la prima è più piccola, è costituita da stelle meno lucenti, ad eccezione della Stella Polare. Viene chiamata in diversi modi : Il Piccolo Carro, Il Piccolo Mestolo, mentre gli arabi vi identificano la bara di un eroe con una fila di persone piangenti. Si attribuisce la sua scoperta al greco Talete nel 600 a.C. circa.

L'Orsa Minore è anche visibile tutto l'anno grazie alla sua posizione sul Polo Nord, ma il suo momento di maggior splendore sono le ore 22.00 del giorno 13 giugno.

Polaris (la Stella Polare) è la stella più luminosa e più nota della costellazione; si tratta di una stella gialla di magnitudine 1,97. La Polare può essere trovata seguendo una linea che parte dalle due stelle posteriori dell'Orsa Maggiore e prolungandola di circa cinque volte la distanza fra loro. La stella è inoltre una variabile Cefeide, con oscillazioni minime; dista 431 anni luce.
ß Ursae Minoris (Kochab) è una stella di colore arancione, di magnitudine 2,07, che si trova in una posizione della costellazione opposta alla Stella Polare. La sua distanza è stimata sui 126 anni luce.
Pherkad è una stella bianca di magnitudine 3,00, variabile Delta Scuti distante 480 anni luce.
La costellazione contiene alcune stelle doppie:
Polaris è una brillante stella giallastra, che mostra una stellina biancastra a forti ingrandimenti, di nona magnitudine.
HD 139777 è formata da una stella di sesta e da una di ottava magnitudine, separate da circa 18" e dunque risolvibile anche con strumenti non molto potenti; entrambe le stelle sono giallastre.
Interessante la coppia formata dalle stelle Pherkad e 11 Ursae Minoris (nota anche come Pherkad Minor), di facile risoluzione anche con un binocolo o persino ad occhio nudo; le due componenti, una di terza e l'altra di quinta grandezza, mostrano colori contrastanti, essendo biancastra la prima e arancione la seconda.

Le stelle variabili della costellazione sono relativamente poche e molte sono pure poco luminose.

Fra le variabili irregolari spicca Pherkad, una probabile variabile Delta Scuti; molte sono invece le variabili Mireidi, fra le quali spiccano U Ursae Minoris e S Ursae Minoris, entrambe di settima magnitudine al massimo dello splendore e di tredicesima nella fase di minimo.



Non ci sono oggetti appartenenti alla Via Lattea, poiché il piano galattico passa distante dalla costellazione. Si possono dunque osservare solo galassie esterne, ma non ve n'è nessuna alla portata di piccoli strumenti. L'unico oggetto interessante è la Galassia Nana dell'Orsa Minore, una galassia nana ellittica che orbita come satellite attorno alla nostra Via Lattea.

Nell'Orsa Minore è presente la stella HD 150706, attorno alla quale orbita un gigante gassoso dalla massa minima pari a quella di Giove; la sua orbita è situata a circa 1 UA.

L'Orsa Minore non contiene oggetti come nebulose o galassie, ma le sue stelle forniscono un'indicazione per valutare la trasparenza del cielo: la stella Polare è facilmente riconoscibile in qualsiasi notte serena, ma le altre richiedono cieli più luminosi per essere viste. Solo nei cieli più puliti riusciamo a vedere l'intero Piccolo Carro.

Si pensa che questa costellazione sia stata definita per la prima volta nel 600 a.C., dall'astronomo greco Talete, ed è stata sempre usata come guida dai marinai. In tempi antichi, l'Orsa Minore era chiamata l'ala del Dragone, un nome ormai dimenticato. Per alcune culture l'Orsa Minore era il Buco in cui l'asse della terra era infilato.

Una prima interpretazione ci è stata tramandata dal greco Arato, che narrava che l'Orsa Minore ed Adrastea, l'Orsa Maggiore, furono le tutrici a cui Rea affidò il figlio Zeus. Questo, cresciuto e spodestato il padre, trasformò le nutrici in orse come segno di ringraziamento e le lanciò nel cielo. La lunghezza della coda è dovuta allo strattone che essa prese quando il dio le lanciò nel cielo.

Il secondo mito è quello secondo il quale Zeus innamoratosi di Callisto, una ninfa dei boschi, ebbe un figlio di nome Adrasto. Quando la notizia giunse alle orecchie di Era, la fece adirare molto. E così ella decise di vendicarsi della rivale trasformandola in un'orsa, l'Orsa Maggiore, e a questa si aggiunse Adrastro, che un giorno durante una battuta di caccia vide la madre, ma ignorando il suo nuovo aspetto, per difendersi, fece per scoccare una freccia. Zeus lo vide e lo trasformò spinto da un senso di pietà in un orso e decise di porli in cielo.


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