sabato 8 ottobre 2016

SENTIMENTI D'AUTUNNO



Il cielo era tutto sereno: di mano in mano che il sole si alzava dietro il monte, si vedeva la sua luce, dalla sommità dei monti opposti, scendere, come spiegandosi rapidamente, giù per i pendii e nella valle.
Un venticello d'autunno, staccando dai rami le foglie appassite del gelso, le portava a cadere qualche passo distante dall'albero. 
A destra e a sinistra, nelle vigne, sui tralci ancor tesi, brillavan le foglie rosseggianti a varie tinte; e la terra, lavorata di fresco, spiccava bruna e distinta nei campi di stoppie biancastre e luccicanti dalla guazza.



Sono in molti a ritenere che l’arrivo dell’autunno e l’inverno porti con sé sentimenti di malinconia, tristezza, quand’anche depressione. Qualcuno poi ha riunito tutta questa serie di sintomi in quello che è stato definito disturbo affettivo stagionale o SAD (Seasonal Affective Disorder), che affliggerebbe le persone rendendole appunto apatiche, tristi, depresse e così via.

A sfatare il mito delle giornate umide, buie… e deprimenti, sono stati i ricercatori dell’Oregon State University (OSU), School of Psychological Science, i quali hanno condotto uno studio in cui si afferma che né il tempo dell’anno né le condizioni meteorologiche influenzano i reali sintomi depressivi.

Il professor David Kerr e colleghi dell’OSU hanno precisato che il loro studio non nega l’esistenza del disturbo affettivo stagionale, ma mostra tuttavia che le persone tendono a sopravvalutare l’impatto dell’alternarsi stagionale sulla salute mentale e la depressione.
In realtà, come dimostrato dallo studio, esiste un alternarsi dei sintomi da malinconia, depressione eccetera, ma il problema è che questo non è associabile alla stagione dalle persone stesse che ne sono oggetto.



Il prof. Kerr ha scoperto che quando s’interrogano le persone circa i propri sintomi depressivi – così come si è fatto nella maggior parte degli studi – queste sono molto brave a ricordare certi eventi, informazioni, sentimenti provati, ma non sono in grado di ricordare i tempi precisi in cui hanno provato queste emozioni o sintomi nel passato più remoto.
Per questo motivo i ricercatori hanno tentato un approccio diverso: hanno raccolto e analizzato i dati provenienti da un campione di 762 partecipanti che, nel corso di alcuni anni, hanno riportato e segnato quelli che erano i sintomi depressivi a cui erano soggetti.

Una volta che i ricercatori sono stati in possesso del materiale, hanno confrontato i dati con le condizioni meteorologiche locali, l’intensità di luce solare e latri fattori esterni presenti durante il periodo di tempo in cui i partecipanti hanno compilato i rapporti. Circa il 92% dei partecipanti hanno segnalato cambiamenti nel comportamento e nell’umore attribuiti al cambio stagionale; di questi, il 27% ha riferito che questi cambiamenti hanno costituito per loro un problema. Nonostante ciò, secondo gli autori dello studio, le persone hanno tendenzialmente sopravvalutato l’impatto del tempo meteorologico e della stagione invernale.



L’aver sovrastimato i disturbi attribuendoli alla stagione, secondo i ricercatori, è avvenuto per alcuni motivi, tra cui la consapevolezza dell’esistenza del SAD, la ormai accertata alta incidenza della depressione nella popolazione generale e un’avversione personale nei confronti della stagione fredda.
I sentimenti negativi nei confronti dell’autunno e dell’inverno spesso sono confusi con i sintomi depressivi, spiegano i ricercatori. Accade così che si tenda ad attribuire il senso di chiusura, maggiore inattività o bisogno di stare rintanati a un problema come la depressione che, invece, ha sintomi maggiori, più eclatanti – come per esempio la disperazione e l’angoscia – e di più lunga durata che non la sola stagionalità.
Se dunque pensare all’inverno ci rende un po’ tristi forse c’entra il fatto che non stiamo bene con noi stessi, perché se così non fosse non ne saremmo toccati – qualunque siano le condizioni climatiche esterne. Ma, a parte questo, la depressione o il SAD sono davvero un’altra cosa.

Il precipitare del Sole nella stagione invernale e il non poter prevedere o controllare direttamente il suo ritorno generò nell’uomo arcaico non solo l’ansia di ciò che poteva accadere ma anche il senso di forze cosmiche ed invisibili che governavano silenti il mondo fenomenico. 

Per molti l'autunno è il periodo dell'anno più triste, in realtà però se sapessimo guardare oltre non verremmo attanagliati da angoscia e malinconia.

É il periodo per tornare un po' alle vecchie abitudini, dopo un'estate di vacanze e divertimenti, è il momento per dare vita a progetti e idee e per coltivare amicizie appena nate.

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