lunedì 17 ottobre 2016

IL MALOCCHIO

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Il malocchio è una tradizione popolare molto radicata e dalle origini antichissime (anche Cornelio Agrippa, nella sua opera La Filosofia Occulta o la Magia ne fa un’accurata descrizione definendolo come una forza che partendo dallo spirito del fascinatore entra negli occhi del fascinato e giunge fino al di lui cuore. Lo spirito è, dunque, lo strumento della fascinazione).

La diffusione di questa credenza è maggiore in determinate aree culturali.

Il malocchio, termine il cui significato è “occhio che getta il male” è una vera e propria forma di superstizione; chi gli attribuisce credibilità (ma non vi sono evidenze scientifiche che possano giustificarla) ritiene che alcune persone (ma anche animali, per esempio il rospo o il serpente) abbiano il potere di provocare eventi malefici con il proprio sguardo.

Secondo la tradizione alcune persone possono “dare il malocchio” volontariamente, mentre altre possono esercitarlo in modo involontario (a causa di invidie, ossessioni, delusioni amorose e via discorrendo).

Dal punto di vista fisico i problemi provocati alla persona colpita dal malocchio sarebbero violenti mal di testa, nausea, vomito, cattivo umore, depressione; più in generale poi potrebbero verificarsi eventi particolarmente negativi sia dal punto di vista affettivo sia dal punto di vista economico ecc. Il malocchio può essere a carico di una persona, ma anche di cose.

Nelle aree dove il malocchio è ancora relativamente diffuso vi sono persone che ritengono di avere la capacità di sapere se una certa persona è stata colpita da malocchio. Generalmente si tratta di donne piuttosto anziane che tramandano poi il loro “potere” a persone di loro fiducia, solitamente familiari. Sembra che, dopo che è avvenuta la trasmissione del potere, la persona che lo ha trasmesso perda la sua capacità di effettuare il rito; è per questo motivo che molte volte la trasmissione avviene quando la persona sente che si sta avvicinando alla fine dei suoi giorni.

In alcune zone il malocchio sembra più radicato che in altre; non esistono statistiche ufficiali in proposito, ma sembra che nelle regioni meridionali tale credenza sia tenuta più in considerazione che nel centro Italia e nel settentrione.

Alcuni studi sono interessanti e rivelano i diversi modi di interpretare questa particolare credenza. In Sardegna, per esempio, sembra che sia la donna l’oggetto e il soggetto del malocchio; le donne infatti sono più predisposte a essere colpite dal cosiddetto “occhio malvagio”; sono sempre però le donne quelle che hanno più potere in tal senso. Anche la “medicina dell’occhio”, ovvero i riti di guarigione, è gestita dal sesso femminile. Nei paesi sardi, ma anche in altre culture, c’è sempre un mischiarsi di credenza e religione. I riti “terapeutici” che si riscontrano nella regione sarda sono numerosi (sicuramente più di venti) e spesso, sebbene in forme diverse, vi si ritrovano recite di preghiere appartenenti alla tradizione religiosa cattolica legate a utilizzi di acqua, sale, olio, riso, grano, corna di muflone o di bue, carbone, carta ecc.

Tutto è basato su una serie di credenze popolari e di pratiche tramandate di persona in persona. Innanzitutto, sembra che dare una bella pulita negli ambienti in cui si vive e si lavora, sia un buon primo passo nella battaglia per sconfiggere il malocchio.

Armati di straccio e secchio, una bella lavata ai pavimenti, preferibilmente con acqua e sale. Il sale è tradizionalmente utilizzato per sconfiggere le iettature perché ha il potere di rimuovere le energie negative. Poi una bella spolverata a tutti gli ambienti e per finire, finestre aperte per cambiare l'aria. Sembra che in alcuni casi, già questo depotenzi l'azione dell'energia negativa.



Si possono anche posizionare dei sacchetti di sale grosso negli angoli delle stanze, preferibilmente in sacchetti di colore rosso, altro elemento anti iella.

Una delle pratiche preferite da chi osserva la religione cattolica, è quella di chiamare il prete della propria parrocchia e chiedergli di benedire la casa, ma anche la macchina e semmai fosse disponibile, il luogo di lavoro.

Per difendersi mentre si è fuori casa e a contatto con la gente alcuni consigliano di portare con se dei talismani specifici, ma la protezione primaria deve essere la recinsione della propria aura: per fare questo immaginatevi protetti da una luce bianca e impenetrabile; pregate e meditate regolarmente per la vostra protezione. Evitate sentimenti di odio, vendetta e rancore e concentratevi su pensieri elevati, puri e spirituali.

La superstizione suggerisce di eseguire il gesto delle corna o della mano di fica per allontanare da se il malocchio.

Oltre alle cure esiste anche la prevenzione; la prevenzione dal malocchio viene effettuata ricorrendo ad amuleti vari o a particolari gesti.

A seconda delle zone e delle regioni esistono diversi tipi di amuleti; c’è chi tiene un sacchetto con sale benedetto, un chiodo, uno spicchio d’aglio, un ramoscello d’olivo ecc, appeso al collo; altri portano in tasca un cornetto di colore rosso, un chiodo ecc. altri si cuciono sugli abiti un pezzo di nastro rosso.

Un rito molto utilizzato nelle regioni del Sud Italia prevede l'uso di un piatto in cui viene versata acqua e qualche goccia di olio. Serve innanzitutto per verificare la presenza del malocchio e si fa così. Si pone sulla testa della persona che teme di esser vittima della iattura,  un piatto di ceramica in cui si versa dell'acqua e nell'acqua si fanno cadere tre gocce di olio.

A seconda della forma che l'olio prende, si può capire innanzitutto se lo iettatore è un uomo o una donna. Se la macchia che si forma è tonda, possiamo esser certi si tratti di un uomo. Se invece le gocce d'olio assumeranno una forma unica, allungata, la cospiratrice è donna. Se infine l'olio si spande allargandosi nessuna paura: nessuno ha tramato contro di voi.

Constatata la presenza del malocchio, la persona che sta conducendo l'allontanamento del malocchio, procederà a questo punto con la recita di una sorta di preghiera. Si sappia che ogni praticante ha la sua formula segreta oppure, si utilizza la Preghiera di san Cipriano.

Alla fine della preghiera, si passa a segnare con olio la fronte del malcapitato con tre segni della croce per sette volte e si getta poi il contenuto del piatto. Alcuni praticano invece il "taglio" dell'olio nel piatto con una forbice, a simboleggiare la distruzione materiale del malocchio.

Dopo aver gettato l’acqua si deve ripetere nuovamente il rito per altre due volte; già la seconda volta gli “occhi” che compaiono nell’olio dovrebbero essere più piccoli, mentre alla terza volte non dovrebbe esserci più niente. Se gli “occhi” compaiono anche durante la terza ripetizione del rito, significa che il malocchio trasmesso è piuttosto forte ed è necessario seguire una determinata procedura; si “tagliano” gli “occhi” con le forbici e si ripete il rito il giorno dopo. Preferibilmente il rito andrebbe ripetuto da persone diverse, una dopo l’altra. È importante che, una volta iniziato il rito contro il malocchio, esso non venga mai interrotto.

Se tutto è andato bene, la persona colpita dal malocchio comincia a sentirsi subito meglio.

Alcune tradizioni prevedono che all’affatturato venga lavata la testa con latte; altre utilizzano miscele di erbe da strofinare sul corpo o portare con se. Erbe considerate molto efficaci sono ulivo, ruta, anegelica, aneto, iperico e verbena. Il talismano più noto per prevenire e combattere l’occhio maligno è l’immagine di un’occhio stesso.


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