domenica 30 ottobre 2016

MAGIA

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Con il termine magia molto spesso si tende a indicare tutto ciò che non è scientificamente spiegabile. Dalla maggior parte delle persone però la magia viene vista come una cosa distinta e separata dalla scienza quindi tende ad attribuirvi tutti i fenomeni di cui non riesce a capacitarsi.
Una distinzione che viene generalmente fatta è quella tra magia bianca e magia nera, a seconda che i fini dell'operatore siano benefici o malvagi, e se nella sua pratica possono essere coinvolte delle entità positive (angeli, divinità, spiriti degli antenati, animali totemici) o negative (demoni); questa distinzione non viene però accettata da tutti, infatti alcuni operatori considerano la magia neutra in sé stessa, da questi infatti essa viene considerata come il fuoco, che, a seconda di come viene usato, può risultare molto utile e benefico, oppure altamente distruttivo. Esiste inoltre un insieme di nozioni e pratiche facenti capo ad una categoria intermedia denominata magia rossa che non può essere definita ne buona né cattiva, ma indirizzata ad ottenere uno scopo personale, il più delle volte a carattere sentimentale.

La scienza magica agisce in genere attraverso simboli, siano essi parole, pensieri, figure, gesti, danza o suoni, e strumenti vari. Solitamente viene però sottolineato che lo strumento primario della magia è la mente dell'operatore e tutto il resto gli serve per focalizzare meglio il suo intento.

Solitamente i riti magici utilizzano una combinazione tra le diverse tecniche. Nei casi in cui il mago, durante una pratica rituale, ricorre all'intervento di un'entità soprannaturale, a seconda dell'entità in questione si entra nei campi della negromanzia, dello spiritismo e della demonologia, mentre l'arte di evocare o invocare potenze sovrumane benefiche (angeli, divinità, spiriti elementali ecc.) è più propriamente chiamata teurgia.

La cosiddetta magia simpatica o d'incanalamento, in cui l'effetto magico è perseguito tramite l'utilizzo d'immagini od oggetti che possono essere usati, ad esempio come rappresentazione simbolica della persona cui si vuole fare del bene o si vuole nuocere, oppure per rappresentare lo scopo che ci si prefigge (ad esempio con l'uso di amuleti e talismani).
La magia da contatto, caratterizzata dalla preparazione di pozioni e filtri magici, sacchettini da indossare, talismani o amuleti da portare con sé, creati utilizzando oggetti ed ingredienti più o meno naturali.
Una forma di pratica magica è l'incantesimo, che agisce tramite parole (un esempio tipico è abracadabra) o altre formule magiche.
Una categoria è quella della divinazione, utilizzata per ricevere informazioni attraverso varie arti mantiche (come l'astrologia, la cartomanzia, la chiromanzia) oppure attraverso dei talenti propri dell'operatore (come ad esempio attraverso i presagi, o nella preveggenza e nella medianicità).
Una categoria è quella di similitudine: il simile produce il simile, un esempio può essere quello rappresentato da alcuni popoli primitivi, i quali, prima di andare a cacciare, imitavano i movimenti, i versi ed i comportamenti in genere dell'animale che desideravano catturare.

Nella maggior parte delle culture antiche e moderne, fin dagli albori della civiltà, sono esistite credenze e pratiche magiche, con caratteristiche sostanzialmente simili anche se formalmente diverse, che si possono trovare in relazione ad aspetti tipici dell'occultismo, della superstizione e della stregoneria. Alcune scene di pitture del paleolitico superiore trovate nelle caverne francesi sono state interpretate come aventi finalità magiche (ad esempio l'ottenere successo nella caccia). Nell'antichità si credeva anche che la magia si potesse relazionare alla varie fasi lunari: luna piena = magia nera, mezza luna = magia bianca.

La società dell'Antico Egitto è fortemente intrisa di credenze occulte. Nel pantheon egizio, oltre a Werethekau e Heka, Neter della magia, anche Iside e Thot, da cui derivò l'ermetismo, sono caratterizzati da poteri magici. Sono stati trovati molti papiri magici, scritti in greco, copto e demotico, che contengono formule ritenute capaci di prolungare la vita, fornire aiuto in questioni amorose e combattere i mali. È attestata anche la credenza nella cerimonia magica dell'apertura della bocca per mezzo della quale si riteneva possibile conferire un'anima a statuette, utilizzate come controfigure magiche dei defunti. Il cosiddetto libro dei morti degli antichi egiziani (che in origine era definito: "incantesimi che narrano l'uscita dell'Anima Verso la piena Luce del Giorno"), scritto su papiri, muri tombali e sarcofagi, è l'insieme di incantesimi da pronunciarsi per la «...resurrezione dello spirito e il suo ingresso nelle Regioni dell'Al di là». Per gli antichi egizi tutto è animato, per loro il mondo spirituale non impone leggi al mondo fisico, ma, per analogia, così come il volto di una persona è considerato espressione dell'anima, il mondo spirituale si esprime tramite quello fisico. La natura non è inanimata e non sottostà a "leggi", bensì l'espressione della vita passa attraverso varie fasi spirituali che, in questo mondo, vengono rappresentate dalle esperienze fisiche vissute direttamente dall'uomo. Tutto è animato e vivente, ogni fenomeno, per analogia, esprime la manifestazione di un piano spirituale nel piano fisico. L'analogia è applicata alla posizione degli astri, al simbolismo del colore, alle forme geometriche (ad esempio la figura geometrica della piramide), alle caratteristiche degli animali (zoolatria) e così via ad ogni espressione della vita. Questa civiltà, oltre cinquemila anni fa, è stata quindi crogiolo per la nascita e la codifica dell'astrologia, della teurgia e della negromanzia.

In Mesopotamia, nelle culture sumera, accadica e caldea, come anche in Persia, la terra d'origine dei Magi, si trovano numerose attestazioni di rituali di magia cerimoniale. Tutte le fonti antiche riportano esempi di pratiche magiche, come:
l'utilizzo di "parole magiche" che hanno il potere di comandare gli spiriti;
l'uso di bacchette ed altri oggetti rituali;
il ricorrere a un cerchio magico per difendere il mago contro gli spiriti invocati;
l'utilizzo di simboli misteriosi o sigilli per invocare gli spiriti;
l'uso di amuleti che rappresentano l'immagine del demone per esorcizzarlo.
Comunque il più grande apporto culturale del Medio Oriente consisté nell'astrologia: l'osservazione degli astri era non solo magicamente inscindibile dal computo del tempo, ma anche strettamente legata ad ogni evento naturale.



In Grecia fu Erodoto a coniare il termine "mago" per indicare un sacerdote di una tribù della Persia antica. Dal IV secolo a.C. il vocabolo mageia cominciò ad essere utilizzato per indicare un insieme di dottrine nate dalla commistione di tradizioni arcaiche e le pratiche rituali ereditate dai Persiani. Fu comunque nella koinè culturale ellenistica che ebbe luogo quella fusione dei riti magici con elementi astrologici e alchimistici, che sarà alla base di tutta la speculazione magica dei secoli successivi.

Nella tarda antichità troviamo numerose testimonianze riguardo a rituali di teurgia la cui provenienza è spesso attribuita, dagli stessi teurghi, all'antico Egitto. Verso il III - IV secolo della nostra era compaiono anche trattazioni filosofiche a favore di tale pratica, in particolare per opera del filosofo neoplatonico Giamblico.

Nella letteratura latina si trovano numerose testimonianze relative a tutta una serie di attività occulte. Esperimenti di negromanzia, uccisioni a distanza, animali parlanti, statue che camminano, filtri d'amore, metamorfosi, divinazioni, talismani che curano le malattie, sono solamente alcuni degli oggetti e dei rituali magici adoperati dai maghi che compaiono nelle opere di Orazio, Porfirio, Plinio il Vecchio e Virgilio. Nel panorama letterario di magia latina un posto di prim'ordine spetta a Le metamorfosi (anche conosciuto come L'asino d'oro) di Apuleio. L'opera, l'unico romanzo della letteratura latina pervenutoci intero, si compone di undici libri, nei quali viene narrata la storia di Lucio, un giovane trasformato per magia in asino, che, dopo varie peripezie, ritorna uomo per intercessione della dea Iside. Da ricordare che lo stesso Apuleio fu processato per aver costretto con la magia una ricca vedova a sposarlo per impadronirsi della dote. Tuttavia riuscì a scagionarsi dall'accusa presentando il testamento della vedova, in cui la donna (dietro consiglio dello stesso Apuleio) lasciava tutto al figlio piccolo.

Del resto, nel diritto romano le leggi antiche prevedevano pene severe per quanti utilizzavano mezzi magici per conseguire scopi criminali.

Nonostante la polemica antimagica di alcuni scrittori cristiani, come Origene, Sant'Agostino e Tommaso d'Aquino, e l'ostilità della Chiesa nei riguardi delle arti occulte, il substrato culturale della magia medievale ebbe una certa rilevanza. Persino il mondo religioso germanico fu prodigo di divinità intrise di doti magiche, come Thor e Odino; anzi lo scopo della magia era quello di liberare le forze occulte possedute dalle potenze superiori.

La produzione letteraria di carattere magico, soprattutto in età umanistica, fu molto ricca, grazie anche alla mediazione di scrittori arabi. Alcune opere astrologiche, come il Tetrabiblos di Claudio Tolomeo, l'Introductiorum di Albumasar, il Liber Vaccae (o Libro degli esperimenti) ed il famoso Picatrix, ebbero una enorme influenza sulla speculazione magica dell'età rinascimentale.

Tuttavia alcuni autori, come Isidoro da Siviglia e più tardi Ugo da San Vittore, accomunano la magia all'idolatria, in quanto scienza conferita dai demoni. È nel XIII secolo con Guglielmo d'Alvernia e Alberto Magno, che s'iniziò a porre l'accento sulla categoria della magia naturale, che tanta fortuna ebbe nei secoli immediatamente successivi. Sempre nel XIII secolo, tornò in auge anche l'astrologia, con autori allora famosissimi come il forlivese Guido Bonatti, la cui influenza sarà notevole ancora nel XVI secolo.

Il periodo che va dal XV agl'inizi del XVII secolo segna la grande rinascita della magia, in sostanziale parallelismo con il crescere degli interessi scientifici. L'inizio di questa rivoluzione magica può essere considerata l'opera di traduzione che alcuni umanisti, il più importante dei quali fu Marsilio Ficino, fecero delle quattordici opere che formavano il cosiddetto Corpus Hermeticum, degli "Oracoli Caldaici" e degli "Inni Orfici". Queste opere, attribuite dagli studiosi rinascimentali rispettivamente ad Ermes Trismegisto, Zoroastro ed Orfeo, erano in realtà raccolte di testi nate in età imperiale romana, che combinavano elementi neoplatonici, concetti ricavati dal Cristianesimo, dottrine magico-teurgiche e forme di gnosi mistico-magica. Nel Rinascimento sul substrato colto di dottrine neoplatoniche, neopitagoriche ed ermetiche si incardinò la riflessione speculativa magico-astrologica-alchemica, arricchita da idee derivanti dalla Cabala ebraica, come testimoniano emblematicamente le figure di Pico della Mirandola e Giordano Bruno. Il compendio forse più interessante per la magia rinascimentale è il De occulta philosophia di Cornelio Agrippa von Nettesheim. In questa opera il medico, astrologo, filosofo e alchimista tedesco definisce la magia "la scienza più perfetta", e la divide in tre tipi: naturale, celeste e cerimoniale, dove i primi due rappresentano la magia bianca, ed il terzo quella nera o necromantica. Queste argomentazioni saranno riprese più tardi nel Magia naturalis sive de miraculis rerum naturalium del napoletano Giovanni Battista Della Porta, il quale vede nella magia naturale il culmine della filosofia naturale, e nel Del senso delle cose e della magia di Tommaso Campanella. Altra importante figura nel contesto magico-alchemico rinascimentale è quella di Paracelso, la cui iatrochimica risente della simbiosi tra magia naturale e scienza sperimentale, tipica del XVI secolo.

Proprio mentre la tradizione magica è al suo culmine, nel XVII secolo s'iniziano a vedere le avvisaglie della polemica contro la cultura magico-alchimistica, che caratterizzerà maggiormente il Secolo dei Lumi. Il precursore della condanna delle varie dottrine magiche in nome del sapere scientifico è da considerarsi Francesco Bacone. A partire da questo momento la magia inizierà un lento declino, favorito da pensatori come Cartesio e Hobbes e dallo sviluppo delle correnti filosofiche del meccanicismo, del razionalismo e dell'empirismo. Nel XVIII secolo, con l'avvento dell'Illuminismo, la magia, definitivamente sconfitta nell'ambito della cultura dominante, venne relegata in una specie di limbo, nel quale tuttavia riuscì in qualche modo a sopravvivere.



La seconda metà del XIX secolo è caratterizzata da un rinnovato interesse nei confronti dell'occultismo e dell'esoterismo magico. La figura che meglio incarna il revival delle scienze occulte nel XIX secolo è il mago Eliphas Lévi, nato Alphonse Louis Constant, la cui ricca produzione letteraria influenzò grandemente la speculazione occultista del secolo successivo. L'ultimo scorcio del secolo vide anche il sorgere di numerose organizzazioni e società segrete nelle quali la magia aveva un ruolo significativo, come l' Ordre Kabbalistique de la Rose+Croix fondato in Francia da Stanislas De Guaita, l' Hermetic Order of the Golden Dawn, fondato in Inghilterra da Samuel Liddell MacGregor Mathers, l' Ordo Templi Orientis, fondato in Germania da Franz Hartmann. Anche nella Società Teosofica, fondata negli Stati Uniti d'America da Helena Petrovna Blavatsky, esistono alcuni elementi che rimandano a una concezione magica dell'esistenza e dei rapporti con i mondi ultraterreni.

Il panorama della magia dei nostri giorni è molto variegato e di difficile analisi sistematica, soprattutto a causa del coacervo sincretistico che caratterizza la maggior parte delle odierne dottrine magiche, esoteriche e occultistiche. In genere il substrato comune è costituito da alcune teorie che si riallacciano alle tradizioni neoplatoniche, gnostiche, ermetiche, cabalistiche, astrologiche, alchimistiche e mitologiche antiche. Su queste e sul pensiero dei moderni occultisti, da Madame Blavatsky a Gérard Encausse, da Samuel Liddell MacGregor Mathers ad Aleister Crowley, da G. I. Gurdjieff a Gerald Gardner, a Dion Fortune, a Eusapia Palladino, a Gustavo Rol sono nate tutta una serie di associazioni e gruppi esoterici, più o meno influenzati dalle nuove correnti della New Age, della Wicca, della Stregoneria Tradizionale e del Neopaganesimo. In Italia uno degli ultimi celebri rappresentanti e divulgatori della teoria e della prassi magica fu Giuliano Kremmerz.

La magia, in quanto fenomeno ubiquitario che ha accompagnato la civiltà umana dagli albori, è stata ed è oggetto di studio da parte delle scienze sociali, prime fra tutte l'antropologia culturale, l'etnologia e la psicologia. Le tematiche affrontate nello studio della magia solitamente riguardano la sua relazione con la scienza e la religione, la sua funzione sociali e la natura del suo pensiero.
Nel 1871 Edward Tylor nella Cultura dei primitivi arrivò alla conclusione che la magia fosse una «scienza sbagliata» in quanto non in grado di distinguere i rapporti causa-effetto da quelli propriamente temporali. Vicino alla posizione tyloriana fu James George Frazer, il quale, nel Ramo d'oro, pur considerando la magia un primo stadio nello sviluppo della civiltà, ebbe il merito di fornire una prima classificazione della magia. Egli distinse i processi magici in simpatetici/imitativi, basati sulla credenza che il simile agisca sul simile (es. travestirsi da animale per augurarne la caccia) e contigui/contagiosi, basati sulla credenza che le cose che sono state in contatto possono continuare a interagire anche se distanti (es. ciocche di capelli, oggetti appartenenti alla persona su cui gettare il malocchio).

L'etnologo francese Lucien Lévy-Bruhl considerò le culture cosiddette primitive come guidate esclusivamente da una visione magico-mistica del mondo, quindi prescientifica, nella quale ogni cosa si può trasformare in qualsiasi momento in un'altra. Agl'inizi del XX secolo Henri Hubert e Marcel Mauss pubblicarono Teoria generale della magia. In quest'opera i due etnologi francesi assunsero un orientamento più sociologico rispetto al passato, rivolgendo la loro attenzione non tanto alla struttura dei riti magici, quanto al contesto sociale nel quale essi si svolgono. Hubert e Mauss studiarono anche i rapporti della magia con la scienza e la religione, giungendo alla conclusione che queste posseggono delle analogie con la magia in quanto hanno terreni comuni di intervento: la natura (scienza e magia) e il sacro (religione e magia).
Anche Émile Durkheim intervenne nella discussione dei rapporti tra magia e religione. Nel suo Le forme elementari della religione afferma che la magia essendo per sua natura una pratica privata e quasi segreta, non può essere paragonata alla religione, che è un fenomeno sociale e prettamente collettivo.
L'attenzione degli studi antropologici sul fenomeno magico si è basata fondamentalmente su due costanti interagenti e soggiacenti il rituale magico ed interagenti: sistema di simboli e comunicazione sociale.
Un notevole contributo in questa direzione è venuto da Claude Lévi-Strauss. In Antropologia strutturale lo studioso dedica un saggio dal titolo Lo stregone e la sua magia all'universo simbolico della magia. La funzione semantica del concetto magico è alla base dell'esempio riportato da Levi-Strauss sulla base di un racconto di Franz Boas. I casi di guarigione magica per opera dello sciamano Quesalid dimostrano, secondo l'antropologo francese, che ogni atto magico presuppone l'esistenza di un rituale basato su segni, che abbiano un significato per la collettività che partecipa all'esperimento magico e ne condivide la speranza di riuscita.

All'antropologo inglese Alfred Reginald Radcliffe-Brown si deve la prima disamina seria del concetto di mana, utilizzato per la prima volta dall'etnologo R. Codrington. Questa forza non individualizzata insita in tutte le cose permea l'atto magico (il rituale), chi lo compie (lo sciamano), quanti vi assistono (la società) e l'ambiente in cui viene svolta l'azione (la natura). L'accento posto dal Brown sul valore rituale e sociale della magia, contrapposto al presupposto legame magia-scienza condizionò la successiva discussione sull'argomento.
Un'altra opera che ebbe una considerevole risonanza fu Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande, scritta nel 1937 da Edgar E. Evans-Pritchard. La ricerca da lui effettuata nel Sudan sud-occidentale lo portò a conclusioni vicine a quelle del Radcliffe-Brown. Anche l'Evans-Pritchard teorizzò la centralità del contesto sociale nel quale la magia si esplica e l'assenza di un legame tra scienza e magia, in quanto l'obiettivo finale del rituale magico non consisterebbe nel modificare la natura, ma nel contrastare i poteri di streghe o maghi.

Un contributo fondamentale alla interpretazione della magia dal punto di vista antropologico lo diede Bronislaw Malinowski. Nel suo Magia, scienza, religione, lo studioso polacco nega qualsiasi contatto della magia con la pratica empirica, che vede come entità separate. Famoso l'esempio della canoa, durante la costruzione della quale l'artefice non ha bisogno della magia per l'esecuzione tecnica del natante, che reggerebbe il mare comunque, ma il rituale magico interviene durante il lavoro come sussidio rassicurante. L'atto magico sarebbe quindi l'espressione simbolica di un desiderio, completamente slegato dal rapporto causa-effetto, che è comunque tenuto ben presente. Sulla scia di Malinowski, gli antropologi successivi hanno sottolineato che il ricorso alla magia si ha solitamente in presenza di fenomeni inesplicabili, davanti ai quali le pratiche empiriche sono considerate impotenti.



Una posizione interessante e diversa rispetto a quella del funzionalismo è quella dell'antropologo Ernesto de Martino, il quale sosteneva che l'universo magico facesse da mediatore con la concezione dell'aldilà e con la paura delle persone di perdere la presenza.

Nei suoi studi nel Mezzogiorno d'Italia nel 1948 egli rivelò come, davanti ad una grave crisi, come la morte di una persona cara, la magia, assieme ad una buona pianificazione sociale, consentisse di incanalare il dolore per riscattarsi dagli istinti animali.

La natura della magia è stata studiata anche dal punto di vista psicologico. Basandosi sulle teorie evoluzioniste del Frazer, studiosi come Wilhelm Wundt, Gerardus van der Leeuw e soprattutto Sigmund Freud accostarono il pensiero magico dell'uomo primitivo a quello del bambino, il quale ritiene che la realtà sia influenzabile secondo i suoi pensieri ed i suoi desideri. Più recentemente anche Ernesto De Martino ne Il mondo magico pone l'accento su alcuni fenomeni tipici di pratiche sciamaniche, quali la spersonalizzazione e lo scatenamento di impulsi incontrollabili.

Secondo alcuni anche la Magia si può in un certo senso considerare religione. La magia è concettualmente diversa dalla religione? Nella magia l'uomo cerca di far sì che la divinità faccia ciò che l'uomo vuole, o è nella religione, che di solito l'uomo cerca di fare ciò che la divinità vuole?

Probabilmente entrambe si pongono di fronte al mistero della creazione e della esistenza di uno o più esseri divini o creatori ma essendo spesso confusa la parola magia con setta occulta, viene considerata spesso solo nell'accezione negativa, cioè quella in cui si cerca di risolvere problemi terreni (denaro, amore, successo) con una pozione o formula ed essere felici senza sforzi, come per magia. «La magia riguarda la sfera pratica dell'agire, conscio o inconscio che sia» si sente dire come non ci fosse nulla di spirituale, solo formule ripetute a memoria, ma al contrario molti si avvicinano alla magia spinti dal desiderio di capire, di conoscere, ciò che ci è oscuro e occulto, spinti dalla curiosità. A seconda dell'uso che se ne fa, viene distinta in magia bianca, magia rossa o magia nera. L'unione tra magia e religione è rappresentata dalla medianità, ossia da una forma di esoterismo che esula dai comuni maghi e stregoni e si propone, attraverso l'azione di un Medium e l'evocazione di entità superiori di sommo livello, d'intervenire unicamente in magia positiva per recare beneficio ad un individuo. Chi opera per il flusso regolare della natura e per districare le situazioni riguardanti le persone attua magia bianca (alcuni esempi riguardano togliere negatività e malefici quali fatture e malocchio, oppure propiziare la fortuna, gli affari e la riuscita personale) o magia rossa (in caso di legamenti d'amore e ritorni d'amore, legature e fatture d'amore e rituali d'amore per risolvere questioni sentimentali). Chi, al contrario, tende a dividere, creare conflitti, imporre il proprio volere ad altri, in maniera palese oppure occulta, e perciò tende a distorcere il normale corso degli eventi, attua magia nera.

Ufficialmente, Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo considerano la magia una cosa proibita (stregoneria) ed hanno spesso perseguitato i presunti praticanti secondo diversi gradi di punizione. Altre tendenze nel pensiero monoteiste hanno respinto tutte le tendenze come l'inganno e l'illusione, ritenendoli niente di più che espedienti disonesti. Alcuni ritengono che la recente popolarità del Vangelo della prosperità costituisca un ritorno al pensiero magico all'interno del Cristianesimo. Si noti inoltre che il Cristianesimo gnostico ha una forte corrente mistica, ma evita la pratica della magia e si concentra maggiormente sulla teurgia, ovvero l'aspetto più alto e nobile della stessa.

La Magia Bianca è la Magia che si fonda sulla preghiera e sui rituali che si rivolgono agli spiriti positivi, spesso identificati con gli Spiriti Angelici. Il termine Bianca non indica in realtà una caratteristica propria inerente a questa pratica, ma si è diffuso per il semplice motivo che la maggior parte delle operazioni di Magia Bianca sono rivolte a scopi benefici ed utilizzano l’ausilio di questi Spiriti Angelici, se non addirittura l’invocazione a Dio stesso e ai suoi attributi e manifestazioni.
Molti di questi rituali od esorcismi ci sono stati tramandati dagli “Enchiridion”, ovvero le raccolte di antiche preghiere e formule tradizionali, particolarmente dotate di forze evocatorie. Al tempo del Medioevo questi “Enchiridion” erano in grandissima voga anche se il loro apice lo ebbero nel Rinascimento.
Alcuni fra essi furono famosissimi nell’antichità, taluni erano attribuiti a religiosi di chiara fama e, a volte, appartenenti alle più illuminate gerarchie della chiesa. La chiesa infatti non ne ostacolava la diffusione, forse per consentire al popolo bisognoso di avere degli strumenti per alleviare le proprie sofferenze, e non rivolgersi alla Magia Nera o comunque a pratiche lontane dall’ortodossia.

La fonte primaria usata dalla Magia Bianca, l’energia, è la volontà stessa del praticante, sarà quindi bene inizialmente esercitare le proprie capacità in modo da riuscire a portare fuori dagli spazi temporali la propria energia e successivamente a controllarla. L’uso di questa Magia necessita di una fede indiscussa nel Signore (non necessariamente il Dio cristiano) e nelle sue opere. La preghiera è il mezzo più forte per dare valore alla Magia, e la scelta di una particolare preghiera e dell’uso di un determinato pentacolo devono essere “sentiti”, la nostra sensibilità sarà la nostra guida.
Qualsiasi nostra scelta in quest’ordine di cose non sara mai veramente dell’individuo che la compie, ma sempre e misteriosamente la “bontà di Dio” che la compierà per lui. Lasciatevi quindi guidare dalla sua mano.

Da molti, oggi, la Magia Rossa viene considerata “neutra” e ciò non è esatto: è più corretto pensare ad essa come una cosa ben distinta sia dalla Magia Bianca sia dalla Magia Nera, con differenti scopi e riti totalmente diversi. La Magia Rossa può essere applicata sia per il bene che per il male, la scelta è vostra, ed è una delle poche forme di Magia che non ha limitazioni, può essere applicata per qualsiasi scopo, e per qualsiasi cosa, ma è bene sapere che ogni incantesimo di Magia Rossa è irreversibile, dunque bisogna pensarci più volte prima di effettuarlo.
La Magia Rossa non è detta rossa perché relativa all’amore, o al desiderio o alla passione, non è la “Magia dell’Amore” o la “Magia dei Desideri”, come molti la definiscono, ma è detta rossa in quanto in origine era legata all’utilizzo nella ritualistica di sangue (di animali, del richiedente, dell’operatore). Già in uso ai tempi degli antichi Egizi essa prende il suo “nome” proprio dal colore delle tuniche indossate dai sacerdoti Tolemaici, color rosso sangue, durante i loro alti rituali. Questo tipo di Magia può essere considerata, infatti, la Magia ritualistica per eccellenza, prevede l’uso di erbe ed in alcuni rari, o antichi casi, del sangue.
La Magia Rossa può essere dunque utilizzata per ogni settore della vita, anche per l’amore, ed è una valida alternativa a quanti tra i richiedenti non si sentono cosi spirituali da affidarsi esclusivamente ad una ritualistica Bianca, ma temono gli esiti di un lavoro Nero, infatti essa non produce effetti negativi o effetti boomerang. La Magia Rossa applicata ad una problematica amorosa, si potrebbe definire una versione “soft” della Magia Nera, in cui comunque c’è costrizione e c’è concretezza (ad esempio la sessualità), ma senza appunto necessità di effettuare maledizioni contro nessuno. Gli esiti di un legamento d’amore di Magia Rossa spesso toccheranno l’attrazione sessuale e il desiderio, ed andranno ad alimentarli per dare la possibilità di mettere catene naturali al rapporto.
Molto più spesso questa Magia si basa sulla cosiddetta, oggigiorno, magia simpatica.

Sulla Magia Nera è stata prodotta un’immensa letteratura. Misteriosa ed affascinante essa ha contraddistinto l’operare di alcune figure storiche dall’esistenza spesso controversa.
Molti confondono la Magia Nera con il Satanismo, come insegnò lo stesso Magistero, ma in ultima analisi per i credenti bigotti qualsiasi forma di Magia è “demoniaca”, è probabile che non si salvi neppure la Magia Bianca da questa loro convinzione. Non è sempre vero che chi usa o studia la Magia sia un credente del Dio cristiano, di conseguenza difficilmente potrebbe essere un credente in Satana.

La Magia Nera è stata più volte confusa in questo modo per la sua principale caratteristica di potere sulle entità, ma ha la capacità di attrarre queste “energie” che non è detto debbano essere “buone” nel senso cristiano cattolico o “cattive”. Esse sono semplicemente totalmente aliene a queste definizioni, è quindi soltanto chi le evoca o ne sfrutta il potere ad indirizzarle in un senso o nell’altro. Indubbiamente essendo composta da rituali non diretti verso le cosiddette Entità Angeliche (come la Magia Bianca), c’è molta più “libertà” di compiere il “male”.
Nella Magia moderna, quindi sfrondata dalle credenze religiose o dalle tradizioni censuristiche, le tre Magie devono essere equipollenti, ciascuna con una sua ragion d’essere; è sciocco pensare di poter “usare” o studiare soltanto la Magia Nera, e non conoscere a fondo anche le altre due che in realtà la comprendono e la completano.

Il termine grafofagia si intende per tutti quei tipi di Magia che implicano l’ingerimento per appropriarsi delle virtù della scrittura e degli incantesimi. Questo tipo di rito era già usato nell’antichità e in alcune tradizioni sopravvive ancora ai giorni nostri.

La Magia del Caos, o Chaos Magic, nasce intorno agli anni ’70 del secolo scorso, e si ispira a vari campi non necessariamente di origine “mistica”, ovvero include sì le basi di Stregoneria e Magia cerimoniale, ma anche teorie scientifiche e la sperimentazione scientifica, la matematica, perfino la fantascienza, le religioni del mondo ed in particolare lo sciamanesimo moderno. In sostanza è una forma di Magia Rituale, con la quale il praticante, utilizzando diverse tecniche, si prefigge di raggiungere determinati scopi individualistici: possiamo dire che le persone facenti parte di questa catena magica, fanno uso di pratiche che riequilibrano la realtà trasformandola in un qualcosa di nullo, appunto un caos, per poi plasmarla a proprio piacimento, o più che altro, vantaggio. In ogni caso la Magia del Caos è, ed il fatto non sorprende, la meno organizzata branca della Magia.
La Magia del Caos si basa sulla seguente teoria: la mente cosciente non è direttamente in grado di operare azioni magiche, anzi, essa costituisce un impedimento stesso alla Magia. Invece è la mente subconscia che opera azioni portentose, ed è dunque necessario fissare in quest’ultima l’intento magico, così il subconscio potrà “inconsapevolmente” manipolare le energie eteriche in modo da provocare il risultato voluto.
Questo modello teorico può essere agevolmente utilizzato per qualsiasi forma o tecnica magica. 
Una delle caratteristiche peculiari della Magia del Caos, è il saper fondere in un unico rituale tecniche provenienti da ambiti e tradizioni anche tra loro apparentemente distanti, persino contrastanti, in un Atto Magico che sembrerebbe, appunto, molto caotico. Un rituale potrebbe essere architettato partendo da un testo lovecraftiano, per continuare con pratiche di Stregoneria e chiudersi con un atto tantrico tibetano, ed esserci a presiedere una Forza Divina del pantheon nordico.
I praticanti della Magia del Caos tendono ad essere fuori da ogni schema. Per essi le visioni del mondo, le credenze, le opinioni, le abitudini e persino le differenti personalità, sono strumenti che possono essere scelti e cambiati in modo arbitrario, allo scopo di manipolare e capire il mondo che essi vedono e si creano intorno. I Chaos Magician sono estremi o molto individualisti, e si considerano eccezionalmente tolleranti, tenendo conto del fatto che qualsiasi opinione, anche a loro contrastante, è comunque modificabile.
Infatti, uno dei principi della Magia del Caos è “nulla è vero, tutto è permesso”, utilizzato anche da Friedrich Nietzsche nel suo Così parlò Zarathustra. Anche il «fa ciò che vuoi sarà tutta la legge» di Crowley, è una frase da essi frequentemente fraintesa ed interpretata in senso letterale, col significato di “non c’è una verità oggettiva, quindi qualunque cosa tu voglia fare è giusta”, tuttavia un’interpretazione più precisa è “non esiste una verità oggettiva al di fuori della nostra percezione, in questo contesto tutte le cose sono vere e possibili”.
Tra le varie tecniche abbiamo l’uso dei sigilli (simboli personali creati dai Maghi del Caos) e l’utilizzo degli stati di estasi (lo stato di gnosi) per potenziarli. La tecnica della sigillazione è un metodo molto usato e comune a molte culture, la cui origine si perde nella notte dei tempi. In generale, un sigillo è un geroglifico o simbolo con un significato mistico o magico. Con l’uso dell’immaginazione attiva e di certi “trucchi” per aggirare la mente razionale (come, per l’appunto, i sigilli), si possono infrangere le barriere dell’inconscio con astuzia anziché in modo diretto e quindi in modo molto più facile.
Lo stato di gnosi è invece uno speciale stato di coscienza che, nella teoria magica, è ciò che è necessario per lavorare con molte forme di Magia, ma in questo caso il concetto devia dalle vecchie teorie che descrivono energie, spiriti o atti simbolici come sorgente dei poteri magici. Esso si raggiunge quando la mente di una persona è focalizzata su un solo punto, pensiero od obiettivo, e tutti gli altri pensieri sono eliminati. Ogni Caote, Caoista o a volte Caosita, sviluppa i propri personali metodi per raggiungere lo stato di gnosi, e tutti questi metodi si fondano sulla teoria secondo cui, ogni pensiero sviluppato durante lo stato di gnosi, influenza la mente inconscia, che influenza in seguito la realtà riuscendo così a raggiungere lo scopo magico prefissato.
Anche le parole sono parte della loro tecnica magica, nella creazione di un mantra magico, mediante lettere ricavate dall’intenzione del praticante: il potere della parola è un fattore comune a molte tradizioni magiche, ma una volta esso creato, le lettere devono essere riorganizzate in modo casuale seguendo le disposizioni della propria fantasia, per ottenere una serie di parole o frasi senza alcun senso logico, anzi, che possano trascendere la logica. Il loro personale alfabeto sacro, inoltre, permette la costruzione di una frase che tratteggi dettagliatamente l’intento magico, l’eliminazione di lettere ridondanti, e la ricombinazione artistica delle rimanenti lettere per formare un sigillo.

La cosiddetta “magia sessuale” è più diffusa e comune di quanto si possa immaginare negli ambienti occultisti ed esoterici, e il punto di forza di molti maghi e presunti guaritori è di instaurare un vero e proprio rapporto sessuale continuativo con il proprio cliente.
Nel caso dei maghi la donna verrà convinta della necessità dell’atto per ottenere i benefici richiesti, mentre nel caso della strega riuscirà molto facilmente a conquistare la vittima facendo uso delle armi della seduzione femminile. In entrambi i casi lo scopo è quello di portare quanto meno a commettere il peccato di fornicazione e, se possibile, di adulterio, tradendo il rispettivo coniuge. In questi casi di grave peccato, si spalancano realmente le porte a Satana.
Di particolare importanza è la valenza data all’atto sessuale stesso, in cui viene invocato in modo forte il Demonio per operare sulla base delle richieste del mago. Presunte energie e forze si scatenerebbero infatti durante l’orgasmo e le fasi precedenti. Gli occultisti stanno infatti molto attenti a gestire questi momenti in cui, a loro detta, è possibile incanalare enormi forze spirituali ed energetiche. 
Ancora più perverso è pervertitore è l’atto sessuale multiplo in cui vengono cambiati i partner e si da sfogo ai più reconditi desideri sessuali. Queste casistiche sono frequenti molto spesso anche in ambito satanico e massonico deviato, in cui l’orgia rappresenta un’importante tappa per il raggiungimento di certi obiettivi e per la glorificazione del Demonio.
Anche le streghe che abitualmente operano in maniera solitaria, non disdegnano l’orgia o l’accoppiamento di stampo magico, soprattutto nelle occasioni in cui devono chiedere a Satana particolari favori o per ottenere determinate capacità e forze per eseguire malefici o rituali specifici.



La Magia del Caos risulta un caso unico nel panorama delle tradizioni magiche, in quanto non attribuisce significati particolari a particolari divinità o simboli. Seguendo infatti il principio che qualsiasi cosa può avere significato ed apportare potere magico, i rituali della Magia del Caos possono essere centrati su simboli molto diversi e addirittura bizzarri, come ad esempio uno scarabocchio, un calzino spaiato, una pentola arrugginita… infatti in alcuni casi questo si risolve in temporanei, ma elaborati culti che possono sembrare vere e proprie parodie di tradizioni magiche o della tradizione in generale.
Secondo Spare, che può essere considerato il padre della Magia del Caos, non esiste un potere magico legato ad un qualsiasi simbolo, è solamente la manipolazione del subconscio che rende magico il simbolo. Tuttavia per il praticante è magicamente più efficace un determinato simbolo appartenete alla sua tradizione o cultura. In questo caso, senza coltivare dubbi, ha a disposizione la fede necessaria a far lavorare attivamente le simbologie magiche a lui familiari.
Sigmund Freud e Karl Jung offrono il fondamento teoretico sulla natura subliminale del lavoro sui sigilli, chiarendo che tra la mente cosciente e quella subcosciente esistono delle vere e proprie «valvole di sicurezza»: si tratta di un filtro che elimina dalla coscienza tutti i pensieri, tutti i ricordi e le impressioni giudicate assurde o scomode. Spare chiamava questo filtro censore psichico.
Perciò un sigillo magico utilizza determinati geroglifici per formare una sorta di ponte, una breccia tra la mente consapevole e il subconscio. Queste considerazioni conducono ad assumere un atteggiamento comunque rispettoso nei confronti del tradizionale Talismano magico, nei confronti degli emblemi universali (come i geroglifici planetari o astrologici), che sarebbero utilizzati solo per arricchire uno stratagemma fisico, che fungerà da scaturigine al vero potere rappresentato da quelle simbologie.

Anche le pratiche sciamaniche, quali la danza, le percussioni ritmiche, o gli sforzi fisici portati sino all’estremo delle forze possono essere validi supporti per raggiungere lo scopo prefisso. In effetti, continuando a seguire il filo di questa interessante teoria, ciò che è realmente importante è giungere al punto in cui si superano gli ostacoli alla comunicazione con la parte più spirituale e profonda di se stessi.
In ultimo, un sigillo il cui significato è ricordato in modo cosciente è un sigillo che non avrà alcuna azione magica. Dunque si deve necessariamente trovare un modo per “dimenticare” il significato che sta dietro un sigillo per farlo agevolmente funzionare. Un metodo per raggiungere questo scopo è di creare il geroglifico e in un secondo momento nasconderlo alla vista dell’operatore per qualche giorno. Quando il significato del geroglifico (e l’intenzione ad esso legata) è stato dimenticato dalla coscienza, allora l’operante si potrà caricare con la sua energia evocativa.
Il simbolo ufficiale e l’unico riconosciuto della Magia del Caos è la Stella Caote ad otto punte (Caosfera o Ruota del Caos), dato che sintetizza le infinite possibilità di direzione. È formata da un punto da cui si dipartono otto frecce equidistanti, ma comunque ne esistono diverse varianti.

Il noto sociologo Massimo Introvigne usa un semplice esempio per chiarire la differenza tra la genuina mentalità religiosa e l’atteggiamento magico-superstizioso: “Se, avendo bisogno della pioggia, mi rivolgo con una preghiera a Dio sapendo bene che Dio risponderà comunque in modo sovrano e libero alla mia invocazione (cioè risponderà o concedendomi la pioggia oppure non concedendomela), e io resto fermo nella mia fede in lui e sereno davanti alla sua libera decisione, allora il mio è un atteggiamento perfettamente religioso. Se invece, avendo bisogno della pioggia, sono convinto che mi basti recitare una formula per obbligare Dio, oppure una divinità o uno spirito, o forse il Diavolo, a far piovere, allora io sono in pieno atteggiamento magico-superstizioso”.”

Incantesimi, sortilegi, divinazioni caratterizzano la società umana fin dai tempi più remoti, dalla cultura egizia a quella romana, in cui la magia si scontrava con il cristianesimo, fino al Medioevo, in cui diviene “pratica maledetta”, e al Rinascimento, quando la magia si fonde con le scienze, l’alchimia, l’ermetismo. Secondo il “pensiero magico”, l’uomo è parte del tutto, dove a un macrocosmo, che è il mondo, corrisponde un microcosmo, che è l’uomo stesso. Nell’ambito di questa corrispondenza il “mago” è un uomo (microcosmo) che sa penetrare i segreti del tutto (macrocosmo) e che sa dominare la natura e gli eventi.
La stregoneria, a differenza di alcuni tipi di magia, non nasconde di ricorrere apertamente a forze demoniache e allo stesso Demonio, esattamente come nell’ambito della magia nera.

Nella nostra società l’elemento magico si è trasforma nei fenomeni paranormali, nello spiritismo, nel Channeling, nell’occultismo, nell’esoterismo ed esprime la tendenza di molte persone a credere in un dio magico e miracolistico, che può essere utilizzato per soddisfare i propri bisogni.
L’elemento magico non è altro che l’espressione del bisogno dell’uomo di sfuggire ai limiti della propria condizione e di cambiare il corso degli eventi a proprio vantaggio. I rituali esoterici servono a superare la sensazione di impotenza e a integrare tutti quegli aspetti dell’esistenza sui quali sembra di non poter esercitare alcun controllo. Il fascino dell’occulto siede, quindi, nell’illusione di poter influire direttamente sulla propria condizione, modificandola in relazione ai propri bisogni, di avere potere su se stessi e sugli altri, piuttosto che sentirsi in balia degli eventi esterni per trovare una soluzione ai propri problemi.

Oggigiorno la magia è di gran voga e ciò è spiegabile nel fatto che ogni volta che nel corso della storia cala la fede, aumentano le pratiche superstiziose come alternativa alla stessa; la magia è infatti radicata ovunque a prescindere dal grado di sviluppo, dal progresso o dalla localizzazione geografica. Non tutti coloro che frequentano maghi sono persone ingenue ed analfabete ma vi si trovano anche importanti uomini d’affari, personaggi dello spettacolo, politici, campioni sportivi, ecc.

Sono principalmente tre i motivi che spingono costoro a frequentare i maghi: disperazione, curiosità, ricerca di potere.

– DISPERAZIONE: quando una persona vede che tutto va male nella sua vita e i rimedi naturali a cui ha ricorso sono risultati inutili, si sente quasi costretto a ricorrere ai cosiddetti mezzi alternativi. Tra i mezzi alternativi c’è anche il ricorso ai maghi (“ti hanno fatto un fattura”, è una delle diagnosi più ricorrenti) che pretendono di saper spiegare il perché va tutto storto e promettono il magico rimedio.
Quando l’uomo è abbattuto dalla disgrazia e della malattia, si trova in uno stato psicologico per cui non ragiona più; accetta ogni soluzione pur di uscire da quella problematica, fregandosene al contempo di indagare da parte di chi viene questo aiuto.

– CURIOSITA’: da quella ingannevolmente innocente (per sapere cosa ci verrà detto), alla volontà di conoscere per vie magiche ciò che è oscuro ed inaccessibile (uno dei capisaldi dell’occultismo). Il più delle volte si richiede al mago il futuro, altre volte si chiede la causa dei mali che si hanno (cercando un colpevole a tutti i costi), il chiarimento di dubbi (se il proprio coniuge ci tradisce), o il comportamento da tenere in un caso particolare (sul futuro di una relazione, di un lavoro ecc.).

– RICERCA DI POTERE: si intende il guadagno materiale, il successo, il protagonismo, i godimenti sessuali, comprendendo anche la vittoria sui rivali lavorativi, commerciali, politici, ecc. Si entra quindi nel campo di voler prevalere ad ogni costo anche danneggiando gli altri; è lo specifico campo d’azione della magia nera. Si è spinti dal desiderio di raggiungere, per via magica e ricorrendo all’aiuto di nefaste forze occulte, risultati o poteri che non si riesce ad ottenere per via naturale (intelligenza, studio, abilità, amore, ecc.).

I veri maghi hanno una grande abilità a legare psicologicamente a sé le persone, per renderle sempre dipendenti dai loro servizi e quindi ricavarne un guadagno economico periodico e duraturo. Si presentano come benefattori, veri amici che possono capire e che vogliono aiutare in cambio di un piccolo compenso economico per il servizio prestato (a volte gratuitamente le prime volte, per poi raggiungere cifre da capogiro quando il legame di dipendenza si è instaurato).
E’ una triste realtà che molte importanti personaggi di successo non si muovono e non prendono decisioni importanti senza aver prima interpellato il loro mago di fiducia.
Si avvalgono di collaboratori che percepiscono una percentuale sul guadagno finale ottenuto dal cliente a loro indirizzato e di investigatori privati per rivelare al malcapitato cose nascoste personali che attestino i loro poteri soprannaturali.
Molto spesso richiedono una foto per poter fare una diagnosi “a distanza” oppure dicono di portare da loro anche il tal familiare che sta sperimentando alcune difficoltà o che è sottoposto ad influenze negative che solo loro sono in grado di allontanare. Generalmente additano la causa dei problemi personali, a qualche familiare che avrebbe fatto una fattura a morte che solo loro sono in grado di sciogliere. A tal proposito è bene ricordare che spingere all’odio (specialmente familiare) è uno dei marchi distintivi del Demonio che mira a sfasciare le famiglie.
I metodi più ricorrenti con cui i maghi si fanno pubblicità sono: il passaparola, le riviste, la radio, la televisione, internet, il volantinaggio e la pubblicità lungo le strade.

Tra le moltissime pratiche che i maghi ed i fattucchieri svolgono nei loro “laboratori”, ce ne sono alcune che vengono attuate direttamente in presenza del cliente, magari per diagnosticare qualche male malefico o malattia. Chi purtroppo è caduto tra le mani di questi individui può sicuramente riconoscere alcune delle seguenti:

– l’idromanzia, l’aeromanzia, la piromanzia e l’aruspicina, che consistono nel cercare segni rivelatori di fatti nascosti o futuri rispettivamente nell’acqua (spesso facendovi cadere dentro qualche goccia di olio), nell’aria, nel fuoco e nelle viscere degli animali;
– la cartomanzia, che ritiene di poter conoscere cose occulte dall’uso dei cosiddetti tarocchi;
– l’uso del pendolino (radiestesia) e della sfera di cristallo;
– La geomanzia, ottenuta tracciando simboli casuali sul terreno o su un pezzo di carta per poi interpretarne le figure ed i segni;
– la chiromanzia, che pretende di conoscere il futuro della persona interpretando le linee del palmo della mano;
– la lettura di segni e figure nei fondi di caffè, in bacchette lasciate cadere a caso, nelle corde, ecc.
– l’astrologia, che pretende di predire il futuro della persona in base alla posizione delle stelle e dei pianeti;
– la scrittura automatica, che consiste nello scrivere frasi e discorsi che non arrivano dal pensiero cosciente dello scrittore;
– la recita di particolari frasi o formule occulte sul soggetto insieme all’imposizione delle mani per individuare le eventuali negatività e tracciare la diagnosi finale.



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