venerdì 10 giugno 2016

LA SIMBOLOGIA DEL CANE

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I nostri avi indoeuropei conobbero, certo già nell’epoca precedente la loro diaspora, un termine comune per designare il cane. Questo animale accompagnava infatti la vita agro-pastorale dei lontani progenitori già numerosi millennî orsono. Il nome per designarlo doveva essere *kwón, che si è poi tramandato, tra le numerose lingue, nell’antico irlandese cu, nel gallese ci, nel tocario A ku, nel lituano šuõ(n), nell’armeno šun, nel greco cúon, nell’avestico span-, nel sanscrito çva-, oltre che nel latino canis, da cui il nostro ‘cane’.

La millenaria stretta familiarità con il lupo ha determinato il sovrapporsi di una miriade di leggende, tradizioni e significati, tanto che è impossibile accennare a tutti. Vi sono però alcuni elementi fondamentali: il cane è uno psicopompo, vale a dire una “guida delle anime”, specie nel post-mortem, analogamente a come lo è stato durante la vita (sua e del padrone); è collegato agli inferi, che custodisce o nei quali dimora (si pensi al Garm dei Germani, al Cerbero dei Greci o alle figure dei cinocefali e di Anubis nell’antico Egitto) e alla morte in genere, tanto da poter mettere in contatto con l’aldilà; è, come accennato, un simbolo del furor guerriero (specie nel suo aspetto di lupo): esempio ne è l’eroe irlandese Cuchulainn, il cui stesso nome significa “cane di Culann”.

Cane e lupo a un tempo, il saggio – o il santo – si purifica divorandosi, cioè autosacrificandosi per accedere in fine alla tappa ultima del perfezionamento spirituale.

Nell’Antico Egitto si riesce chiaramente a distinguere la figura del cane nel Dio Anubi, sempre raffigurato con una testa di cane o addirittura con la testa di uno sciacallo, animale che si nutre solo di carogne. Anubi era il Dio dei morti e proprio questo lo lega al cane, giacché si è sempre visto a questo animale come al guardiano del regno dei morti ed addirittura si pensava che accompagnasse le anime nel proprio percorso verso l’aldilà. In alcune culture si usava seppellire il corpo del cane insieme a quello del defunto per propiziare al meglio il viaggio nell’oltretomba. Anche in altre culture, da quelle nordiche a quelle sudamericane, fino ai Maya, il cane assumeva lo stesso significato, mantenendo inalterato la sua valenza di fedeltà soprattutto vista verso il padrone o di un capo o addirittura verso il sovrano.

Il cane assume una simbologia polivalente, è sicuramente il simbolo della fedeltà, di vigilanza, della sicurezza, dell’affidabilità, dell’attaccamento, della pura amicizia, della protezione, della lealtà, della gentilezza, dell’energia, della compassione e della comprensione, non a caso è nota a tutti la caratteristica principale del cane di saper dimenticare e perdonare.

I cani hanno occupato un ruolo importante nel folklore mesoamericano e nella sua mitologia, soprattutto tra il periodo classico e l'era moderna. Secondo una comune credenza della mesoamerica un cane trasporta i morti oltre un corso d'acqua, per poter raggiungere l'aldilà. I cani appaiono nelle scene dell'oltretomba dipinte sulle ceramiche Maya del periodo classico. Nel preclassico i Chupicaro seppellivano i cani assieme ai morti. Nella grande metropoli del periodo classico di Teotihuacan, sono stati rinvenuti 14 corpi umani depositati in una grotta, molti dei quali di bambini, assieme a tre cani che li avrebbero dovuti guidare nella strada per l'oltretomba.
In molte versione del ciclo di 20 giorni del calendario mesoamericano, il decimo giorno si chiama "cane". Questo giorno si chiama itzcuintli in lingua nahuatl, la lingua degli Aztechi, tz'i' in K'iche' Maya e oc in Yucatec Maya. Tra i Mixtechi il decimo giorno era occupato dal coyote, ua.



Nelle tombe maya del periodo classico sono spesso stati trovati resti animali, quasi sempre cani. Ad esempio, tra le rovine della città maya di Kaminaljuyu, in Guatemala, fu trovato un cane sepolto con uno scheletro seduto, insieme ad offerte votive al morto. I frequenti ritrovamenti di scheletri di cani nelle tombe maya del classico confermano che la credenza secondo cui guiderebbero le anime nel viaggio ultraterreno era viva già allora.
Il cane veniva spesso rappresentato nell'atto di portare una torcia all'interno dei codici maya, il che potrebbe essere un riferimento al fatto che nella tradizione maya fu il cane a donare il fuoco agli uomini.
Nel Popol Vuh postclassico del Maya K'iche' dell'entroterra guatemalteco, cani e tacchini uccidono le persone per vendicarsi del fatto che erano stati sconfitti. Le persone che riescono a fuggire da questo destino vengono trasformate in scimmie.

Nella mitologia azteca i Quattro Soli scompaiono in una grande inondazione. Un uomo ed una donna sopravvivono ed approdano su una spiaggia, dove subito accendono un fuoco per arrostire del pesce. Il fumo prodotto dal falò scombussola le stelle Citlalatonac e Citlalicue, facendo infuriare il grande dio Tezcatlipoca. Nella sua furia taglia le loro teste cucendole suli loro posteriori, e creando i primi cani.
Tra gli Aztechi il dio Xolotl era un cane mostruoso. Durante la creazione del quinto sole, Xolotl fu cacciato dalla Morte e le fuggì trasformandosi prima in un germoglio di mais, poi in foglie di maguey ed infine in una salamandra in una pozza d'acqua. La terza volta la Morte trovò Xolotl, lo intrappolò e lo uccise. Tre importanti generi alimentari furono prodotti da corpo di questo cane mitologico. Mictlantecuhtli, Signore della Morte, possiede le ossa dei morti nell'oltretomba. Xolotl scese negli inferi per rubare queste ossa in modo da poter rinascere nella creazione del Quinto sole. Xolotl riuscì a recuperare le ossa riportando in vita l'uomo trafiggendone il pene. Xolotl era visto come reincarnazione del pianeta Venere e come Stella della Sera (quella del mattino era il fratello Quetzalcoatl). Xolotl era il compagno canino del Sole, e ne seguiva il percorso sia nel cielo sia nel mondo sotterraneo. La forte connessione di Xolotl col mondo ultraterreno, la morte ed i morti è dimostrata dai simboli che lo accompagnano. Nel Codice Borbonicus Xolotl viene raffigurato con un coltello in bocca, un simbolo di morte, ed ha capelli neri mossi come i capelli portati dagli dei della morte.
Il quattordicesimo periodo di 13 giorni del calendario rituale tonalpohualli inizia con il giorno di ce itzcuintli (cane) e si dice che le persone, soprattutto i re, siano molto fortunati quel giorno. Il decimo giorno del calendario agricolo di 20 giorni di xiuhpohualli, itzcuintli (cane), era comandato da Mictlantecuhtli, sinistro dio della morte. Nel postclassico, quando moriva un comune cittadino azteco, doveva passare attraverso ognuno dei nove livelli di Mictlan, il mondo sotterraneo. Il Mictlan veniva raggiunto solo dopo quattro anni di viaggio, accompagnati da un cane che era stato cremato con il deceduto. Il primo livello del Mictlan si chiamava Apanoayan (dove uno attraversa il fiume), noto anche come Itzcuintlan (il luogo dei cani) a causa dei tanti cani che girovagavano sulla vicina costa. Il cane che avrebbe riconosciuto il proprio padrone lo avrebbe accompagnato oltre il fiume sulla schiena. In alcuni racconti il cane sulla riva si comporta diversamente a seconda del colore; quelli gialli portano l'anima oltre il fiume, mentre quelli bianchi si rifiutano perché si sono già bagnati, e quelli neri si rifiutano perché hanno già nuotato nel fiume o perché sono sporchi.
Nel folklore azteco l'Ahuizotl era un mostro d'acqua simile ad un cane con una mano posizionata alla fine della coda a spirale. Si dice che abitasse sott'acqua nei pressi delle coste e che trascinava sotto le persone affogandole. Le anime delle vittime sarebbero state portate a Tlalocan, uno dei tre paradisi aztechi. Una simile credenza esisteva tra i vicini Taraschi, dove la divinità canina era chiamata Uitzimengari e salvava le anime delle persone affogate accompagnandole oltre l'acqua fino alla Terra di Morti.

Attualmente i Chinantechi ed i Mixe di Oaxaca (stato) credono che un cane nero aiuterà le persone morte ad attraversare un corso d'acqua, fiume o mare, fino a raggiungere la terra dei morti. Gli Huitzilani credono che un cane porti i morti oltre l'acqua per arrivare nella casa sotterranea del diavolo.
In buona parte del Messico si crede che gli stregoni cattivi siano in grado di trasformarsi in cani neri per poter cacciare il bestiame dei vicini. Negli stati del Messico centrale (come Oaxaca, Tlaxcala e Veracruz) uno stregone è noto come Nagual, nella penisola dello Yucatán prendono il nome di huay chivo. Un altro cane soprannaturale nel folklore dello Yucatan è il huay pek (cane-strega in Maya Yucatec), un enorme cane nero fantasma che attacca chiunque incontri, e che si dice essere la reincarnazione del Kakasbal, uno spirito maligno.
Una storia popolare di Tlaxcala parla di alcuni cacciatori che videro un enorme cane nero di notte e decisero di catturarlo. Fuggì quando si avvicinarono, e così un cacciatore gli sparò, ferendolo ad una gamba. Seguendo il sangue lasciato dall'animale giunsero fino alla ricca casa di un contadino, il cui proprietario era ferito ad una gamba. Rinunciarono alla caccia ed andarono al villaggio vicino, dove gli abitanti locali gli dissero che si trattava di un nahual che poteva trasformarsi in cane.
Tzeltal e Tzotzil delle colline del Chiapas messicano affermano che un cane bianco si sia accoppiato con Eva durante la Terza Creazione, dando alla luce la razza europea, mentre un cane giallo fosse all'origine degli indigeni.
Una storia Jakaltek dell'entroterra guatemalteco racconta di come il primo cane fu testimone della creazione del mondo e di come sia corso ovunque raccontando a tutti i segreti della creazione. Hunab' Kuh, il Dio-Creatore, si arrabbiò e scambiò la testa del cane con la coda. Ora, ogni volta che un cane vuole raccontare i propri segreti, non può parlare ma solo scodinzolare.



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