giovedì 9 giugno 2016

TUTTO A POSTO E NIENTE IN ORDINE



Tutto a posto e niente in ordine è un film del 1974 scritto e diretto da Lina Wertmüller.

Un gruppo di immigrati meridionali è costretto alla coabitazione in una casa di ringhiera a Milano, dividendosi le spese. Gino, dopo vari sforzi per cercare un lavoro onesto, si dà alla malavita. Carletto diventa cuoco, Biky e Adelina fanno le cameriere, Isotta finisce invece su un marciapiede. Sante, un siciliano, in breve diventa padre di sette figli e finisce in carcere, implicato in un tentativo criminoso al quale è peraltro estraneo.

Il film è stato girato a Milano; molte scene sono state girate nel palazzo di via Gustavo Fara 33, tuttora esistente.

L’uomo ha sempre cercato di opporsi al disordine e di ritornare all’ordine originario.

Nella mitologia greca il Caos è la personificazione dello stato primordiale di vuoto, buio, anteriore alla creazione. Per Platone il Caos è il luogo primigenio della materia informe e rozza a cui attinge il Demiurgo per la formazione del mondo ordinato, il Cosmo. Per la cosmogonia egiziana, dal Caos esistente nacque il Cosmo, inteso come forza positiva in grado di contrastarlo nella sua casualità indifferenziata e distruttrice. Anche i miti cinesi e indiani della creazione dell’universo si muovono sulla stessa linea.
La realtà per Nietzsche è generata dall’incontro-scontro di due principi opposti: il caos e l’ordine. Egli rifacendosi alla mitologia greca li individua rispettivamente nelle divinità di Dioniso ed Apollo. Ad Apollo il filosofo attribuisce una serie di caratteristiche che lo qualificano come il dio dell’equilibrio e della misura, principio ispiratore della statuaria greca, come il dio della melodia e del canto armonico. Soprattutto Apollo è il dio del sogno e dell’illusione che ci permette di ricreare la bellezza. Gli uomini si cullano nel mondo dell’apollineo per escludere il dolore dalla vita e per poter continuare a vivere senza guardare l’altra faccia dolorosa dell’esistenza.
L’esatto opposto rappresenta invece Dioniso: il dio dell’ebbrezza, della musica sfrenata, della danza, dell’estasi che tende ad annullare l’io dell’uomo in quanto singolo e a riconciliarlo con il tutto, con la natura primigenia.
L’alternarsi dei due  elementi, apollineo e dionisiaco, è all’origine non solo della vita, essi sono un binomio inscindibile che caratterizza anche l’interiorità dell’uomo. L’uno è necessario e allo stesso tempo bisognoso dell’altro. Tuttavia non possono mai riconciliarsi e fondersi in un unico principio: mantengono sempre la loro natura distinta.



Secondo la seconda legge della termodinamica l’ordine poteva e doveva coesistere con il disordine. “L’organizzazione produce ordine che conserva l’organizzazione che l’ha prodotta. In pratica la relazione ordine/organizzazione è di tipo circolare. Il disordine, tuttavia, non è eliminato dall’organizzazione e permane nel sistema e, quindi, accanto ad un “principio d’organizzazione”, esiste un “principio di disorganizzazione” che ci ricorda che nessuna cosa organizzata, nessun essere organizzato può sfuggire alla degradazione, alla disorganizzazione, alla dispersione” (Morin).
L’uomo ha catalogato specie animali, creato leggi, tracciato sentieri e strade, archiviato libri e documenti.
Contemporaneamente è aumentata la complessità del sistema, la produzione di rifiuti, la quantità di informazione a cui siamo quotidianamente sottoposti.

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