domenica 1 maggio 2016

RAPIMENTI ALIENI

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Raymond W. Bernard racconta che nel 1947 alcuni dischi volanti recanti svastiche avrebbero costretto l'ammiraglio Richard Evelyn Byrd, in volo sull'Antartide, ad atterrare in un'immensa area sotterranea abitata da esseri dall'accento tedesco simili ai cosiddetti "Nordici". Risalirebbe al 1953 il rapimento di due elettricisti (Karl Hunrath e Wilbur Wilkinson) scomparsi durante un volo sui cieli della California. Sarebbe avvenuto invece nel 1957 in Brasile, nello stato di Minas Gerais, il famoso caso del contadino Antonio Villas Boas. Nello stesso anno Reinhold O. Schmidt sarebbe stato prelevato nel Nebraska e portato in una base aliena artica. Ma secondo alcuni ufologi, i primi addotti della storia sarebbero stati i coniugi Hill, che sarebbero stati rapiti mentre tornavano da un viaggio in Canada nella notte fra il 19 e il 20 settembre 1961. Si noti che in un'enciclopedia del paranormale è riportato che, durante una regressione ipnotica, Barney Hill avrebbe definito "nazista" uno dei suoi presunti rapitori. John Fuller scrive un libro sul caso Hill, inserendo le testimonianze ottenute grazie alla cosiddetta "ipnosi regressiva". Nel 1967 un caso di presunto rapimento alieno ha coinvolto un sergente di polizia, Herbert Schirmer; il caso è stato esaminato dalla Commissione Condon con la collaborazione dello psicologo R. Leo Sprinkle. Un altro famoso caso di presunto rapimento alieno è il rapimento alieno di Pascagoula, che è avvenuto nel 1973 e ha coinvolto due operai, Charles Hickson e Calvin Parker.

Tra i casi più celebri vi è il presunto rapimento del taglialegna Travis Walton: dalla sua esperienza e dalle testimonianze raccolte è stato tratto anche il noto film di fantascienza Bagliori nel buio (Fire in the sky). Il 5 novembre 1975 sette taglialegna dell'Arizona (USA), tornando verso le loro case con il camion, avrebbero visto una "strana" luce discoidale nel bosco. Travis Walton, che era tra loro, avvicinatosi, sarebbe stato colpito da un raggio di luce, mentre i suoi compagni fuggivano dalla paura. Walton riapparve solo dopo cinque giorni, in stato confusionale, raccontando di essersi svegliato all'interno di una strana cella metallica disteso su un tavolo operatorio, e attorno a lui stavano tre esseri alti circa un metro; avrebbe cercato di scappare, ma sarebbe stato afferrato da altri "strani esseri" ben più alti, che dopo avergli applicato una maschera sul viso, lo avrebbero riaddormentato. Avrebbe sentito quegli esseri dire che non volevano affatto fargli del male, semmai solo studiare "gli strani abitanti del pianeta", tutto questo in perfetta lingua inglese.

In Italia l'episodio più noto di presunto rapimento alieno, per quanto controverso, è quello dell'ex metronotte genovese Fortunato Zanfretta. Piuttosto noti anche i casi di Maurizio Cavallo e del genovese Valerio Lonzi. Il caso di Valerio Lonzi è descritto minuziosamente in un libro di Corrado Malanga, nel quale vengono citati anche i referti dello psicoterapeuta e ipnologo Mauro Moretti, degli psicologi R. Bonomo, P. Concerto, S. Santoro, G.M. Sferrazza, del dermatologo Moreno Vittorio e dello psichiatra forense Marco Lagazzi, dove non si tace l'interesse che il soggetto ha e aveva allo studio dei fenomeni di carattere ufologico, pur negando ogni valore ogni valore misticheggiante, paranormale o settario in questo ambito.

Il fenomeno del rapimento alieno emerse agli inizi degli anni ’60 ma negli ultimi decenni si è avuto un aumento esponenziale delle persone che sostengono di essere state rapite degli alieni. Volendo utilizzare delle categorie sociologiche potremmo dire che soprattutto negli Stati Uniti è sorta una vera e propria subcultura creata dai racconti riguardanti le abductions: tale subcultura si sta ora sviluppando in maniera tale da dare origine ad un organismo culturale unitario.

In genere le vittime sono trasportate dagli alieni a bordo delle loro astronavi o mentre sono alla guida delle loro auto o addirittura mentre dormono nelle loro case. Nelle abductions che si verificano nella camera da letto del rapito i visitatori alieni dimostrano di avere la capacità di passare attraverso i muri e di rimanere sospesi nell’aria. Inoltre essi dimostrano di avere anche la capacità di assumere il controllo totale delle loro vittime che vengono spesso immobilizzate e rese in tal modo incapaci di opporsi alle azioni degli alieni i quali sembrano essere dotati anche di poteri telepatici e paranormali. Quando le vittime dei rapimenti alieni vengono portati a bordo degli UFO subiscono molto spesso situazioni umilianti e traumatiche. Inoltre viene spesso eseguito su di loro ogni tipo di test medico, in genere in grandi stanze su freddi tavoli operatori. Un’altra caratteristica molto interessante ed inquietante riscontrabile nei racconti dei rapiti è il fatto che gli alieni agiscono come se fossero comandati da una sola mente tanto che alcuni autori hanno avanzato l’ipotesi che essi abbiano una coscienza collettiva riscontrabile ad esempio nelle formiche di un formicaio.

In genere i rapiti raccontano di aver provato un forte senso di paura durante la loro esperienza sebbene accada talvolta che gli alieni dicano alle loro vittime che ciò che gli sta accadendo non è finalizzato a causare danni ai rapiti o al genere umano ma al contrario le abductions avvengono per il bene del nostro pianeta e dei suoi abitanti. Come strana giustificazione del loro comportamento talvolta gli alieni mostrano ai rapiti immagini relative a distruzioni e a sofferenze umane al fine di ricordare ai rapiti che essi devono lavorare duramente per prevenire eventi apocalittici. Inoltre molto spesso ci sono forti connotazioni sessuali nel comportamento degli alieni: essi prelevano spesso ovuli dalle donne e sperma dagli uomini ed hanno non raramente rapporti sessuali con le loro vittime (c’è da mettere in evidenza che circa l’80% delle vittime dei rapimenti sono donne) a volte accade pure che gli alieni trapiantino o rimuovano feti ibridi dal grembo delle donne. Alla fine del rapimento gli individui vengono riportati nei loro letti o dovunque si trovassero al momento del rapimento ma talvolta sono abbandonati a se stessi in un luogo diverso. Nella maggior parte dei casi le vittime dei rapimenti mantengono solo un debole ricordo oppure non ricordano assolutamente niente della loro traumatica esperienza cosicché essi riescono a ricordare la loro esperienza quasi esclusivamente grazie al massiccio ricorso all’ipnosi. In sintesi possiamo dire che lo scenario relativo ai rapimenti deriva quasi esclusivamente dalla regressione ipnotica alla quale vengono sottoposti i rapiti.

Gli scettici fanno rilevare che nessun rapimento alieno è stato osservato da testimoni indipendenti; anche nel caso di Travis Walton, che si può definire il più clamoroso, i compagni di lavoro non hanno visto il presunto rapito entrare nell'UFO. Le storie dei rapimenti si basano quindi essenzialmente sulle testimonianze dei cosiddetti "rapiti". Secondo tali testimonianze, gli esseri di presunta origine extraterrestre cancellerebbero apparentemente la memoria dell'evento nel soggetto "rapito" per un periodo di tempo spesso prolungato. Secondo alcune correnti dell'ufologia, la stessa memoria dell'evento potrebbe essere recuperata attraverso sedute di ipnosi regressiva, con la programmazione neurolinguistica e l'analisi grafologica – tecniche che tra l'altro non sono considerate scientifiche in ambito psicologico. Tra gli stessi ufologi non mancano però gli scettici, i quali si chiedono come mai una razza progredita di alieni riesca a cancellare il ricordo del rapimento dalla memoria cosciente e non anche dal subconscio.

Secondo alcuni psichiatri, ci sarebbe una spiegazione più semplice e razionale al "vuoto temporale", ed ai temi tipici raccontati dai presunti "rapiti": l'esperienza del rapimento potrebbe in realtà ricondursi a un vissuto traumatico del soggetto, a sua volta oggetto di rimozione, che in questo caso prenderebbe la forma dissociativa ed allucinatoria del cosiddetto "vuoto temporale".

Il cosiddetto contattista si differenzia dall'addotto perché i suoi contatti con i presunti alieni non avverrebbero in modo coatto ma consensuale e perché, molto spesso, egli si dichiara latore di un messaggio di rinnovamento per l'umanità.

In alcuni casi, i sedicenti rapiti hanno mostrato delle cicatrici come prova del presunto rapimento subìto e di interventi chirurgici eseguiti dagli alieni. Gli scettici fanno però osservare che in questo caso la medicina aliena sarebbe paradossalmente meno progredita di quella umana, dato che oggi i chirurghi riescono ad eseguire molti interventi senza lasciare cicatrici apprezzabili; inoltre, alieni che vogliano tenere segreta la loro presenza starebbero attenti a non lasciare cicatrici. Secondo altri scettici, non risulta che siano stati compilati referti sulla natura di tali cicatrici da parte di medici non appartenenti all'ambiente ufologico.

Secondo alcuni sostenitori del movimento ufologico/contattista, esisterebbero dei cosiddetti "impianti" (definiti anche microimpianti) estratti dal corpo dei soggetti che sostengono di essere stati rapiti. Uno di questi impianti sarebbe stato estratto dal corpo del cittadino statunitense Tim Cullen per opera del chirurgo Roger Leir,che ha collaborato con il ricercatore ufologico Derrel Sims; secondo Leir si tratterebbe di un oggetto dotato di un nucleo metallico, misura 7 cm di lunghezza per 4 di larghezza, coperto da una membrana rosso-marrone dotata di molti recettori connessi alle terminazioni nervose, che sarebbe stato innestato nel corpo di Cullen in occasione di un incontro ravvicinato, con un UFO dal diametro di 30 metri, che egli stesso avrebbe avuto nel corso del 1978. È stato tuttavia obiettato che Leir in realtà non sarebbe un medico, ma un podologo abilitato ad effettuare piccoli interventi chirurgici ai piedi; è probabile pertanto che si trattasse di un semplice corpo estraneo penetrato casualmente in un piede. Gli scettici fanno inoltre notare che non risulta che siano stati pubblicati referti di analisi di tali impianti eseguite in laboratori scientifici da ricercatori estranei all'ambiente ufologico.



Secondo le tesi pseudoscientifiche di alcuni sostenitori delle teorie ufologiche e contattiste, questo tipo di "rapimenti" avrebbe scopi scientifici; ovvero, secondo loro, esseri di presunta origine extraterrestre avrebbero utilizzato cavie umane (o animali) per condurre esperimenti scientifici di natura non meglio precisata. Secondo David Icke, si tratterebbe di esperimenti genetici condotti con la complicità di militari terrestri. Su tali ipotesi, Carl Sagan ha osservato che esperimenti scientifici condotti nel modo raccontato dai presunti rapiti rivelerebbero una grande arretratezza in biologia, che sarebbe inconcepibile in una razza aliena così avanzata da effettuare lunghi viaggi spaziali. L'antropologo Thomas Bullard ritiene invece che i rapimenti avrebbero lo scopo di modificare la coscienza dei rapiti attraverso messaggi subliminali, in modo da favorire una positiva evoluzione dell'umanità. Lo psichiatra Richiard Boylan ha anche ipotizzato l'esistenza di falsi rapimenti alieni, condotti sotto la regia dei servizi segreti nell'ambito di esperimenti socio-psicologici.

Il ricercatore ufologo Budd Hopkins negli anni ottanta scrisse alcuni libri che riportano numerose storie di statunitensi legate ad esperienze di abduction. Uno dei casi più noti descritti da Hopkins, riguarda Linda Cortile Napolitano, e vedrebbe come testimone un'importante figura della politica internazionale, che molti identificano in Javier Pérez de Cuéllar; sul caso aleggiano però diversi dubbi, tra cui le analogie con il racconto di fantascienza Nighteyes. Durante lo stesso decennio, Whitley Strieber scrive una sua biografia personale riguardante il suo rapimento, da cui è stato tratto il film Communion. Anche in questi casi si sono usate tecniche di ipnosi regressiva.

Indagini sui rapimenti alieni con l'uso della regressione ipnotica sono state effettuate anche da James Harder, docente universitario di ingegneria.

David Michael Jacobs, professore di storia alla Temple University, fu il primo a mettere in relazione con i progetti degli alieni le esperienze subite dai rapiti, sostenendo che gli alieni perseguissero un progetto ben preciso, esponendosi così alle critiche della comunità accademica americana.

John Edward Mack, docente di psichiatria ad Harvard, sostenne l'idea di Jacobs sull'autenticità dei rapimenti alieni, ma anche lui si attirò le critiche della comunità accademica, per cui nel 1993 fu insignito del Premio Ig Nobel insieme a Jacobs.

La comunità scientifica costituisce de facto il più grande detrattore del fenomeno delle abduction, sostenendo l'impossibilità di verificare se le testimonianze di adduzione abbiano un riscontro reale oppure immaginario. Dal punto di vista scientifico, dunque, non vi è alcuna prova che questi "rapimenti" siano realmente avvenuti. Solitamente la comunità accademica imputa il fenomeno (cioè la convinzione di essere stati rapiti da intelligenze extraterrestri) ad altre cause, generalmente di tipo psicologico e biochimico, e in alcuni casi psicopatologico. Alcuni "rapimenti" potrebbero essere spiegati con la paralisi nel sonno, altri con la creazione di falsi ricordi in un contesto di credenze già deliranti, altri ancora come illusioni ipnagogiche e allucinazioni ipnopompiche, altri, infine, come elaborate allucinazioni indotte dall'interazione elettromagnetica tra particolari fonti di energia elettrica e il complesso sistema neuro-elettrico del cervello umano.

Gli attacchi di paralisi nel sonno cosciente spesso condividono molte caratteristiche con i casi di adduzione, come l'essere svegli, l'incapacità di muoversi, paura, terrore o disagio e la sensazione di una pressione sul corpo.
La paralisi nel sonno si verifica quando il corpo entra nella fase REM. Il cervello invia un segnale di blocco ai muscoli del corpo, probabilmente per evitare di eseguire gli stessi movimenti che si stanno sognando. L'aspetto terrificante capita quando ci svegliamo ma il cervello non manda ai muscoli il segnale di tornare in funzione. Questo stato può anche essere accompagnato da allucinazioni ipnagogiche che si verificano in tante persone al momento del risveglio. Queste allucinazioni possono presentarsi sotto forma di voci, luci, figure e qualsiasi genere di sensazione corporea. Non c'è da stupirsi che, quando si combinano allucinazioni ipnagogiche e paralisi nel sonno, una persona possa essere convinta di aver vissuto un rapimento alieno.

La stimolazione elettrica della superficie dei lobi temporali (di solito effettuata su pazienti svegli durate alcuni interventi chirurgici al cervello), è in grado di produrre sensazioni auditive insolite. Allo stesso modo, Michael Persinger, uno scienziato canadese, ha sottoposto alcune persone ad una stimolazione del lobo temporale tramite magneti, producendo strane sensazioni nei partecipanti alla ricerca. Le sensazioni sperimentate includevano l'impressione di una “presenza”, disorientamento e paura. Molti malati di epilessia con crisi che coinvolgono il lobo temporale riportano esperienze mistiche, buchi temporali, sensazioni fisiche e anche strani odori o “atmosfere”, prima, durante e dopo l'attacco. Va specificato che non tutte le forme di epilessia provocano lo scuotimento del corpo, in molti casi si verificano semplicemente brevi intervalli di coscienza con esperienze simili a quelle sopra riportate.
Questo ci porta a chiederci se i disturbi nei lobi temporali possono contribuire a esperienze che alcune persone interpretano come un rapimento alieno.

Sorprendentemente, la malattia mentale conclamata è una delle spiegazioni meno probabili per chi afferma di essere stato rapito. La ricerca effettuata sui presunti addotti ha dimostrato che i casi di malattie mentali rientrano nella media della popolazione.
Tuttavia, molte caratteristiche che una volta si ritenevano presenti esclusivamente nei casi di malattie mentali, si è scoperto esistono in gran parte della popolazione. Se osserviamo la popolazione sana nel suo insieme le stesse caratteristiche della patologia mentale sembrano essere sempre presenti, soltanto che in alcuni casi prendono il sopravvento. In questa ottica le persone che affermano di essere state rapite, sono più propense nel sostenere esperienze insolite, sono creative e fantasiose, hanno episodi depressivi, sono sospettose, hanno tendenze dissociative e spesso hanno subito dei traumi infantili.
Così, mentre sembra improbabile che le esperienze riportate dai rapiti siano il segnale di un disturbo mentale conclamato è certo che queste persone hanno caratteristiche che le differenziano dalla media della popolazione.

Uno studio ha analizzato le distorsioni della memoria nelle persone che affermano di essere state vittime di rapimenti alieni. Ai partecipanti alla ricerca sono stati letti diversi elenchi di parole ogni elenco collegato ad uno stesso tema, in seguito hanno eseguito un test di ricordo e riconoscimento. I risultati dello studio hanno dimostrato che i presunti addotti sono stati in grado di ricordare e riconoscere le parole allo stesso modo dei non addotti. Ma tendevano a mostrare un più alto tasso di ricordo e riconoscimento per parole che non erano mai state lette nella fase iniziale del test.
Questo fa pensare che i “rapiti” sono più propensi a confondere le fonti dei ricordi, magari attingendo dai media o direttamente dalle proprie fantasie.
Questo effetto funziona anche al contrario, permettendo alle persone di aggregare vecchi ricordi a sostegno di un presunto rapimento alieno. Uno studio della memoria condotto da Frederic Bartlett ha dimostrato che ricostruiamo i ricordi come vengono richiamati al fine di creare una storia coerente. Questa ricostruzione avviene tramite i riferimenti culturali che ci danno una cornice su cui appendere le varie esperienze emerse.

Effettivamente la difficoltà nell'accettare per reali questi eventi sta tanto nelle tecniche quanto nella metodologia usate per identificarli. L'ipnosi regressiva, che nella teoria dei rapimenti alieni dovrebbe fornire la prova conclusiva dell'esistenza del rapimento stesso, per la quasi totalità degli scienziati non ha validità epistemica, perché può dimostrare, in linea di massima, che il soggetto non mente, ma non può determinare se si è trattato di un'esperienza reale o immaginaria. Anche la programmazione neurolinguistica è attualmente oggetto di molte critiche, sotto il profilo epistemologico, nell'ambito della psicologia ufficiale.

Chris French, psicologo, ha esaminato una ventina di persone convinte di essere state rapite dagli alieni ed ha rilevato in esse una tendenza alla fantasia, alle allucinazioni, alla dissociazione e alla credenza nel paranormale maggiore della norma. French è arrivato alla conclusione che non c'erano motivi per ritenere che quelle persone fossero state realmente rapite da extraterrestri.

Frederick Malmstrom, psicologo, sostiene che le descrizioni delle facce degli alieni riferite dalle persone che sostengono di essere state vittime di rapimenti sono molto simili al modo in cui un neonato vede il volto della madre. Quest'immagine resterebbe fissata nel subconscio e riemergerebbe nella fase di dormiveglia, in cui viene riferita la maggior parte delle esperienze di rapimento alieno, o anche durante la regressione ipnotica.

Alvin Lawson, professore di letteratura inglese alla California State University, ha condotto una ricerca sui rapimenti alieni insieme al medico William McCall, nel corso della quale un gruppo di volontari è stato sottoposto a ipnosi regressiva e invitato sotto ipnosi a immaginare un rapimento alieno. Le descrizioni dei rapimenti immaginari sono state molto simili a quelle di persone che ritengono di essere state rapite realmente. Lawson ha ipotizzato che le sensazioni legate al trauma della nascita affiorino durante l'ipnosi regressiva e vengano usate per costruire la storia di un rapimento alieno non avvenuto nella realtà.

In alcuni casi, i racconti sui rapimenti alieni sono frutto di mistificazioni deliberate.

Uno dei casi più noti è avvenuto nel 1979 in Francia, a Cergy-Pontoise. Tre giovani (Jean-Pierre Prèvost, Franck Fontaine e Salomon N'Diaye) avrebbero avvistato un UFO; mentre due di loro si allontanavano per prendere la macchina fotografica, gli alieni avrebbero rapito il terzo amico, rimasto da solo. Gli amici hanno denunciato la scomparsa alla polizia. Il giovane è sparito per alcuni giorni e al suo ritorno ha confermato di essere stato rapito dagli alieni. Tre anni più tardi, trascorso il termine legale della prescrizione, uno dei giovani, Jean-Pierre Prèvot, ha ammesso l'imbroglio con la seguente dichiarazione:

« Dichiaro che il caso di Cergy-Pontoise è un falso dall'inizio alla fine. Io sono responsabile di tutto. Io ho ideato e organizzato tutto. Posso provarlo. Franck Fontaine ha trascorso gli 8 giorni del rapimento nell'appartamento di un amico, a Pontoise; io l'ho condotto lì e poi l'ho riportato indietro. Come può qualcuno immaginare che gli alieni ti rapiscano come uno sciocco?" »
L'episodio è stato definito "una delle tre più grandi bugie della storia dell'ufologia".


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