venerdì 22 luglio 2016

COLPO DI FULMINE

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Ci si incontra con gli occhi, ma la freccia di Cupido scocca col sorriso, emblema di fiducia ed affidabilità. Il colpo di fulmine esiste e, se ci si crede, può durare per sempre. Senza scomodare i moltissimi casi letterali classici, uno fra tutti quello fra Romeo e Giulietta di William Shakespeare.

Sarebbero 3 i fattori che danno credito all’amore istantaneo: sentirsi attratti fisicamente, reputare desiderabile la personalità dell’altro e essere empatici, cioè sentirsi simili. Punto centrale del colpo di fulmine, però, non sono gli occhi come vorrebbe il detto ‘amore a prima vista’ ma il sorriso. Se lo sguardo analizza per primo chi si ha di fronte, il sorriso è una dichiarazione d’amore. “Il sorriso indica una totale apertura verso l’altro e chi lo fa viene interpretato come più affidabile, rassicurante, accogliente”.

Il colpo di fulmine, infine, non ha niente a che vedere con una scappatella. Gli esperti spiegano che l’amore a prima vista è profondamente romantico e differisce dal flirt o dal rapporto sessuale fine a se stesso tanto che gli antropologi lo definiscono tale se dura almeno 18 mesi.

Secondo Stephanie Ortigue, docente della Syracuse University (USA), sentimenti di amore possono verificarsi già 0,2 secondi dopo il primo contatto visivo con qualcuno. Secondo Ortigue, questo sentimento di amore si sviluppa in dodici aree del cervello (individuate con risonanza magnetica funzionale) che lavorano insieme per rilasciare sostanze chimiche che inducono euforia - come dopamina, ossitocina, adrenalina e vasopressine - e può avvenire così velocemente da meritarsi la definizione di amore a prima vista.

Un altro studio di Helen E. Fisher, ricercatrice presso l'Istituto Kinsey, pubblicato sul Journal of Physiology, afferma che l'innamoramento a prima vista non solo esiste, ma ha uno scopo ben preciso: potrebbe essere una scorciatoia per assicurarsi la prosecuzione della specie. Secondo Fisher: «Anche l'amore a prima vista è una risposta dei mammiferi che si sviluppa in altri animali e che i nostri padri ereditarono per accelerare il processo di accoppiamento». Che le commedie romantiche, dunque, non siano poi così campate in aria?

Gli psicologi Mylene Bolmont, John T. Cacioppo e Stephanie Cacioppo, pionieri delle ricerche sulla fisiologia e i meccanismi dei sentimenti, hanno condotto uno studio presso l'Università di Ginevra per capire se lo sguardo che rivolgiamo a un potenziale partner è diverso se quella persona ci attrae dal punto di vista romantico o da quello sessuale. Il risultato è che se ci fermiamo con lo sguardo sul volto di uno sconosciuto, vediamo quella persona come un potenziale partner in amore. Ma se guardiamo di più il suo corpo, nei suoi confronti è più forte il desiderio sessuale.
 Ma è sbagliato pensare che l'amore sia solo questione di chimica. Dal punto di vista scientifico, secondo Stephanie Cacioppo: «l'amore non solo un istinto primordiale e un'emozione, ma un complesso stato mentale emotivo che coinvolge quattro dimensioni: chimica, conoscenza, preferenza e intenzione di stare con quella persona».
Ayala Malack-Pines, psicologa della Ben-Gurion University in Israele, nel suo libro Falling in Love (Innamorarsi) scrive che solo una piccola frazione (11%) delle persone coinvolte in relazioni a lungo termine dichiara che il loro è stato un amore a prima vista. In pratica solo in una coppia su 10 le impressioni favorevoli iniziali innescherebbero un legame che può durare a lungo.

I più sensibili al colpo di fulmine sono i maschi: 1 uomo su 4 crede nell'amore a prima vista e dice di capire in pochi secondi se la ragazza che lo ha stregato sarà la donna della sua vita.

Dal punto di vista scientifico, l’innamoramento è un insieme di stati emotivi, di affetto e attrazione sessuale che portano ad un attaccamento nei confronti di una persona, destinataria di tali sentimenti. Alcuni evoluzionisti definiscono l’innamoramento come nato dalla necessità di mantenere uniti dei gruppi familiari affinché ci si potesse occupare in due (e meglio) della prole, cui trasmettere cultura e usi attraverso la parola. Ne scaturisce una maggiore selezione del partner, scelto in base a caratteristiche non solo fisiche ma anche caratteriali e relazionali all’interno della società. Generalmente, ad essere scelto è l’individuo migliore da molteplici (e soggettivi) punti di vista: torace ampio e muscolatura importante per gli uomini, capacità fecondative per le donne. A questi fattori si aggiungono il successo sociale ed economico o la capacità di allevare dei figli a completare i requisiti secondo i quali al partner scelto si affideranno i propri geni. Secondo gli scienziati, tutte queste valutazioni avvengono a livello inconscio e in un tempo ben determinato: un quinto di secondo.
Negli USA, l’équipe di studiosi dell’università di Syracuse, nello stato di New York, ha condotto una ricerca finalizzata a cronometrare in quanto tempo ci si innamora di qualcuno. Nei 20 centesimi di secondo a partire dal momento in cui osserviamo l’altro/a scattano nel cervello dei processi chimici che rilasciano nel corpo delle sostanze – ossitocina, adrenalina e dopamina – in grado di provocare una sensazione di benessere ed eccitazione simile all’effetto di droghe, afferma la coordinatrice la Dottoressa Stephanie Ortigue. Dodici sono le aree del cervello coinvolte in tale processo, a dimostrazione del fatto che l’innamoramento (e l’eventuale sentimento d’amore) nascono proprio dalla mente e non dal cuore, come i romantici vorrebbero pensare. inoltre, quando si soffre per amore, la condizione psicofisica che viene a crearsi è simile a quella degli stati depressivi: attenzione quindi a non sottovalutare gli effetti negativi di una delusione d’amore e le conseguenze emotive che porta con sé.



Prima di questo studio, la celebre rivista americana Archives of sexual behavior aveva pubblicato una ricerca per stabilire in quanto tempo ci si rende conto di essere attratti da qualcuno/a. I risultati sono diversi per uomini e donne: i signori che si incantano a guardare una “preda” per più di 8 secondi manifestano un interesse chiaro e finalizzato al “rimorchio”; se lo sguardo dura circa 4 secondi, vuol dire che l’interesse non c’è. Al contrario, una donna che osserva un uomo per una manciata di secondi non indica proprio niente: infatti, a causa dei giudizi morali attribuiti alle signore che sostengono sguardi languidi con l’altro sesso, farsi sorprendere a guardare un uomo che suscita interesse è sconveniente, quindi accuratamente evitato. Di conseguenza, la regola degli 8 secondi non vale per il gentil sesso, che mostra interesse sì dagli occhi, ma in una maniera poco chiara ai più (donne escluse, ovviamente).

In molti commettono l’errore di pensare che, conseguentemente ad un colpo di fulmine e un innamoramento, l’amore sia dietro l’angolo. Sebbene il colpo di fulmine sia d’aiuto nella nascita di un sentimento intenso e profondo, non è la condizione necessaria senza la quale non si può dire di aver trovato l’anima gemella. Nel corso della vita, tutti possono dire di essere “stati fulminati” almeno una volta ma non altrettanti possono affermare di aver trovato la persona con la quale condividere la quotidianità. Questa corrisponde a dei criteri di selezione che vanno oltre l’aspetto fisico: le sostanze prodotte dal cervello in quel quinto di secondo di cui abbiamo descritto le gesta possono essere prodotte anche in seguito ad una conoscenza approfondita del partner nel corso di molto più tempo trascorso insieme. Quindi, sebbene il colpo di fulmine esista – e ne sono convinti 8 italiani su 10 – bisogna essere in grado di dissociarsi dalla convinzione che sia necessariamente sintomo di amore, quello vero, che dura per tutta la vita.

Non fatevi ingannare dalla leggenda dell’anima gemella e dal conseguente mito del colpo di fulmine come garanzia del vero amore. Se le due cose coincidono, tanto meglio, altrimenti non insistete nel cercare la persona giusta in base a un colpo di fulmine, perché non è detto che la relazione duri più di una semplice passione passeggera.

Al contrario di quanto vuole il senso comune, ambiscono all’amore romantico che nasce al primo incontro soprattutto gli uomini: secondo il rapporto annuale ‘Singles in America’ svolto su 5.000 singles dai 21 ai 70 anni, il 59% degli uomini e il 49% delle donne nel 2014 ha dichiarato di crederci , il 41% degli uomini e il 29% delle donne lo ha sperimentato. A sorpresa le singles sono più scettiche e gli uomini più sognatori.



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