martedì 9 febbraio 2016

LA VITA NELLE STALLE

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La stalla era l’ambiente simbolo del montanaro che, nelle pratiche agricole e nel volgere delle stagioni, perpetuava gesti e usanze secolari. Allora la stalla svolgeva molteplici funzioni: era un ricovero per animali, ma, nella stagione fredda anche un luogo di socializzazione, stanza da letto e caldo giaciglio per ammalati ed anziani.

Nei primi anni del 900 ogni nucleo famigliare aveva una piccola stalla, ed ognuna ricoverava pochissimi capi di bestiame (generalmente un paio di mucche e qualche pecora o capra). La vita era molto dura: d’estate le famiglie che avevano più animali salivano all’alpeggio, d’inverno giù alla borgata accompagnati da un fedele cane pastore. La pratica dell’allevamento del bestiame era fondamentale per la sopravvivenza della comunità alpina. I bovini e i caprini erano prevalentemente utilizzati per la produzione di latte mentre gli ovini per il latte, la carne e la lana. Non mancano gli avicoli: galline ovaiole e qualche volta anche palmipedi.



La stalla era il luogo di lavoro e di ricreazione per la famiglia.
In stalla ci si faceva visita la sera, arrivavano i morosi per trovare la promessa sposa, o i ragazzi del paese per "far conoscenza" con la ragazza incontrata la domenica dopo il vespro. L'usanza era che i ragazzi bussassero alla porta della stalla e una volta entrati rimanessero impalati sulla soglia, finché non ricevevano l'invito a sedersi accanto alla donzella.
Era abitudine che la ragazza offrisse la sedia alla sua destra.
Una volta seduto, il ragazzo era destinato a "fidanzarsi" con la ragazza che, continuando il lavoro di cucito o di ricamo, ogni tanto dava timide occhiate di sfuggita all'improvviso moro, arrossendo e balbettando, almeno le prime volte, alle domande del ragazzo. La madre stava seduta di fronte e, di tanto in tanto, sollevando lo sguardo dal lavoro, lanciava occhiate indagatrici e sospettose. Succedeva spesso che la madre, stanca dal lavoro della giornata, si appisolasse e che poi, scossa dal costante e preoccupato pensiero, si svegliasse e ordinasse alla figlia di andare a letto perché ormai era tardi.
I ragazzi a cui non era offerto di accomodarsi stavano per qualche tempo a parlare con i genitori, o a giocare a carte, e poi andavano in un'altra stalla.



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