domenica 14 febbraio 2016

DIPENDENZE E DIPENDENZE

.


Accanto alle classiche dipendenze da droghe, negli ultimi anni sono proliferate le dipendenze da attività legali.
Intendiamo con il termine ‘New Addictions’(Nuove Dipendenze) tutte quelle nuove forme di dipendenza in cui non è implicato l’intervento di alcuna sostanza chimica.  L’oggetto della dipendenza è in questo caso un comportamento o un’attività lecita e socialmente accettata.
Le nuove dipendenze (New Addicitons) o dipendenze comportamentali si riferiscono a una vasta gamma di comportamenti, tra esse le più note e maggiormente indagate sono il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), lo Shopping Compulsivo, la Dipendenza da Internet, da Sesso,  da Lavoro e da Studio, le Dipendenze da Tecnologia, le Dipendenze Relazionali.

Tutti questi comportamenti, seppur considerati normali abitudini della vita quotidiana,  possono  diventare,  per  alcuni  individui,  delle  vere  e  proprie
dipendenze, che sconvolgono ed invalidano l’esistenza del soggetto stesso e  del  suo  sistema  di  relazioni.  Le  dipendenze  comportamentali,  infatti,  si
manifestano  nell’urgente  bisogno  di  dover  praticare  un’attività,  nella consapevolezza  che  a  lungo  andare  condurrà  all’autodistruzione.

Perciò, anche   se   non   vi   è   assunzione   di   sostanze   chimiche, il quadro fenomenologico è molto simile a quello della tossicodipendenza e dell’alcolismo. Spesso  le “New  Addictions” si  combinano tra loro, o si accompagnano alle   dipendenze da   sostanze; molto frequente è, per esempio, l’associazione di  Gioco d’Azzardo Patologico e  Dipendenza dall’Alcol.  Si  riscontrano, inoltre, passaggi da una dipendenza ad un’altra, la quale diventa sostitutiva di quella precedente. Per esempio, un soggetto che riesce ad  uscire  dalla  tossicodipendenza, cessando l’uso delle droghe, ma che sviluppa un’incontrollabile bisogno di giocare d’azzardo, non è realmente guarito, ma ha solamente  spostato sul comportamento di gioco l’oggetto della propria dipendenza.

Il telefono cellulare con la sua imponente diffusione tra diverse generazioni di utilizzatori, dai bambini agli anziani, dagli adolescenti agli adulti, ha determinato negli ultimi dieci anni la comparsa di nuovi comportamenti nella vita quotidiana e nuovi stili comunicativi tra le persone.

Da una recente indagine in Italia dell’ISTAT sull’uso dei mezzi di comunicazione e delle nuove tecnologie è emerso che il cellulare occupa il 2° posto, dopo il televisore.
Alcune ricerche hanno posto l’attenzione sull’impatto del cellulare sui bambini e sugli adolescenti, considerati per la loro vulnerabilità categorie a rischio.
Certo le caratteristiche del cellulare sono affascinanti: può essere usato dovunque e in qualunque momento, dà la possibilità di essere raggiunti in ogni momento, può essere sempre portato con sé, lasciato acceso o spento a piacimento.
Con il cellulare è comparso anche un nuovo stile comunicativo: SMS, MMS, Videochiamate. Nulla di tutto questo c’era prima dell’avvento del cellulare.
In particolare sono in aumento le problematiche di dipendenza da Internet.
La dipendenza da Internet o Internet dipendenza, meglio conosciuta nella letteratura psichiatrica con il nome originale inglese di Internet Addiction Disorder (IAD), è,  secondo la psicologa Kimberly Young, considerata la pioniera in campo scientifico nello studio della Dipendenza da Internet, un disturbo nel controllo degli impulsi che non implica l’assunzione di una sostanza.

Secondo la psicologa Kimberly Young esistono 5 principali tipologie di dipendenza virtuale:

Dipendenza cybersessuale (o da sesso virtuale): Gli individui che ne soffrono sono di solito dediti allo scaricamento, all’utilizzo e al commercio di materiale pornografico online, o sono coinvolti in chat-room per soli adulti.

Dipendenza cyber-relazionale (o dalle relazioni virtuali): Gli individui che ne sono affetti diventano troppo coinvolti in relazioni online o possono intraprendere un adulterio virtuale. Gli amici online diventano rapidamente più importanti per l’individuo, spesso a scapito dei rapporti nella realtà con la famiglia e gli amici reali. In molti casi questo conduce all’instabilità coniugale o della famiglia.

Net Gaming: La dipendenza dai giochi in rete comprende una vasta categoria di comportamenti, compreso il gioco d’azzardo patologico, i videogame, lo shopping compulsivo e il commercio online compulsivo. In particolare, gli individui utilizzeranno i casinò virtuali, i giochi interattivi, i siti delle case d’asta o le scommesse su Internet, soltanto per perdere importi eccessivi di denaro, arrivando perfino ad interrompere altri doveri relativi all’impiego o rapporti significativi.



Information Overload (Sovraccarico cognitivo): La ricchezza dei dati disponibili sul World Wide Web ha creato un nuovo tipo di comportamento compulsivo per quanto riguarda la navigazione e l’utilizzo dei database sul Web. Gli individui trascorreranno sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e nell’organizzazione di dati dal Web. A questo comportamento sono tipicamente associate le tendenze compulsive-ossessive ed una riduzione del rendimento lavorativo.

Computer Addiction: I giochi che si possono installare nel computer sono numerosissimi, ma oltre ad essi sono nati oggi, grazie ad Internet, i giochi interattivi, nei quali i partecipanti giocano contemporaneamente ed interagiscono tra di loro. Questi giochi di ruolo virtuali, sono molto coinvolgenti proprio perché consentono al soggetto di nascondere la propria vera identità e costruirsene un’altra, con la quale si presenterà agli altri giocatori.

La dipendenza da sesso o Sex Addiction tra le nuove dipendenze colpisce prevalentemente i maschi. La dipendenza sessuale è una relazione malata, distorta con il sesso attraverso la quale la persona cerca di alleviare lo stress evitando sentimenti dolorosi e fuggendo da relazioni intime di fronte alle quali emerge una profonda inadeguatezza nella capacità di gestirle.
Il radicamento nella realtà, che pure può mostrare tutti i suoi aspetti più difficili e dolorosi, è un elemento fondamentale della sanità.
Il dipendente da sesso ha una grave difficoltà a vivere il sesso naturalmente, come una relazione intima con uno scambio di piacere. La relazione è invece di tipo ossessivo.
I comportamenti che un dipendente sessuale può mettere in atto sono diversi: rapporti sessuali con prostitute o con persone anonime, esibizionismo, acquisto di materiale pornografico, utilizzo di servizi erotici telefonici o su internet, masturbazione in modo ossessivo, ad esempio.
La compromissione di una vita di relazione sana è molto rilevante, ma rilevanti sono anche gli effetti sui processi mentali: l’intrusione di pensieri e fantasie non volute può impedire la concentrazione, la vigilanza su una normale occupazione.

Lo shopping compulsivo o  “compulsive buying” è una forma patologica caratterizzata da preoccupazioni e impulsi intrusivi e ricorrenti rivolti alla ricerca e all’acquisto eccessivo di beni spesso superflui o di valore superiore alla propria disponibilità economica.
Lo shopping impegna la persona per un tempo superiore a quello preventivato e comporta una grave compromissione del funzionamento sociale e lavorativo ma viene perseguita nonostante le conseguenze negative (sentimenti di colpa e vergogna, problemi familiari, problemi economici).
A differenza delle comuni attività di acquisto che possono rappresentare un momento di condivisione con il partner o gli amici, lo shopping patologico è un’attività che viene svolta prevalentemente da soli, una sorta di piacere privato.

Si distinguono 4 diverse fasi attraverso cui si manifestano le condotte patologiche di acquisto: anticipation, preparation, shopping, spending.
Nella prima fase (anticipation) la persona sviluppa un pensiero, un impulso, una preoccupazione relativa all’acquisto di un oggetto; questo momento è spesso preceduto da sentimenti depressivi, ansia, noia o autosvalutazione.
Nella seconda fase (preparation) il soggetto organizza e prepara l’attività dello shopping individuando l’area o il negozio, gli oggetti da acquistare , la modalità di pagamento.
La terza fase (shopping) è caratterizzata dall’intensa eccitazione e gratificazione che il soggetto prova mentre sta acquistando e che culmina nell’acquisto (quarta fase “spending”). Questa fase è seguita spesso da sentimenti di depressione, vergogna  e colpa.
Secondo il dr. Lorrin Koran, direttore della Stanford University, lo shopping si configura come un disturbo del comportamento quando si verificano queste condizioni:
Quando il denaro investito per lo shopping è eccessivo rispetto alle proprie possibilità economiche;Quando gli acquisti si ripetono più volte in una settimana;
Quando gli acquisti perdono la loro ragione d’essere: non importa che cosa si compri, se abiti, CD, profumi, lampade o prosciutti; ciò che conta è comprare, soddisfare un bisogno inderogabile e imprescindibile che spinge a entrare in un negozio e uscirne carichi di pacchi;
Quando lo shopping risponde a un bisogno che non può essere soddisfatto, per cui il mancato acquisto crea pesanti crisi di ansia e frustrazione;
Quando la dedizione agli acquisti compare come qualcosa di nuovo rispetto alle abitudini precedenti.
Al primo posto tra gli oggetti della “febbre da acquisto”, per quanto riguarda le donne, ci sono i capi d’abbigliamento, seguiti da cosmetici, scarpe e gioielli: tutti elementi riconducibili all’immagine. L’uomo, invece, predilige simboli di potere e prestigio come telefonini, computer portatili e attrezzi sportivi. In entrambi i casi, comunque, si tratta di oggetti in grado di aumentare l’autostima e la buona percezione di sé, aspetti che in tutte le forme di addiction risultano spesso fortemente compromessi.
Lo shopping compulsivo causa problemi significativi quali stress, interferenze con il funzionamento sociale e lavorativo, disagi familiari e coniugali e gravi problemi finanziari. Inoltre, si riscontrano molto spesso sentimenti di colpa e vergogna in seguito all’acquisto di oggetti che, il più delle volte, vengono nascosti al resto della famiglia oppure messi da parte, regalati o buttati via.
Si innesca così un circolo vizioso: il disagio fa affiorare nuovamente il bisogno di un nuovo acquisto. Anche se il suo armadio è strapieno di cose – che forse non userà mai- lo shopper si sente “svuotato” e sente nuovamente crescere l’impulso ad acquistare di nuovo.
La caratteristica dello Shopping Compulsivo è infatti proprio quella di “acquistare per il piacere di acquistare”, per abbassare il livello di tensione cresciuto a dismisura e non importa se l’oggetto acquistato è utile oppure inutile, se serve o se verrà adoperato.

Nel DSM-IV il gioco d’azzardo patologico viene definito come un “comportamento persistente, ricorrente e maladattivo tale da compromettere le attività personali, familiari lavorative”.
Il giocatore compulsivo non gioca per guadagno materiale, ma per il piacere che gli deriva dal giocare. La perdita di controllo e la pervasività del gioco nella vita del soggetto determinano il deterioramento dei rapporti affettivi, familiari, lavorativi.
Ci sono 6 macrocategorie di giocatori d’azzardo:
Giocatori patologici per azione: sono persone che hanno perso il loro controllo sulla loro attività di gioco d’azzardo. Quest’ultima per loro, è la cosa più importante nella vita, poiché li mantiene in azione e quindi “vivi”. Le relazioni ed attività familiari, sociali e lavorative vengono influenzate negativamente dall’attività di gioco.
Giocatori patologici per fuga: sono giocatori che trovano nell’attività di gioco sollievo da sensazioni di ansia, solitudine, rabbia o depressione. Usano il gioco d’azzardo per sfuggire da crisi o da difficoltà. In questo caso, il gioco ha un effetto “analgesico” e non una risposta euforica.
Giocatori sociali costanti: per queste persone il gioco d’azzardo è la forma principale di relax e di divertimento, ma è in secondo piano rispetto alla famiglia e al lavoro.
Giocatori sociali adeguati: queste persone giocano per passatempo, per socializzare e per divertimento. A questa categoria appartiene la maggioranza della popolazione adulta.
Giocatori antisociali: coloro che si servono del gioco al fine di ottenere guadagni illegali.
Giocatori professionisti: sono persone che giocano d’azzardo per professione e, considerandolo una professione si mantengono attraverso di esso.



Il gioco d’azzardo patologico tipicamente inizia nella prima adolescenza nei maschi e più tardivamente nelle femmine. La modalità del disturbo può essere regolare o episodica e il decorso del disturbo è cronico. Generalmente vi è una progressione della frequenza del gioco d’azzardo, delle somme scommesse e dell’eccessiva dedizione al gioco e alla ricerca di denaro con cui giocare, portando ad un allontanamento della famiglia, di abbandono solitudine e anche di problemi legali. L’impulso e l’attività di gioco d’azzardo generalmente aumentano durante periodi di stress o di depressione.

Tutte le persone, in genere, lavorano per poter guadagnarsi da vivere. Tuttavia, questo comportamento, considerato normale, può diventare una dipendenza quando non ha più una funzione di sopravvivenza, ma ci aiuta a superare mancanze esistenziali e problemi familiari. Si parla così ‘work addiction’ (o workaholism), cioè la dipendenza da lavoro che appartiene alla categoria delle dipendenze non legate a sostanze e per questo, spesso le viene data meno importanza.
Il tratto più subdolo della dipendenza da lavoro è il suo essere congruente (differentemente dalle altre dipendenze) con le aspettative sociali: essere produttivi, infatti, è una delle attese più pressanti della società in cui viviamo.
Sembrerebbe che quelli maggiormente predisposti siano i liberi professionisti, perchè non vincolati ad un orario fisso e quindi finiscono per perdere il limite tra ciò che è lavoro e ciò che non lo è. Nella maggior parte dei casi, le conseguenze sono una vita familiare e sociale distrutta, ansia, depressione e patologie stress-correlate.
Il dipendente  da lavoro si  caratterizza per i seguenti aspetti:
eccessivo tempo dedicato al lavoro (il dipendente tende a lavorare o a pensare al lavoro anche in ferie, nei week-end e nel tempo libero, nei casi più gravi arriva a lavorare anche di nascosto);
tendenza a trascurare le relazioni interpersonali (tranne quelle legate al lavoro), affetti e interessi;
stile di vita completamente incentrato sul lavoro;
incapacità a rilassarsi;
problematiche psicologiche (stati ansiosi, tendenza al perfezionismo, senso di vuoto ed inutilità quando “staccano” dal lavoro, autostima legata alla quantità o al successo lavorativo, sensi di colpa, atteggiamento ossessivo-compulsivo nei confronti del lavoro, disturbi del sonno ecc.)
problematiche fisiche (disturbi cardiocircolatori, emicrania, problemi gastrointestinali, dolori muscolari, malattie psicosomatiche, abuso di sostanze come alcol, nicotina,caffeina e stimolanti ecc.)
problematiche relazionali (isolamento, scarsa assertività, atteggiamento sprezzante nei confronti dei colleghi e delle persone che vanno in vacanza, coltivano hobby e interessi, vanno in pensione o godono del tempo libero, problematiche familiari legate al troppo lavoro ecc.)
Queste caratteristiche possono aiutare la non facile differenza tra il lavoratore passionale e il dipendente da lavoro; il lavoratore passionale, ovvero chi ha scelto il lavoro in base alle proprie passioni, anche se eccede nell’attività lavorativa è pero in grado di godere degli altri aspetti della vita, ovvero egli prova piacere nel coltivare hobby, relazioni sociali e interessi svincolati dall’attività lavorativa mentre il dipendente trova l’unica fonte di gratificazione nel lavoro abbandonando interessi e relazioni.

Ormai da un po’ di anni, gran parte del tempo libero destinato all’attività ludica è, sempre più spesso, costituito dal “videogioco” che risponde al “bisogno ludico”, appassionando persone di ogni età, sesso e classe sociale.
Tuttavia, tale attività ludica può essere abusata fino a diventare una dipendenza, cioè la ‘videogames addiction’. Il problema, sempre in aumento nei giovani, sostituisce momenti dedicati all’attività fisica, allo studio, annullando qualsiasi tipo di relazione sociale e favorendo l’isolamento creando problemi con la famiglia.
Ci troviamo di fronte ad una diagnosi di dipendenza da videogiochi, quando un soggetto soddisfa almeno quattro dei seguenti criteri:
con l’aumentare delle giocate ai videogiochi, il soggetto rivive sempre esperienze trascorse di gioco, a valutare e pianificare le prossime giocate ai videogiochi o ad escogitare modi per procurarsi il denaro con cui giocare;
bisogno di spendere somme sempre maggiori di denaro per ottenere l’eccitamento desiderato;
irrequietezza ed irritabilità quando si tenta di giocare meno ai videogiochi o di smettere;
il soggetto ricorre ai videogiochi come fuga da problemi o conforto all’umore disforico; dopo aver speso soldi giocando ai videogiochi, il soggetto ritorna spesso a giocare per ottenere un punteggio maggiore (inseguimento del punteggio);
il soggetto mente e litiga in famiglia ed altri per nascondere il grado di coinvolgimento nei videogiochi, mettendo a rischio la scuola;
il soggetto compie azioni illegali/asociali per finanziare i videogiochi;
confida negli altri perché gli forniscano il denaro necessario a far fronte ad una situazione economica disperata, causata dai videogiochi (un’“operazione di salvataggio”).

I sintomi della dipendenza possono verificarsi attraverso stati di ansia, attacchi di panico, problemi del sonno, sogni riguardanti i videogiochi, incubi e tremori. Negli adolescenti in cerca di una fuga dalla realtà, generalmente sono privi di vita sociale, trascurati dai genitori e dotati di scarsa autostima.

L’amore, rappresenta il bisogno e la capacità di trascendere noi stessi e, insieme ad un altro, creare una realtà nuova. Talvolta, quando si altera l'equilibrio tra il dare e il ricevere, tra il proprio confine e lo spazio condiviso, l'amore può trasformarsi, invece che in un'occasione di crescita e arricchimento,  in una gabbia senza prospettive di fuga, con pareti fatte di dolore. Questo è quello che succede quando si scivola nella dipendenza affettiva. La dipendenza affettiva è una forma patologica di amore caratterizzata da assenza cronica di reciprocità nella vita affettiva, in cui l'individuo, “donatore d'amore” a senso unco,  vede nel legame con un altra persona, spesso  problematica o sfuggente, l'unico scopo della propria esistenza e il riempimento dei propri vuoti affettivi.
Non sempre  la differenza tra amore e dipendenza affettiva è netta. Può addirittura accadere che i due fenomeni si confondano.

La chiave di distinzione sta nel grado di autonomia dell'individuo e nella sua capacità di trovare un senso in se stesso. Diversamente da quanto comunemente si crede, l'amore nasce dall'incontro di due unità, non di due metà. Solo per si percepisce nella sua completezza è possibile donarsi senza annullarsi, senza perdersi nell'altro. Chi è affetto da dipendenza affettiva, non essendo autonomo,  non riesce a vivere l'amore nella sua profondità e intimità. La paura dell'abbandono, della separazione, della solitudine generano un costante stato di tensione. La presenza dell'altro non è più una libera scelta ma  è vissuta come una questione di vita o di morte: senza l'altro non si ha la percezione di esistere. I propri bisogni e desideri individuali vengono negati e annullati in una relazione simbiotica.

La dipendenza affettiva, diversamente da quanto a volte si manifesta all'evidenza, non è un fenomeno che riguarda una sola persona, ma è una dinamica a due. A volte il partner del “dipendente affettivo” è un soggetto problematico, che  maschera  la propria dipendenza affettiva con una dipendenza da droga, alcol o gioco d'azzardo. In questo caso i problemi del compagno diventano la giustificazione per dedicarsi interamente all'altro bisognoso, non prendendosi il rischio di condurre un'esistenza per sé.
Altre volte la persona amata è rifiutante, sfuggente o irraggiungibile, per esempio sposata o non   interessata alla relazione.  In  entrambi i  casi quello che seduce è la lotta: la dipendenza si alimenta del desiderio di essere amati proprio da chi non ci ricambia in modo soddisfacente, e cresce in proporzione al rifiuto, anzi se non ci fosse quest'ultimo, il presunto amore non durerebbe.
La persona che ha una dipendenza affettiva di solito soffoca ogni desiderio e interesse individuale per occuparsi dell'altro ma inevitabilmente viene  delusa e il suo amore prende la forma del  risentimento. Allo stesso tempo non riesce ad interrompere la relazione, in virtù di ciò che definisce “amare troppo”, non rendendosi conto che questo comportamento distrugge l'amore che richiede invece autonomia e reciprocità.

Nella dipendenza affettiva, ciò che viene sperimentato come amore diventa una droga. I sintomi della dipendenza sono gli stessi :
ebbrezza : il soggetto  prova una sensazione di piacere quando sta con il partner, che non riesce ad ottenere in altri modi e che gli è indispensabile per stare bene.
tolleranza: il soggetto cerca dosi di tempo sempre maggiori da dedicare al partner,  riducendo sempre di più il  proprio tempo autonomo e i contatti con l’esterno
astinenza: il soggetto sente di esistere solo quando c'è l'altro, la sua mancanza lo getta in uno stato di allarme. Pensare la propria vita senza l'altro è inimmaginabile. L'altro è visto come l'unica fonte di gratificazione, le attività quotidiane sono trascurate, l'unica cosa importante è il tempo trascorso con l'altro.
incapacità di controllare il proprio comportamento: una riduzione di lucidità e capacità critica che crea vergogna e rimorso e che in taluni momenti viene sostituita da una temporanea lucidità, cui segue un senso di prostrante sconfitta e una ricaduta nella dipendenza ,che fa sentire più imminenti di prima i propri bisogni legati all’altro. Questi processi si colorano di rabbia e senso di colpa.
Inoltre, a differenza delle droghe, che sono più facilmente disponibili, si può generare una paura ossessiva di perdere la persona amata, espressa con gelosia e possessività, che si alimenta smisuratamente ad ogni piccolo segnale negativo che si percepisce.
La posizione paradossale che caratterizza la dipendenza affettiva è: “non posso stare con te” (per il dolore in seguito a umiliazioni, maltrattamenti, tradimenti) “ne senza di te”, (per l'angoscia al solo pensiero di perderti).



FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE


LA NOSTRA APP



http://www.mundimago.org/



Nessun commento:

Posta un commento

Eseguiamo Siti e Blog a prezzi modici visita: www.cipiri.com .

Elenco blog Amici