sabato 16 aprile 2016

LA CABALA EBRAICA

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In ebraico Qabbaláh significa ricevere, ma anche tradizione (la parola ebraica designa anche la ricevuta, ad esempio in una transazione commerciale, e la funzione di ingresso del sabato, la maggiore festa ebraica); secondo questi insegnamenti essa rappresenta il livello più elevato e profondo dell'ebreo poi manifesto nel metodo d'interpretazione esegetico della Torah, definito in ebraico Sod, «segreto». La Cabala, secondo i suoi "cultori", venne trasmessa da Dio anche ad Adamo e ad Abramo. Il cabalista tradizionale nell'ebraismo rabbinico viene chiamato Mekubal. Le differenti traslitterazioni oggigiorno tendono a denotare tradizioni alternative: la cabala ebraica non va quindi confusa con le cabale di tradizione occidentale, anche se queste sono ad essa direttamente ispirate.

La definizione di Cabala varia a seconda delle tradizioni e fini di coloro che la seguono, dalle sue origini religiose quale parte integrante dell'ebraismo, ai suoi più tardi adattamenti occidentali, New Age e sincretici occultisti. La Cabala è un insieme di insegnamenti esoterici intesi a spiegare il rapporto tra un immutabile, eterno e misterioso Ein Sof ("senza fine") e l'universo mortale e finito (creazione di Dio). Sebbene sia molto utilizzata da alcune correnti ebraiche, non è una confessione religiosa in sé e di per sé. Essa costituisce le fondamenta dell'interpretazione religiosa mistica. La Cabala mira a definire la natura dell'universo e dell'essere umano, la natura e lo scopo dell'esistenza e varie altre questioni ontologiche. Presenta inoltre i metodi per aiutare la comprensione di questi concetti e raggiungere quindi la realizzazione spirituale.

La Cabala in origine si sviluppò interamente all'interno del pensiero ebraico ed i cabalisti spesso utilizzano fonti ebraiche classiche per spiegare e dimostrare i suoi insegnamenti esoterici. Questi insegnamenti sono ritenuti, dai praticanti dell'ebraismo rabbinico, a definire il significato interiore sia del Tanakh che della letteratura rabbinica tradizionale, e la rispettiva dimensione tramandata precedentemente nascosta, nonché a spiegare il significato delle osservanze religiose.

Praticanti tradizionali credono che le sue prime origini precedano le religioni del mondo e formino la struttura primordiale delle filosofie, religioni, scienze, arti e sistemi politici. Storicamente, la Cabala è emersa, dopo le prime forme di misticismo ebraico, nella Provenza del XII e XIII secolo e in Spagna, venendo reinterpretata nella rinascita mistica ebraica della Palestina ottomana del XVI secolo. Si diffuse insieme all'ebraismo chassidico dal XVIII secolo in poi. L'interesse per la cabala nel Novecento ha ispirato un rinnovamento ebraico intraconfessionale e ha contribuito ad una più ampia spiritualità contemporanea non ebraica, nonché a coinvolgere la sfera accademica e storica con la recente costituzione di studi ebraici specialistici.

È difficile quindi chiarire con certezza i concetti esatti contenuti nella Cabala ebraica. Esistono varie scuole di pensiero con prospettive molto diverse, tuttavia sono tutte accettate come corrette. Le autorità halakhiche moderne hanno cercato di restringere il campo di applicazione e la diversità all'interno della Cabala, limitandone lo studio ad alcuni testi, in particolare lo Zohar e gli insegnamenti di Isaac Luria come tramandati tramite Hayim Vital. Ciò nonostante anche tale proposizione fa ben poco per limitare l'ambito di comprensione e di espressione, poiché inclusi in quelle opere sono i commentari degli scritti di Abulafia, lo Sefer Yetzirah, gli scritti albotoniani e il Berit Menuhah, noto agli eletti e che, come ha descritto più recentemente Gershom Scholem, combina il misticismo estatico con quello teosofico. È quindi importante tener in mente, quando si discute di argomenti come le Sefirot e le loro interazioni, che si tratta di concetti altamente "astratti" e che, nella migliore delle ipotesi, possono essere compresi "solo intuitivamente".

La Cabala non si discosta dagli insegnamenti tradizionali ebraici e dalla pratica della Torah, di cui ne sarebbe l'espressione "interna" come l'anima in rapporto al corpo e lo studio della Torah rispetto alle Mitzvot: essa è quindi parte integrante della religione ebraica. Gershom Scholem pur sottolineandone la tipicità ebraica ha notato gli elementi comuni e le connessioni storiche tra questo misticismo e quello greco e cristiano. Ovviamente l'opinione di Sholem è fatta sul piano dello studio storico moderno, ma non è assolutamente accettato dai mekubalim (cabalisti) ebrei e dalla tradizione religiosa ebraica che considera la Kabala una parte stessa della Torah e dunque, come tale, la considera ricevuta da Mosé nel monte Sinai.

La Cabala è nata dopo il periodo della cattività babilonese (la deportazione del popolo giudeo nell'antica Babilonia). Nel libro biblico di Daniele si parla di quel periodo. Esso iniziò nell'anno 606 a.C., e terminò nel 536, quando Ciro, re di Persia, decretò che Gerusalemme e il Tempio dovevano essere ricostruiti. La predizione fatta da Geremia secondo la quale Dio avrebbe punito il popolo d'Israele per 70 anni si realizzò in tal modo alla lettera.



Durante la cattività, alcuni israeliti apostati furono iniziati ai misteri babilonesi; distolsero i loro cuori da Dio e si diedero all'occultismo (ad es. si può notare che la Cabala parla dei Sephiroth, dieci emanazioni divine, con una controparte malagia, i Qliphoth o Kelippot; l'origine di questi ultimi è da trovarsi negli antichi incantesimi babilonesi). In seguito, questi ebrei produssero un'interpretazione mistica del pentateuco (i primi cinque libri della Bibbia) in chiave occulta, distorcendone considerevolmente il significato, e da quella interpretazione nacque la Cabala.

La Cabala cominciò però a diffondersi in modo meno occulto solo a partire dal XII secolo in Francia ed in Spagna, e dal XIV secolo diventerà uno studio a cui si dedicheranno apertamente molti.

È importante notare che la Bibbia annuncia l'imminente venuta dell'anticristo, in tempi del tutto simili a quelli in cui stiamo vivendo oggi. La Bibbia spiega che l'anticristo si presenterà come il Cristo, il Messia, e che sarà accolto come tale da Israele (ricordiamo che gli Ebrei, avendo rigettato Gesù, credono che il Messia debba ancora venire).

E infatti, proprio ai nostri giorni, i rabbini adepti della Cabala proclamano che la venuta di questo "Messia" è molto vicina. I rabbini della setta hassidica percorrono la terra santa per proclamare pubblicamente l'imminenza della sua venuta.

Questo futuro "Cristo" è lo stesso "Cristo cosmico" o "Maitreya" che aspettano i seguaci della New Age - e che essi chiamano Lucifero (Satana). L'occultista H.P. Blavatsky scrisse: "Satana e il suo esercito ribelle proveranno di essere diventati i diretti salvatori e creatori dell'uomo divino". Ciò è in linea con le previsioni bibliche: tutto gli uomini e le donne che non hanno creduto in Gesù, accetteranno l'anticristo e lo riconosceranno come il Messia.

Una dimostrazione di quanto facilmente ci si può allontanare dalla verità rivelata da Dio, la si trova nella descrizione della Creazione secondo la Cabala. La Cabala presenta un'interpretazione mistica dei testi della Torah (i primi cinque libri della Bibbia). Tale narrazione è completamente diversa da quella della Genesi biblica.

La Cabala insegna che Dio inizialmente abbandonò il mondo, lasciandovi solo una goccia di sè. Poi a un certo punto da Lui sarebbero emanate delle luci (emanazioni) racchiuse in dieci vasi (le Sefirot, che sono rappresentate secondo uno schema detto Albero della Vita); ma gli ultimi vasi si sarebbero rotti e le luci di Dio sarebbero diventate prigioniere della creazione. Questo disastro avrebbe ferito Dio e avrebbe dato un'impronta negativa alla storia. Ecco dunque un Dio in cui non si intravede l'amore (che nella Bibbia Egli stesso dice non solo di possedere, ma di essere), e che si trova in circostanze fuori del suo stesso controllo.
Secondo la Cabala, le "scintille di Dio" finirono così imbrigliate in tutto ciò che esiste, incluso il male (il "bene nel male" è un concetto Taoista, completamente diverso da ciò che Dio dichiara di Se stesso, dalla sua assoluta santità e giustizia, e dal principio evangelico secondo cui in Dio "non c'è tenebra alcuna", 1 Gv. 1:5).

La Cabala è particolarmente nota per il suo utilizzo nella numerologia. Essa infatti associa ad ogni nome un valore numerico, e insegna che ciascun valore avrebbe un significato metafisico (una "vibrazione metafisica" che provocherebbe eventi soprannaturali; un modo per attingere ai poteri occulti).

Diversi studiosi ritengono che l'origine di questi insegnamenti si trovi all'esterno dell'Ebraismo, in Pitagora di Samo (588-500 a.C.) con la sua "scuola numerologica" di Crotone. Già allora, infatti, si era cominciato ad associare ai numeri un significato trascendente.

A livello popolare, è diffuso l'uso di una forma molto più "folcloristica" di Cabala, la famosa Smorfia Napoletana; essa viene utilizzata per "indovinare" al gioco del Lotto, mediante l'interpretazione di sogni e di situazioni particolari della vita quotidiana.
L'altra forma di Cabala è quella Esoterico-Occultistica, usata dagli esoteristi e dagli occultisti.
Quale che sia la forma sotto cui viene studiata, la Cabala è e resta un cifrario di dottrine occulte, espresse dalla simbologia dei numeri.

Purtroppo, religiosi e mistici non sono nuovi a queste pratiche. Al tempo della deportazione del popolo giudeo nell'antica Babilonia, infatti, i capi religiosi cominciarono a formulare delle nuove dottrine (il Talmud) che, in teoria, avrebbero dovuto "spiegare" i comandamenti che Dio aveva dato nella Bibbia. In realtà, quelle dottrine erano in grave contraddizione con gli insegnamenti di Dio. Come Salomone prima di loro (cfr. primo libro dei Re, capitolo 11), si sviarono dai comandamenti di Dio e si volsero alla superstizione, inducendo molti allo sviamento e attirandosi il Suo giudizio.



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