domenica 17 aprile 2016

L'ESPLOSIVA SANTABARBARA

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I depositi di armi vengono denominati comunemente “santabarbara”, in onore della Santa che rappresenta la capacità di affrontare il pericolo con fede, coraggio e serenità anche quando non c’è alcuna via di scampo. E’ la protettrice di coloro che si trovano “in pericolo di morte improvvisa dovuta al fuoco“.

Santa Barbara è la protettrice dei fedeli dai pericoli del fuoco, dai fulmini e dalle morte violente. Martire di Nicodemia, fu uccisa da suo padre, ucciso a sua volta subito dopo da un fulmine.

Sulle navi da guerra si dà comunemente questo nome al deposito delle munizioni. È un'antica denominazione tradizionale, scelta dalla gente di mare con l'intenzione di porre i depositi delle munizioni, che costituiscono indubbiamente un notevole pericolo, sotto la protezione della santa patrona dei cannonieri. I depositi delle munizioni sono generalmente situati nelle parti meno vulnerabili della nave. Quelli destinati alle artiglierie di grosso calibro sono sulla stessa verticale delle torri e comunicano con queste per mezzo di elevatori che scorrono entro speciali tubi corazzati; quelli per le artiglierie di medio e piccolo calibro sono generalmente collegati tra loro da gallerie longitudinali, nelle quali pescano gli elevatori, e sono suddivisi da paratie fornite di porte stagne.
Tutti i depositi sono divisi in varie camere, di forme e capacità diverse, dal ponte di protezione in giù. In generale i proiettili sono sistemati nel locale più basso: quelli di grosso calibro in pozzi di lamiera a pareti smontabili, incuneati in modo da assicurarli contro i movimenti della nave e da permettere al tempo stesso la loro facile sospensione mediante braghe mosse da carrelli idraulici o elettrici. Il trasporto dei proiettili dal calibro di 152 mm. in giù vien fatto a braccia.



Le cariche si conservano in appositi scaffali; gli elementi nei cartocceri: i bossoli e le cassette delle cartucce sono sistemati con opportuni chiavistelli mobili in scaffalature ad alveare e il loro trasporto si fa a mano. Per muovere cartocceri pieni di elementi si adoperano paranchi e carrelli che corrono su ferroguide fissate ai bagli del locale. Sopra ogni scaffale è disposto, ben visibile, un cartellino con tutte le indicazioni relative all'esplosivo in esso conservato.

Per tenere il deposito a un basso grado di temperatura si ricorre all'isolamento e alla refrigerazione dei locali. L'aria dei depositi viene cambiata con un iniettore e un estrattore: si ottiene così il raffreddamento del deposito e l'estrazione dell'aria viziata per le emanazioni di vapori nitrosi. Durante il ricambio d'aria i cartocceri si tengono aperti: è preferibile aerare i depositi durante le ore fresche e in giornate di bel tempo. La temperatura dei depositi viene mantenuta dagli 8° ai 30° C.; l'illuminazione elettrica si ottiene mediante fanali speciali ed è regolata con particolari norme per evitare corti circuiti. Ogni locale è messo in diretta comunicazione col mare: è fornito di valvole speciali per l'allagamento dei depositi in caso d'incendio. Ogni locale è pure fornito di almeno un apparecchio avvisatore d'incendio.

Il primo direttore del tiro, i suoi sottordini e il capo carico cannoniere con gli addetti ai depositi curano la scrupolosa osservanza delle norme per la conservazione e sicurezza del munizionamento della santabarbara e per le prescritte verifiche.



Genericamente si può dire che la polveriera è una particolare struttura adibita a deposito di munizioni, esplosivi, micce detonanti e artifizi vari, costruito e dislocato con particolari criteri al fine di evitare o quantomeno ridurre i pericoli di eventuali scoppi.

La polveriera può essere civile, contenendo anche giochi pirotecnici quali ad esempio i fuochi d'artificio, ma il termine è spesso utilizzato per indicare la struttura militare.

Essa infatti era il luogo dove venivano costituite le armi dell'esercito. Spesso queste strutture sono scavate all'interno delle montagne o al riparo di bunker. Ogni singola struttura doveva prevedere un ambiente asciutto e sempre ben aerato, oltre ad un tetto ben protetto dai fulmini. In una polveriera, il servizio antincendio era sempre tenuto come un servizio di primaria importanza.

L'invenzione della polvere da sparo e il conseguente utilizzo delle armi da fuoco nella guerra sul mare, fece sì che le navi, specialmente quelle da guerra, dovessero dotarsi di un locale adibito allo stoccaggio delle munizioni. L'abitudine di appendere all'interno di questi magazzini un'immagine di santa Barbara, che la tradizione indica come santa protettrice dei fedeli dal pericolo del fuoco, dei fulmini e, più in generale, delle morti violente, fece sì che il nome della santa divenisse anche il nome dato ai depositi.

Ancora oggi i depositi di armi sono comunemente chiamati Santa Barbara, come per scongiurare, per intercessione divina, il pericolo di esplosioni.



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