domenica 29 novembre 2015

LE CALENDE GRECHE



La frase "ad Kalendas Graecas soluturos" ("intenzionati a pagare alle calende greche") è attribuita, da Svetonio, all'imperatore Augusto, che ne avrebbe fatto uso di frequente per indicare persone che non intendevano pagare un debito.

«  nelle conversazioni quotidiane utilizzava spesso locuzioni curiose come ad esempio quando, per indicare quei debitori che non avrebbero mai pagato, disse che avrebbero pagato il conto alle Calende greche »
(Svetonio, Augustus, 87.)
Il significato di "mai" deriva dal fatto che le "Kalendae" esistevano solo nel calendario romano (il 1º giorno di ogni mese) e non in quello greco: protrarre un pagamento fino alle "calende greche" voleva dire riportarlo ad una scadenza inesistente.




Il dì delle calende era in modo particolare dedicato a Giunone, come le idi erano sacre a Giove. Così alle calende di febbraio si celebrava la feria di Giunone Sospita, il cui culto era originario da Lanuvio; quelle di marzo erano consacrate a Giunone Lucina, il cui tempio si ergeva sull'Esquilino. Nello stesso giorno cadevano le feste dette Matronalia, in onore di Bruto, uccisore e vendicatore di Lucrezia. Alle calende di giugno si solennizzava la dedicazione del tempio di Giunone Moneta, sull'arce capitolina, e in quelle di settembre si celebrava sull'Aventino la festa di Giunone Regina.

L'espressione è attribuita all'imperatore romano Augusto, il quale, secondo Svetonio, la utilizzava quando voleva fare riferimento a un pagamento che non sarebbe mai stato fatto. Le calende, nel calendario romano, infatti, corrispondevano al primo giorno di ogni mese, periodo durante il quale venivano normalmente regolati i debiti e i prestiti; nel calendario greco, però, le calende non esistevano. Con questa espressione, quindi, Augusto si riferiva a un momento che non sarebbe mai arrivato.
La stessa espressione è rimasta in tutte le lingue europee come riferimento a un fatto molto improbabile o rimandato a un futuro remoto, in tedesco esiste anche “Zu dem juden Weihnachten”, cioè “Al Natale Ebreo”, che ha lo stesso identico significato. Sembrerebbe che Elisabetta I, nel 1577, abbia risposto alla richiesta di Filippo II di Spagna di non appoggiare i ribelli olandesi, di riparare i conventi distrutti da Enrico VIII e di riconoscere l'autorità papale, “I vostri ordini, caro re, verranno eseguiti alle calende greche…”

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