domenica 1 novembre 2015

LE PIRAMIDI

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La Piramide fa parte di quel gruppo di figure geometriche il cui nome le è stato attribuito dai greci. Nell’antico Egitto era chiamata MR (pronunciato MER). I due segni consonantici sono ricchi di significato. Il prefisso M significa il luogo, ed R designa l’atto di salire: quindi luogo dell’ascensione. Alle sue origini la Piramide simboleggiava una scala, mezzo di tramite per la salita verso il cielo. In seguito sarà usata come tomba e il vocabolo MER finirà per designare qualsiasi tipo di sepoltura, un luogo che per gli Egizi era comunque sempre sede di gestazione e poi di resurrezione.

La base della Piramide è un Quadrato, che esprime il perfezionamento. Il 4 raddoppiato diventa 8, il numero di Thoth, della Conoscenza. Due quadrati formano un rettangolo, o quadrolungo, simbolo dello spazio organizzato, creato e sacralizzato. La simbologia del Quadrato è ricca, ed esprime il principio della progressione. È la figura geometrica della perfezione. Esso corrisponde alla terra, alla stabilità, alla sostanza, all’immutabilità. Il Mistero Divino si esprime attraverso 3 + 1 = 4 (3 è Dio, 4 il Mondo). I quattro Triangoli che partono dal quadrato di base della Piramide terminano con Uno, il piramidion (la sommità), ovvero il divino. Dio è Uno nella sostanza e tre nel mondo. Il simbolo quinario è basato sull’associazione del Quadrato e del suo Centro (4 + 1). Il centro è piramidion. In Egitto il Triangolo simboleggia la stella Sirio e la luce zodiacale. Inoltre esprime le radiazioni solari raffigurate da un fascio triangolare di raggi provenienti dal Sole. La Piramide concentra quindi il calore e la luce divina, canalizzandoli verso i corpi posti in essa (la mummia o l’iniziato), così che essi rinascano al momento della fusione di Osiride (il 4) con Ra (il 3).

Il termine piramide deriva dalla lingua greca pyramische significa letteralmente "della forma del fuoco" (da pyr-, "fuoco"). Alcuni storici ritengono che il termine greco a sua volta provenga dal termine egizio per-em-us che nel Papiro di Rhind è usato per rappresentare l'altezza della piramide (alla lettera "ciò che va su"); i greci, applicando la figura retorica della sineddoche (la parte per il tutto e viceversa), lo avrebbero poi usato per indicare l'intera opera monumentaria.



La piramide è stata utilizzata come tipologia in architettura soprattutto nei tempi antichi, in particolare in Egitto e da alcune civiltà precolombiane nell'America centrale. Nella cucina greca antica una torta di grano dalla forma piramidale era chiamata allo stesso modo.
 
La piramide, simbolo del Fuoco, è il luogo sacro per eccellenza dove si manifesta la divinità in forma di energia.
La Tradizione Ermetica ha conoscenza di questo significato, perciò da sempre il triangolo rappresenta la Trinità, ossia Dio Trino ed Uno. E l'occhio collocato nel suo centro simboleggia la forza di Dio in atto. Così ogni piramide ha quattro triangoli che identificano la forza della Creazione negli elementi: fuoco, acqua, aria e terra, appoggiati su una base quadrata che non è altro che il quaternario, ossia la manifestazione di Dio in questo piano. Allora se osserviamo una piramide e immaginiamo di vedere un occhio o un sole inserito nel centro, avremo una specie di accumulatore di energia cosmica che irradia ai quattro punti cardinali equilibrio, armonia e stabilità. Questa era una delle funzioni della grande piramide, una specie di faro cosmico che con la sua energia benediceva continuamente questo nostro pianeta, trasmutando le basse energie in "oro puro", migliorando la qualità della vita. In tutti i templi massonici l'occhio inserito nel Delta Sacro rappresenta il Grande Architetto dell'Universo ed è collocato ad Oriente.
I cavalieri Templari, che sicuramente erano a conoscenza di questo arcano, adottarono come loro simbolo egregorico la croce patente, che non è altro che una piramide aperta avente due funzioni: una di spandere energia e la seconda di far convergere l'energia al punto centrale, dove i quattro elementi si uniscono creando la Luce, che non è altro che la sublimazione degli elementi, o energia cristica che "toglie i peccati del mondo per la salvezza dell'Umanità", usando il linguaggio cristiano.
Perché questa grande piramide è così potente? Perché nelle sue "Viscere" racchiude una grande torre di granito chiamata Zed o Died, che non è altro che il fallo o colonna vertebrale di Osiride, che emana dal basso verso l'alto un grande e potente flusso energetico che arriva fino alle dimore degli dei stellari. Perciò la piramide è il simbolo più sacro che antiche culture ci hanno lasciato ed è il miglior dono per tutte le civiltà passate, presenti e future. Il secondo scopo della grande piramide è prettamente iniziatico ed era usato nella fase finale del percorso del neofita. Infatti questi, dopo aver superato le prove o viaggi negli elementi, bendato ed al buio, era guidato nell'ultimo viaggio dentro la piramide da un sacerdote, detto il Terribile, con la maschera del dio Anubis. La prima "stazione" era nella Camera Caotica dove l'iniziando entrava in diretto contatto con gli Amenti, sale che si trovano nel cuore della terra dove brucia il Fuoco del Tutto, Spirito di Vita, dove siedono coloro che guidano le forze vitali pesando e osservando il progresso dell'Umanità. Lì il neofita era autorizzato a proseguire per passare alla Camera della Regina o di Iside, dove l'energia femminile della Grande Madre attivava la parte corrispondente nel corpo fisico del candidato, ossia le sue acque sede delle emozioni e dei sentimenti. Una volta conclusa questa attivazione mancava l'ultima nella Camera del Re o sarcofago simbolico di Osiride. In quest'ultima fase il candidato, impressionato e tremante per le grandi emozioni subite, al buio era trascinato quasi curvo, piegato, genuflesso in quest'ultimo viaggio: era la giusta maniera di varcare quella soglia sacra, che mai nessun profano aveva penetrato, con umiltà e rispetto. Allora la guida, il terribile Anubis, come il Mercurio Psicopompo, o il nostro Caronte dantesco, porgeva loro la Coppa delle libagioni e faceva bere loro una bevanda particolare che successivamente procurava al neofita uno stato di sopore catalettico, così veniva adagiato dentro il sarcofago o culla; e dopo qualche istante il Terribile iniziava una cantilena del Libro dei Morti, procurando al candidato una uscita in astrale dal suo corpo, e questo, incanalato nei flussi energetici della Piramide, veniva "sparato" verso la costellazione di Orione, o quella di Sirio, le Dimore degli Dei, così questi in persona istruivano con il lume della propria saggezza divina il neofita. Alla fine lo stesso dio dava la consacrazione finale, e al rientro nel suo corpo, risvegliandosi, l'uomo non era più quello di prima, era un Figlio della Luce.




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