Simili metafore abbondano nelle mitologie orientali: il lupo celeste è il compagno della cerva bianca, che rappresenta la terra da cui nascono eroi e capi di alto lignaggio, tra cui, in Mongolia, il famoso Gengis Khan.
Nella nostra cultura il lupo è noto soprattutto per la sua ferocia e la voracitá aggressiva. Quasi tutti i bambini hanno vissuto l'emozione di una favola in cui compare il lupo cattivo, basti pensare alla nota "Cappuccetto Rosso", ma ce ne sono infinite altre, perché il lupo, già a partire dall'antichità, compare in molti miti e leggende.
Il terrore che incute questo splendido animale è atavico e universale: è associato al buio della caverna, all'abisso delle sue fauci fameliche, alle fitte pericolose foreste.
Nella nostra tradizione culturale ci sono tanti "detti popolari" che lo vedono protagonista, sempre nella sua veste spaventosa ("tempo da lupi", "fame da lupi"), oppure ne sottolineano l'aspetto pericoloso ("In bocca al lupo!"), o per la sua istintuale aggressività ("Il lupo perde il pelo ma non il vizio") e molti altri ancora che sembrano metterne in luce la selvatichezza e l'indomabilità quali caratteristiche solo negative.
Ma come tutti i simboli, anche il lupo ha una natura ambivalente: la sua gola è la caverna, l'inferno, la notte, l'antro pericoloso il cui passaggio, tuttavia, è necessario poichè porta alla liberazione.
Allora diventa l'aurora, come la luce iniziatica si rivela dopo la discesa agli inferi.
E' il babau con cui si minacciano i bambini, nonché la temibile bestia che nei secoli passati seminava il terrore e la distruzione nelle campagne; eppure, se lo conoscessimo meglio, sapremmo che è un animale molto più vicino all'uomo di quanto, ancora oggi, non si creda. Vive solo o nel branco, e quando si accoppia è un tenero "capo-famiglia" che alleva con dedizione la prole; monogamo, sta fedelmente accanto alla compagna fino alla sua morte.
Il lupo incarna la doppia veste di bestia selvaggia portatrice di morte e distruzione, e al tempo stesso iniziatore e portatore di conoscenza.
Quanto alla sua similarità con il cane che, anche geneticamente è suo antenato, il lupo è anch'esso psicopompo e sorveglia l'entrata del regno dei defunti.
Nei musei di Perugia e Volterra sono conservati dei vasi funerari etruschi raffiguranti il lupo che si affaccia dalla caverna in comunicazione con l'altro mondo. Le sue stesse fauci sono simbolo di quell'antro da cui non si fa ritorno… Spirito minaccioso, dunque, ma dotato di grande fascinazione per la potenza che, nel bene e nel male, suscita nella coscienza: come la luce esce dall'ombra, il lupo esce dalla tana e dal bosco.
Nella mitologia greca, come incarnazione di Marte, rappresentava il lato distruttore, mentre gli era attribuito un ruolo solare quando era simbolo di Apollo. Il bosco sacro che circondava il suo tempio era chiamato lukaion o regno del lupo; Aristotele vi teneva le sue lezioni: ecco l'origine della parola liceo.
Il lupo è dunque tramite e portatore di una conoscenza che viene dalle tenebre e dal regno delle ombre, per questo è pericoloso: evoca un'idea di forza a stento contenuta, è forse simbolo dell'esperienza archetipica con il numen, che, per definizione, è fuori dal tempo e non è assimilabile ad alcuna altra esperienza precedente.
Ed è così profondamente radicato all'inconscio da costituire il ruolo di iniziatore, riscontrabile anche nelle aree dell'Europa del Nord che hanno sviluppato dei miti in proposito.
In molte civiltà appare come genitore e fondatore e, in quanto tale, è associato all'idea di fecondità.
Una delle leggende a noi più vicine è quella di Romolo e Remo, i gemelli fondatori della città che diverrà il cuore stesso di tutta la Cristianità. Anche i Turchi affermavano di essere stati allevati da lupe e Aristotele racconta che la lupa Leto partorì i gemelli Apollo e Artemide. Anche Rea Silvia, prendendo la forma di una lupa, generò e allattò una coppia di gemelli.
Sono numerose le leggende che ruotano attorno al ruolo salvifico del lupo, tutt'uno con l'edificazione di una nuova città e la rinascita della coscienza.
Altre leggende particolari, anch'esse molto antiche, sono quelle che riguardano la licantropia, ovvero la metamorfosi, nelle notti di plenilunio, degli esseri umani in lupi.
L'esistenza di tali mostri ha ossessionato l'umanità per tutto il Medio Evo, e si cominciò a dubitare di essi solo nel XVIII secolo. Anche nella Bibbia c'è un esempio famoso: "la follia del lupo" prese anche il re Nabucodonosor.
In Spagna è la cavalcatura dello stregone, mentre le streghe, per recarsi al Sabba, portavano dei lacci di pelle di lupo.
Sempre nella tradizione popolare medioevale, al lupo appartiene la voracità, l'ingordigia, mentre la lupa diviene il simbolo della lussuria e della passionalità sfrenata.
La parola romana lupanaro, o bordello, proviene appunto dalle lupe, le prostitute. In ultima analisi, il lupo svolge, in Europa, lo stesso ruolo del giaguaro in Sud America: è la gola mostruosa (il buio) che inghiotte il sole (la coscienza), dinamica che, tuttavia può essere ribaltata se pensiamo al viaggio iniziatico che prevede l'inderogabile necessità per l'uomo di attraversare, per la sua stessa salvezza, il mondo degli inferi, per riportare la luce nella comunità umana.
Secondo i nativi americani i lupi non possono essere avvelenati poiché il loro sistema digerente espelle le sostanze nocive: il simbolo del lupo rappresenta quindi la capacità di saper discernere il pericolo, di operare per il bene della comunità di appartenenza e della tribù, l'abilità di trovare la strada giusta nella vita, per questo motivo compare spesso nei mandala curativi, sia come simbolo stilizzato che attraverso la raffigurazione delle sue impronte, presenta la stessa simbologia anche presso i Celti.
Tra i celti esisteva il lupo Fenrir figlio di Loki e della gigantessa Angrboda, fratello di Hel e del serpente Jormungandr, esso verrà incatenato strettamente sull'isola Lyngi, dove è condannato a latrare furiosamente fino alla fine dei tempi quando inghiottirà Odino, e verrà ucciso da Vidar figlio di Odino.
Il Lupo il pioniere, il precursore di nuove idee, che ritorna nel clan per insegnare e condividere la medicina.
Il Lupo prende una sola compagna per la vita, ed leale come il Cane.
Nella Nazione della Grande Stella, il Lupo viene rappresentato dalla Stella Cane, Sirio, la cui leggenda narra che fu la casa originaria dei nostri maestri nei tempi antichi. Secondo gli antichi egizi Sirio era la casa degli dei, e viene ancora considerata come tale dalle tribù dei Dogan in Africa. Era ovvio che i Nativi Americani esprimessero esattamente questo stesso collegamento ed adottassero le persone-Lupo come il clan dei maestri.
I sensi del Lupo sono molto acuti, e la luna il suo Potere Alleato: la luna il simbolo della energia psichica, o del inconscio che ha in s i segreti della conoscenza e della saggezza, e ululare alla luna potrebbe essere un’indicazione del desiderio del Lupo di mettersi in contatto con nuove idee che si trovano appena sotto la superficie della coscienza.
La medicina del Lupo da al maestro che in ognuno di noi, la forza di venire fuori, ad aiutare i figli della Terra a comprendere il Grande Mistero e la Vita…
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