Bomba d'acqua" è un termine giornalistico coniato dai mass media italiani come libera traduzione dell'inglese cloudburst (letteralmente "esplosione di nuvola"). Non è altro che un violento nubifragio in cui la quantità di pioggia caduta supera i 30 millimetri all'ora, o - secondo altri climatologi - quando le precipitazioni superano i 50 millimetri nell'arco di due ore.
Il termine corretto usato dai metereologi è, appunto, "nubifragio". Ma l'espressione bomba d'acqua si riferisce agli ingenti danni che questo eccesso di pioggia può causare nelle aree che colpisce: allagamenti, straripamenti, danni a tubazioni, alberi sradicati e traffico bloccato.
Le nuvole che danno origine alle bombe d'acqua si formano per la differenza di temperatura tra il suolo e il cielo. L'aria calda proveniente dal mare sale fino a incontrare correnti più fredde che, come sappiamo, la fanno condensare e facilitano la formazione di nubi temporalesche. Nel periodo estivo, quando le acque marine sono più calde, e nei primi mesi d'autunno, quando la temperatura dell'aria inizia a calare, questi fenomeni sono più frequenti perché la differenza tra masse d'aria (quella umida e calda proveniente dal mare e quella più fredda negli strati superiori dell'atmosfera) aumenta.
Sarebbe sbagliato sostenere che questo sia un fenomeno che riguarda solo gli ultimi anni. Ma senza dubbio i nubifragi sono aumentati, e la colpa è - ancora una volta - del riscaldamento globale. Dagli anni '70 ad oggi la temperatura dei mari è salita di quasi un grado, a causa del global warming. Acqua più calda significa maggiore umidità, e maggiore differenza di temperatura tra l'aria che sale dal mare e quella incontrata in atmosfera. Le nubi si fanno più "gonfie" di pioggia ed è più facile che rovescino tutto il loro "carico" in una sola tornata.
I rovesci temporaleschi si possono in qualche modo prevedere, ma la quantità di pioggia che scaricheranno è in un certo senso imprevedibile. Ci sono aree geografiche in cui, comunque, questo fenomeno è più frequente: in particolare le zone caratterizzate da rilievi situati in prossimità del mare, dove è più facile che si formino correnti ascensionali di aria molto calda che entrino a contatto con temperature più basse. Nel nostro Stivale, le bombe d'acqua si verificano più facilmente in Liguria e Toscana.
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