Col termine pederastia si indica una relazione, spesso anche di tipo erotico, stabilita tra una persona adulta e un adolescente, che avviene al di fuori dell'ambito familiare: il suo significato è pertanto del tutto distinto da quello di pedofilia (ossia il desiderio sessuale nei confronti di un/a bambino/a impubere), la cui pratica è perseguibile penalmente. Secondo la legge l'atto sessuale è illegale quando viene compiuto con una persona sotto l'età del consenso.
Occorre a tal riguardo tener sempre ben chiaro che, secondo le disposizioni di legge attualmente vigenti in Italia, l'intrattenere da parte d'un adulto un qualsiasi tipo di contatto intimo con minori di 14 anni è severamente proibito anche fosse consenziente; l'età minima a 13 anni riguarda invece esclusivamente i rapporti sessuali con persona minore di 18 anni: 14 anni è inoltre anche l'età richiesta per le relazioni omosessuali. L'età può salire anche fino a 18 però quando l'adulto ha una posizione di autorevolezza o potere sul minore (e che abusi di ciò), un insegnante ad esempio.
Nel caso in cui gli atti sessuali avvengano consenzientemente in cambio di denaro o altra utilità economica con un minore di 18 anni si ha il reato di prostituzione minorile (Art. 600-bis, comma 2 c.p.).
Alcuni autori nord-europei attribuivano innate tendenze pederastiche alle popolazioni meridionali del continente (italiani, spagnoli, greci): uno dei suoi maggiori teorizzatori fu Richard Francis Burton. Allo stesso modo Wilhelm Kroll nel 1906 afferma che "le radici della pederastia si trovano prima di tutto in un sentimento sessuale contrario alla norma, che è molto più frequente nelle regioni meridionali piuttosto che in paesi con climi più rigidi".
A partire dalla fine dell'Ottocento si è visto un progressivo aumento d'intolleranza sociale nei riguardi della pederastia: uno dei più grandi scandali a sfondo pederastico scoppiati in questo periodo, dopo il processo per sodomia nei riguardi di Oscar Wilde avvenuto nel 1895 (e considerato caso di pederastia), è stato quello che ha coinvolto l'industriale tedesco dell'acciaio Friedrich Alfred Krupp tanto da spingerlo al suicidio nel 1902. Era stato arrestato dalla polizia italiana mentre si trovava in vacanza a Capri, dove godeva della compagnia di una quarantina di ragazzini dell'isola.
Engels,come detto, stretto collaboratore di Karl Marx denunciava senza alcuna scusante gli antichi per la loro "l'abominevole pratica sodomitica, degradando i loro stessi Dèi e se stessi col mito di Ganimede". Tale conflitto polemico-ideologico coinvolse anche il movimento giovanile "Wandervogel" fondato nel 1896, lo stesso anno in cui la rivista Der Eigene andava in stampa per la prima volta.
Pubblicato da Adolf Brand questo periodico uscì ininterrottamente fino al 1931; si occupava di sostenere il ritorno alla pederastia classica come cura per la fiacchezza morale che sembrava oramai aver travolto l'intera gioventù tedesca. Influenzato da Gustav Wyneken anche l'associazione Wandervogel era di propensione piuttosto aperta nei riguardi delle tendenze omoerotiche, anche se indicativamente consigliava che questo tipo di affetto non dovesse arrivare ad esprimersi in maniera esplicitamente sessuale: l'accusa pubblica riguardava il fatto che il movimento alienasse i giovani uomini dalla compagnia delle donne.
Fino al 1970 le scuole pubbliche britanniche erano veri e propri conventi murati all'interno dei quali venivano educati ragazzi adolescenti, con una forte concentrazione ed interesse rivolta ai classici greci e latini ed hanno continuato ad essere "focolai di pederastia" per tutta la prima metà del XX sec. C. S. Lewis, collega di J. R. R. Tolkien e come lui autore di saghe fantasy, quando parla della sua vita al Malvern college riconosce che "la pederastia era l'unico contrappeso alle imposizioni e obblighi sociali, autentiche oasi di refrigerio in mezzo al deserto di bruciante ambizione competitiva che permea la società contemporanea".
Almeno fino agli inizi del XX sec l'amore per i ragazzi (pederastia) e l'amore per gli uomini (omosessualtà) hanno proceduto spesso di pari passo; fino alla seconda metà del Novecento riviste erotiche a destinazione gay offrivano volentieri immagini di giovani e ragazzi. Uno dei primi precursori riconosciuti delle prime battaglie e rivendicazioni per il riconoscimento dell'omosessualità all'interno della società è stato il pederasta André Gide.
Poco per volta però il movimento di liberazione omosessuale si verrà sempre più a distinguere dalla pederastia; difatti argomento principale per il riconoscimento ad esempio delle unioni gay è il libero arbitrio costitutivo di ognuno dei partner e quindi il diritto alla non ingerenza da parte della società nella sfera privata di due adulti; mentre gli adolescenti vengono raramente considerati come adatti per intrattenere un rapporto egualitario con un adulto.
Con la scomparsa di referenti socioculturali, leggi e costumi codificati che erano in grado di farne una modalità relazionale regolata, la pederastia ha assunto oggi una dimensione per lo più irregolare, potendo così dar luogo anche ad abusi, ad esempio in ambito familiare ed istituzionale come quello scolastico ed educativo in genere, ma anche religioso.
La censura a lungo applicata a tutto l'amore omosessuale, la stessa storia caotica e confusa della parola pederastia, la dimensione sempre più clandestina assunta dalle relazioni sentimentali e sessuali tra adulti e adolescenti ne fanno un argomento ancora molto poco conosciuto e mal definito, anche se non ha mai cessato di esistere.
Lo status giuridico della pederastia nella maggior parte delle nazioni del mondo è determinato dal fatto o meno che il ragazzo abbia raggiunto l'età del consenso in quel paese, ossia la libera autonomia nella scelta del partner sessuale. Attualmente in Italia, l'età minima del consenso è posta a 14 anni, a 13 solo nel caso i partner non abbiano una differenza d'età maggiore di tre anni (quindi, nel caso in cui entrambe siano minorenni e in cui il tredicenne compia quattordici anni prima che il più grande ne compia diciassette).
Secondo le disposizioni di legge vigenti, intrattenere un qualche rapporto di natura intima con un minore di 14 anni da parte di un adulto è sempre e comunque illegale (il fatto rientra pertanto nei casi di "atti sessuali con minorenni" e costituisce reato ai sensi dell'articolo 609-quater c.p.): In Italia, l'età del consenso è genericamente fissata all'età di 14 anni, senza alcun riferimento al genere dei soggetti (ciò contempla, quindi, sia atti di natura eterosessuale, sia omosessuale).
Il consenso è considerato valido a 16 anni quando si tratta del genitore adottivo, o il di lui convivente, il tutore che conviva con il minore, o che gli sia stato affidato per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza o custodia: con un'eccezione significativa riguardante la "persona d'autorità", se l'adulto ha cioè un qualche potere sopra il ragazzo (con "abuso di potere relativo alla propria posizione"), ad esempio sia un insegnante od un parente, nel qual caso l'asticella dell'autonomo e libero consenso viene innalzata fino alla maggiore età, 18 anni: il consenso del minore non si considera nel tal caso ancora validamente prestato.
Sono infine considerati aggravanti i rapporti sessuali compiuti con minori di 10 anni, e in questo caso sono sempre perseguibili d'ufficio.
La legge che regola l'età del consenso può variare, anche notevolmente, da paese a paese, dai 12 anni della Bolivia ai 13 del Giappone, ai 14 per quanto riguarda i rapporti omosessuali in Italia, ai 16 negli Stati Uniti e fino alla proibizione categorica d'intrattenere rapporti sessuali di qualsiasi tipo prima del legittimo matrimonio nei paesi islamici più tradizionalisti.
Ad accrescere la confusione contribuisce il fatto che negli Usa, dove l'età del consenso in diversi Stati è assai più alta che in Italia (16 o 18 anni), è invalso l'uso (apologetico) di distinguere le pratiche sessuali illegali con giovani adulti anche se consenzienti. "Pedofilia" indica l'attrazione erotica verso minorenni impuberi mentre "pederastia" indica la pratica erotica con minorenni puberi. Per esempio sarebbe "pederastico" il rapporto con persona di 17 anni in uno Stato in cui l'età del consenso è di 18 anni.
In Italia si aggiunge la possibilità di distinguere il rapporto pederastico vero e proprio dalla sola e semplice attrazione di un adulto verso un ragazzo o ragazza pubere. Per descrivere la sola attrazione di persone adulte verso persone puberi ma ancora non maggiorenni è utilizzato, anche se in disuso, il termine "efebofilia". Al contrario "pederastia" è usato per indicare specificatamente il rapporto sessuale tra i due.
È da far notare che gli Usa inoltre hanno a lungo discriminato fra rapporti sessuali eterosessuali e omosessuali, relegando il fenomeno della pedofilia alla sola sfera omosessuale (e giustificando le leggi antiomosessuali col bisogno di proteggere i minorenni dai "pederasti").
In Italia invece, l'età del consenso (di norma 14 anni, ma può salire a 16 o addirittura a 18, oppure scendere a 13 nei casi sopra indicati) non s'identifica con la maggiore età (18 anni); essa inoltre è identica sia per i maschi sia per le femmine e, soprattutto, sia per i rapporti eterosessuali che per quelli omosessuali
Secondo la chiesa cattolica il vangelo scritto da Marco viene dettato da Pietro, pertanto l'interpretazione ufficiale appare artificiosa e pretestuosa.
Dice Marco: "...tutti fuggirono. Vi fu però un giovinetto che lo seguiva avvolto in un lenzuolo sul corpo nudo. Lo presero. Ma lui lasciato il lenzuolo scappò via nudo".
Appare abbastanza evidente cosa facesse un fanciullo nudo di notte con Gesù nell'orto al momento della cattura.
Questo episodio non viene riportato da nessun altro evangelista a testimonianza come fosse importante per le pulsioni pederastiche di Marco attribuirne degli accenni anche al Gesù di cui stava scrivendo. Probabilmente quell'episodio o è ritenuto irrilevante dagli altri evangelisti (se non pericoloso) o è un'iniziativa personale di Marco il voler sottolineare le predilezioni sessuali pederastiche di Gesù.
Un sacerdote sa perfettamente come l'immagine di Gesù nei vangeli ufficiali sia quella di un pederasta, ma se ne guarda bene da diffonderne il sospetto. Un sacerdote cattolico deve il suo ruolo, il suo stipendio e il suo tenore di vita all'organizzazione cattolica. Questa giustifica il proprio ruolo sociale in quanto emanazione e gestore della parola di Gesù, dio egli stesso. Se l'immagine del Gesù dio si dimostra diversa da quella che la chiesa cattolica intende far credere, la chiesa cattolica perde le ragioni teologiche e morali sulle quali fonda il proprio dominio, anche se le restano sempre le ragioni economiche.
Per questo motivo la chiesa cattolica ha sempre coperto l'attività pederastica dei suoi preti e la violenza sui bambini. Questa è emanazione degli insegnamenti di Gesù di Nazareth tant'è che nessun apostolo era sposato (salvo l'episodio della suocera di Pietro che può far pensare che Pietro fosse, o fosse stato, sposato) e nessun apostolo aveva figli. Dunque, anche se la chiesa cattolica cerca di imporre il celibato, anche a preti con pulsioni sessuali etero dentro la chiesa cattolica la gerarchia è dominata da individui che praticano una sessualità finalizzata al dominio e al possesso che nei confronti dei bambini diventa pedofilia e pederastia. Anche quando non mettono in atto nessuna pulsione, esprimono un profondo odio per la donna salvo che per la figura di madre e serva (loro madre e loro serva).
La chiesa cattolica combatte il desiderio dell'Essere Umano femminile di autodeterminazione per costringerla a diventare madre ad ogni costo costringendola a partorire impedendogli, compreso il ricorso alla violenza, di abortire.
La chiesa cattolica vuole costringere la donna ad annullarsi togliendole i suoi diritti di individuo sociale e violentando la sua intelligenza nel Sistema Sociale. La chiesa cattolica vuole annullare la donna esattamente come Gesù amava i fanciulli che si annullavano sottomettendosi.
Potete negare le interpretazioni partendo dalla disciplina che la legge civile, uscendo dall’orrore cristiano, ha imposto alla chiesa cattolica, ma le interpretazioni si legano a fatti espressi in 1500 anni di storia cattolica rispondendo ai medesimi insegnamenti dottrinali che ancor oggi si impongono sui bambini. La storia e i fatti dimostra come l'interpretazione qui data sia rispondente alla realtà: al concetto dei teologi ripulito dalla propaganda per diffondere agli Esseri Umani sottomessi l'orrore portato da Gesù di Nazareth.
Di tutti quei comportamenti i cattolici sono responsabili. La pratica della pederastia e della pedofilia è un reato di cui si macchiano tutti cattolici in quanto non è la scelta del singolo cattolico delinquente, ma è imposta dalla chiesa cattolica come obbedienza ai suoi testi sacri. In tutti gli atti sessuali censurati come "peccato" o "proibiti" dalla bibbia, non viene censurato il reato (o peccato se preferite) di pederastia e pedofilia dei padri nei confronti dei figli. La bibbia e i vangeli sono i libri sacri dei cristiani che non applicano le regole al loro dio, ma solo alle persone sottomesse. I cristiani sono responsabili di pratica di magia nera, perché la magia nera è arte della sottomissione. I cattolici sono responsabili di delitti contro l'umanità sia quando esprimono quei comportamenti in prima persona sia quando, attraverso il condizionamento educazionale, costringono le persone alla sottomissione o distribuiscono il diritto a sottomettere.
L'intera ideologia dei vangeli è fatta in modo tale da costruire sottomissione. Questa sottomissione è l'arte con cui una setta separa gli Esseri Umani dalla società in cui vive. Quando la setta si impossessa della società deve impedire ogni respiro di libertà. Così sono i non cristiani (i Pagani, qualche ateo, sempre pronto a prostrarsi a richiesta) che ritengono che stuprare un bambino per sottolinearne il possesso sia una cosa abietta. Il pensiero cristiano è organizzato per sottomettere l’uomo alla fede nel dio padrone. E’ organizzato per strappare all’uomo la sua capacità critica. Il pensiero cristiano fa della sottomissione, per cui della violenza sessuale alle donne e dello stupro dei bambini, un mezzo con cui sancire il proprio potere e il proprio dominio sul singolo individuo e sulla società tutta. In tutta la giurisdizione cattolica la donna come oggetto di possesso è uno dei motivi ricorrenti tant'è che la violenza coercitiva cattolica nel tentativo di ricostruire la schiavitù dell'Essere Umano femminile ha combattuto ferocemente il divorzio prima e l'aborto oggi.
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