sabato 3 ottobre 2015

IL KAMASUTRA

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Il Kama Sutra consta di 36 capitoli, organizzati in sette libri e 64 parti, ognuna delle quali scritta da un esperto nel rispettivo campo.

Il Kama Sutra contiene un totale di 64 posizioni sessuali anche rappresentate. Hanno diversi nomi, come ad esempio quelli degli animali o delle azioni degli animali. Vatsyayana credeva che ci fossero otto modi di fare l'amore, moltiplicati per otto posizioni per ognuno. Nel libro queste sono note come le 64 Arti. Il capitolo che elenca le posizioni è il più famoso e per questo è spesso scambiato per l'intera opera.

Tuttavia, solo circa il 20 per cento del libro è dedicato alle posizioni sessuali. Il resto è una guida su come essere un buon cittadino e parla delle relazioni fra uomini e donne. Il Kama Sutra descrive il fare l'amore come un'unione divina. Vatsyayana credeva che il sesso in sé non fosse sbagliato, a meno che non lo si facesse frivolmente. Il Kama Sutra ha aiutato le persone a godere dell'arte del sesso in maniera più profonda e può essere considerato una guida tecnica al godimento sessuale, oltre a provvedere ad una descrizione dei costumi e delle pratiche sessuali dell'India di quei tempi.

Il Kama (in sanscrito piacere o benessere) non è infatti percepito come un peccato, ma è uno dei quattro scopi della vita (purushartha).

La traduzione inglese più conosciuta del libro è quella del 1883 di Sir Richard Burton. L'edizione italiana di riferimento è quella data alle stampe dalla casa editrice Adelphi a cura di Wendy Doniger e Sudhir Katar nel 2003.



Il fine dichiarato dell'opera è quello di trattare dell'amore che viene posto al terzo posto nella scala dei valori del " trivarga ":al primo posto vi è il rispetto di Dio e della morale e al secondo la cura degli affari. Il Kamasutra vuole portare armonia e felicità nel pieno rispetto della religione, della morale, della vita sociale ed economica, nulla da vedere con amori turbinosi che distruggano le leggi morali e la società.

Qualcuno ha voluto vedere in esso aspetti di parodia, quasi una opera scritta con un sorriso furbesco. Ma non pare che questo sia il tono generale dello scritto che è stato considerato sempre opera seria, parte di una biblioteca etica e religiosa nella quale la tradizione indu la ha sempre inquadrata.

L'opera è rivolta a un pubblico socialmente elevato, ricco e raffinato: chiaramente i poveri si arrangino come meglio possono. E' scritta per tutti, uomini e donne e anche e soprattutto per le ragazze che si apprestano al matrimonio. Notevole che vengono poste sullo stesso piano sia le esigenze sessuali maschili che quelle femminili.

E' importante per una donna raggiungere una sostanziale conoscenza del Kamasutra prima del matrimonio. Durante gli anni della fanciullezza il corpo di una donna è sufficientemente flessibile per apprendere le posture e tutte le altre arti relative al Kamasutra, ma nella giovine età esse diventano troppo timide per rispondere a quelle posture. Dopo il matrimonio esse dipendono dai loro mariti che si aspettano che le loro mogli siano sufficientemente istruite nel Kamasutra.

L'opera fu tradotta in inglese alla fine dell'800 ma recentemente è stata fatta una nuova traduzione dall'originale che, si dice, sia più fedele all'originale in quanto non più legata ai pudori dell'età vittoriana .

Nella prima parte vi è un'introduzione nella quale si parla della necessità di imparare le arti dell'amore: in essa sono comprese attività come il cantare, suonare, danzare, disegnare, adornare altari, preparare decorazioni e fiori.

Si precisa che l'amore, se praticato con una vergine della proprio casta secondo le leggi della Sacre Scritture ( praticamente nel matrimonio regolare ) procura figli legittimi e buona fama : se fatto al di fuori di esso esso procura solo piacere ma non viene proibito.

Nella seconda parte,che è quella che ha maggiormente ha interessato l'Occidente si parla del modo di trarre piacere dall'amore e delle famose posture.

Gli uomini e le donne vengono divisi in tipi denominati con nomi di animali: gli uomini possono essere lepri, toro e cavalli, le donne daino, puledre ed elefanti. Combinando abbiamo quindi sei tipi di unioni fondamentali.

Si tratta poi di vari tipi di carezze e di baci. Si descrivono vari tipi di amplessi ma si conclude con il dire che quando poi "la ruota dell'amore gira non c'è regola che tenga".



Nella terza parte si tratta di come conquistare una donna. Si consiglia nel caso di matrimonio con una vergine di aspettare per ben 10 giorni dopo le nozze e quindi cominciare lentamente con delle delicate carezze fino a che la donna si senta pronta, senza mai forzarla e rispettandone sempre il pudore.

Si parla inoltre del corteggiamento e dei riti matrimoniali.

Nella quarta parte si danno precetti su come deve comportarsi una moglie, in particolare durante l'assenza del marito e nel rapporto con le altre mogli. Si ricorda che in Oriente, a differenza del mondo mussulmano, vi è un gerarchia fra le mogli.

Nella quinta parte si parla di come conquistare le mogli degli altri e anche come una moglie possa ingannare il proprio marito. Qui vi è certamente un imbarazzo da parte degli indu a giustificare queste azioni certamente contrarie alla morale ma sono cose che succedono, si dice, anche se non dovrebbero succedere. La migliore prevenzione alla infedeltà viene considerata la soddisfazione nell'intimità.

La sesta parte parla del mondo delle cortigiane. All'epoca esse avevano pure un ruolo riconosciuto nella società.

La settima e ultima parte tratta delle sostanze che avrebbero dei poteri afrodisiaci: la scienza moderna la considera del tutto priva di valore scientifico.

Se nella civiltà orientale abbiamo quindi una chiara esplicitazione degli aspetti sessuali dell'amore, nella civiltà occidentale invece abbiamo quella che in tempi recenti è stata definita la "congiura del silenzio" : gli aspetti propri della sessualità vengono taciuti, avvolti nel silenzio. In genere l'atto sessuale non viene indicato esplicitamente ma con un eufemismo: giacere, stare a letto,stare insieme, conoscere (termine biblico) e infiniti altri più o meno allusivi che assumono un significato sessuale solo dal contesto del discorso. Il grado di silenzio varia a seconda le epoche: nel mondo greco era meno accentuato che in quello romano , in genere nel mondo classico meno forte che in quello cristiano,e contrariamente quello che generalmente si crede, nel medioevo si era molto più espliciti che in età moderna. Forse l'età di maggiore censura è stato l'Ottocento nella cosi detta Età Vittoriana. Abbiamo quindi una notevole varietà di situazione: tuttavia anche nelle epoche più "liberali" operava una rigida censura: abbiamo nei miti greci tante situazioni erotiche che scandalizzarono fortemente i cristiani ma in effetti non abbiamo mai descrizioni di atti sessuali. Vero è che non mancano pitture di atti sessuali ma questi restano sempre in situazione particolari:a Pompei, ad esempio, si trovano nel lupanare a scopo evidentemente "promozionale".

Diversa la situazione in Oriente: la tendenza generale non è quella di nascondere i particolari dell'atto sessuale che vengono raffigurati non solo nei lupanari ma anche nei templi: inimmaginabile una cosa del genere in una chiesa cristiana.




Nella civiltà occidentale il comportamento della moglie deve essere improntata alla "pudicizia". Il modello prevalente della donna impone che essa dimostri disinteresse al rapporto sessuale in sè,che presenti sempre una certa resistenza, una certa riluttanza . Se acconsente al rapporto sessuale deve mostrare che non è per il piacere che gliene può derivare ma per amore o per dovere o per il desiderio di maternità. I riti antichi del matrimonio (come quelli romani) che simulavano il ratto avevano probabilmente questo senso: la sposa non vorrebbe lasciare la casa paterna, ha paura del rapporto con l'uomo ma deve cedere alla forza.

In questo contesto la donna non deve essere e soprattutto mostrarsi esperta nella sessualità. La moglie "onesta" si abbandona semplicemente ai desideri del marito, essere esperta nell'arte di amare è cosa da prostituta. E infatti solo ad esse veniva insegnata questa arte.

Talvolta le conseguenze potevano essere molto spiacevoli: qualche marito si sentiva insoddisfatto delle propria sposa, casta e virtuosa ma fredda e trovava soddisfazione invece in donne molto meno virtuose ma tanto più esperte: ciò fece la fortuna delle etere greche, delle cortigiane rinascimentali, delle "mantenute" dell'800. A volte l'uomo veniva e sentirsi come diviso fra due donne: la moglie virtuosa che stimava e che metteva su un piedistallo ma ma da cui non si sentiva attratto e l'amante che disprezzava e che metteva nel fango ma che lo attraeva irresistibilmente (la donna fatale,la rovina famiglia, la divoratrice di uomini delle cui figure è piena la letteratura occidentale ).

L'atteggiamento delle donne in Oriente era molto diverso. Una sposa doveva innanzi tutto essere in grado di attrarre il marito , era una questione prioritaria. il suo primo e fondamentale compito. Una moglie non in grado di soddisfare il proprio marito era una donna fallita, non poteva sperare nulla dalla vita matrimoniale.
Il problema era acuito dalla poligamia. Nel mondo mussulmano esiste anche la poligamia ma ognuna delle mogli è protetta (almeno in teoria) dal precetto coranico che ognuna delle spose deve essere trattata allo stesso modo anche nel campo dell'intimità. Ma in Oriente vi era una gerarchia fra le mogli : il marito sceglieva e si lasciava influenzare da quella che conquistava maggiormente il suo amore o, più concretamente, da quello che gli dava maggiore soddisfazione.
La moglie occidentale era protetta dalla sua unicità, le altre non potevano essere "donne" ma solo "donnacce": in Oriente essa doveva battere la "concorrenza" sempre più accanita con il salire della scala sociale e il conseguente aumento del numero delle mogli concorrenti.

In Occidente per essere una buona moglie bastava la castità, in Oriente essa non bastava, bisognava essere innanzi tutto una buona amante.
Va notato che in Oriente anche l'uomo doveva imparare l'arte di amare per dare soddisfazione alla propria sposa. In Occidente invece l'uomo non sentiva affatto questo dovere: la sessualità sembrava un fatto proprio di pertinenza maschile, in questo campo nulla era dovuto alle donne e nulla era da loro richiesto.
Anzi fino a tempi recenti molti supponevano che una donna non provasse alcun piacere particolare dalla sessualità : gli uomini facevano l'amore per il piacere, le donne solo dovere o per calcolo, provar piacere era cosa da sgualdrina.
Nessuna obiezione quindi al matrimonio fra ragazze giovanissime e vecchi decrepiti: date le premesse sembrava cosa perfettamente " normale".

Alla diversità sensibilità e alla diversa figura della moglie corrispondeva un diverso tipo di educazione impartita alle fanciulle destinate a divenire spose. Sia in Occidente che in Oriente veniva richiesta ovviamente la verginità: ma in Occidente la fanciulla non doveva conoscere nulla che riguardasse il sesso mentre in Oriente una tale conoscenza era un aspetto fondamentale della sua educazione.
In Occidente non si parlava mai, in generale, esplicitamente di sesso ; in modo particolare non se ne parlava davanti ai ragazzi e soprattutto con grandissima cura si evitava l'argomento con le fanciulle. In verità nel medioevo i discorsi erano abbastanza liberi ed espliciti. ma in seguito la censura sull'argomento divenne sempre più stretta .



Questa situazione giunse all'acme probabilmente nell'800 nella cosi detta "Età Vittoriana" in cui ogni accenno, seppure indiretto, alla sessualità era considerato sconveniente. Poteva capitare che le ragazze giungessero alla fatidica "prima notte" senza sapere bene in che cosa consistesse l'atto sessuale. Ma l'ideale femminile era propria la "ingenuità": si badi come il termine "ingenuus" in latino indicasse persona di famiglia libera (in opposizione a "servile" cioe schiavi e ex schiavi".) ma il termine venne poi a indicare persona che non sa nulla del sesso proprio come si conviene a una ragazza di "buona famiglia".
In Oriente invece una educazione sessuale, o meglio l'arte di amare era appresa dalle fanciulle come parte dell'educazione al matrimonio: si apprendeva l'arte di tener bene la casa (cucinare, cucire disporre i fiori ecc) ma anche l'arte di amare che era tanto importante per le riuscita di un buon matrimonio.
Anche l'uomo doveva prepararsi: ma dato la sua posizione di forza e il campo tanto più ampio della sua azione le sue abilità sessuali erano meno importanti. Alla fine un uomo poteva avere più donne, affermarsi nella politica o nell'economia: ma una donna se fallita come moglie non aveva nessuna prospettiva, non poteva trovarsi un altro uomo o dedicarsi a altro. non le restava altro se non invecchiare tristemente.

Alla "congiura del silenzio" e alla emarginazione di tutto ciò che concerneva il sesso non contribuì solo e tanto il moralismo quanto l'insorgere di quel fenomeno che viene generalmente definito "amore romantico".
Nel cosi detto "amore classico" la donna è vista come la "madre": una moglie ha tanto più pregio quanti più figli, e possibilmente maschi, riesce a procreare. E' questo il compito che le viene affidata, è questo il suo posto nella società , i figli sono i suoi gioielli, come si espresse la leggendaria Cornelia. Da questo punto di vista il sesso era cosa importante e fondamentale. Con l' "amore romantico" invece viene in primo piano non la " madre" ma l' "amore". Gia nel 1300 con l' "amore cortese" abbiamo una idealizzazione della donna che da procreatrice di figli diventa espressione della bellezza, della nobiltà, anche tramite a Dio . Dante non pensa di sfiorare nemmeno con il pensiero l'intimità di Beatrice e nemmeno "gli occhi ardiscono di guardare". Ma si trattava di donna ideale. ben distinta dalle sposa reale. Invece nell'800 in età romantica nasce l'idea dell'amore inteso come sentimento profondo, infinito, eterno.
La sessualità diviene un aspetto del tutto secondario, un volgarizzazione e materializzazione di un qualcosa di ben più profondo e assoluto. Le eroine di Shakespeare non aspettano molto per raggiungere il rapporto sessuale che, evidentemente, considerano la sola vera espressione di amore: Giulietta si concede dopo solo un giorno a Romeo sia pure dopo un regolare matrimonio e Desdemona fugge con Otello senza troppo indugio. Ma le eroine romantiche sono bel diverse. Nel "Cyrano de Bergerac" tutti i protagonisti non sembrano minimamente far riferimento al sesso: Rossana consuma la sua vita nel ricordo di un uomo con il quale ha scambiato solo un bacio, Cyrano ama tutta la vita una donna alla quale poi ha nascosto il suo amore. Analogamente in Foscolo Jacopo Ortis si uccide per la disperazione dell'amore infelice per Teresa che comunque non ha mai sfiorato.

Lo stesso ideale della bellezza femminile cambia: non più la donna di forme sode e robuste, dai fianchi larghi, capace di partorire molti e sani figli ma donna sottile, pallida, flebile, magari come nella "Signora delle camelie " segnata da una malattia mortale. In questo contesto evidentemente tutto quello che riguardava la materialità del sesso suonava volgare, stonato.

Per questo motivo la maggiore censura riguardo gli argomenti sessuali si ebbe proprio in età romantica : sembrava che l'amore fra un uomo e una donna non avesse nulla a che fare con il sesso, che nel matrimonio stesso la sessualità fosse un fatto del tutto accidentale, quasi insignificante.
L'ideale dell'amore romantico non è stato mai conosciuto presso i popoli dell'Oriente: ogni amore fra un uomo e una donna è stato visto sempre come concretizzato solo nell'atto sessuale. Non viene quindi affatto concepito quell'amore romantico cosi profondamente radicato nella nostra tradizione culturale. Non avrebbe senso quindi un amore cosi detto " platonico" : amore e sessualità coincidono,il termine Kama può essere tradotto sia come amore che come piacere,e allora non c'è motivo di credere che parlare di sessualità sia cosa sconveniente, volgare.

Sin dall'antichità vi erano stati rapporti fra Oriente e Occidente ma erano radi e indiretti. Alla fine del 500 gli Europei giunsero in Oriente ma solo pochissime persone, mercanti e missionari, avevano la possibilità di rapporti culturali. Solo nell'800, in effetti, con lo sviluppo della comunicazione e con il colonialismo, gli Europei cominciarono a venire realmente in contatto con quelle antiche civiltà . Essi si trovarono di fronte a aspetti culturali che essi non riuscivano proprio a concepire. Immaginate una Lady di età vittoriana che in India vede scolpito in un tempio indu un rapporto sessuale, in un tempio, si badi, non su qualche lurido muro dei bassifondi. Immaginate il suo stupore, e anche la sua indignazione: si trattava proprio di popoli barbari, avrà pensato. Noi non potremmo certo aspettarci che in un a chiesa cristiana fosse dipinto un amplesso sessuale e che in un libro di etica si trovassero descrizione di posizioni nei rapporti sessuali.

Anche attualmente noi occidentali vediamo nel kamasutra un libro osceno o per lo meno della morale "aperta", come si usa dire. Basta vedere come in rete al termine Kamasutra siano associati un numero enorme di siti sexy e pornografici: su Google digitando questo termine si trovano più di 1.200.000 siti per la stragrande maggioranza a carattere "hard".



In realtà si tratta di un errore di prospettiva degli occidentali. Per gli orientali libri come il kamasutra non sono affatto libri immorali ma fanno parte del patrimonio culturale, rientrano in collane di testi etici e religiosi. Questi testi sono considerati per i motivi che abbiamo sopra enumerati come testi di insegnamento necessari al buon andamento del matrimonio e della famiglia. Le tradizioni orientali nel campo dell'etica sessuale non sono affatto permissive, sono rigide almeno quanto quelle occidentali, anche se seguono regole diverse (dovute soprattutto alla poligamia). L'adulterio, lo stupro sono condannate, il pudore e la sacralità della famiglia esaltate non meno che in Occidente. L'impressione che noi occidentali abbiamo di disordine morale e se, si preferisce, di "mancanza di tabu" è solo dovuta a una diversa prospettiva.




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