lunedì 12 ottobre 2015

LA CHIAVE DI VIOLINO



La chiave di violino, o chiave di sol, è un segno convenzionale che fissa la posizione della nota sol sulla seconda linea del pentagramma. Tale Sol è precisamente quello posto una quinta giusta sopra al Do centrale.

Viene chiamata così perché il violino normalmente legge in tale chiave.

Il simbolo è una evoluzione grafica della lettera G, che nel sistema di notazione letterale precedente (le sillabe guidoniane) corrisponde appunto alla nota Sol. Se accompagnata da un piccolo "8" in alto, il tutto va eseguito un'ottava sopra; se accompagnata da un piccolo "8" in basso, un'ottava sotto. Quest'ultima particolarità si trova frequente nelle annotazioni di pezzi per voci maschili. Insieme alla chiave di basso è la chiave normalmente più utilizzata nella notazione musicale. Le note della chiave di sol sono: mi-sol-si-re-fa nei righi e: fa-la-do-mi negli spazi.

Quando la chiave di Sol è posizionata sul primo rigo è nominata chiave di violino francese.

Questo tipo di chiave è caduto in disuso ed era in passato utilizzata per flauto e violino, in particolare in Francia nel XVII e XVIII secolo.

Chi ama la musica e fa di essa la musa ispiratrice di tutta la sua vita non può che scegliere come tatuaggio la chiave di violino. Molto di moda tra le star della musica nazionale e internazionale, basta pensare a Rihanna o Emma, la chiave di violino rappresenta l‘enorme passione verso la musica in ogni sua forma. Solitamente come tatuaggio non è di grandi dimensioni ed è unito spesso ad alcune note o pentagrammi.



L’arioso FA, suono dolce e morbido che vibra nella zona del cuore e dei polmoni, prelude all’eterico SOL che risuona nel centro della gola con una vibrazione sottile e potente: qui il silenzio si apre alla possibilità di creare con le qualità degli elementi inferiori. Il sol è la quinta nota (la dominante) della scala maggiore di Do e se ascoltiamo una campana tibetana che vibra su questa frequenza sapremo come il suo suono avvolge, penetra ed eleva nello stesso tempo.
La chiave di sol è un punto di riferimento della scrittura musicale, un segno che fissa la posizione della nota sol nel secondo rigo del pentagramma utilizzando un simbolo che altro non è che una G in corsivo derivata dall’alterazione di questa lettera dell’alfabeto gotico nel corso del tempo.

La chiave di sol prende quindi il nome dalla sua nota di riferimento, utilizzata come nota base per definire la posizione di tutte le altre note. Viene chiamata anche chiave di violino o di canto perché rappresenta l’estensione del violino, ossia tutte le frequenze raggiungibili da quello straordinario strumento e perché si usa per il canto in generale. Come qualsiasi chiave fornisce la possibilità di accedere a un codice interpretativo, può aprire o chiudere una porta e può quindi agevolare l’accesso a un nuovo spazio sonoro o impedire una sonata inopportuna.
Considerando i nadi che attraversano i nostri chakra maggiori come un potenziale pentagramma possiamo applicare a Vishudda la funzione della chiave di sol, là dove il suono si sublima e assume un ritmo purificante, capace di armonizzare frequenze altrimenti dissonanti.

Il ritmo è il battito cardiaco che integra e unifica le varie parti di un sistema. Il chakra della gola è la chiave che consente di accedere a un codice interpretativo che riguarda altri spazi della coscienza, più ampi e più astratti. È questo il luogo in cui comincia a esprimersi un linguaggio che trascende i normali sensi fisici e apre la via alla comunicazione con una coscienza più elevata. Il gioco delle vibrazioni reciproche porta ad un costante adattamento che finisce per trasformare la dissonanza tra l’Inferiore e il Superiore “ in armonia di colore e tono, finché si abbia la nota tonica della materia, la terza maggiore della Personalità allineata, la quinta dominante dell’Ego, seguite dal pieno accordo della Monade o Spirito”.

La quinta nota dominante, Sol, riguarda i livelli causali. “Quando l’uomo sia giunto a conoscerne la chiave, ed abbia trovato il suo proprio sotto-tono, farà risuonare la Parola Sacra con esattezza e così perverrà allo scopo desiderato; il suo allineamento sarà perfetto, i corpi saranno puri, il canale libero da ostruzioni, e sarà possibile l’ispirazione superiore. Questa è la meta di ogni vera meditazione e può essere ottenuta con l’uso corretto della parola.” Vuol dire creare attraverso la pratica meditativa e il corretto uso di mantra un accordo stabile e armonioso. Le vibrazioni armoniche riversano i loro benefici effetti in tutti gli atomi di materia che ci compongono, migliorando progressivamente la nostra musica e accordandola alla sinfonia della vita, giorno dopo giorno.





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