lunedì 7 dicembre 2015

LA STELLA DI BETLEMME

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« Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella (tòn astéra en têi anatolêi) e siamo venuti per adorarlo".
All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.
Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele".
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".
Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella (o astér), che avevano visto nel suo sorgere (en têi anatolêi), li precedeva (proêghen autoús), finché (eôs) giunse e si fermò sopra (estáthe epáno) il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.
Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. »   (Matteo 2,1-12.16)
Come si può constatare, il racconto biblico non corrisponde esattamente alla comune tradizione popolare cristiana e contiene, invece, utili dettagli che occorre sottolineare:

Il testo non specifica quanto tempo dopo la nascita di Gesù fossero arrivati a Betlemme i Magi, né che Gesù e i suoi si trovassero ancora nel ricovero di fortuna (la "stalla") dove aveva avuto luogo il parto. Dal vangelo secondo Luca sappiamo che Giuseppe, Maria e Gesù rimasero a Betlemme almeno 40 giorni, cioè sino alla Presentazione al Tempio. La visita dei Magi e l'immediatamente successiva fuga in Egitto dovrebbero aver avuto luogo dopo questo evento, in contrasto con la tradizione liturgica, che lascia solo dodici giorni fra Natale ed Epifania. Questa posizione è sostenuta da alcuni autori che hanno proposto l'armonizzazione degli eventi raccontati dai Vangeli;
Non si dice né che i Magi fossero re, né quale fosse il loro numero e il loro nome;
Il termine "magi" indica l'appartenenza a una casta sacerdotale di astrologi zoroastriani, il cui centro più importante era Babilonia. Le parole en têi anatolêi (= "al suo sorgere") possono anche essere tradotte "in Oriente", rafforzando l'indicazione della provenienza dei Magi (a oriente di Gerusalemme c'era Babilonia e più in là la Persia);
Alternativamente la traduzione di en têi anatolêi come "in oriente" potrebbe indicare che la stella splendeva a est. Dato che più tardi, a Gerusalemme, la stella risulta splendere a sud, questa traduzione favorirebbe l'interpretazione della stella come una cometa;
Matteo, però, usa il termine "astér", più adatto per una stella che per una cometa;
Il testo non dice affatto che i Magi siano arrivati a Gerusalemme seguendo la stella, ma soltanto che la vista della stella li indusse a cercare notizie alla corte di Erode sulla nascita di un re dei Giudei;
Solo grazie ai Magi Erode fu informato della nascita di Gesù. Ciò potrebbe indicare che l'interpretazione dello (o degli) eventuali eventi astrologici non era ovvia per gli astrologi ellenistici, mentre era più chiara per quelli caldei.
I Magi "provarono una grandissima gioia" perché la posizione della stella corrispondeva proprio alla direzione di Betlemme, non perché fosse ricomparsa dopo un temporaneo occultamento. Il testo non afferma, ma non esclude, che la stella sia rimasta ininterrottamente visibile per tutto il viaggio (come necessario se fosse stata una cometa o una nova);
La stella splendeva a sud di Gerusalemme (questa, infatti, è la direzione di Betlemme);
Non si afferma neppure che la stella si sia fermata sopra la capanna (come nei presepi), ma solo che si trovava sopra la località di Betlemme;
L'indicazione che la stella stava sopra il luogo dove si trovava Gesù può avere molti significati. In testi coevi l'indicazione estáthe epáno è utilizzata per comete la cui coda è diretta verso l'alto. Secondo Mario Codebò, infine, il testo greco è ambiguo e potrebbe essere tradotto in modo completamente diverso da quello solito (inaugurato nella traduzione latina di San Gerolamo). Ad esempio il vangelo di Matteo potrebbe semplicemente dire che l'aurora sorse proprio quando i Magi arrivarono a Betlemme (la stella, quindi, non si fermò ma scomparve per la troppa luce);
L'uccisione di tutti i bambini di età inferiore ai due anni indica che l'evento o la sequenza di eventi significativi era iniziata ben due anni prima.



Evento celeste enigmatico che ha fatto speculare per più di duemila anni, la Stella di Betlemme è stata araldo della nascita del Messia. Per secoli santi, studiosi e astronomi si sono interrogati su questo corpo celeste. Era una cometa? Una supernova? Una congiunzione di pianeti, forse in una costellazione? Una luna o un pianeta nano catturato brevemente dalla gravità terrestre? Un pianeta o una stella fluttuante? Era un corpo celeste che sfidava le leggi note della fisica e della natura, come l'eclissi del primo Venerdì Santo? O aveva un'origine divina come la gloria shekinah che ha portato i figli di Israele fuori dall'Egitto all'epoca di Mosè?

Questa stella era stata preannunciata nell'Antico Testamento: “Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele, spezza le tempie di Moab e il cranio dei figli di Set, Edom diverrà sua conquista e diverrà sua conquista Seir, suo nemico, mentre Israele compirà prodezze. Uno di Giacobbe dominerà i suoi nemici e farà perire gli scampati da Ar” (Numeri 24:15-19).

La Cometa di Halley passa vicino alla Terra ogni 76 anni; è apparsa nei cieli notturni nell'anno 12 o 11 a.C.. Visto che si pensa che Gesù di Nazareth sia nato tra il 7 e il 4 a.C., queste apparizioni precedono di troppi anni quella data, e quindi la Cometa di Halley non poteva essere la stella. La maggior parte degli studiosi e degli storici ritiene che Erode il Grande sia morto nel marzo del 4 a.C., il che di per sé elimina la Cometa di Halley come possibilità.

Gli astronomi cinesi e coreani hanno registrato una cometa rispettivamente nel 5 e nel 4 a.C., nella costellazione del Capricorno. Sono state osservate per 70 giorni e si è notato che “non si muoveva” (i cinesi la chiamavano “sui-hsing”, o stella con una coda piangente. Per i coreani era una “po-hsing”, o stella a cespuglio).

Nel suo dipinto dell'Adorazione dei Magi, Giotto ritrae una cometa come Stella di Betlemme; Giotto aveva visto la Cometa di Halley nel 1301. Anche se il Padre della Chiesa Origene (che cadde nell'eresia) affermò “Riteniamo che la stella che venne vista in Oriente fosse una nuova stella, diversa da qualsiasi altro corpo planetario ben noto, sia quelli nel firmamento in alto che quelli nell'orbe più in basso, ma che partecipava della natura di quei corpi celesti che appaiono a volte, come le comete…”

Nel mondo antico, ad ogni modo, le comete venivano viste come oscuri presagi. Nel 66 d.C., la Cometa di Halley venne registrata da Flavio Giuseppe come qualcosa che “incombeva su Gerusalemme come una spada insanguinata”; quell'anno iniziò la prima guerra ebraico-romana. È improbabile, quindi, che una cometa potesse essere vista dagli antichi come portatrice di buone notizie – la nascita del Messia. Sicuramente i Magi non si sarebbero rallegrati vedendo una cometa.

La Stella era una congiunzione planetaria, forse in una costellazione significativa per gli antichi? Il famoso astronomo Giovanni Keplero propose questa teoria nel 1614, quando determinò che nel 7 a.C. si erano verificate tre congiunzioni dei pianeti Giove e Saturno.

Keplero, tuttavia, pensava erroneamente che una congiunzione planetaria potesse creare una supernova. In quell'anno, Saturno e Giove erano abbastanza lontani, per cui non sarebbe stato possibile notare una congiunzione di questo tipo.

Oggi sappiamo che nel 6 a.C. c'è stata una congiunzione di Marte, Giove e Saturno, e che nel 3 a.C. Giove e Venere si sono avvicinati nella costellazione del Leone. Giove si è avvicinato anche alla stella Regolo alla fine del 3 e nel 2 a.C.. Anche se c'era una serie di congiunzioni planetarie e stellari nella cornice di tempo accettata come quella della nascita di Gesù, questa teoria deve essere respinta malgrado il significato che aveva per gli astronomi e gli astrologi dei tempi antichi.

In primo luogo, le congiunzioni non erano e non sono così rare. In secondo luogo, la Bibbia usa specificatamente il singolare, parlando di “stella”, e non il plurale. In terzo luogo, sia la Bibbia che la Chiesa condannano l'astrologia e l'idea che le stelle guidino il nostro destino. Deve esserci stato qualcosa di straordinario e insolito in questa stella perché San Matteo la menzionasse nel suo Vangelo.

La possibilità che la Stella di Betlemme fosse una supernova o un'ipernova è affascinante. Una supernova è un'esplosione di una stella gigante massiccia che può brillare con lo splendore di oltre dieci miliardi di soli; un'ipernova è ancor più brillante. La supernova avvistata nel 1054 – ironicamente lo stesso anno in cui la Chiesa cattolica e quella ortodossa si sono separate – e ora chiamata “Nebulosa Granchio” era abbastanza brillante da poter essere vista di giorno. Le supernove che si possono vedere ad occhio nudo sono piuttosto rare, e questo supporta la teoria per la quale la Stella fosse questo fenomeno, naturale anche se raro.

Il problema è che a parte la possibile comparsa di una supernova nell'anno 5 a.C. (anche se la maggior parte degli osservatori ha stabilito che era una cometa), la prima osservazione nota e registrata di una supernova risale al 185 d.C. da parte degli astronomi cinesi; oggi è conosciuta dagli astronomi come il guscio gassoso RCW 86. Una supernova lascia anche una nubulosa visibile agli astronomi su certe zone del cielo, e non se ne trova nessuna che potesse trovarsi nella regione di Betlemme. Quasi 200 anni in ritardo, senza aurora evidente – questi fattori escludono che questa supernova fosse la Stella di Betlemme.



Probabilmente la spiegazione più convincente da un punto di vista scientifico è la teoria di un pianeta o stella errante. Noti anche come pianeti vaganti, pianeti nomadi, pianeti orfani o pianeti interstellari, sono sfere extraterrestri che non sono mai state catturate dalla gravità di una stella o che sono state vittime di un'espulsione cosmica dai sistemi solari in cui si sono formate. Continuano a vagare nella galassia senza meta. Finora gli astronomi hanno scoperto una manciata di questi pianeti e ce ne sono molti altri. Il più vicino alla Terra è WISE 0855–0714, a circa sette anni luce di distanza. Si pensa che le stelle vaganti o intergalattiche siano il risultato di collisioni di galassie che proiettano stelle nella vastità dello spazio; sono state osservate nella costellazione della Vergine. L'unico problema riguardo a questa teoria è che un pianeta o una stella vagante non potrebbe arrivare sufficientemente vicino alla Terra senza “sconvolgere” l'atmosfera, i i venti e gli oceani – tutti eventi geofisici importanti di cui non vi è traccia nel passato, anche se, se fossero sufficientemente brillanti, potrebbero essere visti da una ragguardevole distanza.

Altri elementi interessanti da notare: le tre stelle che compongono la cintura della costellazione di Orione (Alnitak, Alnilam e Mintaka – arabe in origine) sono spesso chiamate “I tre re” o “I Magi” in onore degli uomini che venivano da lontano. In una chiara notte nell'emisfero settentrionale, questa costellazione può essere vista nel cielo meridionale invernale. Se seguite la linea della cintura di Orione verso sud, vedrete la luminosissima stella blu Sirio (anche nota come Stella del Cane), la più brillante stella del cielo notturno. È come se i Magi stessero seguendo la “Stella di Betlemme” per sempre.

Nella settimana di Natale, l'Ammasso Alveare (in latino il Presepe, alveare, Mangiatoia) nella costellazione del Cancro può essere osservato nel cielo orientale, mentre la costellazione del Cigno (la Croce del Nord) può essere vista in occidente. È l'unico periodo dell'anno in cui la Mangiatoia e la Croce possono essere viste in cielo nello stesso momento.

La dicitura comunemente più diffusa per indicare la stella di Betlemme è la contraddittoria stella cometa, che accorpa due corpi celesti completamente dissimili tra loro: la stella è di grandi dimensioni, si trova a enormi distanze dal sistema solare e nel firmamento appare fissa e puntuale; la cometa è di piccole dimensioni, si trova all'interno del sistema solare e nel firmamento appare mobile e con una forma e dimensione non puntuale.

La storicità del racconto è discussa. Storici non-cristiani e alcuni biblisti cristiani lo vedono come un dettaglio di un racconto midrashico di carattere haggadico. Altri biblisti cristiani ne ammettono la veridicità storica. Altri identificano la stella con una triplice congiunzione di Giove, Saturno e Marte verificatasi nel 7 a.C. nella costellazione dei Pesci.

Già nell'antichità le opinioni dei cristiani erano discordi, anche perché le opinioni dei filosofi sulla natura dei corpi celesti erano confuse. Secondo il filosofo ebreo Filone di Alessandria e prima di lui Platone e gli Stoici, le stelle "sono creature viventi, ma di un genere interamente spirituale". Perfino Aristotele espresse giudizi contraddittori sull'argomento. L'identificazione delle stelle con gli angeli traspare in molti testi biblici o della letteratura giudaica. Perciò diversi padri della chiesa, fra cui Giovanni Crisostomo, non videro alcuna contraddizione nel fatto che una stella, cioè un angelo, scendesse in terra a guidare i Magi sino alla stalla di Gesù, secondo la narrazione popolare e in analogia alla guida data a Israele durante l'Esodo (14,19; 23,20; 32,34; 33,2.

Una linea di pensiero completamente diversa compare in Origene di Alessandria, che sostenne che dovesse trattarsi di un evento naturale e non miracoloso. San Gerolamo, poi, combatté l'idea che le stelle potessero essere angeli e finalmente nel 553 il Concilio di Costantinopoli II escluse tassativamente che i pianeti o le stelle potessero avere un'anima.

La maggior parte degli esegeti antichi, quindi, interpretarono la stella come un fenomeno celeste inanimato, naturale o portentoso, ma senza identificarlo con una cometa. Nell'iconografia cristiana antica, infatti, la stella non è mai rappresentata con la coda. L'esempio più antico è un affresco delle Catacombe di Priscilla (III-IV secolo).

La comune rappresentazione a forma di cometa e la dicitura "stella cometa" risalgono al fatto che Giotto, impressionato dal passaggio della Cometa di Halley nel 1301, la disegnò appunto come una cometa dalla lunga coda nella Cappella degli Scrovegni a Padova. A partire dal XV secolo il particolare ha avuto una straordinaria fortuna artistica, in particolare nelle rappresentazioni della Natività e del presepe.

La coda risponde al desiderio di rappresentare un oggetto celeste che indichi una direzione, in accordo con la lettura popolare del testo evangelico.

La presenza di una stella alla nascita di Gesù è un simbolo messianico. Il riferimento biblico è la profezia di Balaam su una stella, che sarebbe spuntata da Giacobbe Nm 24,17. Benché la stella sia stata spesso identificata col Re Davide, già prima della nascita di Cristo alcuni ebrei l'avevano identificata col Messia. Nel secondo secolo Origene ed Ireneo di Lione richiamarono questa profezia proprio in relazione alla Stella di Betlemme. L'identificazione messianica è ancora più chiara nella versione dei LXX (quella normalmente utilizzata dagli evangelisti), in cui lo "scettro", che sorge in Israele, è tradotto in greco con "uomo".

In accordo con la profezia di Balaam, il tema della "luce" compare in molte altre profezie tradizionalmente applicate al Messia, fra cui quella a cui questo passo è maggiormente collegata Is 60,1-6.

Il carattere "nazionalistico" della profezia di Baalam potrebbe essere il motivo per cui la stella non compare nel vangelo di Luca, diretto ai "gentili" e agli ebrei ellenizzati.

Alcuni biblisti moderni seguono tuttora le tesi di Giovanni Crisostomo sopra delineate, integrandole con il metodo storico-critico di lettura dei testi biblici: la stella di Betlemme, quindi, potrebbe essere una invenzione narrativa appartenente al genere letterario ebraico del midrash. Il narratore avrebbe semplicemente voluto affermare in modo indiretto che Gesù era il Messia annunciato dall'Antico Testamento e avrebbe utilizzato a questo scopo gli stessi elementi simbolici usati dai profeti, senza probabilmente avere né la consapevolezza, né l'intenzione di introdurre elementi soprannaturali, che secoli dopo  molti lettori avrebbero considerato inverosimili.

Gli indizi astronomici utilizzati per spiegare la narrazione del vangelo di Matteo sono di due tipi: eventi astronomici eccezionali di grande effetto visibile come il passaggio di una cometa o il formarsi di una supernova oppure congiunzioni planetarie di speciale significato astrologico.

Queste ultime spiegherebbero meglio come i Magi abbiano potuto capire di doversi recare proprio a Gerusalemme, dato che l'orientamento di ogni stella o evento astronomico rispetto ai punti cardinali cambia continuamente per effetto della rotazione terrestre; solo la stella polare resta fissa. Un evento astronomico naturale, quindi, non potrebbe indicare la direzione da Babilonia a Gerusalemme e infatti solo per il brevissimo tratto fra Gerusalemme e Betlemme (8 km) Matteo dice che la stella "precedeva" i Magi, indicando che essa si trovava in direzione sud nell'ora di approssimata durata dell'ultimo tratto di viaggio.

L'ipotesi di un evento eccezionale è in accordo con la descrizione fornita dal Protovangelo di Giacomo, uno scritto apocrifo del secondo secolo, secondo cui la Stella era “tanto brillante da far scomparire le altre stelle”. La fonte, tuttavia, non è sufficientemente attendibile da considerare vincolante questo dettaglio. Un evento eccezionale, inoltre, sarebbe stato notato da tutti ed Erode non avrebbe avuto bisogno di chiedere ai Magi la data precisa di inizio dell'evento. L'evento eccezionale, se davvero ebbe luogo, deve essere stato preceduto da altri eventi astronomici, il cui significato era comprensibile solo da astrologi.

L'ipotesi che la stella di Betlemme fosse una cometa, o qualcosa di simile, risale a Origene, che non si basa su tradizioni precedenti, ma suppone che si sia trattato di una nuova "stella", cioè di un evento eccezionale, probabilmente allo scopo di non deviare dal rifiuto della pratica astrologica, consueto fra i cristiani. Origene cita il perduto trattato "Sulle comete", scritto dal precettore di Nerone, Cheremone, secondo il quale era prassi accettata che l'apparizione di comete o nuovi astri segnalasse la nascita di importanti personaggi ed era quindi plausibile che i Magi si fossero messi in viaggio al suo apparire.

Alcuni studi, invece, hanno trovato traccia di esplosione di supernove:

Nel 1977 un gruppo di ricercatori inglesi (Clark, Parkinson e Stephenson) hanno rilevato che gli annali astronomici cinesi registrano nel marzo del 5 a.C. l'apparizione di un oggetto brillante, probabilmente una nova, che rimase visibile per circa 70 giorni tra le costellazioni dell'Aquila e del Capricorno. Si tratta quasi certamente di un oggetto rilevato anche dagli astronomi coreani, anche se le loro registrazioni contengono imprecisioni, dovute verosimilmente ad errori di trascrizione. Se i Magi si misero in viaggio dalla Mesopotamia al suo apparire, poterono raggiungere la Giudea in aprile/maggio: in quel periodo, all'alba era visibile da Gerusalemme in direzione sud, cioè verso Betlemme, in perfetta corrispondenza con il racconto evangelico.
Una recente ipotesi suggerisce che la stella di Betlemme fosse una supernova o una ipernova, le cui tracce sono state scoperte nei pressi della galassia di Andromeda. La datazione di questo evento non è attualmente possibile, ma potrebbe diventarlo col progresso della tecnologia. Frank Tipler, però, osserva che una supernova in Andromeda spiegherebbe in modo letterale un aspetto misterioso del vangelo di Matteo: il fermarsi della stella proprio sopra Betlemme. Il "fermarsi" indicherebbe il raggiungimento dello zenit, istante in cui la stella cessa di fornire una indicazione direzionale.

A titolo illustrativo, riassumiamo alcune possibilità:

David Hughes e più recentemente Simo Parpola collocano tutti gli eventi nell'autunno del 7 a.C.; la nascita di Gesù sarebbe avvenuta in corrispondenza alla congiunzione equinoziale (6 ottobre), mentre l'arrivo dei Magi sarebbe da collocarsi in corrispondenza all'ultima congiunzione nei primi giorni di dicembre. Il pregio di questa proposta è che essi avrebbero osservato a Gerusalemme proprio un nuovo verificarsi dell'evento che avevano osservato in patria in accordo con Mt 2,10. Dato che la prima congiunzione si era verificata solo sei mesi prima, resta incerto il motivo per cui Erode avrebbe fatto uccidere tutti i bambini di Betlemme con meno di due anni;
Michael Molnar enfatizza solo gli eventi del 6 a.C. e il ruolo di Giove, collocando la visita dei Magi nel dicembre di quell'anno;
Per diversi autori, fra cui più recentemente Colin Humphreys, gli eventi del 7 e del 6 a.C. avrebbero avuto solo un ruolo di "allerta astrologica", mentre la nascita di Cristo avrebbe avuto luogo solo in coincidenza con (o poco dopo) la cometa/supernova del marzo 5 a.C. Dato che la "cometa" fu osservata dagli astronomi cinesi per 70 giorni, i Magi ebbero tutto il tempo per osservare la sua prima comparsa, decidere di mettersi in viaggio ed arrivare a Gerusalemme entro i due mesi successivi. Questa soluzione spiega il comportamento di Erode, al prezzo di introdurre due eventi, mentre il vangelo parlerebbe solo del secondo.
Proviamo, infine, a collocare la Natività il 25 dicembre del 6 a. C., una data il cui anno raccoglie grande consenso fra gli storici e il cui giorno accontenta anche i credenti tradizionalisti. Alcuni dei dati astronomici sopra discussi si collocano nella narrazione biblica come segue:
settembre-ottobre 7 a.C.: Annuncio dell'angelo a San Zaccaria e concepimento del Battista; avvio della catena di eventi che conduce alla nascita di Gesù (circa 180 giorni prima del concepimento di Gesù secondo Luca);
congiunzione di Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci (la congiunzione astrologicamente più importante perché anche il sole era allineato con la terra e i pianeti, pur trovandosi nella costellazione della Vergine).
marzo-aprile del 6 a.C.: Annunciazione a Maria e concepimento di Gesù (circa 266 prima del Natale);
Nel febbraio Marte raggiunge Giove e Saturno nella Costellazione dei Pesci, congiunzioni di Marte con Saturno e di Giove con la Luna e successivo occultamento di Giove da parte della Luna nella costellazione dell'Ariete (17 aprile).
2 febbraio del 5 a.C.: Presentazione al Tempio, durante la quale Simeone il Vecchio pronuncia il Nunc dimittis (40 dopo Natale per obbedire la legge mosaica), seguita in data imprecisata dalla visita dei Magi;
L'esplosione di una supernova (o la comparsa di una cometa) in marzo annuncia ai Magi la realizzazione della profezia significata dalla misteriosa triplice congiunzione di due anni prima, spingendoli a partire per Gerusalemme; la profezia di Michea e la luce della stella li guidano a Betlemme. Erode uccide tutti i nati dall'avvio della triplice congiunzione (maggio 7 a.C.).
Altre sette congiunzioni, molto significative dal punto di vista astrologico, ebbero luogo negli anni 3-2 a.C (cioè nei due anni antecedenti la presunta data di nascita di Gesù secondo la tradizione cristiana connessa con la storia). Tre di esse implicarono sempre Giove, con la stella Regolo della costellazione del Leone, anch'essa un simbolo regale. Altre, verificatesi sempre nei pressi di Regolo, implicarono Venere e altri pianeti, fra cui Marte e Mercurio.

Particolarmente interessante è la congiunzione di Giove con Venere verificatasi il 17 giugno del 2 a.C. Essa si verifico nella costellazione del Leone (simbolo della tribù di Giuda seconda la Genesi Gen 49,9) e precisamente nei pressi di Regulus (nome che significa "piccolo re"). Se essa viene interpretata come un'indicazione celeste del concepimento di Gesù, la sua nascita cadrebbe circa alla Pasqua del successivo anno 1 a.C. (6 aprile). Una nascita in occasione di questa festa, quando tutti i giudei dovevano recarsi a Gerusalemme, spiegherebbe come mai non si trovò posto per Giuseppe e Maria a Betlemme (Luca 2,7) e si accorderebbe con il pernottamento all'addiaccio dei pastori meglio di una nascita in dicembre.

Tra le varie rappresentazione del periodo natalizio, una delle più curiose è la Stella di Miranda a Terni che risulta essere la rappresentazione della stella cometa più grande al mondo con i suoi 105 metri di diametro esterno della stella, 305 metri di lunghezza della coda per una superficie complessiva di 30000 metri quadri.



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