giovedì 3 settembre 2015

LA DUE FACCE DELLA MEDAGLIA

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Le origini del testa o croce sono molto lontane nel tempo. Già nell'antica Grecia troviamo l'"Ostrakinda" (gioco del coccio, o della conchiglia) un passatempo per ragazzi. Due avversari coloravano la faccia esterna di una conchiglia di nero, e lasciavano bianca quella interna. Uno dei due lanciava quindi in aria la conchiglia, mentre l'altro doveva indovinare quale faccia (nera o bianca, la formula greca era "nux kai hemera", giorno o notte) essa mostrasse una volta a terra.
Il termine "testa o croce" deriva dalle sagome che erano frequentemente utilizzate sulle facce di molte monete (appunto, una testa ed una croce). Questo sistema di estrazione è comune in molte culture, con un nome generalmente derivante dalle raffigurazioni sulle facce dei conii dei singoli paesi. Nell'antica Roma, il testa o croce veniva praticato come gioco, ed era denominato "navis aut caput" (nave o testa), dal momento che su (alcune) monete romane era rappresentata una nave (su di una faccia), e la testa dell'imperatore (sull'altra). Analogamente, il nome inglese head and tail (letteralmente testa o coda) deriva probabilmente dalla moneta da dieci centesimi di sterlina, su cui erano rappresentate la faccia del monarca regnante, ed un leone araldico con la coda ritta. In Germania, il sistema è chiamato Kopf oder Zahl (testa o numero), poiché su di un lato della moneta era indicato il valore della stessa. In Irlanda, si usa il nome heads or harps (teste o arpe), dal momento che questo strumento musicale è spesso rappresentato sulle monete (anche sull'attuale euro irlandese). Analogamente, in Brasile il testa o croce è detto cara ou coroa (faccia o corona), in Messico águila o sol (aquila o sole), in Russia орёл или ре́шка (orël ili reška, aquila o simbolo sul verso), in Bosnia testa convertibile o croce convertibile, ad Hong Kong 公定字 (testa o parola, infatti sul conio di Hong Kong, il valore delle monete è scritto per esteso).

Testa o croce è divenuto un modello di casualità per antonomasia, vista appunto la natura aleatoria del risultato del lancio della moneta. Nella cultura popolare espressioni come è un testa o croce, riferite ad esempio ad un evento, sono utilizzate per rimarcare la forte imprevedibilità dello stesso, spesso in connessione ai rischi relativi a tale mancanza di certezza.



Ci sono tre modi in cui è possibile guardare la moneta. Tre diversi punti di vista: da sopra, da sotto e di lato. Ora immaginiamo che la stiate guardando nel modo più comune, cioè da sopra; ciò che probabilmente il vostro sguardo incontra è, a parte il caso che abbiate scelto una moneta molto particolare, una raffigurazione di una testa che comunemente viene denominata “testa”, oppure un disegno qualsiasi che comunemente viene chiamato “croce” proprio per differenziarlo dalla testa.Guardandola da sopra, vediamo la “testa”. giriamola vediamo la “croce” mentre di lato non riusciamo a distinguere alcuna figura significativa.
E ora arriva la domanda chiave:

Qual è il lato vero, testa o croce?
O ancora peggio:
Qual è la faccia giusta della moneta?

Il primo riguarda il paradosso esistente tra la libertà di scelta e il condizionamento umani.
Il secondo riguarda due bisogni fondamentali di ogni essere umano: quello di essere unito agli altri e quello di trovare una propria identità che gli permetta di differenziarsi dagli altri. Il bisogno di essere unito, non solo, non separato, non fuori da una relazione con altri esseri umani è necessario; basti pensare che senza il contatto con gli altri un essere umano non può divenire tale, prova ne è il famoso caso in cui vennero ritrovate due bambine che abbandonate, vennero allattate e cresciute dai lupi: esse si comportavano assolutamente come delle lupe.
E anche il bisogno di trovare una propria identità, conoscere chi si è, le proprie peculiarità, ciò che profondamente fa sì che io sia io e non un altro, è un bisogno necessario quanto il precedente. Senza ciò ci dissolviamo, ci perdiamo nell’assenza di limite e definizione, così che gli altri diventano un pericolo terribile in quanto possono mangiarmi, ferirmi con un nonnulla, invadermi con una parola o con uno sguardo, tanto fragile è la pelle psicologica che mi separa da essi.
Allora il bisogno di essere uniti agli altri è innegabilmente importante. E il bisogno di separarsi lo è altrettanto. Essere uniti e essere separati sono uno l’opposto dell’altro, e anche questo è vero.
Comunque la mettiamo, non possiamo vedere assieme le due facce della moneta, siamo costretti a vederne una alla volta. Ma il fatto che si vede croce non significa che testa è falso, sbagliato, una invenzione di qualcuno, qualcosa da eliminare, solo perché non si riesce a vederlo. Il fatto che si riesce a vedere testa non significa che croce sia l’unica verità, che sia la cosa giusta.
Ma forse i problemi più grossi nascono quando cerchiamo, invano, di spiegarci la realtà, tutta la realtà, sulla base di testa, cioè cercando di eliminare la croce. Cerchiamo di piegare la realtà al nostro bisogno di confermare la teoria, il filtro che ci piace in quel momento.
Altre volte ci incaponiamo e vogliamo a tutti i costi “essere tutti di un pezzo”, senza contraddizioni, senza sbavature, crediamo in una ipotetica perfezione visibilmente unitaria e luminosa, chiara ed evidente a tutti nella sua ovvia bontà e purezza, e crediamo di doverla raggiungere o di poterla raggiungere. E se non ce la facciamo crediamo di dover forzare ancora di più la mano, la prossima volta andrà meglio.
Qualsiasi cosa, invariabilmente, è come una moneta che ha due lati, entrambi veri e reali, che però spaventa molto le persone in quanto le mette di fronte alla complessità del reale, che invece di offrire paradisi di sicurezza ed unicità, fatalmente dispiega oceani di polarità, diversità e contraddizione.
Un altro parametro fondamentale per la comprensione della attribuzione di valore alle cose é il punto di vista dal quale le osserviamo. Ognuno di noi ha delle idee precostituite sulle cose, ognuno ha un suo punto di vista sul sesso, sul potere, sul mangiare. Ad esempio ci sono coloro che pensano che: “É giusto mangiare per vivere e non vivere per mangiare”, e altri pensano che: “E se levi anche questo alla vita, cosa resta?”. Di fatto è molto difficile non avere una idea sopra un qualcosa che conosciamo, ma ciò che più conta è quanto profondamente crediamo ad essa: possiamo crederci ciecamente, esserne quasi completamente sicuri, crederci un po', avere dei dubbi, non crederci affatto. I punti di vista sono importantissimi per quanto riguarda il nostro vissuto soggettivo, cioè cosa proviamo, sentiamo, e addirittura percepiamo, e riguardo alle scelte di vita che compiamo in ogni momento.
A ben pensare, ogni nostro pensiero delimita, definisce, cataloga, costringe un aspetto della realtà in dei margini, in dei confini arbitrari.
Ci sono tre grossi attori nel processo dell’attibuire significato a qualcosa: la cosa in sè, il contesto, il punto di vista dal quale si osserva.

Le cose in sè non sono né cattive buone. Tutte le cose sono come le monete, hanno due lati, uno positivo e uno negativo.
Ciò che più di ogni altra cosa rende di fatto le cose positive o negative è il contesto con il quale esse hanno relazione.
Oltre alle cose, le quali hanno in sè sia lati positivi che negativi, e al contesto con il quale esse sono in relazione, per il vissuto soggettivo la cosa più importante è il punto di vista dal quale esse vengono osservate.




Prima o dopo nella vita tutti abbiamo avuto un amico o un’amica dalla doppia faccia, qualcuno i cui pensieri e sentimenti non sono mai davvero chiari o, peggio, sembravano l’esatto contrario di ciò che realmente sono. Quando cala la maschera e scopriamo il vero volto di quello che credevamo un amico, la delusione e il senso di tradimento possono essere molto forti, soprattutto se avevamo investito molto in quel rapporto e credevamo nell’amicizia che ci legava a quella persona.

Esistono persone cattive nella nostra società, persone che nella loro vita hanno saputo solo criticare, infangare, offendere... Senza però mai provare a costruire qualcosa di veramente buono. Esistono persone che sbandierano in ogni occasione la bandiera della Pace ma alla fine cercano costantemente la guerra.

Esistono persone che giudicano solo per il piacere di "esserci", solo per aggiungere una voce al loro gruppo ristretto e chiuso. Gruppo che è, tra l'altro, destinato a restare piccolo, chiuso e arrogante. Esistono persone che gridano "venduto" a persone totalmente sbagliate, a persone che non vendono le proprie idee nemmeno per un arricchimento personale totale. Eppure esistono queste persone, persone che meritano di restare dove sono, con le loro depressioni e con i loro problemi esistenziali.

Esistono persone che vedono il male dappertutto, e se non lo vedono se lo inventano, lo spacciano affinché qualcuno ci creda davvero. Esistono persone che sono malati di protagonismo e di questo accusano proprio gli altri che li circondano. Esistono persone che chiamano mafiosi chiunque gli sta attorno e che non accetta le sue opinioni. Esistono persone che hanno la doppia personalità, la doppia faccia, la doppia ignoranza.

Esistono persone che pensano che "esistono" solo loro, che concepiscono solo loro. Esistono persone che lavorano per fare solo del male a questa città. Esistono persone che pensano di conoscere il mondo, la vita, la storia, le cose dell'universo... ma pensano con una testa che non conosce il mondo, la vita, la storia e le cose dell'universo. Esistono persone che ti accarezzano davanti e ti pugnalano dietro.

Esistono persone che sputano nel piatto dove hanno mangiato e accusano gli altri proprio di questo. Esistono persone che meritano il nulla ma procacciano l'eccelso. Esistono personalità improduttive che producono falsità. Esistono persone che lavorano solo per loro, che non hanno mai dato niente senza ricevere qualcosa in cambio, e se ricevono qualcosa in cambio la soddisfazione non te la daranno mai. Perchè esistono persone che non sanno dire: "grazie", "mi dispiace", "bravo", "complimenti", "scusa", "auguri"...

Esistono persone troppo invidiose, che hanno paura della tua personalità, dei tuoi liberi pensieri, della tua "popolarità". Esistono persone che riescono a farti detestare le cose che hai sempre amato, anche le idee. Esistono persone che gridano "al lupo" ma essenzialmente "il lupo" è dentro di loro.




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