martedì 1 settembre 2015

LA FAGLIA DI SANT'ANDREA



La faglia fu individuata per la prima volta nella California settentrionale nel 1895 da Andrew Lawson, professore di Geologia dell'Università di Berkeley, che la chiamò così a partire da un piccolo lago, la Laguna de San Andreas, situato su una valle formata proprio dalla faglia a sud di San Francisco. Dopo il terremoto di San Francisco del 1906, Lawson scoprì inoltre che i danni peggiori la faglia li avrebbe fatti nella parte meridionale della California nei pressi di Los Angeles perché è proprio lì che ha accumulato il maggior grado di energia.

La parte meridionale (noto come segmento Mojave) inizia presso il mare di Salton e procede verso nord curvando leggermente verso ovest incontrando le San Bernardino Mountains. Da qui, corre lungo la base meridionale di queste montagne e prosegue in direzione nordovest verso le San Gabriel Mountains. Queste montagne sono il risultato del movimento della faglia e sono chiamate anche Transverse Range (Catena Trasversale). Questo segmento rappresenta l'area di faglia più analizzata dai geologi di tutto il mondo. Ciò è dovuto alla presenza proprio sulla faglia della città di Palmdale, presso la quale le due zolle di crosta terrestre sono ben visibili.

Quest'area, chiamata Big Bend (grande piega), è ritenuta essere il punto in cui le due placche esercitano la pressione massima l'una contro l'altra. In quest'area l'intervallo di tempo fra un forte terremoto ed il successivo è mediamente di 140-160 anni. A nordovest di Frazier Park, la faglia corre attraverso la Carrizo Plain, una lunga distesa priva di vegetazione lungo la quale la faglia è ampiamente visibile ed è chiamata Elkhorn Scarp.

La parte centrale della faglia corre in direzione nordovest da Parkfield a Hollister. Mentre la sezione più meridionale del segmento, e soprattutto Parkfield, ha sostenuto numerosi terremoti, il resto della faglia centrale è sottoposta al cosiddetto scorrimento asismico, che permette alla faglia di muoversi senza che avvengano terremoti.



La parte settentrionale parte da Hollister e attraversa la Penisola di San Francisco, lambendo la città, presso la quale percorre un tratto di mare. Segue dunque la costa californiana fino ai pressi di Capo Mendocino, dove è presente una tripla giunzione di placche tettoniche diverse, che risulta essere tra le regioni geologicamente più instabili. La regione è un'area di subduzione della placca Juan de Fuca, sia sotto alla placca pacifica (a ovest) che sotto alla placca nordamericana (a nord).

Il piccolo paese di Parkfield, come detto, è situato lungo la faglia di Sant'Andrea. I sismologi hanno scoperto che questa sezione della faglia produce terremoti di magnitudo 6.0 con intervalli regolari di circa 22 anni. Dopo i terremoti avvenuti nel 1857, 1881, 1901, 1922, 1934 e 1966, gli scienziati hanno previsto che un terremoto dovesse colpire Parkfield nel 1993. Questo sisma è in realtà avvenuto nel 2004 (vedi capitolo seguente). A causa della frequente e regolare attività, Parkfield è diventata una delle località più popolari del mondo in cui tentare di prevedere e registrare grandi terremoti.

Nel 2004, sono cominciati i lavori a nord di Parkfield nel San Andreas Fault Observatory at Depth (SAFOD). L'obiettivo del SAFOD è di effettuare una perforazione vicina ai 3 chilometri nella crosta terrestre e dentro la faglia di Sant'Andrea. Una griglia di sensori sarà installata per monitorare e registrare i terremoti che avvengono in quest'area.

Altre ricerche sulla faglia, tese a monitorare la velocità di scorrimento lungo la faglia, hanno evidenziato che le città di Los Angeles e San Francisco (che giacciono su lati opposti della faglia) si stanno avvicinando tra loro, trasportate dalla faglia stessa, alla velocità di 6 mm all'anno.

The Big One è il nome giornalisticamente dato ad un possibile futuro terremoto che potrebbe essere uno dei più potenti mai verificatisi negli Stati Uniti, superiore al settimo grado della Scala Richter. Questo terremoto potrebbe scatenarsi come conseguenza dell'elevato accumulo di energia nella Faglia di Sant'Andrea, che attraversa la California per 1300 km e si trova tra la placca nordamericana e la placca pacifica, che scorrono in senso opposto. La faglia passa vicino a molte città, tra cui San Francisco e Los Angeles, che sarebbero messe in forte pericolo dal Big One.
Alcuni studi realizzati nel 2005 affermano che le probabilità che il Big One colpisca la California entro 30 anni a partire dalla data dello studio sono molto alte: il 67% delle probabilità dicono che colpirá Los Angeles, il 63% S. Francisco

In California, a causa della sua posizione sopra la faglia di Sant'Andrea, si verificano molto spesso terremoti, anche di forte intensità. Ciò è dovuto ai continui slittamenti tra le due placche tra le quali la faglia si trova, che trovando l'attrito delle rocce causano un grande accumulo di energia; quando questa supera l'attrito delle rocce viene liberata in superficie sotto forma di forti scosse sismiche.
Sono invece meno frequenti terremoti di grande intensità, cioè di magnitudo pari o superiore al 7° della Scala Richter. Ne sono esempi recenti il terremoto di Fort Tejon (poco a sud di Parkfield) nel 1857, di magnitudo 8, e il terremoto di San Francisco, nel 1906, di magnitudo 8,6.

I più recenti terremoti di grande intensità che si sono verificati lungo la faglia sono localizzati nel segmento settentrionale e nel segmento centrale. Nel segmento meridionale invece non si verificano terremoti di intensità maggiore del 7° della scala Richter da quasi 300 anni. Ed è proprio in questa zona che è previsto l’arrivo del Big One.

Uno studio del geofisico Yuri Fialko, dello Scripps Institute of Oceanography a La Jolla, CA (Usa), ha dimostrato che la faglia di Sant'Andrea ha accumulato nel corso di questi anni un'energia sufficiente a scatenare il prossimo Big One, un terremoto simile ai grandi terremoti del passato, di magnitudo 7 o anche superiore.



Questo studio afferma anche che il rischio più alto sarebbe per la zona meridionale della faglia. Infatti per trovare tracce di un grande sisma avvenuto nella California meridionale bisogna risalire al 1680. Per questo motivo l'energia che si è accumulata in questo tratto è talmente elevata da accrescere la probabilità dell'arrivo di un imminente e violento terremoto.

L'energia che si è accumulata nel corso degli anni a causa dello slittamento delle placche avrebbe dovuto causare un movimento lungo il segmento meridionale della faglia di circa 7 metri negli ultimi 250 anni. Se questo fosse accaduto l'energia avrebbe potuto liberarsi a piccole dosi attraverso terremoti di intensità minore. Dato che ciò non è accaduto e che questa pressione non può essere accumulata all'infinito, c'è da aspettarsi che quando l'energia verrà liberata tutta di colpo sarà devastante.

Le previsioni su quando effettivamente ciò avverrà non possono essere fatte con certezza. I ricercatori, nel 2005, affermarono però che un terremoto di intensità 6,7° della Scala Richter, pari a quello che colpì Los Angeles nel 1994, o più grande, avrebbe colpito entro i successivi 30 anni, con il 99% delle possibilità. La probabilità che questo terremoto sia catastrofico è invece del 46%, cioè che abbia intensità superiore a 7,5° della Scala Richter, circa 16 volte superiore a quello del 1994 (bisogna considerare che la Scala Richter è logaritmica, quindi un terremoto 7,7 è 31.6 volte più intenso di uno 6,7). In particolare la probabilità che il Big One colpisca di nuovo Los Angeles è del 67%, che colpisca invece San Francisco del 63%.

Dallo stesso studio, Yuri Fialko ha previsto che il Big One potrebbe avere un'energia sufficiente a far slittare i due labbri della faglia anche di 10 metri, quindi le conseguenze potrebbero essere peggiori rispetto al passato, quando il grande terremoto di San Francisco fece scivolare la faglia di circa 6,4 metri. Ecco perché si teme che il Big One possa essere il più grande terremoto mai registrato dall'uomo.

Se Big One colpisse l’area indicata con maggiore probabilità dagli studi, e con intensità maggiore di 6,7°, potrebbe distruggere Palm Springs e molte città nelle regioni di San Bernardino e Riverside, in California. Gli effetti potrebbero essere molto gravi per tutta la California meridionale, incluse le grandi metropoli e le aree molto popolate di Los Angeles, Orange County, San Diego e Tijuana.

Nell'immaginario popolare si pensa al Big One come al terremoto in grado di separare la California dal continente: tuttavia questo scenario, presentato nel romanzo Last Days of the Late, Great State of California, essendo la faglia di Sant'Andrea di tipo trascorrente, non è plausibile.

Per le previsioni del Big One sono in corso molti studi, sia per prevedere con più precisione il momento in cui il terremoto si scatenerà, sia per cercare un modo per limitarne i danni. Yuri Fialko ha studiato la faglia attraverso la strumentazione piazzata direttamente lungo la faglia e basandosi su dati raccolti a partire dal 1985 da due satelliti Gps dell'agenzia spaziale europea, che hanno fornito informazioni sui movimenti del sottosuolo con estrema precisione, permettendogli di metterli in relazione con l'accumulo di energia.

Un altro progetto avviato in California nel 2004 dallo US Geological Survey ha consentito di raggiungere la frattura. L'obiettivo è quello di cercare di fornire invece strumenti per limitare i danni. Questo studio, chiamato La trivella di Safod (San Andreas Fault Observatory at Depth), sta studiando le proprietà delle rocce nel sottosuolo, nelle vicinanze della città di Parkfield. Questa città si trova lungo il segmento centrale della Faglia di Sant'Andrea, ma è una tra le poche zone lungo la faglia che solitamente sono risparmiate da grandi e frequenti terremoti. Proprio per questa stranezza l'area è sede della ricerca.
Le ipotesi formulate sono molte, ma sono tutte basate sul fatto che in quel frammento della frattura ci sarebbe, tra le due placche, una specie di lubrificante che attutisce i movimenti opposti. La trivella di Safod è arrivata a scavare fino al cuore della faglia, a 3200 metri di profondità e ha portato in superficie i primi campioni di rocce, permettendo di ottenere nuove conoscenze sulla composizione e sulla struttura di quel tratto della faglia.
Pare che in questo punto si trovino silicati gelatinosi, talco, acqua e altro. I primi risultati sono stati presentati alla Fondazione Ettore Majorana di Erice, nel corso della Euroconferenza sulla fisica delle rocce e geomeccanica, e potrebbero aiutare a capire dove potrebbero esserci i maggiori rischi lungo tutta la faglia.

Grazie a questi studi e alle moderne tecnologie di laboratorio, sarà possibile, riprodurre le forze agenti sul materiale rappresentativo di faglia e determinarne l'attrito e le proprietà fisico-chimiche delle sue rocce. Inoltre sarà possibile misurare direttamente nel cuore della faglia le forze agenti e le interazioni tra i fluidi in pressione che si trovano in profondità.

Questo mega-terremoto potrebbe avvenire entro 25 anni da ora e avrebbe effetti devastanti: un evento di tale portata porterebbe danni irreparabili, basti pensare che il terremoto avvenuto all'Aquila aveva una magnitudo 5,9 ed è stato avvertito in maniera sensibile anche a Roma. Per quanto riguarda la faglia di Sant'Andrea, si pensa che le dighe lungo il fiume Colorado abbiano modificato un ciclo naturale: questo mancato rilascio di pressione potrebbe sfociare negli scenari sopra descritti. I ricercatori hanno calcolato che nell'ultimo millennio si sono verificati 5 grandi terremoti nella zona Sud, a distanza circa di di 180 anni: per questo desta preoccupazione che sia passato un lasso di tempo così grande dall'ultimo sisma distruttivo. Si teme che il Big One possa far slittare le due coste di 10 metri, diventando il più grande terremoto della storia.
Le probabilità che la magnitudo del sisma sia superiore al 7° grado sono pari al 46% mentre Los Angeles ha il 67% di probabilità di essere colpita, quattro punti percentuale in più rispetto a San Francisco.


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