mercoledì 16 settembre 2015

L'Erba Grama Non Crepa Mai

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L'erba cattiva è la gente cattiva che anche se fa del male, continua ad avere successo nella vita, mentre chi fa del bene, fatica ad andare avanti, viene messo da parte.

Non muore mai perchè è talmente radicata al terreno che risulta impossibile farla essiccare anche artificiosamente.

La scienza ora lo conferma: la cattiveria probabilmente giova alla salute. Sembra infatti che leader politici e capi di stato, quando non cadono vittima di attentati, agguati o suicidi, abbiano la “pelle dura” e si dimostrino particolarmente longevi.  Il segreto che li fa durare fino a età decisamente ragguardevoli, spesso fino a sfiorare il secolo di vita, risiede in una particolare vivacità della loro attività cerebrale, che secondo il parere dei neurologi, è da mettere in diretta correlazione con un sistema immunitario molto agguerrito.

Gli esempi sono numerosi. L’ultimo in ordine di tempo ha per protagonista l'ex presidente indonesiano Suharto, leader ricordato come un uomo di ferro: e passato a miglior vita qualche mese fa alla veneranda età di 84 anni. Il cinese Mao Tse-Tung si è spento a 86 anni, il Generalissimo Francisco Franco, è arrivato a 83 candeline, il cileno Augusto Pinochet è morto a 91 anni.  Buon ultimo il tiranno zimbabwese Robert Gabriel Mugabe, solito ripetere il motto “solo Dio può destituirmi”, è nato nel '24 e ancor oggi gode di ottima salute.

Il potere, insomma, sembra essere un vero e proprio elisir di lunga vita e, per nostra sfortuna, non ci sono ragioni per non pensare che lo stesso valga, fatte le debite proporzioni, anche per il nostro capo ufficio o per il manager autoritario con cui ci troviamo a dover fare i conti tutti i giorni. L'interesse degli scienziati si è focalizzato, naturalmente, solo sui personaggi di rilievo storico e ha portato a queste conclusioni, come spiega il neuropsichiatra Stefano Pallanti dell'università degli studi di Firenze: “Pare che la cattiveria metta a riparo da molte malattie, soprattutto in personalità come quelle dei tiranni, o più in generale dei leader autoritari, che sfiorano o tendono alla paranoia, intesa come percezione di grandiosità e senso di persecuzione: la necessità di guardarsi sempre alle spalle rende più attivo il cervello, con ripercussioni positive sul sistema immunitario".

La necessità di essere guardinghi per garantirsi la sopravvivenza "rende il cervello ipervigile - aggiunge Pallanti - e il sistema immunitario più battagliero e pronto a difendersi da invasori dannosi per la salute". Dittatori e tiranni sembrano perciò meno soggetti a varie malattie, tra cui i tumori e, più in generale, a tutto ciò che colpisce le difese dell'organismo. Ma chi si avvale di metodi autoritari deve però fare i conti con un rovescio della medaglia. "La forte motivazione, la determinazione eccessiva e focalizzata su obiettivi univoci - precisa Pallanti - accende il sistema dopaminergico con qualche rischio in più sul fronte dei disturbi neuropsichiatrici. E' noto, ad esempio, che Hitler soffrisse del morbo di Parkinson".

“Senz'altro - fa notare Antonio Lo Iacono, presidente della Società italiana di psicologia (Sips) - la follia o la perfidia sembrano rappresentare delle ottime corazze per il nostro sistema immunitario. Non è un caso che spesso le persone con un carattere psicopatico, dunque manipolatrici, prepotenti, tendenti a sedurre ma in modo subdolo, tendono ad ammalarsi proprio quando riusciamo a guarirle e finalmente cambiarle. E' come se le loro difese ne risentissero, rendendole più fragili fisicamente". Quando invece hanno in mano le redini del potere mostrano una capacità di gestire lo stress superiore alla media. Alberto Albanese, docente di psichiatria all'università Cattolica di Milano – spiega che questo accade “anche perché tengono bene a bada il senso di colpa, non rimuginano troppo sui loro errori o su decisioni impopolari".

I “cattivi”, insomma, vanno dritti alla meta senza porsi troppi problemi, anche se le loro decisioni generano malessere e sofferenze, mentre le personalità ossessive, che tornano continuamente sui propri passi, tendono ad ammalarsi di più. Il cervello dei tiranni, insomma, sembra in grado di gestire meglio il carico di stress, altissimo nel loro caso. E l'iperattività cerebrale che contraddistingue le loro menti – si trasforma in un toccasana per la salute. "Di tiranni vissuti a lungo è piena la Storia - fa notare ancora Lo Iacono – anche se molti abbiano visto le loro vite stroncate da morti violente. Saddam Hussein, ad esempio, è morto a 69 anni, ma godeva di ottima salute, mostrava molti anni in meno e se non fosse stato giustiziato probabilmente sarebbe vissuto a lungo".



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