L'attività di estrazione e lavorazione del serpentinoscisto in Valmalenco ha origine medioevale e a partire dall'anno 1000 circa nacquero e si svilupparono i mestieri ad essa legata (cavatore, scalpellino, posatore). La tecnica di estrazione consisteva nell'aprire i pezzi di roccia con mazze e cunei di diversa foggia per suddividerli in lastre sottili.
I cavatori, riuniti in corporazioni ("compagnie"), lavoravano manualmente la pietra negli antichi giacimenti sotterranei, ancora oggi visibili.
Le lastre di serpentinoscisto furono utilizzate per la copertura di numerosi edifici della diocesi di Como, compreso il duomo di Como.
Oggi le cave a cielo aperto costituiscono una fonte importante di occupazione e per il prodotto interno lordo della valle e le lastre sono ampiamente esportate in Europa, America ed Asia.
Grande importanza ha la varietà di serpentinoscisto della Valmalenco che si può ridurre in lastre sottili, piane, resistenti agli urti, alle condizioni climatiche e alle intemperie. Queste lastre, leggere e impermeabili, sono le piode, usate fin dal lontano passato per la copertura dei tetti. Ottenere le piode dalle lastre di serpentinoscisto è il mestiere del giuelèe .
Il serpentinoscisto viene estratto nelle cave di Sasso dei Corvi, Agnisci, Sellette e Alpe Fora, mentre un tempo veniva estratto nelle cave del Giovello.
La peridotite è la roccia madre di tutte le serpentiniti della Valmalenco.
Le serpentiniti della Valmalenco, un corpo roccioso tabulare spesso da uno a due chilometri e affiorante su una superficie di circa 170 kmq, costituiscono una formazione geologica quasi interamente circoscritta dai confini della valle, da cui sono estratte le numerose varietà di Serpentino.
Osservando a occhio nudo una lastra di serpentinoscisto è evidente come la roccia appaia come schiacciata, quasi fosse passata sotto un laminatoio.
Questa particolare caratteristica, chiamata dai geologi scistosità, è il risultato finale di una lunga storia di deformazioni meccaniche e di altre trasformazioni subite da un frammento di peridotite dalle dimensioni di diversi chilometri cubi, che durante la formazione delle alpi è emerso dalle profondità del mantello terrestre.
Antigorite, olivina, magnetite, clorite e pirosseno sono i minerali che compongono il serpentinoscisto determinandone, unitamente alla loro tessitura, le caratteristiche fisico-meccaniche come ad esempio la fissilità, ovvero la capacità di dividersi in lastre piane e sottili che è una delle proprietà più importanti di questa roccia. Il colore delle serpentiniti è il verde in differenti tonalità: cupo, grigio, con riflessi azzurri, color salvia, variegato ecc.
Negli impieghi esterni la colorazione può variare con il passare degli anni a causa dell’alterazione ferrosa della magnetite, la quale può donare al prodotto un affascinante
tratto caratteristico antico.
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