domenica 20 marzo 2016

OGAM

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Il termine ogam deriva dal nome del dio Ogma, che secondo la tradizione ne fu il creatore. Gli studiosi pensano che tale tipo scrittura si sia evoluta a partire da qualche sistema di conto basato sulle tacche.

L'unico originale alfabeto celtico fu il cosiddetto ogam, di cui restano circa cinquecento iscrizioni epigrafiche trovate in Irlanda, Scozia, Galles e Inghilterra, datate tra il IV e il VII secolo. Si tratta per lo più di stele funerarie, riportanti nomi e luoghi. Le iscrizioni sono in forme arcaiche di gaelico e pittico e presentano grossi problemi di interpretazione.

Le iscrizioni sopravvissute sono eseguite sugli spigoli di grosse pietre conficcate verticalmente nel terreno. È presumibile che si incidessero iscrizioni anche su aste di legno, ma nessuna di esse ci è pervenuta. Solo eccezionalmente troviamo iscrizioni in ogam nei manoscritti medievali, e l'esempio più notevole sono le Glosse del Prisciano di San Gallo (IX sec.).

Le lettere ogamiche erano composte unicamente di linee parallele che si diramavano da una linea principale, dunque perfettamente idonee ad essere scolpite su pietra o su legno.  Venivano tracciate lungo lo spigolo di una roccia, dal basso verso l'alto. Le lettere assumevano valori diversi a seconda si trovassero sul lato destro o sinistro dello spigolo.

L'alfabeto ogamico era composto di 20 lettere, divise in quattro gruppi di cinque. Ogni gruppo consisteva in una serie crescente di tacche parallele, da una a cinque.

Le prime tre serie consistevano di consonanti. La quarta di vocali. Dunque 15 consonanti e 5 vocali in tutto.

La prima serie di cinque tacche veniva praticata sul lato sinistro dello spigolo. La seconda sul lato destro. La terza su entrambi i lati, con tacche oblique. Anche la quarta veniva praticata su entrambi i lati, con tacche perpendicolari allo spigolo.

Questo sistema di scrittura verticale, procedente dal basso verso l'alto, richiamava la forma di un albero, un tronco da cui si diramavano i rami. Se poi contiamo che le singole lettere sembra prendessero appunto il nome da vari alberi e arbusti di cui erano le iniziali, è perfettamente giustificata la dicitura neoirlandese di ogham craobh .

Molto spesso questo metodo di scrittura viene definito anche “alfabeto Celtico degli alberi”, in quanto metà delle lettere che lo compongono sono correlate all'antico nome Gaelico di alcuni alberi sacri ai Celti (betulla, salice, quercia, nocciolo, melo, ginestrone, pioppo, erica ecc.).
Una leggenda vuole che questo alfabeto sia stato elaborato da Ogma, l'antico dio celtico dell'oratoria e dello stile letterario, ma le sue effettive origini sono comunque poco chiare: alcuni autorevoli studiosi hanno evidenziato una probabile base runica, mentre alcune teorie lo fanno ritenere in qualche modo correlato agli Etruschi. Secondo alcuni archeologi si tratterebbe semplicemente di un'elaborazione dell'alfabeto Latino, un'ipotesi suffragata dalla presenza delle lettere “h” e “z”, assenti nel Gaelico antico.
Un manoscritto del 14° secolo, il “Book of Ballymote”, conservato alla Royal Irish Academy di Dublino, ha fornito agli archeologi importanti indizi per decifrare la scrittura Ogham: molte delle pietre su cui sono incisi questi caratteri, per esempio, riportano il nome di una persona, il suo patronimico ed il nome della tribù di appartenenza; si pensa quindi che lo scopo delle pietre Ogham fosse delimitare i confini territoriali o marcare i luoghi di sepoltura; sebbene queste steli siano presenti un po' ovunque in Irlanda, si trovano più frequentemente nelle aree a sud-ovest, nelle contee di Cork, del Kerry e del Dingle.

Questo alfabeto al giorno d'oggi non è più in uso, ma il suo fascino magico, che evoca i Celti, le loro leggende e la loro religione ha ispirato numerosi artisti locali che spesso ne riproducono gli antichi simboli su gioielli ed oggetti decorativi.



Questo alfabeto era utilizzato solo per scopi magici e dottrinali. Per gli affari veniva infatti utilizzato il greco, mentre tutti gli elementi di cultura sociale erano tramandati oralmente.

Oltre al naturale decomporsi del legno anche l'ignoranza degli uomini concorse a cancellare ulteriormente le testimonianze relative a questo alfabeto, infatti dopo l'avvento del cristianesimo sulle isole, "i bastoni ogamici", che contenevano formule propiziatorie, furono considerati come prodotto del demonio e bruciati a migliaia, fino alla loro completa scomparsa...

Contrariamente a quanto si crede, l'alfabeto Ogamico non è tipico delle isole celtiche, ma fu diffuso un po' in tutta l'area mediorientale e le origini di questo sistema di notazione sono antichissime, alcuni ritrovamenti archeologici in Dacia permettono di ipotizzare già l'adozione di questo sistema di scrittura addirittura intorno al 5000 a.C.Esso fu importato in Irlanda e modificato in tempi relativamente moderni.
Vi sono studiosi che ritengono infatti che l'apparizione della lingua Ogamica in questo paese sia successiva all'arrivo dei primi missionari cristiani e che questo alfabeto fosse stato introdotto proprio per evitare che i rituali o le formule magiche che la classe religiosa celta si scambiava potessero cadere in mani sbagliate, ovvero in quelle della chiesa.
Chi propende per una origine più antica non è comunque riuscito ad arretrare questa apparizione ad una data precedente il I sec d.C. Si tenga presente che prima dell'avvento del cristianesimo nelle aree celtiche, tutta la tradizione e i concetti religiosi erano tramandati per via orale, tant'è che l'epigrafia celtica continentale finora classificata (non più di 16 brani) NON annovera nessuna iscrizione in carattere Ogamico.

L'alfabeto Ogamico ha una struttura grammaticale diversa da quella delle lingue brittanniche (celtiche continentali) e goedeliche (insulari) tant'è che non una sola iscrizione è stata ancora tradotta per intero.
Nonostante nell'immaginario popolare l'alfabeto ogamico abbia preso posto accanto alle Rune come strumento divinatorio ed evocativo, senza che vi siano reali ragioni per questa collocazione, resta indubbia la sua missione in quanto alfabeto sacro e se vi sono pareri contrastanti sul reale utilizzo dell'alfabeto ogamico per la trascrizione di rituali o formule è fortemente probabile che avesse una funzione almeno mnemonica che riguardasse la sequenza di alcune celebrazioni magiche.
Esiste inoltre un rapporto certo tra caratteri Ogam ed il nome o le proprietà supposte di certi alberi.
Diverse lettere dell'Ogam irlandese erano anche l'iniziale del nome di certi alberi e probabilmente questa caratteristica permetteva, tramite la sostituzione o la permutazione di alcune lettere, di rendere il messaggio ancora più difficile da tradurre nel caso fosse caduto in mani sbagliate.

Da un'attenta analisi dei testi gnomici degli antichi gallesi, il poeta e scrittore Robert Graves ha ricostruito, a partire dall'alfabeto ogamico, una sorta di antico calendario arboreo utilizzato dagli antichi irlandesi. Tale calendario sarebbe stato formato da tredici mesi lunari (le consonanti) più cinque giorni intercalari (le vocali).
Questo è lo schema del calendario arboreo. Ad ogni "mese" è collegata la lettera e l'albero corrispondente. Ogni albero è dato nel suo nome gaelico e in italiano; il nome scientifico corrispondente è, in alcuni casi, ipotetico.


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