giovedì 17 marzo 2016

LA CULTURA CELTICA



I Celti crearono una propria letteratura eroica, della quale tuttavia scarsissime sono le testimonianze. Tale tradizione letteraria, infatti, era trasmessa solo oralmente, per opera dei bardi e dei druidi, secondo quanto testimoniato da Cesare per i Galli. L'uso della scrittura - in alfabeto greco, latino o iberico - era riservato alle funzioni pratiche, poiché presso i Celti era ritenuta illecita la trascrizione della sapienza (poetica e religiosa); volendone preservare la segretezza, i sapienti la tramandavano esclusivamente per via orale, dedicando a questo compito molti anni di studio e l'impiego di mnemotecniche. In età più tarda, tuttavia, parte del corpus poetico celtico fu comunque messo per iscritto: le testimonianze più antiche, in irlandese, risalgono al VI-VII secolo.

Le strutture metriche e alcuni stilemi dell'epica celtica presentano, secondo alcuni studiosi, analogie con i Veda sanscriti e con la lirica greca. In tal caso, le coincidenze costituirebbero una comune eredità da un'antica poesia orale indoeuropea. Un espediente stilistico di questo genere è costituito, per esempio, dalla formula che coniuga l'affermazione di un concetto con la negazione del suo contrario: l'espressione celtica «che mi giunga la vita, che non mi giunga la morte» ha esatte corrispondenze in numerose tradizioni poetiche indoeuropee (sanscrito, avestico, persiano antico, greco e germanico). Di diretta ascendenza indoeuropea sarebbero poi altri espedienti stilistici, come la "composizione anulare", e la stessa figura del poeta orale professionista: figure analoghe al bardo celtico, infatti, si rintracciano sia nella tradizione indiana, sia in quella greca.

L'apogeo dell'arte celtica, collocabile tra il IV e il III secolo a.C., corrisponde a un livello molto elevato raggiunto dagli artigiani di questo popolo nel creare con il fuoco oggetti di grande valore, con esempi di vero virtuosismo. La lavorazione ornamentale del ferro delle spade, con l'incisione diretta, la cesellatura, la fucinatura a stampo ed altri procedimenti, hanno rivelato, soprattutto dopo i recenti progressi moderni nelle tecniche di restauro archeologico, che non si trattava di opere isolate di singoli artisti di quel periodo, ma costituivano uno standard abituale sia in termini di qualità artistica sia tecnica esecutiva.

L'insediamento abitativo tipico dei Celti è quello comunemente indicato dagli archeologi come "fortezza di collina": si tratta di città, in genere di modeste dimensioni, costruite sulla sommità di un'altura che ne rende facile la difesa. Tale schema, tipicamente indoeuropeo, è riscontrabile in quasi tutte le aree occupate storicamente da popolazioni di tale filiazione. Due erano i nomi utilizzati dai Celti per indicare le loro cittadelle. Nella Penisola iberica i Celtiberi (ma anche altri popoli, non indoeuropei, da essi influenzati) le chiamavano briga.

La tecnica costruttiva impiegata dai Celti nelle fortificazione delle loro cittadelle era quella definita dai Romani murus gallicus. Cesare, nel De bello Gallico, lo descrive come una struttura composta da un'intelaiatura lignea e riempimenti di sassi.

Rari sono i manufatti celtici di età antica sopravvissuti fino ai nostri giorni. Più frequenti, invece, le opere scultoree realizzate dai popoli celtici delle Isole britanniche in età medievale, come le Croci celtiche.

L'oreficeria è la branca artistica degli antichi Celti della quale sono sopravvissute le maggiori testimonianze. Tipici dell'artigianato celtico, gallico in particolare, sono i torque, collane o bracciali propiziatori realizzati in oro, argento o bronzo. Altri manufatti artistici celtici conservati sono gioielli, coppe e paioli.

Gli oggetti metallici, al termine della lavorazione, venivano abbelliti mediante applicazioni di materiale colorato. Su numerosi manufatti si hanno infatti, a partire dal IV secolo a.C., testimonianze di fusioni di smalti, ottenuti con una particolare pasta di vetro. Questo smalto di colore rosso era inizialmente fissato tramite una fine reticella di ferro, unitamente al corallo mediterraneo, direttamente sugli oggetti, quasi rappresentassero una forma magica di sangue, "pietrificato del mare" e uscito dal fuoco. A partire dal III secolo a.C., con l'evoluzione della tecnica di fusione, furono sviluppati nuovi oggetti, quali braccialetti di vetro policromo, e sviluppate nuove tecniche come l'applicazione diretta e fusione dello smalto su spade e parure, senza l'utilizzo di strutture di supporto. Nuovi colori, come il giallo e il blu, furono introdotti a partire dal II-I secolo a.C. anche se il rosso rimase il colore predominante.

I Celti avevano notevole gusto per i colori accesi anche sui tessuti che usavano per confezionare i loro abiti, come ancora oggi testimoniano i moderni tartan scozzesi. Diodoro Siculo racconta che «i Celti indossavano abiti sorprendenti, tuniche tinte in cui fioriscono tutti i colori, e pantaloni che chiamano "brache". Sopra portano dei corti mantelli a righe multicolori, stretti da fibule, di stoffa pelosa d'inverno e liscia d'estate».

Benché i Celti avessero sviluppato una propria produzione musicale, coltivata soprattutto dai bardi, nessuna testimonianza concreta è sopravvissuta fino ai nostri giorni. La cosiddetta musica celtica è uno stile musicale moderno, sviluppato a partire dalla musica folclorica nei Paesi che ospitano le lingue celtiche contemporanee.

Assimilati principalmente da popoli di lingua latina o germanica, i Celti si dissolsero come popolo autonomo nei primi secoli dopo Cristo. La loro eredità - linguistica e culturale - entrò in piccola parte nelle nuove sintesi che si crearono nei territori da loro un tempo occupati. Un influsso più ampio si registrò soltanto nelle Isole britanniche, dove insieme alla lingua furono conservate anche alcune tradizioni popolari. Tuttavia, a partire dal Medioevo non è più possibile parlare di "Celti", quanto piuttosto di popoli, lingue e tradizioni moderne eredi di quelle celtiche, siano esse irlandesi, gallesi, bretoni o scozzesi. Oggi il termine "celtico" è comunque anche impiegato per descrivere lingue e culture di matrice celtica presenti in Irlanda, Scozia, Galles, Cornovaglia, Isola di Man e Bretagna.

Esiste anche una forma di ripresa dell'eredità (vera o presunta) dei Celti, che a volte assume anche connotazioni religiose (celtismo o druidismo), nazionalistiche o semplicemente culturali (specie in campo musicale: la cosiddetta musica celtica); tuttavia, il nesso storico con i Celti dell'antichità è spesso flebile, quando non del tutto pretestuoso.

Per secoli, i simboli celtici hanno mantenuto la loro incredibile potenza derivata dalla cultura celtica, tornata in auge negli ultimi due decenni dopo vari impegni messi in atto da gruppi di studio storico sostenuti ed aiutati anche dalla messa in visione di film dedicati e serie televisive.

I Celti credevano che ciascun elemento del Mondo naturale fosse animato da uno spirito, ma con l'arrivo del cristianesimo molte divinità pagane si fusero spontaneamente con le figure della nuova religione, un po' come è successo anche in altre civiltà che provarono il “veleno cattolico” più che cristiano.
Presso i Celti molti rituali e gran parte del simbolismo religioso avevano come teatro dei siti naturali, offerte votive sono state ritrovate nei laghi, nei fiumi, nelle paludi e in prossimità delle fonti.
Le regioni collinari ospitavano spesso culti dediti alla venerazione degli dei delle montagne: simili luoghi che includevano anche boschetti sacri e radure potevano essere contrassegnati dalla presenza di un sacrario o dai più caratteristici megaliti fallici.
Impiegati per delimitare le zone sacre in tutto il mondo celtico, questi erano probabilmente, in origine, identificati con l'albero della vita.

Il cavallo è legato alla Dea nelle sue molteplici manifestazioni sia nel suo aspetto luminoso, sia in quello tenebroso e sotterraneo. Il cavallo è una guida dell'uomo nei mondi spirituali luminosi degli dèi, ma anche fra le oscure regioni accessibili dal sogno. E' perciò una guida, un mezzo di trasporto fra i mondi, viaggiatore fra il regno terrestre e quello spirituale. Spesso viene associato al fuoco o all'acqua (le due porte sui mondi dell'Aldilà), alla vita e alla morte, incarnando in sè lo spirito del grano e i poteri della fecondità della terra e della sessualità, della vegetazione e del suo rinnovamento periodico, della vita attraverso la morte, dei cicli vitali legati alla luna e alle acque, dei poteri del sogno della divinazione, ma anche i caratteri luminosi dell'eroismo e la nobiltà.

I cigni sono in stretta relazione con gli dèi luminosi d'Irlanda, i Tuatha Dé Danann, e sono il simbolo di saggezza, amore sincero, fedeltà per la/il propria/o compagna/o, innocenza, purezza, forza e coraggio. Il cigno dona la capacità di interpretare i sogni e rappresenta l'evoluzione spirituale. E' legato all'acqua (dove nuota), all'aria (dove vola) ed alla terra (dove si posa), ma rappresenta soprattutto il fuoco del sole da cui trae il suo potere per padroneggiare gli altri tre elementi. Rappresenta la comunicazione fra gli elementi, fra i diversi mondi e come animale sacro alla Dea è considerato un simbolo del sole e un messaggero degli dèi, benefico e sacro possessore di poteri magici legati alla musica e al canto, uniti ai poteri terapeutici del sole e dell'acqua: il cigno rappresenta anche la luce interiore dello spirito umano, la scintilla divina nell'uomo. Il suo volo è paragonato al ritorno dello spirito verso la propria sorgente e rappresenta la parte dell'uomo che tende al bene, al meglio di sé, alla perfezione, alla spiritualità. Nel medioevo era l'emblema della cavalleria mistica e rappresentava il cavaliere che partiva alla rierca del Graal, la Sacra Coppa.



Il lupo è un simbolo di benessere, cura, lealtà, capacità di amare e proteggere i propri cari. E' una guida per coloro che si avventurano nei mondi spirituali, un animale di potere che viene in aiuto di chi ne ha bisogno. Il lupo è il messaggero della Dea della Morte-nella-Vita e fungeva da accompagnatore verso la Terra dei Morti, guidando le anime attraverso le foreste dell'Altromondo.

Per i Celti il cane era visto come un essere appartenente a due mondi: quello umano e quello spirituale. E' simbolo di protezione della comunità umana dei viventi, ma anche dei defunti, essendo il guardiano del regno dei morti, animale caro alla Dea, come guardiano del suo regno e dei suoi misteri. Il cane ha anche funzioni di guaritore, ed è quindi associato alle acqua curative e al potere di guarigione.

Il cinghiale ha una simbologia complessa e viene associato a differenti posizioni sulla croce celtica (corrispondente europea della Ruota di Medicina dei Nativi Americani).
All'Est è un simbolo spirituale, di saggezza, conoscenza, guarigione, verità, lealtà, messaggero fra il Mondo Sotterraneo e quello umano e rappresenta la classe sacerdotale una qualità di 'spirito' in grado di vitalizzare la materia, altrimenti inerte). Il cinghiale, come il Druido, vaga per la foresta solitario o in compagnia dei suoi simili, per 'scavare' alle radici dell'albero della conoscenza ed estrarre il frutto della sapienza proveniente dal Cielo.
Al Sud diviene il portatore di fertilità e vitalità, simbolo della Dea Madre, la Natura divina della terra legata al ciclo lunare, alla Dea e alla femminilità feconda e aggressiva, ma anche al ciclo solare, agli dèi, alla frenesia riproduttiva maschile e all'aggressività dei guerrieri. Rappresenta le energie del territorio, il potere della terra che si manifesta come energia vitale. E' quindi simbolo di abbondanza, nutrimento, ospitalità, festeggiamenti e riunioni sociali, fertilità, salute e protezione dal pericolo, potere e vitalità.
All'Ovest racchiude le qualità dell'iniziazione ai misteri della vita e della morte, del passaggio, della fine di un ciclo e inizio di un altro, alla rinascita.
Al Nord è ispiratore di musica e poesia. Per i Druidi il cinghiale rappresenta il ciclo dell'epoca odierna e simboleggia il polo immutabile (il nord) e l'autorità spirituale. La costellazione oggi chiamata dell'Acquario, un tempo era quella Cinghiale, considerata sede dell'energia mistica e dell'iniziazione, oggi della spiritualità nascente. Per i Romani rappresentava simbolicamente l'intera Gallia.

Il drago è il simbolo della protezione, della forza in combattimento e dell'energia vitale di grande potenza. E' il guardiano dei luoghi nascosti che custodiscono tesori e quindi rappresenta la capacità interiore di proteggere la nostra interiorità dalle intrusioni. Incarna le potenti forze all'interno della terra che ispirano , ma guariscono se non onorate e armonizzate, e possono anche portare distruzione.

Gli uccelli sono i messaggeri fra il mondo umano e quello divino. Incarnano forze di guarigione, ispirazione, gioia, semplicità, profezia, combattività per giustizia, saggezza, benevolenza.

Il pavone rappresenta il sole, essere immortale che perpetua il grande ciclo senza fine di nascita (alba) e morte (tramonto). E' simbolo del potere benefico di trasformare le energie negative in positive.

Il serpente è strettamente connesso con tutti gli elementi: terra, acqua, fuoco, aria ed energia. E' il Portatore di Vita, l'essere che meglio incarna e rappresenta la forza vitale che scorre sinuosa sotto e sopra la superficie. Appartiene alla terra e al cielo allo stesso tempo attraverso l'acqua: fluisce come fiume sotterraneo, sgorga alla superficie come sorgente, risale verso il cielo come arcobaleno (il ponte che collega la terra al cielo, la Materia allo Spirito, formato da un gioco di evaporazione e luce solare), scorre infinito come Via Lattea e quindi ricade sulla terra come pioggia. E' legato all'aria e al fuoco quando si muove guizzando nella forma delle fiamme che danzano nel focolare e delle spire di fumo che si elevano sopra di esse, dei mulinelli di polvere formati dal soffiare del vento, del saettare dei fulmini durante i temporali. Infine è simbolo dell'etere/energia, il quinto elemento che fa da legame per gli altri quattro, rendendosi veicolo per l'energia divina e spirituale che vi infonde la vita e permette l'esistenza fisica.E' legato alla Dea Madre Terra e alla sua fecondità, all'abbondanza donata con grande generosità, ma la grande energia che incarna può anche divenire distruttiva se mal utilizzata. Il serpente è presente negli spermatozoi (simili al serpente con la testa d'ariete) che corrono verso l'ovulo per dare origine a una nuova vita; i nostri intestini vengono paragonati ad un grande serpente e così il cordone ombelicale che ci nutre nel seno materno e ci accompagna nell'esistenza, primo vero iniziatore; il fluire delle emozioni, dei sentimenti e dei pensieri somigliano al sinuoso moto del serpente, così come il rapido scivolare delle correnti dei mondi spirituali riprende il suo movimento. E' legato al ciclo dell'anno che si ripete in eterno sempre uguale a se stesso, ma sempre diverso. Rappresenta perciò la fecondità, la vitalità, l'energia, l'abbondanza, il ritmo, il ciclo, la rinascita, il rinnovamento, la reincarnazione, la conoscenza/saggezza, la protezione, il fuoco guaritore e quello ispiratore.

Il salmone rappresenta l'incarnazione della saggezza e della magia racchiusa nella profonda conoscenza delle cose, la conoscenza divenuta saggezza.E' quindi simbolo di Conoscenza (la visione perfetta del passato e dell'avvenire), di Saggezza (l'utilizzo a fin di bene di tale conoscenza) e di Nutrimento Spirituale (la vitalità che scaturisce dall'esercizio della Saggezza). La sua particolarità di lottare contro la corrente del fiume con grande volontà, impegno e costanza per raggiungere la sorgente lo rendono un importante simbolo spirituale per i Celti. Rappresenta quindi il coraggio, lo spirito indomito, la fermezza nel raggiungere la meta, la costanza, la volontà umana tesa a uscire dalle tenebre dell'ignoranza e acquisire conoscenza e saggezza tramite lo sforzo, l'impegno e la ricerca. Il salmone viene considerato lo spirito guardiano dei pozzi, delle fonti, dei laghi, dei torrenti e dei corsi d'acqua in generale in grado di donare il potere di guarigione.

La spirale racchiude in sé il concetto di espansione, crescita, sviluppo. Rappresenta il sole nel suo movimento del cielo se a partire dal centro si svolge da sinistra verso destra, ma se il suo moto procede dal centro verso sinistra è connessa all'acqua che scorre e fluisce dal sottosuolo verso la superficie. In questo caso la spirale simboleggia il potere della Terra in quanto Dea della vita, colei che guida le tribù a spostarsi nel territorio. Questa spirale rappresenta anche la strada da seguire per entrare in se stessi e trovare la luce interiore, come indicato sulla pietra di ingresso del tumulo di Newgrange*, mentre al contrario è il sentiero che lo spirito deve percorrere per giungere agli dèi celesti. Essenzialmente rappresenta lo scorrere e il fluire dell'energia divina, ben incarnata dai fili intrecciati che formano il corpo dei torques.

La doppia spirale rappresenta il sorgere e calare del sole in successione stagionale e quindi i due centri delle rispettiva spirali indicano i giorni degli equinozi, le parti più esterne i solstizi. E' simbolo perciò dell'equilibrio interiore raggiunto nel movimento, di comprensione del ciclo della Vita composto dall'armonizzazione degli opposti (luna/sole, maschile/femminile, caldo/freddo, luce/buio, estate/inverno, andare/venire, nascere/morire, ecc.). Rappresenta il ritmo, la danza, il flusso, il respiro, lo scorrere del tempo, le stagioni. E' un aiuto per comprendere e amare il percorso di vita.

Il Triskele racchiude in sé il potere del numero Tre. Se, a partire dal centro del simbolo, le tre spirali che lo formano si avvolgono su loro stesse da destra verso sinistra, rappresenta il turbinare delle energie dall'interno verso l'esterno, la manifestazione; se invece si sviluppano da sinistra verso destra simboleggia il discendere nei mondi inferi (dal latino in-fero "ciò che si porta in sé"). Ha diversi significati e rappresenta:
La Triplice Manifestazione del Dio Unico: Forza, Saggezza e Amore e quindi le tre classi della società celtica che incarnavano tali energie, Guerrieri, Druidi e Produttori.
I Tre Cerchi della manifestazione o dell'esistenza: Ceugant, il Mondo dell'Assoluto; Gwynwydd, il Mondo Spirituale dell'Aldilà e Abred, Mondo Umano o della Prova.
All'interno di Abred il simbolo dei tre aspetti del mondo materiale: Terra (cinghiale), Acqua (Salmone), Cielo (Drago) che con il loro movimento si riuniscono tutti nel quarto elemento, il Fuoco, simboleggiato dal cerchio che racchiude il triskele.
Il Passato, il Presente e il Futuro riuniti in realtà al centro in un unico Grande ed Eterno Ciclo chiamato Continuo Infinito Presente, in cui tutto esiste contemporaneamente. Si riesce così a comprendere come, durante la festa di Samhain del 1° novembre i Celti potessero incontrare i loro antenati defunti, ma anche i loro discendenti non ancora nati.
Le tre fasi solari in manifestazione: alba, mezzogiorno, tramonto
Nell'uomo la sua triplice manifestazione come corpo, emozioni/sentimenti/pensieri e spirito, ma anche l'Azione, il Sentimento, il Pensiero e le tre età: infanzia, maturità, vecchiaia.
La Dea nel suo triplice aspetto di Vergine-Madre-Vecchia/Figlia-Madre-Sorella.
La triplice specializzazione della dea Brigit come custode e dispensatrice del Fuoco Sacro, in quanto protettrice dei poeti, dei fabbri e dei guaritori.
Il simbolo della trinità femminile della battaglia Morrigan-Macha-Boadb e di quella maschile Ogma-Lugh-Dagda.
Il segno sul quale Patrizio spiegherà il concetto della Trinità Cristiana (in realtà un'idea del cristianesimo celtico) agli irlandesi, trasformando però il triskele in un trifoglio.

Gli intrecci e nodi in generale rappresentano la Continuità della Vita, l'infinito susseguirsi di nascita e morte, giorno e notte, ecc. Per i Celti la Vita non aveva un inizio e una fine, ma procedeva con continuità e infatti non esistono leggende sulla creazione del Mondo nella mitologia celtica. Gli intrecci e i nodi formati da animali, vegetali ed esseri umani o da semplici linee rappresentano lo scorrere dell'energia divina nelle forme, della Vita Unica che incessantemente riempie e vivifica le molteplici manifestazioni materiali. La morte è solo l'abbandono delle forme da parte di questa energia per trasferirsi altrove, per continuare a scorrere. Muore chi si identifica con le forme; è immortale chi si identifica con l'Energia della Vita. Gli intrecci rappresentano perciò la Vita, l'energia spirituale, il percorso di crescita, la continuità, la resurrezione, le relazioni con tutti gli esseri (minerali, vegetali, animali, umani e divini), l'immortalità nel movimento, la buona fortuna che deriva dalla capacità di mettere in moto le energie vitali e collaborare coscientemente con esse. Simboleggiano anche il ciclo dell'esistenza nascita/crescita/maturazione/invecchiamento/morte/rinascita e vengono usati come talismani di protezione contro le negatività e anche come rinforzo dell'energia spirituale che vive dentro di noi. Sono anche 'mandala' di meditazione (seguendo con gli occhi il loro percorso è possibile entrare in un differente stato di coscienza), come facevano i monaci del cristianesimo celtico che leggevano una pagina del Vangelo e quindi seguivano con lo sguardo le forme degli intrecci a bordo pagina riflettendo sulla lettura e, cambiando stato di coscienza, riuscivano a evocare il significato profondo della Sacra Scrittura e del suo messaggio spirituale.

La spada è il simbolo della Forza, incarnata nella società celtica dalla classe dei Guerrieri. Indica la Volontà, il Potere Interiore che spinge ad agire e che pone l'individuo in contatto con il proprio essere profondo che percorre i sentieri della Vita per realizzare il proprio destino. Rappresenta sia l'autorità e la sovranità sia la raggiunta maturità fisica/emotiva/mentale/spirituale simboleggiata dal Cavaliere Antico e da Artù al momento dell'estrazione della Spada dalla Roccia e dal ricevimento di Excalibur da parte della Dama del Lago.

Il torque è il simbolo della Libertà, del Valore individuale e dell'Onore. Veniva indossato solo da uomini e donne liberi e dai guerrieri. Rappresenta l'energia spirituale della Vita che scorre nella gola (da cui passa respiro e nutrimento) di chi lo indossa. Indica nobiltà d'animo e capacità d'azione.

Anche se il Cristianesimo in Irlanda fece suo questo simbolo, in realtà la più antica rappresentazione della Croce Celtica, chiamata anche "Ruota del Sole" o "Anello Crociato" o "Croce Druidica"o "Sigillo dei Druidi", risale in Europa al 8-10.000 a.C. ed è stata trovata in una grotta dei Pirenei francesi. Rappresenta l'Albero della Vita, le Quattro Direzioni del Mondo, il Cosmo (cerchio) in cui è inserita la Terra (croce), i Quattro Elementi (la croce: terra, acqua, aria, fuoco) uniti dal Quinto (il cerchio: lo Spirito, l'Energia), le Quattro Feste Stagionali (Samhain, 1° Novembre; Imbolc, 1° Febbraio; Beltane, 1° Maggio; Lughnasadh, 1° Agosto), il Sole, il Ponte dell'Arcobaleno fra il Mondo Terreno (asse orizzontale della croce) e quello Divino (asse verticale della croce) racchiusi nell'infinità dell'Universo (il cerchio). Corrisponde alla "Ruota-di-Medicina" dei Nativi Americani, anche se i simboli associati alle Quattro Direzioni Sacre sono lievemente differenti. Per i Celti l'Est rappresenta lo Spirito, associato all'elemento Aria e alla Lancia del dio Lugh; il Sud è legato alle Emozioni/Sentimenti, all'elemento Fuoco e alla Spada di Nuada; l'Ovest alla Mente/Pensiero, all'elemento Acqua e al Calderone di Dadga; il Nord al Corpo, all'elemento Terra e alla Pietra del Destino (L’a Fàil).

Il Labirinto non deve venire confuso con il Dedalo. Entrambi seguono percorsi tortuosi, ma nel Labirinto è impossibile perdersi; ha una sola via per raggiungere il Centro e lo stessa serve anche per uscirne; si può vagare e fermarsi, ma mai smarrirsi. Nel Dedalo invece le vie sono molte, con strade chiuse ed è difficile trovare la strada. Nella tradizione celtica è importante il Labirinto che rappresenta il Cammino di Ricerca, la strada che conduce al centro di se stessi e della Conoscenza, lo Spazio Sacro, il Percorso Magico che può far raggiungere e sviluppare grande potere interiore. Il Labirinto è fonte di Magia Sacra che unisce le energie della Terra (l'interiorità dell'uomo) con quelle del Cielo (il cosmo) grazie alla concentrazione, alla danza, al movimento.

L'Ogham è un antico alfabeto dei Bardi e Druidi celtici irlandesi, usato, nel passato e ancora oggi, per scopi divinatori e magici. La tradizione narra che fu inventato dal dio Ogma Viso-di-Sole, quando lo utilizzò per scrivere il primo messaggio Ogham al Dio Lug su un bastoncino di betulla (la betulla è quindi il primo segno, o lettera, nella serie dell'Ogham). L'alfabeto Ogham è formato da 4 serie di cinque lettere-alberi ciascuna a cui ne è stata successivamente aggiunta una. E' chiamato anche Beth-Luis-Nion (BLN dal nome dei primi tre alberi-lettere che lo compongono, Betulla/Sorbo/Frassino) ognuno con un significato preciso. St. Justin ha associato alcuni di questi alberi-lettere ai mesi dell'anno, utilizzando in questo modo solo 12 Ogham.
BETULLA B La Betulla è l'albero legato alla nascita, ai nuovi inizi, alla guarigione, all'ispirazione, all'arte e alla poesia. Allontana la negatività presente nel propria animo ed è un potente armonizzatore degli sbalzi dell'umore provocati dalle emozioni discordanti. Evoca la gentilezza del cuore. Indica la purificazione fisica, emotiva e mentale come rituale per iniziare qualcosa di nuovo e accoglierne degnamente i risultati.
SORBO L Il Sorbo è un grande simbolo di protezione. Funge da aiuto contro attacchi magici e negatività dirette contro di noi dall'invidia e dalla gelosia altrui. Il Sorbo è un albero magico usato per ricavare bastoncini su cui incidere i segni Ogham per scopi divinatori. Dà rapidità di pensiero, concentrazione, discernimento e ispirazione all'azione. Protegge dalla paura.
FRASSINO N E' l'albero che unisce il Cielo e la Terra e perciò offre l'integrazione dello Spirito con la Materia, equilibrando le forze dell'anima con quelle del corpo. E' simbolo di rinascita, trasformazione, iniziazione. Mette in contatto con la propria forza vitale interiore della gioventù e stimola all'azione.
ONTANO F Rappresenta un guardiano delle 'porte' che separano la coscienza ordinaria dalle forze del subconscio dalle quali funge da protettore. Mette in contatto con la propria forza e centratura e rende consapevoli dell'unicità dell'individuo. E' legato ai poteri oracolari e di protezione. Mette in contatto con la propria interiorità, anche se smuove forze molto potenti e quindi richiede equilibrio.
BIANCOSPINO H E' legato all'equilibrio della forza sessuale: la stimola se troppo poca e la attenua se troppo veemente. Stimola un processo di riacquisizione di salute e aiuta chi vuol smettere qualche vizio. Purifica la mente da ogni tipo di pregiudizio e chiusura libera il pensiero.
QUERCIA D Rappresenta la Forza della Saggezza e della Conoscenza e la stimola in se stessi. Offre la consapevolezza della soglia che esiste fra il mondo materiale e quello dell'aldilà. Tranquillizza l'animo irrequieto e stimola alla ricerca della conoscenza nascosta racchiusa nelle proprie domande e nell'Universo. Rappresenta l'abbondanza e la ricchezza a tutti i livelli.
AGRIFOGLIO T E' un simbolo di buona fortuna e protezione dalle persone e dalle forze ostili. Indica la direzione da intraprendere e aiuta a mantenersi sul cammino per realizzare ciò che si spera. Offre sia la fermezza sia l'apertura mentale per cogliere al volo le occasioni che si presentano.
NOCCIOLO C Ispira i cercatori di conoscenza e saggezza grazie allo sviluppo dell'intuizione che porta a individuare la sorgente interiore da cui tutto deriva. Facilita il raggiungimento di uno stato di meditazione che permette di accedere alla saggezza interiore e ala capacità di sintesi per poter usare e interpretare con efficacia i sistemi responsi oracolari. E' infatti il simbolo del sacro potere della parola che deriva da vera conoscenza.
MELO Q Rappresenta il contatto con il Mondi Spirituali e gli esseri luminosi che li abitano. Aiuta a rendersi degni di ricevere l'aiuto e l'ispirazione delle divinità. E' un simbolo di scelta consapevole e decisa di una direzione, oltre che di poteri di guarigione attraverso il sonno e il contatto con i mondi interiori. E' un simbolo regale e rappresenta il frutto del nostro agire attivo: vitalità giovanile, abbondanza, guadagno, luce, benessere, gioia e bontà.
VITE M Rappresenta la liberazione dei poteri di profezia e di conoscenza intima della verità una volta che lasciamo andare le rigidità mentali e il nostro punto di vista troppo serioso e sicuro di sé. E' simbolo di gioia che nasce dalla risata, di allegria che scaturisce dalla rinuncia a voler controllare a tutti i costi una situazione o un problema nel quale ci si sente invischiati. Aiuta ad abbandonare il senso di pesantezza in situazioni difficili.
EDERA G E' simbolo di ebbrezza sacra che porta in contatto con le parti più profonde di se stessi e indica la spinta impellente alla ricerca della propria anima. E' perciò un ottimo aiuto per chi vuole intraprendere un cammino di conoscenza interiore, di chi sente di non avere più una direzione nella vita e non può rimandare oltre l'inizio di un rinnovamento. Cura le ferite interiori.
CANNA DI PALUDE Y E' il simbolo del potere interiore di sicurezza e fiducia in se stessi che rende capaci di compiere scelte determinate che guidino al meglio il vivere quotidiano. Dona quindi capacità di scelta consapevole e senza ripensamenti, assunzione di responsabilità e determinazione che scaturiscono dalla fiducia riposta nel Bene generale dell'Universo.

La spilla di Tara rappresenta la Regalità e la Nobiltà dell'individuo. Tara è il luogo in Irlanda dove avevano preso dimora gli dèi luminosi, i Tùatha De Danann, sede dell'Ard R’, il Re Supremo. Indica la provincia del Mìde, la Quinta, corrispondente all'Energia Spirituale e all'Anima di chi indossa la Spilla di Tara.

La stella è un simbolo druidico molto potente che indica protezione e potere di saggezza attraverso la magia. Indica anche l'individuo in contatto con il proprio lato spirituale e con l'energia divina.

Il cardo è il simbolo della Scozia scelto per ricordare un'invasione di Vichinghi Danesi respinta da un gruppo di guerrieri scozzesi svegliati dalle urla di dolore causate da questo fiore spinoso, messi in fuga al grido gaelico "Cha togar m'fhearg gun d“ oladh" (in latino "Nemo me impune lacessit" - "Nessuno mi attacca impunemente" o "Nessuno susciterà la mia collera senza pagare per questo"). E' quindi simbolo di protezione attenta, di bellezza protetta dalla forza, della potente energia maschile che difende la delicata energia femminile. Ispira coraggio e presenza di spirito nelle prove difficili.

L'oggetto è il coperchio in legno di quercia del pozzo di Glastonbury, la mitica Isola di Avalon dove fu portato il corpo di re Artù gravemente ferito per essere sanato. Il nome Glastonbury deriva dal celtico Yniswytrin 'Isola di Vetro' (uno dei nomi dell'Altromondo celtico), perchè la superficie era di colore verdeazzurro perchè vi abbondava l'erba chiamata glast, ossia il guado - Isatis tinctoria - le cui foglie e radici contengono una sostanza colorante azzurra usata dai Celti per dipingersi il corpo. Nel peridodo celtico a Glastonbury ("Villaggio della Verde Collina") sorgeva una scuola druidica e il luogo era considerato una porta di passaggio verso l'Altromondo. Nel 1191 fu rinvenuta dai monaci dell'Abbazia la tomba di Artù e Ginevra e si narra che nel Pozzo di Glastonbury Giuseppe d'Arimatea gett˜ il Santo Graal. Il coperchio è quindi il simbolo del passaggio nell'Altromondo, di protezione, di guarigione sacra, di conoscenza dei misteri della salute.

L'antica tradizione celtica prevedeva rituali di unione sessuale eseguiti in modo sacro durante la festa di Beltane (1° Maggio, inizio della metà luminosa dell'anno) che portava i bambini a nascere intorno alla festa di Imbolc e all'inizio della primavera. Una cerimonia per celebrare gli antichi riti della fertilità prevedeva l'accoppiamento di un sacerdote, rappresentante del dio e della forza maschile, con una sacerdotessa, portatrice della forza femminile e ambasciatrice della dea e doveva servire come veicolo per manifestare sulla terra le energie creative della nuova stagione luminosa e feconda. Il fallo è simbolo di fecondità, potere manifesto e benessere fisico.

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