giovedì 25 giugno 2015

IL SAUROLO

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Gli scisti del Monte San Giorgio sono ricchi di bitume, prodotto dalla decomposizione di materia organica e dotato di notevoli proprietà. Gli scisti di Besano, ricchi di resti di fauna fossile triassica, sono stati studiati dall'abate Stoppani che qui diresse alcune campagne di scavo tra il 1863 e il '78. La ricchezza di fossili non è la sola peculiarità degli scisti di quest'area: dalla lavorazione del bitume in essi contenuto, si può infatti ricavare un olio combustibile. Proprio per questo motivo, Besano, fra il 1774 e il 1790 fu luogo di ricerca di Giuseppe Valsecchi di Lecco, deciso a scoprire giacimenti di combustibili fossili che potessero alimentare le fornaci.
Altri scavi furono effettuati a Besano attorno al 1830, nell'ottica del progetto di estrazione di gas per l'illuminazione delle vie di Milano, attraverso il procedimento del francese Selligue. Nel 1842 esisteva già una miniera lunga 42 metri.
L'estrazione industriale dello scisto bituminoso fu però coronata da successo solo a partire dai primi del '900 con la produzione di saurolo, un unguento antisettico impiegato nella infiammazioni della pelle molto simile al già noto ittiolo, ottenuto invece dagli scisti bituminosi tirolesi. Durante le campagne d'Africa, il mercato bellico italiano era il maggiore cliente di questa produzione.
La roccia bituminosa estratta a Besano era trasportata nella fabbrica di Spinirolo (Meride), dove era distillato l'olio di scisto e raffinato il saurolo, con un metodo brevettato dalla Società Anonima Miniere Scisti Bituminosi di Meride e Besano. A Spinirolo erano distillate anche le rocce bituminose provenienti dalle cave svizzere del Monte San Giorgio. La storia del Saurolo ebbe però vita breve: la produzione diminuì durante la II guerra mondiale e la coltivazione in miniera fu sospesa nei primi anni '50.
Oggi le uniche testimonianze di questa antica attività sono rappresentate dalle cave alle pendici del Monte Orsa: al loro interno sono osservabili dolomie grigie, in genere con evidente struttura a lamine parallele, e rocce costituite da una fitta alternanza di lamine argilloso-bituminose nere e dolomitiche chiare, i depositi un tempo noti come "scisti bituminosi" o "ittiolitici".

Il marchio Saurolo (ammonium sulfosaurolicum) fu registrato presso lo stabilimento di Meride. Si tratta di un prodotto del tutto simile all'ittiolo, costituito da solfoittiolato di ammonio, ricercato a scopo medicamentoso e venduto sotto forma di pomata, saponetta e talco. Accanto al Saurolo veniva fabbricata anche la Saurolina, un prodotto meno puro, destinato all'uso veterinario. Il Saurolo era raccomandato come medicinale antisettico nella cura delle malattie della pelle (psoriasi, eczemi), ma era indicato anche come espettorante, per cure oftalmiche. Il farmaco conobbe una notevole diffusione e applicazione per la cura delle malattie della pelle contratte dai soldati italiani nelle campagne militari d'Africa. Poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, la fabbricazione del Saurolo cessò, poiché non fu più in grado di concorrere con i prodotti sintetici. La fabbrica dello Spinirolo venne quindi chiusa definitivamente.

L'ittiolo o ictammolo o ammonio solfoittiolato è utile per medicare piccole infezioni cutanee: foruncoli (brufoli), ascessi e ulcerazioni superficiali della cute e delle mucose. È un fluido viscoso di colore nero-bruno, di odore pungente e caratteristico. Ha un'azione debolmente antisettica, antiflogistica, anti irritante e batteriostatica. Il principio attivo è l'ammonio solfoittiolato. Viene venduto come unguento in tubo da 30g, in concentrazioni del 10% o 20%, come farmaco da banco, senza presentazione di ricetta medica.
La categoria terapeutica è risolvente e viene usato comunemente in dermatologia. La sua azione dermatologica venne scoperta dal fisico australiano Paul Gerson Unna.
In otologia, una mistura di glicerina ed ictammolo è stata usata per generazioni per il trattamento topico delle infezioni dell'orecchio. È efficace contro i germi gram-positivi. È ben tollerato e non si hanno indicazioni di effetti cancerogeni o mutageni.


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