lunedì 15 giugno 2015

LA TORRE DELLA PALLATA A BRESCIA

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La torre, uno degli emblemi della città, venne costruita nel 1248 e viene annoverata fra i principali monumenti del periodo medioevale. Eretta utilizzando molti resti di edifici romani lungo le preesistenti mura medievali, a difesa della porta detta di San Giovanni, si alza per 31 metri e presenta una pianta quadrata di 10,6 metri. Svolse la funzione di deposito del tesoro comunale, magazzino annonario e anche prigione. L’area campanaria venne aggiunta nel Quattrocento, mentre nel Cinquecento venne incastonata nel suo basamento la fontana su via Pace, eseguita nel 1596 da Antonio Carra su disegno di Pietro Maria Bagnatore. Le figure rappresentano le allegorie di Brescia, armata e con cornucopia, e i due fiumi Garza e Mella.

Il nome "pallata" proviene da una palizzata eretta come difesa.

Dopo l'assedio di Enrico VII di Lussemburgo (1311), la torre fu utilizzata per altre funzioni tra cui quella di contenere la cassa del Comune, come possono testimoniare fatti quali il saccheggio del Tesoro del Monte di Pietà, che era custodito all'interno della Pallata.

Nel XV secolo vengono aggiunti altri elementi ornamentali, quali l'orologio nel 1461, o nella parte superiore, i merli in cotto e la torricella, aggiunti tra il 1476 e il 1481.

Sul lato sud della torre è addossata la Fontana, posteriore all'epoca dell'erezione della torre stessa; fin dall'inizio ha avuto forme bizzarre, sullo stile barocco ed è formata da una nicchia nella quale è collocato un Tritone lanciante acqua nella vasca sottostante;ai due lati, vi sono due figure di uomini barbuti,che simboleggiano i due fiumi di Brescia,il Mella e il Garza. Sopra la nicchia è collocata una donna seduta:è armata e al tempo stesso porta la cornucopia dell'Abbondanza.E'stato ipotizzato che essa simboleggi Brescia,che ebbe sempre fama di città bellicosa e ricca,per la fertilità del suo territorio e l'industriosità dei suoi abitanti.Queste statue sono grossolanamente scolpite:hanno contorni duri,ineleganti;tuttavia,nell'insieme la fontana non è spiacevole a vedersi e fa un certo effetto.E'attribuita all'architetto bresciano Pier Maria Bagnadore,che visse nel XVI secolo e allo scultore Antonio Carra,bresciano.

Nel Volume "La Vita-La Grande Opera"dell'amico Ermando Danese, troviamo citato questo monumento (ne"La Fontana Sacra"),dove viene analizzata in chiave esoterica.

Elemento centrale della fontana,tipico di molte antiche fontane è Tritone, un dio marino della mitologia greca, che ha  la parte superiore di forma umana, e quella inferiore a forma di pesce. "Egli è rappresentato con due buccine in bocca, "la buccina cava e ritorta che dalla punta si allarga in su a spirale", come scrive Ovidio (ne  Metaformosi" libro I, vv. 335-336) parlando della conchiglia tradizionale di questo dio. Da queste buccine erutta due zampilli d’acqua che vanno a terminare la loro cascata all’interno di una grande conchiglia di San Giacomo posta su di un basamento. Questa conchiglia, traboccando a sua volta, rovescia l’acqua in una grande vasca sottostante che funge da base all’intero monumento".
Con la dea Atena al di sopra e i due personaggi barbuti,sono presenti anche altri simboli che certamente si devono ad aggiunte di varie epoche ma questo non distoglie dal concentrarsi sul significato più profondo che assume,agli occhi dell'ermetista,questa Fontana.

La testa del dio Tritone della fontana, con le sue buccine che zampillano le due acque,ovvero le due spiritualità, traduce perfettamente le proporzioni filosofiche.Al riguardo dei due zampilli spirituali esiste un altro segreto, essi sono anche definiti, prosegue il Saggio, "doppio mercurio dei saggi", o "zolfo duplice", o "duplice fuoco".

In questo modo, le due nature dell’Opera realizzano tre principi. I Filosofi, per spiegare questo fondamentale punto del Magistero, hanno inventato il simbolismo delle proporzioni. Il Maestro insegna che "la proporzione regolare e naturale, esige due parti di solvente per una di corpo fisso".

Per questo motivo il vaso dell’Opera contiene il compost, il crogiolo contiene il rebis ermetico, l’uovo filosofico i suoi due princìpi, ecc.

Così, nella simbologia dell’Arte sacra esiste sia la sacra famiglia, vale a dire le due nature o i genitori ermetici con il bambino, che le proporzioni filosofiche (2+1).

Fulcanelli rivela che "la testa umana è l’immagine del mercurio filosofico. I due zampilli, prosegue il Maestro, "è l’immagine del mercurio filosofico;acqua dalla duplice natura e proprietà, venuta dal latte della Vergine e dal sangue di Cristo; acqua ignea e fuoco acquoso, virtù dei due battesimi di cui si parla anche nei Vangeli".

Le due spiritualità, simboleggiate dagli zampilli del dio Tritone, o dal sangue di Cristo e dal latte della Vergine, si mescolano insieme; cosicché, aggiunge Fulcanelli, "il mercurio dei saggi è capolavoro della natura e dell'arte.La rivelazione, pertanto, possiede soltanto il potere di togliere il peccato originale e origine d’ogni male: la superficiale grossolanità. Ma sarà la seconda sorgente, il vero spirito risvegliato o fuoco segreto, che nel lunghissimo lavacro purificherà totalmente la psiche, personificato, appunto, da quel Cristo che "ha il potere in terra di rimettere i peccati".

Il Maestro insegna che "il pesce è il geroglifico della pietra dei filosofi al suo primo stato, perché la pietra, come il pesce, nasce dall’acqua e vive nell’acqua.

Per quanto riguarda la sirena originariamente era rappresentata in aspetto di donna giovane e bella nella parte superiore del corpo e di uccello nella parte inferiore, soltanto in questa era il simbolismo è stato modificato, ma il significato è rimasto immutato: la fanciulla è l’immagine della prima madre che genera il pesce.

"Ora la sirena — insegna il Maestro — mostro favoloso e simbolo ermetico, risultante dall’unione d’una donna e d’un pesce, serve a caratterizzare l’unione dello zolfo nascente, che è il nostro pesce, con il mercurio comune, chiamato vergine, nel mercurio filosofico o sale di saggezza. Il nome seirèn, termine contratto di Seír, Sole, e di Méne, Luna, indica anche la materia mercuriale lunare combinata con la sostanza solforosa solare". L' Adepto insegna che "le conchiglie di San Giacomo sono chiamate acquasantiere, queste grandi conchiglie, un tempo, servivano a contenere l’acqua benedetta, nome dato dagli Antichi all’acqua mercuriale; ancora oggi se ne trovano spesso in molte chiese rurali".

La conchiglia indica la mente nobilitata,aperta alla Rivelazione ed ha lo stesso significato della 'stella brillante'che compare nella seconda parte dell'Opera:indica la via giusta da seguire(il 'compost',l'acqua benedetta di Compostella"),il lavoro filosofale che condurrà alla realizzazione della Grande Opera Alchemica, che non è privo di insidie e di imprevisti e che verrà raggiunto solo dopo un paziente lavoro su se stessi.

La nostra fontana non svela solo la realizzazione della base del Magistero; essa va molto oltre, esprimendo proprio la Grande Opera realizzata. Infatti, sopra il gruppo marmoreo che ha richiamato tutta la nostra attenzione, si trova, assisa sul suo trono, la dea della Saggezza che sovrasta, con la sua maestà, tutta la struttura allegorica come segno di supremazia assoluta. La dea regge in mano, invece dell’arma simbolica, la famosa Cornucopia, colma di fiori e di frutta, che simboleggiamo, scrive il nostro Iniziatore, "il risultato dei due Magisteri, il piccolo e il grande, Medicina bianca e Pietra rossa".

Cioè s’intende la saggezza acquisita e la Pietra filosofale. Inoltre, il Maestro rivela che "il Corno dell’Abbondanza è sorgente inestinguibile delle felicità materiali del nostro mondo terreno".

San Paolo scrive a questo proposito:

"Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore d’uomo, questo ha preparato Dio per coloro che lo amano".




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