A Castel Goffredo, in provincia di Mantova, si svolge questo Carnevale dal nome bizzarro, festeggiato a partire da metà del Settecento, ma ufficialmente testimoniato solo a partire dal 1872. La manifestazione vede la partecipazione di un personaggio eletto sovrano nei giorni precedenti la manifestazione, re Gnocco appunto, dalla corporatura robusta, vestito di tutto punto e con un lungo mantello purpureo, attorniato dalla sua corte reale. Il re regge uno scettro a forma di forchetta che infilza un enorme gnocco, simbolo della festa.
Re Gnocco è un monarca dai pieni poteri ma ridanciano gran mangiatore e bevitore, tutto dedito alla felicità dei propri sudditi. Nel giorno della sua incoronazione egli domina incontrastato e gli stessi pubblici amministratori devono fare atto di devota sottomissione. Dal 1875 al 1905 non si hanno notizie precise anche se nelle "memorie" lasciate da Gian Cesare Pico si parla di una manifestazione molto sentita dalla popolazione e già stabilmente radicata, ma che si celebra senza continuità. Sembra, quest`ultima, una caratteristica del Venerdì Gnoccolaro castellano che lo distingue dagli altri carnevali.
Nel 1914 viene incoronato Re Gnocco XL (Marco Mercanti). il cui numerario è forse più un omaggio alla ricorrenza che la rispondenza ad un reale susseguirsi di incoronazioni.
Si tratta di un'edizione prestigiosa che apre l'era moderna del carnevale castellano. Da allora, infatti, il programma è stato fedelmente rispettato: il Re lancia un proclama con il quale indice la gran festa ed il giorno dell'incoronazione pronuncia il Discorso della Corona. La celebrazione del 1914 e passata alla storia anche per aver visto la nascita dell'inno di Re Gnocco composta dal maestro Edoardo Zappa sull'onda di un valzer e per lo scambio di due feroci fogli satirici che suscitarono aspri risentimenti. La tradizione vuole che l'ultimo venerdì di Carnevale, giorno di gran festa. siano allestite cucine operose e cantine effervescenti. Fino agli anni '5O gli gnocchi venivano impastati in Piazza; ancor oggi comunque essi sono cotti e conditi alla presenza del popolo affamato al quale sono distribuiti gratuitamente annaffiati da vino generoso a seguito dell'ordine del Re Gnocco appena incoronato. Sulla piazza del feudo si celebra il rituale di sempre; quindi il Re, appena incoronato, dà il via ai festeggiamenti, normalmente costituiti dalla sfilata di carri allegorici e maschere.
E’ molto probabile che l’introduzione di questa Festa a Castel Goffredo trovi la sua ispirazione in un fatto veronesi. Quando nel 1531 il medico veronese Tommaso da Vico offrì all’affamato popolo di San Zeno farina, burro e formaggio, dando così inizio alla secolare tradizione del Bacanal, si trovava a Verona anche Cesare Fregoso, capitano della Repubblica di Venezia, con il prestigioso segretario Matteo Bandello. Pochi anni dopo, nel 1536, la famiglia Fregoso si trasferiva a Castel Goffredo presso la Corte del marchese Luigi Gonzaga ed è molto probabile che il novelliere Bandello non abbia mancato di raccontare il singolare aneddoto. A quell’epoca, tuttavia, si sa che il Marchese prediligesse trascorrere il periodo carnevalesco a Mantova.
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