venerdì 26 giugno 2015

LA ROCCA DI ORINO



La Rocca di Orino è un'antica fortezza, posta a nord-est dell'omonimo comune, a 540 metri di altitudine. Essa giace su di uno sperone roccioso che garantisce un'ottima visibilità su tutta la Valcuvia.

Di proprietà privata al presente, la Rocca si presenta come un quadrilatero, cinto da un muraglione e difeso da torri, circondato dai boschi. All'interno dell'ampio cortile, sono presenti una cisterna e, all'angolo nord-ovest, la Rocchetta; quest'ultima, completamente in rovina, presenta all'angolo sud-ovest una torre. La merlatura, sostanzialmente d'invenzione, sopra il muro di cinta dell'ingresso principale è frutto dei restauri compiuti all'inizio del secolo, così come buona parte della torre posta all'angolo nord-est e della torretta rompitratta del muraglione di cinta a nord.
La Rocca di Orino è un'antica fortezza posta a nord-est dell'omonimo comune, a quota 537 m.slm., su di uno sperone roccioso che domina gran parte della Valcuvia.
Si suppone che il primitivo nucleo fortificato risalga al III secolo a.C.; purtroppo attualmente di esso non rimane alcuna traccia visibile.
Le prime notizie documentarie sulla Rocca di Orino sono contenute negli atti della Chiesa Plebana di San Lorenzo in Cuvio e risalgono al marzo 1176; in una "Carta finis et dati" troviamo tra i sottoscrittori un "Soldanus de Aree Urini" dove "Aree" sta sicuramente per "arce" nel senso di fortezza.
In una "carta commutacionis" del 1222 troviamo ancora un "Parravixinus de Arona" figlio del fu "Dominus Maranus de Roche de Urino" e in un altro documento dell'anno successivo si nomina un "Emblavadus de Roche de Urino", canonico e confratello della chiesa di S. Lorenzo in Cuvio tra il 1223 e il 1236.
Attualmente l'esame della struttura muraria della Rocca di Orino indica una serie di lavori di ristrutturazione e rifacimento quasi sicuramente eseguiti in epoca Viscontea-Sforzesca.
Nel 1513, in seguito al progressivo disfacimento del ducato di Milano, entro il cui controllo la rocca e la Valcuvia erano comprese, le "nostre terre" vengono occupate dalle truppe svizzere.
La Rocca di Orino, coinvolta in queste vicende, subisce numerose e ripetute occupazioni ed è probabilmente in questo periodo e in seguito a queste vicende che la Rocca viene smantellata.
In un documento risalente al 1640 essa viene indicata come "Roca tutta dirocata" e nel "Catasto Teresiano" del secolo successivo viene denominata "Roca dirupata". Lavori di restauro vennero condotti all'inizio di questo secolo dall'allora proprietario Mario Sangalli.
Attualmente la Rocca di Orino è proprietà privata.

La Rocca di Orino è localmente denominata "Roca di Arian"; la leggenda vuole che gli Ariani, cacciati da Milano dal Vescovo Sant'Ambrogio, in seguito alla condanna della loro dottrina da parte della Chiesa, si fossero rifugiati in cima al colle che attualmente ospita l'abitato di Santa Maria del Monte.
Gli Ariani occuparono la Rocca di Orino e la presidiarono sino alla conquista del "Forte di Varese" avvenuta nel 389 d.C. da parte delle truppe milanesi. La tradizione locale vuole che gli Ariani furono messi in fuga, oltre che dal sopraggiungere dell'esercito ambrosiano, dall'apparizione della figura di San Lorenzo avvolta nelle fiamme. Gli abitanti, riconoscenti, chiamarono il luogo dell'apparizione San Lorenzo.
Attualmente in questa località sorge la piccola chiesa di San Lorenzo con annesso il cimitero del Comune di Orino.
Sicuramente però la leggenda più nota è quella legata alla figura di Ada, la sposa di Marchione, capitano mercenario delle truppe svizzere che nel 1513 occuparono la Valcuvia.
Narra la leggenda che Marchione, stanziato con la sua guarnigione presso la Rocca di Orino, per gelosia, precipitò in un trabocchetto mortale la giovane Ada e fece imprigionare nelle segrete del castello il fratello di Ada, Francesco, suo luogotenente. Successivamente lo stesso Marchione cadde vittima di una ribellione dei suoi stessi mercenari, che, minacciati dall'arrivo dell'esercito spagnolo, volevano fare ritorno alle proprie terre.
Francesco, dopo la ritirata degli svizzeri, venne abbandonato nelle segrete della rocca, condannato a morire di fame.
Si dice che il suo spirito inquieto stia vagabondando da allora, latore di presagi maligni, nei boschi della rocca e; nei racconti della gente.

Tempo dopo, duranti alcuni scavi nel castello furono ritrovati gli scheletri di Ada e Francesco. E da allora nel corso di tre secoli abbondano una serie di testimonianze di più persone secondo le quali la rocca di Orino e il territorio circostante sarebbero infestati dai fantasmi di Francesco e Ada. Francesco a quanto pare si farebbe sentire con gemiti,pianti e rumori di catene nei pressi del portone d'entrata della rocca, lungo le cui mura si intravederebbe anche una luminescenza di forma umana che sarebbe appunto lo spettro di Francesco. Mentre nei pressi di un castagno prima comparirebbe lo spettro di Ada, incappucciato e con una lunga tunica e mantello con un viso simile a quello di uno scheletro. Avrebbe al posto degli occhi orbite vuote e la bocca aperta, come se urlasse pur non uscendo fuori alcun suono.




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