venerdì 1 gennaio 2016

LA GOLA DEL CARDINELLO



La Gola del Cardinello è un'escursione interessante sotto vari profili: storico, perché segue un percorso presente con minime varianti dall'epoca preistorica; etnografico, per l'attraversamento di nuclei rurali dalle costruzioni secolari; paesaggistico, perché nonostante l'assenza di orizzonti larghi permette l'osservazione di cascate e pozze formate dal fiume Liro. I testi storico-turistici elencano una stratificazione di undici itinerari appartenenti a varie epoche: dalla preistoria a metà del 1800; restano poche tracce o poco riconoscibili, tranne nei passaggi obbligati scavati nella roccia a strapiombo. Il panorama si allarga nel periplo del Lago di Montespluga, che conclude la salita. Percorso totalmente da evitarsi in presenza di neve; effettuabile con molta prudenza - e ramponi - in presenza di ghiaccio. Interessante la discesa in mountain-bike dopo aver risalito la statale fino alla diga di Montespluga.

La Gola del Cardinello è la profonda forra che il Torrente Liro ha scavato nella montagna tra la conca di Montespluga e quella dove si trovano Isola e il suo lago artificiale. Il nome "Cardinello" appartiene propriamente alla barriera rocciosa che costituisce il fianco sinistro idrografico della forra (quello percorso dalla mulattiera), ma viene attribuito all'intera gola (indicata come Valle del Cardinello sulla carta dell'IGM), che con questo nome è universalmente conosciuta.
Lungo questo stretto passaggio transitava una delle vie che anticamente collegavano Campodolcino al Passo dello Spluga e che venivano usate anche contemporaneamente a seconda delle loro condizioni o delle stagioni. Si poteva infatti scegliere tra le "strade di sopra" che percorrevano il dosso erboso degli Andossi oppure la "strada di sotto", cioè la via del Cardinello, che transitava lungo l'omonima gola. Quest'ultima era già percorsa in epoca romana e conobbe fasi alterne nel Medioevo. Riprese interesse commerciale nel Seicento, quando (probabilmente a partire dal 1643) venne intagliata l'ampia mulattiera nella parete rocciosa del Cardenèl. Il passaggio venne ulteriormente migliorato agli inizi del Settecento, per renderlo concorrenziale con le vie che sfruttavano altri passi alpini: il percorso fu reso più agevole e sicuro attrezzandolo con parapetti e tettoie paravalanghe. Caduta in abbandono dopo la costruzione della carrozzabile all'inizio del XIX secolo, la mulattiera è stata resa di nuovo percorribile dopo il 1980, quando è entrata a far parte del percorso della Via Spluga. In questo modo l'escursionista moderno può di nuovo rivivere le emozioni, lo stupore e forse un po' anche le paure dei viaggiatori di un tempo (il Cardinello era considerato il tratto più famigerato dell'itinerario dello Spluga, come testimoniano molte relazioni del XVIII e del XIX secolo). Tra coloro che ne hanno parlato, vi è anche Ludwig Emil Grimm, che così scrisse nel 1816: "Qui c'è tutto ciò che si può vedere di grandioso, orrendo e spaventoso.  Durante il viaggio mi venivano spesso in mente le favole dei miei fratelli (Jacob Ludwig Karl e Wilhelm Karl, gli autori delle celebri Fiabe) e, se avessi avuto un paio di settimane da dedicare a questo viaggio di montagna, forse avrei raccolto cose più interessanti per loro"

Non si può parlare della strada del Cardinello senza dedicare la dovuta attenzione alla storica Locanda del Cardinello, che si trova nell'abitato di Isola, proprio ai piedi della gola. L'origine della locanda risale al 1722 (anche se una parte dell'edifico è più antica, essendo stata edificata nel 1680), quando Antonio Raviscioni decise di aprire un punto di sosta e ristoro all'inizio della strada del Cardinello, allora assai frequentata. Il servizio offerto era completo: stalle e foraggio per gli animali, vitto e alloggio per gli uomini. La costruzione della carrozzabile e soprattutto quella della variante del Sengio (che sale a Pianazzo senza passare da Isola), aperta nel 1838 dopo la disastrosa alluvione del 1834, hanno ridotto i passaggi e messo in difficoltà la gestione della locanda. La realizzazione della strada provinciale di Isola e, più avanti, l'inaugurazione della Via Spluga hanno ridato vita al piccolo albergo che (gestito dal 1980 da Martino Raviscioni, pronipote di Antonio) è tornato a essere un punto di riferimento per turisti ed escursionisti, specialmente per quelli che, ormai a migliaia ogni anno, percorrono la Via Spluga.


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