L'urofilia nota anche come pissing o pioggia dorata è una pratica sessuale che consiste nell'urinare nella bocca del partner allo scopo di provocare eccitazione sessuale e piacere erotico. Quando l'emissione dell'urina è accompagnata dalla sua ingestione si parla di urofagia.
Sembra anzi che la pratica sia piuttosto antica e provenga addirittura dalla mitologia classica: Acrisio era il padre di Danae; un oracolo predisse la sua morte per mano del nipote, figlio di Danae stessa, che però non era ancora madre. Fu così rinchiusa dal padre in una torre per far sì che non concepisse bambini, ma Zeus si trasformò in una pioggia dorata grazie a cui Danae rimase incinta e partorì un figlio: Perseo, in età adulta, a causa di un involontario incidente, uccise proprio Acrisio realizzando la previsione dell’oracolo.
L'utilizzo dell'urina per giochi erotici si manifesta anche attraverso diverse varianti e tecniche, eccone alcune, tra le più diffuse:
Massaggio bagnato: il partner si sdraia prono e voi, inginocchiate sulle sue gambe, spremete della gelatina alimentare sulle vostre dita e successivamente orinate sulla sua schiena e iniziate a massaggiarlo. Aggiungete gelatina fino a rendere tutto molto lubrificato. Se poi riuscite a controllare il vostro flusso, fermandolo in dati momenti, potrete aggiungere poco alla volta liquido caldo al massaggio.
Coccole bagnate: molti amanti del pissing trovano eccitante anche il solo fatto di orinare a letto di proposito e coccolarsi sulle lenzuola bagnate. Per i più avventurosi, provate a sdraiarvi su un fianco, l'uno rivolto verso l'altro come in un sessantanove. Coccolate e carezzate vicendevolmente i genitali usando il volto, quando la vescica ve ne dà stimolo, rilassatevi a lasciate fluire la pipì.
Doccia Dorata: uno dei due si inginocchia, si siede o sdraia e l'altro gli orina addosso.
Il Bagnetto viene solitamente fatto nella vasca. Uno dei due assume il ruolo di genitore. L'altro di bambino. Il "genitore" insapona il "bambino" usando il proprio flusso al posto dell'acqua.
Cateratte del Nilo: la donna si sdraia sul letto a gambe aperte. L'uomo si inginocchia tra le sue cosce. L'uomo orina con maggior impeto che gli riesce, mirando al clitoride della donna per procurarle la massima stimolazione.
Alcune persone trovano piacevole praticare pissing con i vestiti addosso. Costumi da bagno o mute sono indicate per questo genere di giochi poiché fatti proprio per essere indossati bagnati e lasciano passare l'acqua senza difficoltà. Una cosa eccitante per molti uomini è vedere la propria compagna vestita, con o senza mutandine, che orina stando in piedi.
Il pissing è abbastanza diffuso nell'ambito delle pratiche BDSM, nelle quali, di norma, il pissing, soprattutto nella forma più elementare, ovvero l'ingestione da parte del soggetto sottomesso delle urine del soggetto dominante, costituisce una delle pratiche in cui è maggiormente evidente l'umiliazione fisica e psicologica (peraltro consensuale), di tipo sadico o masochista.
L'urofilia nel caso venga praticata su soggetti non consenzienti, oppure si presenti come un comportamento di dipendenza compulsiva, viene classificata dal DSM-IV e dal DSM-IV-TR tra le parafilie.
Quando la pioggia dorata viene praticata dalla coppia in modo consensuale, ovviamente nulla c’è di male: i desideri, le passioni e il soddisfacimento sessuale possono essere completati in qualsiasi modo arrechi piacere a entrambi e non leda la dignità di nessuno.
In alcuni casi il pissing rientra in quella categoria di passioni erotiche che prevede, per provare eccitazione, l’umiliazione dell’altro e in molti casi questo è accettato, specialmente nel mondo BDSM in cui provare o infliggere dolore o umiliazione al partner è un mezzo condiviso di appagamento erotico. Se però il soddisfacimento dovesse essere univoco e lasciare invece uno dei partner scosso o turbato è necessario porsi delle domande. Nessuno ovviamente ha il diritto di imporre alcunché nell’ambito dei rapporti sessuali, perciò chi prova piacere, oltre che nel pissing in sé, anche nell’imposizione dello stesso, viene inserito dalla sessuologia moderna nell’ambito di coloro che soffrono di parafilie particolari (le parafilie sono ciò che un tempo veniva chiamato perversione).
Se quindi le pratiche sessuali piacciono a entrambi i componenti della coppia, non creano disagio, dolore (non richiesto) o shock particolare, nessuno può considerarle l’espressione di una malattia; quando invece il piacere è di un solo componente della coppia e il soddisfacimento sessuale mediante la pratica erotica ossessiona il soggetto per tutto l’arco della giornata inducendolo a commettere, in alcuni casi, violenza o abuso sugli altri, allora si parla di parafilia e di un vero e proprio problema psicologico che va affrontato e superato affinché si possa iniziare e portare avanti una relazione di coppia in modo rispettoso e comunque pienamente appagante.
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