Il Carroccio era un grande carro a quattro ruote recante le insegne cittadine attorno al quale si raccoglievano e combattevano le milizie dei comuni medioevali. Era particolarmente diffuso tra le municipalità lombarde, toscane (basti pensare al Carroccio su cui oggi è posto il "cencio" del Palio di Siena) e, in generale, dell'Italia Settentrionale. In seguito si diffuse anche fuori dall'Italia.
Difeso da truppe scelte, pavesato con i colori del comune, era trainato generalmente da buoi e trasportava un altare, una campana (chiamata "la "martinella") e un'antenna su cui erano collocate una croce e le insegne cittadine. In tempo di pace era custodito nella chiesa principale della città.
L'origine del Carroccio è incerta. Secondo la tradizione fu inventato dall'arcivescovo di Milano, Ariberto da Intimiano, tra il 1037 ed il 1039, in uno degli assedi che Corrado II il Salico fece a più riprese a Milano nel biennio. Da Milano il suo uso si diffuse in molti comuni dell'Italia Settentrionale, in Toscana e fuori d'Italia, fino alla decadenza nel secolo XIV.
La prima traccia letteraria del Carroccio compare nel poema di Raimbaut de Vaqueiras, trovatore francese del XII secolo, intitolato "il Carros", dove il letterato, rivolgendo le proprie lusinghe a Beatrice figlia di Bonifacio I del Monferrato, afferma che le donne lombarde rivali in bellezza della fanciulla si avvalgono di un Carroccio ed altri carri da guerra per "combattere" la crescente fama della fanciulla. Giacomo da Lentini, funzionario imperiale di Federico II di Svevia, trattò del Carroccio nella canzone Ben m'è venuto, che è un componimento poetico d'amore, composto probabilmente prima della battaglia di Cortenuova (tra il 1233-1237), che si ispira alle poesie trobadoriche.
Il Carroccio fu protagonista nella battaglia di Legnano (29 maggio 1176), durante la quale fu difeso, secondo la leggenda, dalla compagnia della morte, guidata, sempre secondo la tradizione popolare, da Alberto da Giussano, personaggio che comparve in realtà solo in opere letterarie del secolo successivo. Sempre secondo la leggenda, durante il combattimento, sopra il Carroccio un sacerdote disse messa incitando i combattenti in nome di Dio. Secondo le fonti dell'epoca, intorno al Carroccio fu predisposta la decisiva resistenza della fanteria comunale, che permise alla restante parte dell'esercito della Lega Lombarda di sopraggiungere da Milano e di sconfiggere Federico Barbarossa nel celebre scontro di Legnano. Oltre che nella battaglia di Legnano, il Carroccio fu usato anche nel 1214 nella battaglia di Bouvines.
Il Carroccio della Lega Lombarda venne catturato dagli imperiali nel 1237 a Cortenuova, donato a papa Gregorio IX dall'imperatore Federico II e trasportato nel Palazzo Senatorio di Roma in quella che tuttora si chiama Sala del Carroccio, dove viene conservata l'iscrizione commemorativa del dono fatto dall'Imperatore al Popolo romano. L'iscrizione recita: "Cesaris Augusti Friderici, Roma, secundi dona tene currum perpes in Urbe decus. Hic Mediolani captus de strage triumphos Cesaris ut referat inclita preda venit. Hostis in probrium pendebit, in Urbis honorem mictitur, hunc Urbis mictere iussit amor".
Dato che sono pochissimi i resti sopravvissuti all'epoca medievale, le informazioni sulla forma del Carroccio sono frammentarie. Per esempio a Brescia è conservata una croce che probabilmente apparteneva al pennone del Carroccio cremonese conquistato nel 1191 nella battaglia della Malamorte, mentre nel duomo di Siena sono conservate due grandi pennoni di 10-15 metri che la tradizione riferisce al Carroccio tornato vittorioso da Montaperti. A Cremona, nel Museo Civico, è conservato un pianale di legno che si pensa appartenuto alla cassa del carro sottratto ai milanesi nel 1213 a Castelleone.
Alessandro Visconti, in un libro del 1945, rifacendosi al cronista Arnolfo, riporta questa descrizione:
« L'insegna che doveva precedere i combattenti era fatta così: un'alta antenna, a guisa d'un albero di nave, piantata in un robusto carro s'ergeva in alto portando alla cima un aureo pomo con due lembi di candido lino pendenti. In mezzo a quell'antenna stava infissa la veneranda Croce con dipinta l'immagine del Redentore a braccia aperte rivolte alle schiere circostanti, perché qualunque fosse l'evento della guerra, guardando quell'insegna, i soldati ne avessero conforto. »
(Alessandro Visconti, Storia di Milano, 1945, p. 169.)
È possibile immaginare la grandezza dello stendardo del Carroccio prendendo come riferimento il vessillo del vescovo della città di Würzburg, utilizzato nel 1266 durante la battaglia di Kitzingen e conservato presso il Mainfrankisches Museum. Il vessillo è di tre metri per cinque con l'immagine di san Kilian.
Iconograficamente sono giunte a noi due raffigurazioni del Carroccio in epoca medievale: la prima è presente nelle "Cronache senesi Montauri", mentre la seconda nella "Cronica di Giovanni Villani". Le due raffigurazioni sono frutto di racconti di cronisti non oculari, essendo gli autori del XIV e XV secolo, quindi di un'epoca dove la presenza del Carroccio nella vita quotidiana era ormai scomparsa.
Il primo raffigura solamente due pennoni movibili uno con l'aiuto dell'altro, mentre nella seconda immagine, dove è presente un carro a quattro ruote con una bandiera, il soggetto è rappresentato più dettagliato. Sul carro alla base dell'asta sono infatti raffigurati anche dei marzocchi rampanti. La stessa immagine del Carroccio è presente in un affresco di Jan van der Straet dedicato ai Medici, che raffigura Piazza della Signoria durante la festa di San Giovanni.
È probabile quindi che esistessero tre tipi di Carroccio: il primo "classico" su modello milanese, quello toscano con due pennoni che a Firenze presentava una campanella, e quello diffuso nelle Fiandre ed in Germania, che era un semplice carro con un pennone centrale.
Dalla descrizione, fatta da Salimbene de Adam, dello smontaggio di quello catturato dai parmensi ai cremonesi a Vittoria nel 1248, si deduce che le parti del Carroccio erano cinque: quattro ruote, un pianale, il pennone, la bandiera e varie decorazioni. Le ruote erano molto grandi, ed erano solitamente dipinte di rosso a Milano e Firenze, di bianco a Parma e in colori preziosi non specificati a Siena e Padova. Il pennone, secondo la descrizione di Bonvesin de la Riva, pesava come quattro uomini ed era solitamente sorretto da funi (sicuramente quello di Milano). Nel codice Chigi, il Carroccio fiorentino presenta due pennoni e la bandiera, che molto spesso non era fissata ad una barra laterale, era in tessuto prezioso solitamente diviso due colori dimezzati oppure decorato con un motivo a croce. A differenza che nel nord Europa, la rappresentazione del santo patrono non compariva sui carri italiani, dove era spesso raffigurato come decorazione del cassone.
L'uso della campanella è ancora controverso. Non è chiaro se fosse direttamente sul Carroccio o oppure seguiva su un altro veicolo. Comunque, sui Carrocci dell'Italia settentrionale non era presente, al contrario che su quelli toscani. Molto spesso la funzione di richiamo dei combattenti era effettuata dai trombettieri. Il traino solitamente era seguito da buoi oppure - molto raramente - da cavalli.
Il Palio di Legnano è una manifestazione folcloristica che si svolge annualmente a Legnano per commemorare l'omonima battaglia combattuta il 29 maggio 1176 tra le truppe della Lega Lombarda e l'esercito imperiale di Federico I "Barbarossa". Il territorio di Legnano è diviso in otto contrade storiche che si sfidano, nell'ultima domenica di maggio, in una corsa ippica che chiude la manifestazione. Fino al 2005 il Palio di Legnano era chiamato "Sagra del Carroccio".
Tra gli eventi collegati al Palio di Legnano trovano anche spazio una sfilata storica e la manifestazione corale "La Fabbrica del Canto", iniziativa nata nel 1992 dall'Associazione Musicale Jubilate. È ritenuta una delle maggiori manifestazioni non competitive d'Europa dedicate alla musica polifonica. Nel 2003 la sfilata storica del Palio di Legnano è stata riproposta anche al Columbus Day di New York.
Le commemorazioni più antiche della battaglia di Legnano si svolsero nel 1393 a Milano nella basilica di San Simpliciano. Nell'occasione, fu decretato che il 29 maggio (giorno della battaglia di Legnano) fosse giorno di festività per tutto il contado milanese. Nel 1499, con l'occupazione del Ducato di Milano da parte dell'esercito francese, la festività venne prima soppressa, poi ripristinata da san Carlo Borromeo nel 1596, e infine nuovamente sospesa nel 1784.
Il 29 maggio tornò ad essere commemorato durante il Risorgimento, quale simbolo della lotta degli italiani contro l'invasore straniero. Le due commemorazioni più importanti furono quelle del 1848 a Milano durante i moti insurrezionali e quelle del 1876 a Legnano in occasione del settimo centenario della battaglia. A Legnano, sull'onda dei festeggiamenti del settimo centenario, vennero saltuariamente organizzate dalla popolazione diverse commemorazioni della battaglia.
La prima manifestazione organizzata ufficialmente dalle autorità cittadine legnanesi fu quella che ebbe luogo nel 1932. Questo evento, che venne chiamato "Festa del Carroccio", comprendeva una fiera gastronomica, una sfilata storica ed una gara ippica che venne organizzata al locale campo sportivo Brusadelli e che non si concluse per un infortunio ad un fantino.
Il Palio di Legnano, nella sua versione attuale, venne disputato per la prima volta il 26 maggio 1935. Però, già dall'anno successivo, il nome della manifestazione mutò in "Sagra del Carroccio". Ciò fu dovuto ad un ordine diretto di Benito Mussolini, che obbligò gli organizzatori della manifestazione legnanese a cambiare il nome dell'evento in modo tale che il termine "Palio" fosse associato, in via esclusiva, solo all'omonima manifestazione di Siena. La Sagra del Carroccio fu interrotta dopo l'edizione del 1939 per le vicende belliche legate alla seconda guerra mondiale, e non venne ripresa che nel maggio del 1952 per iniziativa del Comune di Legnano e dell'associazione locale Famiglia Legnanese. Nel 2006 la manifestazione è tornata a chiamarsi "Palio di Legnano".
Per quanto riguarda le corse ippiche, quella del 1961 fu l'unica a cui partecipò un fantino di sesso femminile, mentre dal 1971 venne decretata l'abolizione della sella con l'obbligo, da parte dei fantini, della monta a pelo. L'edizione del 1984 fu l'unica ad essere rinviata per avverse condizioni meteorologiche; la gara ippica venne poi corsa la domenica seguente. Quella del 2009 fu invece la prima ad essere disputata sulla sabbia.
Sono state tre le edizioni della corsa ippica che non sono assegnate. La gara del 1955 è stata sospesa e non attribuita per una partenza contestata, mentre quella del 1977, vinta dalla contrada di Sant'Erasmo, non è stata assegnata a causa di alcuni diverbi avvenuti alla fine della gara tra i fantini delle contrade di San Bernardino, La Flora e San Magno. La contrada di Sant'Erasmo, per protesta, non partecipò all'edizione successiva del Palio. L'edizione del 2006 è stata invece sospesa e non attribuita per un'invasione di pista dei contradaioli di San Domenico. Il "Collegio dei Magistrati del Palio", oltre a non assegnare l'edizione del 2006, comminò, alla contrada di San Domenico, un'ammenda di 10.000 euro squalificandola per l'edizione del 2007.
Le edizioni straordinarie della manifestazione sono state tre. Il primo Palio speciale è stato quello organizzato nel 1976 all'Arena Civica di Milano per commemorare l'ottavo centenario della battaglia di Legnano. Il secondo Palio straordinario è stato organizzato nel 1980 per celebrare il 25º anniversario della fondazione del "Collegio dei Capitani e delle Contrade", mentre per il 50º anniversario di costituzione di tale organismo, nel 2005, è stato disputato il Palio d'Onore.
Le otto contrade di Legnano sono:
La Flora con la bandiera rosso e blu
Legnarello con la bandiera giallo e rosso.
San Bernardino con la bandiera bianco e rosso.
San Domenico con la bandiera bianco e verde.
San Magno con la bandiera rosso bianco rosso.
San Martino con la bandiera bianco e blu.
Sant'Ambrogio con la bandiera verde e giallo.
Sant'Erasmo con la bandiera azzurro e bianco.
Nei primi anni in cui fu disputato il Palio di Legnano esistevano anche le contrade della Ponzella e dell'Olmina, che furono inglobate, rispettivamente, da San Bernardino e Legnarello; furono accorpate nel 1952 perché all'epoca i quartieri a cui facevano riferimento non erano molto abitati, e quindi avevano difficoltà a sostenere economicamente la partecipazione al Palio.
Ognuna delle otto contrade è retta da un "Capitano", un "Gran Priore" ed una "Castellana". Il Capitano delle contrada è colui che rappresenta la contrada in tutte le occasioni ufficiali ed ha il compito di scegliere il fantino ed il cavallo che partecipano alla corsa ippica. In tutte le cerimonie ufficiali indossa un mantello bianco.
La carica di Gran Priore, che è stata istituita nel 1971, ha la funzione di coadiuvare il Capitano nelle sue funzioni. È anche il rappresentante legale del rione e controlla che lo Statuto della contrada sia applicato. Il Gran Priore, in tutte le cerimonie ufficiali, indossa un mantello nero.
La Castellana, al pari del Capitano ed del Gran Priore, ha un ruolo di rappresentanza nelle cerimonie ufficiali ed ha il compito di partecipare all'organizzazione delle manifestazioni della contrada. Le Castellane vengono aiutate nella loro mansione dalle "Gran Dame" e sono unite nell'associazione "Oratorio delle Castellane", che riunisce anche le Castellane non reggenti. La Castellana, in tutte le cerimonie ufficiali, indossa un mantello rosso.
Un'altra carica importante della contrada è lo "Scudiero", che aiuta il Capitano nell'espletamento delle sue funzioni. Lo Scudiero, inoltre, può supplire il Capitano negli eventi organizzati dalla contrada.
Tutte le cerimonie ufficiali del Palio sono organizzate e curate dai "Cerimonieri del Collegio dei Capitani e delle Contrade".
I Capitani sono riuniti nel "Collegio dei Capitani e delle Contrade", la cui funzione è quella di coordinare le attività, le azioni e gli intenti degli stessi. Tale Collegio è nato nel 1955, ha sede nel Castello Visconteo di Legnano ed è presieduto dal "Gran Maestro del Collegio dei Capitani", che è eletto ogni due anni. In occasione di queste elezioni, che avvengono in un'assemblea sociale chiamata "Tornata", vengono votati anche il suo vice, i Consiglieri dell'Esecutivo, i Revisori dei Conti ed i Probiviri. Altre funzioni del Collegio dei Capitani sono la salvaguardia delle tradizioni di Legnano e delle sue contrade. Il Collegio ha come gonfalone ufficiale uno stendardo bianco-rosso riportante la Croce di Ariberto da Intimiano e gli stemmi delle contrade.
Durante l'anno nelle sedi delle contrade, che sono chiamate "manieri", si organizzano feste, eventi culturali e manifestazioni folcloristiche.
L'organizzazione del Palio è guidata dal "Collegio dei Magistrati del Palio", che è formato dal "Gran Maestro del Collegio dei Capitani e delle Contrade", dal presidente dell'associazione Famiglia Legnanese e dal "Supremo Magistrato". Quest'ultimo, che è il sindaco di Legnano, ne presiede le sedute e decreta, tramite un bando, l'inizio ufficiale del Palio.
Il Collegio dei Magistrati del Palio è coadiuvato dal "Comitato del Palio", che è composto dal Supremo Magistrato, dal "Cavaliere del Carroccio", dal Gran Maestro del Collegio dei Capitani e delle Contrade, dal presidente della Famiglia Legnanese, dai Gran Priori e da altri componenti che sono in rappresentanza della Giunta comunale, del Consiglio comunale, della Famiglia Legnanese e del Collegio dei Capitani e delle Contrade.
Il Cavaliere del Carroccio, che riveste il ruolo di responsabile esecutivo dell'organizzazione del Palio, è nominato dal Supremo Magistrato sentiti il presidente della Famiglia Legnanese e il Gran Maestro del Collegio dei Capitani e delle Contrade. Un compito molto importante del Cavaliere del Carroccio è quello di nominare il mossiere della corsa ippica. Fino al 1985 le funzioni del Cavaliere del Carroccio erano attribuite al "Presidente della Sagra del Carroccio".
Prima della corsa ippica, per le strade della città, si tiene una sfilata storica che è formata da più di 1.200 figuranti in costume medievale i cui abiti, scudi, armi, ecc., rispecchiano scrupolosamente quelli del XII secolo.
La conformità che il materiale della sfilata deve avere nei confronti delle conoscenze storiche riguardanti la vita militare e civile del XII secolo è controllata dalla "Commissione permanente dei Costumi". Tale commissione, che è formata da esperti di caratura nazionale, è stata istituita nel 1990 dal Collegio dei Capitani e delle Contrade.
La sfilata si apre con un corteo formato dalle bande musicali delle municipalità un tempo coalizzate nella Lega Lombarda. I loro componenti indossano la divisa del corpo musicale d'appartenenza e portano il gonfalone del proprio Comune (quello di Legnano chiude questa parte del corteo). Il tipo di musica suonata è di carattere militare.
La parte centrale della sfilata è invece costituita dai figuranti delle contrade in abiti medioevali, ognuna delle quali sfila seguendo un tema preciso (la contrada che chiude questa parte del corteo è quella che ha vinto il Palio dell'anno precedente). I soggetti rappresentati dalle otto contrade sono:
La Flora: la guerra;
Legnarello: la forza e il lavoro;
San Bernardino: il trionfo per la cattura delle armi;
San Domenico: i popolani e i giochi;
San Magno: la nobiltà e il clero;
San Martino: la musica e la danza;
Sant'Ambrogio: i cortigiani;
Sant'Erasmo: l'astrologia e la caccia.
La sfilata storica termina poi con il passaggio del Carroccio e del suo seguito che è formato, tra l'altro, dai figuranti che interpretano i cavalieri della Compagnia della Morte.
La compagnia della morte è capitanata dal leggendario condottiero Alberto da Giussano il cui monumento, opera dello scultore Enrico Butti, è diventato simbolo della città.
La mattina, prima della sfilata e della corsa, in piazza San Magno sul carroccio si celebra la messa che è seguita dall'investitura religiosa dei Capitani e dalla benedizione dei cavalli e dei fantini che correranno il Palio.
Il corteo si snoda attraverso Legnano per finire allo stadio Giovanni Mari, dove ha poi luogo la gara ippica.
Il momento culminante del Palio è la corsa ippica a pelo che si corre allo stadio della città. Alla gara partecipano le otto contrade storiche.
La corsa ippica, che si svolge su manto sabbioso, inizia con due batterie eliminatorie a cui prendono parte quattro contrade ciascuna. In queste batterie eliminatorie i fantini delle contrade devono compiere 4 giri dell'anello. La finale, a cui accedono le prime due classificate di ogni batteria, comprende invece 5 giri dell'anello.
La composizione delle batterie e l'ordine di disposizione dei cavalli al canape (dal più vicino allo steccato al più esterno) sono definiti da un sorteggio che avviene prima della gara. Colui che fa partire i cavalli nelle batterie eliminatorie e nella finale è il mossiere, che è investito del suo ruolo dal Cavaliere del Carroccio.
La contrada vincitrice della gara ippica ha diritto di conservare, all'interno della chiesa a cui fa riferimento, la Croce di Ariberto da Intimiano, ovvero una scultura in gesso del 1935 opera dello scultore legnanese Gersam Turri che riproduce la croce originale medioevale. La Croce è poi custodita dal rione vincitore fino all'edizione successiva del Palio.
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