lunedì 25 maggio 2015

LE CONTRADE DI LEGNANO : SAN MARTINO

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Usque ad Finem


La leggenda narra che un palafreniere, esercitando cavalli focosissimi, si perse nella boscaglia. Tornato indietro, s’imbatté in un giovanissimo boscaiolo che raccoglieva legna. „Ragazzo”, disse il palafreniere „mi sai dire dove mi trovo e quale via devo prendere per tornare al mio re che m’aspetta?”. Il boscaiolo tolse un virgulto da una pianta di gelso e con quello fece segno verso il cielo. Il palafreniere alzò lo sguardo e vide tra gli alberi un quadrato di cielo limpido e in mezzo una candida croce. Il legnaiolo fece segno nella direzione di uno dei bracci della croce e poi disse: „Vai sicuro dal tuo re e Dio ti protegga con lui.”. Il palafreniere voleva dare una mercede al giovinetto, ma questi non volle nulla in cambio, solamente il permesso per sé e per la sua gente di fregiare la casa e le vesti con la croce apparsa nel cielo. Quella fu il segno della gente di S. Martino. Un’altra più recente leggenda riferisce di un pastorello smarritosi per inesperienza nella pianura attorno alla cappella, sui cui ruderi sorse nel ‘700 l’attuale chiesetta, il primo giorno in cui aveva guidato le pecore al pascolo. Quando ormai aveva perso ogni speranza e stava scoppiando a piangere impaurito, alzò gli occhi verso l’alto per implorare l’aiuto divino. All’improvviso una croce luminosa gli apparve nel cielo azzurro e gli indicò la giusta direzione. La bandiera di contrada riproduce i colori di questo prodigio e reca anche l’immagine di San Martino a cavallo nell’atto di dividere il mantello con il mendicante.

Secondo tali leggende, il blu dello stemma della contrada è associato al cielo, mentre il bianco è il colore divino. Il gonfalone richiama invece l'iconografia di San Martino nell'atto di tagliare il suo mantello.

La Contrada San Martino è situata nella zona centro-nord della città, verso il confine con i comuni di Castellanza e Busto Arsizio.

Nel territorio della contrada sono avvenuti alcuni ritrovamenti archeologi risalenti all'epoca pre-romana e romana: sono stati rinvenuti in una necropoli nell'antica zona chiamata "in Galvagno" e sono databili tra il II secolo a.C. ed il I secolo a.C..

Il territorio della contrada potrebbe essere stato teatro degli scontri decisivi della battaglia di Legnano. Il Carroccio venne posizionato sul bordo di un ripido pendio fiancheggiante l'Olona, così che la cavalleria imperiale, il cui arrivo era previsto da Castellanza lungo il corso del fiume, sarebbe stata obbligata ad assalire il centro dell'esercito della Lega Lombarda risalendo la scarpata. Il Barbarossa sarebbe stato quindi obbligato ad assalire l'esercito comunale in una situazione di svantaggio, dato che avrebbe dovuto attaccare dal basso risalendo tale avvallamento. Questa scelta si rivelò poi sbagliata. Il Barbarossa arrivò infatti da Borsano, cioè dalla parte opposta, obbligando le truppe comunali a resistere intorno al Carroccio, dato che avevano la strada di fuga sbarrata dall'Olona.

Una delle cronache dell'epoca, gli Annali di Colonia, contiene un'informazione che indica dove probabilmente fosse il Carroccio: per non far fuggire nessun soldato, i Lombardi …aut vincere aut mori parati, grandi fossa suum exercitum circumdederunt…, ossia "collocarono il proprio esercito all'interno di una grande fossa". Ciò potrebbe significare che le fasi decisive della famosa battaglia siano state combattute nell'odierna contrada di San Martino oppure in prossimità della "costa di San Giorgio"e quindi su un territorio ora appartenente alla contrada Sant'Ambrogio e al Comune di San Giorgio su Legnano, non essendo in altra parte del Legnanese individuabile un'altra fossa con queste caratteristiche: infatti, ancora oggi, la chiesa di San Martino domina un ripido pendio che digrada verso l'Olona.

La contrada fa riferimento alla chiesa di San Martino. Dedicata a San Martino di Tours, che è anche il Santo patrono della contrada, è stata costruita nel XV secolo ed è sussidiaria della parrocchia di San Domenico.


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