Oderint dum Metuant
Dopo aver attraversato le vie del rione soffiando come un mantice e lasciando ampie tracce sulla neve, penetrava nella sacrestia della chiesa e vi prelevava un candelabro che, al contatto con le sue mani, si torceva come una serpe.
Con il suo prezioso bottino il diavolo usciva trionfante e scompariva nella notte gelata accompagnato da un fragore di catene e tuoni. Il parroco, stanco, pensò ad uno stratagemma: infilò nella serratura della porta una coroncina del rosario così che quando il diavolo tentò di aprire con una delle sue mille chiavi false incontrò l’ostacolo e fu costretto a levarlo con le dita.
Ma non appena toccò la coroncina benedetta, il diavolo cominciò a tremare, dibattersi ed alla fine si sgonfiò come un palloncino. I parrocchiani trovarono, la mattina dopo, la sua pelle gialla, secca come quella di un ramarro, stesa sul manto verde aperto sulla candida neve gelata.
Un'altra spiegazione, questa volta di carattere storico, proviene dal ritrovamento della salma dell'arcivescovo Leone da Perego sotto il portico della chiesa di Sant'Ambrogio, avvenuto nel XVIII secolo durante i lavori di ampliamento dell'edificio. Per ritrovare anche il suo tesoro, che si diceva composto da oggetti aurei e bronzei, si continuò a scavare, ma invano. Considerando questo fatto storico, il significato del giallo e del verde è collegato, rispettivamente, all'oro e al bronzo del tesoro di Leone da Perego. Sul gonfalone è invece raffigurato lo staffile di Sant'Ambrogio.
La Contrada Sant'Ambrogio è situata nella zona centro-sud della città.
Il territorio della contrada comprende parte del centro storico della città del Carroccio. L'abitato appartenente alla contrada di Sant'Ambrogio è pertanto tra i più antichi di Legnano e include il Santuario della Madonna delle Grazie. Ancora oggi la contrada viene ricordata con l'appellativo dialettale legnanese Burgu di maragàsc (in italiano, "Borgo del granoturco") per via dei fusti di granoturco che erano conservati nei vecchi cortili e che poi venivano bruciati.
Il territorio della contrada potrebbe essere stato teatro degli scontri decisivi della battaglia di Legnano. Il Carroccio venne posizionato sul bordo di un ripido pendio fiancheggiante l'Olona, così che la cavalleria imperiale, il cui arrivo era previsto da Castellanza lungo il corso del fiume, sarebbe stata obbligata ad assalire il centro dell'esercito della Lega Lombarda risalendo la scarpata. Il Barbarossa sarebbe stato quindi obbligato ad assalire l'esercito comunale in una situazione di svantaggio, dato che avrebbe dovuto attaccare dal basso risalendo tale avvallamento. Questa scelta si rivelò poi sbagliata. Il Barbarossa arrivò infatti da Borsano, cioè dalla parte opposta, obbligando le truppe comunali a resistere intorno al Carroccio, dato che avevano la strada di fuga sbarrata dall'Olona.
Una delle cronache dell'epoca, gli Annali di Colonia, contiene un'informazione che indica dove probabilmente fosse il Carroccio: per non far fuggire nessun soldato, i Lombardi …aut vincere aut mori parati, grandi fossa suum exercitum circumdederunt…, ossia "collocarono il proprio esercito all'interno di una grande fossa". Ciò potrebbe significare che le fasi decisive della famosa battaglia siano state combattute nell'odierna contrada San Martino oppure in prossimità della "costa di San Giorgio", e quindi su un territorio ora appartenente alla contrada di Sant'Ambrogio e al Comune di San Giorgio su Legnano, non essendo in altra parte del Legnanese individuabile un'altra fossa con queste caratteristiche. Tra il quartiere della costa di San Giorgio e l'Olona è ancora oggi presente un ripido pendio: questa scarpata è stata in seguito inclusa nel parco castello.
La contrada fa riferimento alla chiesa di Sant'Ambrogio, che è la più antica della città. La prima citazione di un edificio religioso dedicato a Sant'Ambrogio a Legnano è contenuta in un documento del 1389, scritto da Goffredo da Bussero, nel quale si riporta l'esistenza anche di una precedente chiesa dedicata a San Nazaro. In quest'ultima, nel 1257, fu sepolto l'arcivescovo di Milano Leone da Perego. La chiesa attuale risale al XVII secolo ed è costruita sulle vestigia di quella precedente secondo l'antica usanza di edificare i nuovi templi conservando qualche resto della costruzione precedente.
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