lunedì 25 maggio 2015

LE CONTRADE DI LEGNANO : LEGNARELLO

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Soli nel sole


Il simbolo di contrada è un sole in oro a dodici raggi con croce bizantina rossa.


La bandiera di legnarello è gialla e rossa come quella di Roma e anche quella Spagnola. L’origine del simbolo di Legnarello ha proprio come derivazione la bandiera spagnola. Infatti Dona Consuela dei Melzi D’Eril, spagnola, nel 1621, morendo di peste ha lasciato, l’ordine di conservare la di Lei casa e le insegne del Governatore di Cordoba (quello stesso del Manzoni) perché Legnanello fu feudo spagnolo nel Ducato di Milano e dagli Spagnoli fu costruito ed eretto il “borgo distinto”. Fin qui la storia, ma per rifarci alla leggenda abbiamo anche l’hidalgo Don Pedro de Torquemada che si riparò dietro le alture dei ronchi e appostò le sue milizie partigiane alzando bandiera giallo-rossa contro la bandiera bianco-azzurra dell’infanta aspirante al trono.

La leggenda narra che i colori di contrada si ispirano a quelli spagnoli, in quanto l’idalgo Don Pedro de Torquemada, in tempi remoti, a causa delle lotte politiche, pare si riparasse dietro le alture dei Ronchi.

Qui appostò le sue milizie ed alzò bandiera giallo rossa, i suoi colori. Infatti aveva l’abitudine di vestire cappa per la metà rossa e per la metà gialla con feltro e pennacchio ugualmente variopinti ,sì che era visibilissimo ai nemici”, ma per una protezione divina neanche i più franchi tiratori riuscivano ad aggiustargli un tiro d’archibugio.


Sopravvissuto grazie alla sua invulnerabilità, fondò sul monticello la propria stabile sede e lasciò ai discendenti che conservassero negli anni a venire la bandiera issata.
La Contrada Legnarello è situata nella zona oltre Sempione, a nord-est della città.

A Legnarello sono stati trovate due punte di lancia in bronzo che sono databili tra il IX e l'VIII secolo a.C.. Ciò significa che le colline che costeggiano l'Olona erano luoghi abitabili già in epoca preistorica. Da ciò si può dedurre che la media valle Olona fosse all'epoca una rilevante via di comunicazione.

Legnarello è uno dei due nuclei originari dell'odierna Legnano, e già molto tempo prima che venissero istituite le contrade del Palio costituiva un borgo separato dal resto dell'abitato principale della città. Fin dall'epoca medioevale Legnano era divisa in due parti, l'abitato principale, che era ubicato sulla riva destra dell'Olona e che corrisponde all'attuale centro della città (la cosiddetta Contrada Granda, in dialetto legnanese), ed un borgo più piccolo, Legnanello o Legnarello (da cui è derivato il nome della contrada), sulla riva sinistra del fiume.

All'epoca le due comunità conducevano una vita autonoma, ed erano collegate da uno o due ponti al massimo. I terreni compresi tra i due abitati erano attraversati dall'Olonella (una diramazione naturale del fiume) e dal corso principale dell'Olona. Tali terreni erano liberi ed erano conosciuti come "Braida Arcivescovile". La Braida Arcivescovile restò libera da costruzioni fino al XX secolo perché era spesso allagata dalle acque dell'Olona. L'Olonella si staccava dal fiume prima di Legnano e, dopo essere passata dietro al borgo principale vicino all'attuale basilica di San Magno, rientrava nell'Olona. L'Olonella è stata poi interrata a cavallo tra il XIX secolo e il XX secolo. La Legnarello dell'epoca era costituita da poche case che erano situate lungo una strada parallela al corso principale dell'Olona (l'attuale corso Sempione), mentre il borgo principale era formato da un agglomerato di abitazioni che si sviluppava intorno ad una piazza (l'attuale piazza San Magno). I due centri abitati si sono poi saldati in un unico conglomerato urbano con l'espansione edilizia del XX secolo.

A Legnarello è anche associato il primo documento dove viene menzionata la città del Carroccio. Tale testimonianza scritta si riferisce ad una permuta di terreni avvenuta a Legnarello tra Pietro I Oldrati, Arcivescovo di Milano, ed il monastero di Sant'Ambrogio di Milano. Questo documento, che è datato 23 ottobre 789, è compreso nel Codice Diplomatico Longobardo al numero LIV. All'interno di esso si può leggere: "...curtem proprietatis nostre in Leunianello...". Sembra che Legnarello esistesse già nel 687, quando ebbe inizio la celebrazione religiosa della benedizione delle candele (la "Candelora").

Il suo territorio include la contrada soppressa di "Cascina Olmina", che fu inglobata a Legnarello nel 1952 perché il quartiere a cui faceva riferimento non era molto abitato e quindi aveva difficoltà a sostenere economicamente la partecipazione al Palio.

E’ detto anche „Paes dul vintun” o perché durante la peste, che infuriò nella prima metà del Seicento, si salvarono proprio ventuno persone, oppure perché viene ricordata una beffa giocata ai danni dei legnarellesi nel 1821. Legnarello ebbe, addirittura, un uffiico postale proprio, che funzionò dall’aprile all’ottobre del 1850.
La contrada fa riferimento alla chiesa del Santo Redentore, che è stata consacrata nel 1902. Precedentemente i legnarellesi facevano riferimento alla chiesa di Santa Rita o "della Purificazione"), ora annessa all'istituto scolastico privato Barbara Melzi. Le prime notizie documentate su questo edificio religioso risalgono al 7 agosto 1584, quando il cardinal Carlo Borromeo la elevò a chiesa di riferimento per il borgo di Legnarello. Il 13 agosto 1898 il cardinal Andrea Ferrari la eresse a parrocchiale, funzione che ebbe fino al 1902, quando fu inaugurata la già citata chiesa del Santo Redentore.

La festa della contrada coincide con quella della Candelora, solennità religiosa in occasione della quale numerose spose dell'anno si confidavano reciprocamente le loro delusioni con il famoso detto in dialetto legnanese "Caru ti, se mi 'l savévu, mai pü sa maridévu" (in italiano, "Cara te, se l'avessi saputo, non mi sarei sposata"). Successivamente questo detto è stato utilizzato per ribattezzare la solennità religiosa come la festa del "Caru mi, Caru ti" (it. "Cara me, cara te"), che cade il 2 febbraio.




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