sabato 8 agosto 2015

IL DIO THOR

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Figlio di Odino, re degli dèi, e di Jörð, dea della terra, era il più forte degli Æsir e di conseguenza dimorava ad Ásgard, nel regno di Þrúðvangar, nel castello Bilskirnir.

Mentre Odino era considerato re degli dèi, il rosso Thor dalla fluente barba e dai possenti muscoli, era un po' più il dio degli uomini, infatti era molto amato dagli scandinavi, probabilmente più di Odino, tanto che i Vichinghi si definivano Popolo di Thor. Thor presentava due aspetti della personalità prominenti: il primo era quello del gigante accigliato e brutale, mentre dall'altra faccia della medaglia, emergevano la bonarietà e una rappresentazione dai contorni comici.

Sua moglie, dea della fertilità, si chiamava Sif, ma poco si conosce di lei a parte che avesse i capelli d'oro come il grano, fabbricati per lei dai nani dopo che Loki le aveva tagliato quelli originali. Thor ebbe molti altri amori oltre alla moglie: la gigantessa Járnsaxa partorì suo figlio Magni mentre con Sif ebbe Þrúðr e Móði; aveva anche un figliastro Ullr che era in realtà solo figlio di Sif.

La sua forza, già leggendaria, era aumentata da tre oggetti che non abbandonava mai e che lo rendevano quasi invincibile: una cintura che raddoppiava la forza di chi la indossava, un paio di guanti di ferro e il leggendario martello Mjöllnir, strumento usato per colpire i mostri e i nemici, dal funzionamento analogo a quello di un boomerang, che simbolicamente rappresentava il fulmine e, dunque, preannunciava le piogge. I contadini solevano indossare catenine con appesi martelletti proprio per ingraziarsi la divinità.

Il suo mezzo di spostamento era un carro trainato da due capre (Tanngnjóstr e Tanngrisnir). Anche questi animali avevano proprietà portentose: per Thor, durante i suoi viaggi, era consuetudine cibarsene considerando che, conservando le pelli e le ossa, il mattino seguente sarebbero rinati.

Nelle sue frequenti scorrerie era spesso accompagnato da Loki. Nelle sue epiche gigantomachie, traspare il senso di una mitica iniziazione che gli consentirà, dopo aver dimostrato tutto il suo valore, di ottenere i meritati "gradi".

Nel corso del Ragnarök, Thor ucciderà e sarà ucciso da Miðgarðsormr (o anche Jörmungandr), il serpente di Miðgarðr (la Terra): Thor ucciderà il serpente e, ammorbato dal suo soffio velenoso, farà solo nove passi prima di cadere a sua volta a terra morto, quasi a voler simboleggiare l'eterna lotta fra il bene e il male.

Il Tonante Thor, rappresenta l’esatto contrario di suo padre Odino: egli incarna l’odio, la forza bruta, l’impeto primordiale di uccidere e distruggere ogni cosa, che si manifesta in particolare nell’oggetto che gli è più caro: Mjollnir, il martello di Thor, detto “maciullatore di giganti” (si tratta sempre di una creazione dei nani).

Thor è il dio del tuono e come tale antichissimo.



La sua figura trova confronti indoeuropei in Indra per gli indiani, Taranis per i celti e Jupiter per i romani.

La sua presenza si fa sentire attraverso il tuono e il lampo, rappresentando quest'ultimo sia il potere sovrano, creatore, legato alla fertilità, che il potere distruttore.

Thor svolge una funzione di tutela degli dei e degli uomini.

Restano segni della sua esistenza perfino nell’inglese moderno: il giovedì thursday deriva dallo svedese arcaico thorsdag, cioè “giorno di Thor”.

Il suo culto fu iniziato da Snorri, il più grande autore di prosa dell’anno mille che narrò i miti nordici riunendo antiche rune e racconti tramandati a voce da padre in figlio.

Inizialmente Thor comparve nell’Edda In Prosa, poi nel Saxo Grammaticus, tradotto da un anonimo latinista.

Figlio di Odino e di una gigantessa, Thor cova un odio smisurato e ossessionante nei confronti dei giganti, contro cui combatte per tutta la sua vita.

Il suo culto guerriero è quello dei berserkir, uomini vestiti di pelli d’orso che solevano combattere pieni di follia omicida, proprio come il loro patrono Thor avrebbe combattuto: senza ragione e senza pietà.

Tuttavia Thor è anche il Dio Della Pioggia, quindi il suo culto è indissolubilmente legato alla fertilità della terra, al rigenerarsi della natura, alla forza del verde nei confronti della distruzioni, il cui simbolo sono i giganti tanto odiati da Thor.

Un altro grande nemico di questo è dio è sicuramente Jormungard, il Serpente Del Mondo figlio di Loki, che avvolge Midgard nelle sue spire.

Più volte Thor ha provato a misurarsi con lui, ma invano.

La sua sposa Sif dai capelli d’oro, è un rafforzamento del suo culto della fertilità: Thor era pregato sì dai soldati e dai combattenti, ma anche dai contadini nei periodi di magra e Sif ne è quasi una caratteristica, significa infatti la discesa della pioggia dal cielo nei campi, pioggia sacra al dio.

Thor il Tonante è sempre in giro per i nove mondi, ma a differenza di suo padre, che si muove spinto dalla sete di conoscenza, Thor si muove solo per soddisfare la sua sete di battaglia, distruggendo giganti con il suo martello.

È sicuramente il guerriero più valoroso dell’universo, e il difensore più votato di Asgard.

Gli altri dèi gli sono debitori di molte cose, ma come suo padre, Thor è anche simbolo di modestia ed umiltà, caratteristiche che secondo la visione di Snorri, dovrebbero essere determinanti nel carattere di un guerriero.

Quando arriverà il giorno del Ragnarok, Thor si confronterà finalmente con il suo acerrimo nemico, il Serpente Jormundgandr, e alla fine lo abbatterà con il suo martello, ma mortalmente avvelenato dal veleno del mostro, compirà solo nove passi prima di cadere a terra privo di vita.

Vive a Thrudvang “Campo della Forza” e il suo dominio è un'immensa nuvola temporalesca, scura e compatta, la sua dimora, Bilskinir, è la più grande mai costruita, con 540 stanze.
La Runa Thurisaz simboleggia anche Mjollnir “frantumatore”, il formidabile martello di Thor, che provoca il tuono, forgiato dagli elfi neri. La sua potenza è tale, che il dio deve impugnarlo con guanti di ferro, dopo aver indossato una cintura chiodata in cuoio intrecciato: Thor può lanciarlo lontano quanto vuole e il martello torna sempre nelle sue mani. Ha il compito di proteggere la società divina, è il protettore di Asgard, l'ultimo bastione contro le forze del Caos rappresentate dai Giganti, è sposato con la bella Sif, dai capelli d'oro, che simboleggia la discesa della pioggia dal cielo nei campi.
Quando arriverà il giorno del Ragnarok, Thor si confronterà finalmente con il suo acerrimo nemico, il Serpente Jormundgandr, e alla fine lo abbatterà con il suo martello, ma mortalmente avvelenato dal veleno del mostro, compirà solo nove passi e poi cadrà a terra privo di vita.



Le storie tramandateci su Thor sono numerosissime, eco dell'importanza che aveva nell'immaginario comune: lotte furiose ma anche burle contro il dio stesso, sicuramente esempi del tentativo di screditare la divinitá piú popolare del popolo avvantaggiando la conversione.
Ma Thor è ovviamente più di un muscoloso avventuriero dalla mente un po' sempliciotta. Il suo ruolo è estremamente importante, perchè in quanto difensore degli uomini è anche dio che sovrintende alla giustizia, all'ordine sociale e che protegge da tutti i mali, sia terreni che sovrannaturali. Amuleti a forma di martello furono sempre usati nel Nord come protezione dalle forze del male, dalla prima età vichinga fino al XX secolo, quando ancora in Svezia i contadini usavano appendere asce di pietra che somigliavano al martello di Thor nelle stalle e fuori casa (anche l'ascia è forse un antico simbolo magico, forse caratteristico del dio germanico Tiwaz, di cui Thor è, secondo alcuni, un aspetto evolutosi separatamente). Il ruolo di dio del tuono includeva anche quello di garante di pioggia, e quindi la sua opera aiutava i raccolti e permetteva la sopravvivenza.

I miti "eddici" continuano a fornirci varie informazioni su Thor: sposato con Sif dai capelli d'oro, è padre di Magni e Moði ("Forza" e "Coraggio") avuti dalla gigantessa Jarnsaxa ("colei che taglia il ferro"). Lo si mette in relazione anche con l'attaccabrighe e il maligno Loki, che é suo amico e accompagnatore nelle sue avventure (Loki ha una duplice, anzi forse multipla natura): in un episodio si narra di come Thor, per recuperare il suo martello, si travesta da Freya. Lo si mette in ridicolo per tutto il racconto ma alla fine il matrimonio di Freya/Thor con chi aveva rubato il martello, il gigante Þhrýmr, finisce in un massacro in cui Thor mostra chi é davvero.
Forse questo é un eco di un unione rituale tra la dea ed il dio, entrambi rappresentanti vita e fertilitá, per dare forza a uomini, bestie e coltivazioni. Qui dunque Thor potrebbe in teoria rappresentare "colui che feconda", quindi si riprende il suo aspetto di dispensatore di vita.

In tutte le culture è spesso il dio "tonante" ad essere il maggiore: alcuni esempi sono Zeus, Giove, il dio finnico Ukko - padre degli dèi finnici e dio del tuono.
Alcuni studiosi sono pronti ad affermare che il ruolo reale di Thor fosse di gran lunga maggiore di quel che si crede. Molti cronisti cristiani affermano che Thor fosse il dio più importante, che stesse al centro delle triadi lignee nei templi pagani (sull'esistenza di templi gli studiosi discutono ancora; sicuramente furono tardi, forse su ispirazione delle chiese cristiane con le quali volevano rivaleggiare) e molti lo assimilano a Giove. Olaus Magnus, un geografo svedese del XVI secolo scrive, nella sua opera Historia de gentis septentrionalis: "Svedesi e goti adoravano un tempo molte divinità  Odino, come lo chiamano loro, in tempo di guerra; Giove al centro, invocato per carestie o crisi, lo chiamavano Thor". Osservare che Olaus non "traduce" Odino ma assimila nell'opera latina Thor a Giove Tonante (Juppiter Tonans).
Questo può essere preso come esempio dell'importanza data a Thor dalle genti nordiche, cosa che dai racconti burleschi e avventurosi di Snorri non trapela. In essi infatti Thor è spesso preso in giro, una sorta di Conan il barbaro in veste divina, un Hercules nordico.

Un'altra caratteristica di Thor è la sua forte contrapposizione con il padre, Odino. Se Odino è visto come il dio mistico e nascosto, Thor è quello presente, vicino (si manifesta nel tuono possente, nella pioggia; Odino appare sotto forme alterate magicamente oppure nelle violente bufere invernali); Odino è il dio dei capi, dei maghi e dei poeti (insomma, l'elite), Thor è il dio degli uomini liberi, i böndir (una classe sociale particolare, proprietari terrieri, guerrieri ed allevatori allo stesso tempo. Erano inoltre loro ad amministrare la giustizia inter pares durante le assemblee comuni); Odino é dio della morte, Thor della vita; Odino domina le arti magiche e l'inganno, é subdolo e volubile, mentre Thor ama lo scontro diretto, l'azione immediata e onorevole. Se Odino accoglie gli eroi, Thor accoglie un po' tutti nella sua sala personale, Bilskirnir (secondo Snorri anche gli schiavi) dove non si lotta nè si muore, ma si beve e si mangia in allegria per l'eternità.

Sacri a Thor erano il capro, animale forte e testardo; la quercia, simbolo comune di forza e robustezza; un particolare albero chiamato rönnr, "le bacche di Thor" per via delle sue bacche e fiori piccoli e rossi come ciuffi di barba: é un albero che resiste anche agli inverni piú rigidi e quindi simbolo di forza e determinazione. Il rapporto speciale che la gente aveva con Thor si nota ancora oggi in Scandinavia, dove a Natale è tradizione mettere sotto l'albero un capro di paglia (tradizione non riscontrabile in nessun'altra parte del mondo) eco forse delle maschere di paglia a forma di caprone che i guerrieri nordici al servizio del basileus bizantino indossavano in occasione "della festa che loro chiamano Jól (Jól era il periodo del solstizio d'inverno; ancora oggi Jul nelle lingue scandinave indica il periodo di Natale, fino al 13 gennaio, che anticamente era il midvetr, la festa di mezzo inverno quando esso raggiungeva il suo apice)".

Peculiare del culto di Thor è l'offerta di birra e/o idromele, bevande sacre per eccellenza ma molto gradite al dio in quanto Thor è figlio della Madre Terra (Jórðr): la birra è prodotta con il più nobile frutto della Terra, il grano, e quindi si offre ciò che si è preso a chi lo ha dato. Secondo alcuni mitologi, Thor è anche fecondante della terra, sua stessa madre; la pioggia infatti rende fertile la terra che produce cibo: dunque l'offerta di birra è centrale nel suo culto in quanto va sia a lui che alla Terra dal quale nasce e con la quale fa nascere. Thor ha infatti anche il ruolo di dispensatore di vita, ruolo che si intravede anche nella cerimonia nuziale: gli sposi erano benedetti dal sacerdote che ufficializzava l'unione toccandoli con un martello.

Tradizionalmente i nemici di Thor sono i giganti ed i hrimrþursir, i giganti del ghiaccio. Tra déi e giganti infatti non corre buon sangue (i primi hanno sconfitto i secondi prendendo con forza il dominio dell'universo; i þursir non aspettano altro che distruggere il mondo e occuparlo con gelo e neve, la fine dei tempo - il celebre Ragnarökr).


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