giovedì 13 agosto 2015

IL KIMONO

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Il kimono ( 着物 letteralmente cosa da indossare quindi abito) è un indumento tradizionale giapponese nonché il costume nazionale giapponese. In italiano è largamente usata anche la grafia adattata kimono dinasta Tangchimono.
In origine il termine "kimono" veniva usato per ogni tipo di abito; in seguito è passato ad indicare specificamente l'abito lungo portato ancor oggi da persone di entrambi i sessi e di tutte le età.
Il kimono è molto simile agli abiti in uso durante la dinastia cinese Tang.

La storia dell'abbigliamento giapponese ha inizio nel periodo Jomon in cui l'unica forma di abito era costituita da pelli di animali e non c'erano differenze tra gli abiti maschili e femminili.

Nel Periodo Yayoi (300 a.C.- 250 d.C.) la storia dell'abbigliamento giapponese subisce un ulteriore evoluzione: gli uomini indossano lo "yokohaba no nuno" che era composto da due scampoli di stoffa, uno che copriva la parte superiore del corpo ed era fissato all'altezza del petto, l'altro invece era legato all'altezza del pancia e copriva il corpo fino alle ginocchia.

Le donne invece portavano un abito chiamato "Kantoi" composto da una gonna a cui era sovrapposto un vestito stretto in vita da una cintura in cotone.

Durante il Periodo Yamato l'abbigliamento giapponese cambia ancora quando con lo stanziamento di alcuni coloni cinesi, in Giappone si diffuse l'arte dell'allevamento dei bachi da seta. Ma poiché non si conoscevano ancora le tecniche per la tintura di questo tessuto gli abiti di seta rimanevano bianchi.

Sia gli uomini che le donne portavano indumenti costituti da due parti una per la parte inferiore del corpo e una per la parte superiore con delle maniche strette. Già in questo periodo gli esponenti dei ceti sociali più elevati si distinguevano dagli altri per il loro modo di vestire. Gli uomini portavano un abito chiamato kinubakama composto da una giacca svasata detta kinu insieme dei larghi pantaloni chiamati hakama, mentre le donne indossavano uno stesso tipo giacca assieme a una gonna a pieghe detta mo.

Già a partire dal periodo Asuka e poi in seguito nel periodo Nara si svilupparono nuove tecniche per la tintura dei tessuti che assumevano colorazioni sgargianti. Le colorazioni variavano col variare del rango.

La nobiltà portava lunghe simili a quelle cinesi di epoca Tang. Gli uomini portavano hakama verdi insieme a una gonna plissettata e una giacca, che veniva indossata sopra la gonna e fermata tramite una cintura, generalmente anch'essa era di colore verde oppure arancione come il copricapo. Le donne continuavano indossare la gonna a pieghe detta mo, però di colore arancione e portavano i capelli lunghi raccolti.

Il periodo Heian fu particolarmente florido per quanto riguarda l'arte e anche l'abbigliamento giapponese subisce una notevole evoluzione: a corte gli abiti diventano rigidi e voluminosi e si compongono di innumerevoli strati sovrapposti.

Durante il periodo Kamakura vennero abbandonati i kimono sontuosi dell'epoca precedente, inadatti gli uomini e alle che appartenevano alla classe dei samurai, e ci fu ritorno alla semplicità e alla sobrietà.

Nella vita quotidiana i guerrieri indossavano un kimono chiamato hitatare, che per la sua semplicità assomigliava agli abiti dei contadini, ma fu invece progettato per facilitare i movimenti ai guerrieri che non potevano essere impacciati dal peso degli abiti.

Durante il periodo Muromachi i guerrieri cercarono di evitare la sfarzosa vita di corte e anche i loro abiti si semplificarono nacquero così il Daimon Kimono e il Suo Kimono.

Il Daimon Kimono che ha cinque stemmi famigliari, kamon, situati sulle spalle, sulle maniche e sulla schiena ciò riflette l'importanza del signore, daimyo, fortemente legato alla sua dinastia.

Il Suo Kimono era quasi identico all' Hitatare ma cambiavano i tessuti infatti non era di seta ma di lino e cuoio, materiali assai meno costosi.

Le donne invece usavano il kosode un kimono dalle maniche corte sopra al quale nelle occasione formali si indossava un altro kimono chiamato Uchikake insieme all'hakama una gonna-pantalone che per le donne dove avere un strascico.

Le persone comuni indossavano il dobuku un corto mantello, simile all'haori, che inizialmente portavano i mercanti di strada ma che in seguito si diffuse anche fra le classi più alte.

Nel Periodo Momoyama(1568 - 1603) con la ripresa di una posizione di autorità da parte dei samurai e dei benestanti proprietari terrieri, ci furono dei cambiamenti anche nell'abbigliamento che divenne più elaborato.

Le donne continuavano a indossare il kosode in pubblico ma le mogli dei più potenti daimyo portavano kimono più ricchi e raffinati più in armonia con il loro stautus sociale, l'abito di nozze tradizionale utilizzato ancora oggi deriva dagli abiti di questo periodo.

I guerrieri che viaggiavano spesso indossavano kimono più pratici, semplici e lineari composti dagli hakama e una giacca con le maniche strette alle estremità, i samurai di più basso rango invece usavo un kimono con maniche tubolarie dei pantaloni corti.

Durante il periodo Edo gli uomini indossavano un particolare tipo di kimono composto dagli hakama, ovvero dei pantaloni molto larghi a pieghe, e da una giacca particolare chiamata kamishimo dotata di larghe spalline imbottite, che si infilava dentro i pantaloni.

Nel periodo Edo il kosode venne definitivamente accettato come kimono per le donne, ma subì delle modifiche infatti a causa dell'influenza degli abiti delle cortigiane e degli attori di Kabuki, il kosode divenne un kimono sempre più elaborato e colorato, per mettere in evidenza la bellezza del kimono stesso si preferivano degli obi costituiti da semplice corda.

Nel periodo Meiji  l'abbigliamento giapponese risentì particolarmente dell'influenza degli abiti di foggia occidentale.

Le donne indossavano dei kimono meno lunghi e la stoffa in eccedenza veniva bloccata all'altezza della vita per adattarsi all'altezza della persona, si utilizzava un obi legato con un nodo a tamburo detto taiko musubi, inoltre anche le donne usavano spesso gli hakama dentro i quali infilavano il kimono.



Il kimono è una veste a forma di T, dalle linee dritte, che arriva fino alle caviglie, con colletto e maniche lunghe. Le maniche solitamente sono molto ampie all'altezza dei polsi, fino a mezzo metro. Tradizionalmente, le donne nubili indossano kimono con maniche estremamente lunghe che arrivano fin quasi a terra, chiamato furisode. La veste è avvolta attorno al corpo, sempre con il lembo sinistro sopra quello destro (tranne che ai funerali dove avviene il contrario), e fissato da un'ampia cintura annodata sul retro chiamata obi.

Il kimono viene generalmente abbinato a delle calzature tradizionali giapponesi, specialmente ai sandali geta e zori (simili alle infradito) e a dei calzini che dividono l'alluce dalle altre dita chiamati tabi.


In origine il termine "kimono" veniva usato per ogni tipo di abito; in seguito è passato ad indicare specificamente l'abito lungo portato ancor oggi da persone di entrambi i sessi e di tutte le età. Il kimono è molto simile agli abiti in uso durante la dinastia cinese Tang.



I kimono da uomo sono disponibili in varie taglie, ma tradizionalmente tutti i kimono da donna sono sostanzialmente di una sola taglia, e vengono adattati alle varie forme e dimensioni del corpo rimboccando o piegando opportunamente il tessuto. Un kimono cucito perfettamente ha le maniche che terminano esattamente alla fine dei polsi quando le braccia sono abbassate. La lunghezza ideale del kimono da uomo dovrebbe arrivare alle caviglie senza essere piegato in vita; quello da donna è invece più lungo, ma arriva comunque alle caviglie dato che viene ripiegato in vita sotto la cintura obi. Questa ripiegatura viene chiamata ohashori.

I kimono tradizionali vengono realizzati come in passato, ovvero vengono ricavati da un singolo rotolo di stoffa chiamato tan largo circa trentacinque centimetri e lungo circa undici metri e mezzo (per un kimono per adulti); questo rendeva difficile e costoso avere dei kimono di taglie grandi, per persone alte di statura o molto corpulente, come ad esempio i lottatori di sumo che indossavano kimono fatti su misura. Il kimono finito consiste quindi di quattro larghe strisce di tessuto: due pannelli che coprono il corpo e due che vanno a formare le maniche più due piccole strisce per il colletto e i risvolti del pannello frontale. In passato il kimono veniva spesso scucito per lavare separatamente i vari pannelli e ricucito a mano. Tessuti e metodi di lavaggio moderni hanno reso obsoleta questa pratica. A volte, quando il kimono deve essere conservato per lungo tempo, lungo gli orli esterni vengono messi dei punti di imbastitura piuttosto laschi, per evitare pieghe e torciture indesiderate nonché per mantenere il corretto allineamento dei vari strati dell'abito.





I kimono tradizionali sono cuciti a mano, ed i tessuti usati per il loro confezionamento sono spesso fatti e decorati a mano. Il kimono può essere decorato con motivi singoli o ripetuti, ottenuti con diverse tecniche, tra cui lo yuzen, un tipo di tintura resistente prodotto con una pasta di riso, lo shibori e la pittura a mano o con uno stencil. Decorazioni ripetute regolari che coprono grandi parti del kimono sono generalmente prodotte con lo yuzen e una fustella. Con il tempo ci sono state molte variazioni dei colori, dei tessuti e dello stile, così come per gli accessori come l'obi.

I kimono e le cinture obi sono tradizionalmente fatti di seta, broccato o satinato (come il rinzu). I kimono moderni sono disponibili anche in tessuti meno costosi e meno delicati, come quelli fatti con il rayon, il cotone, il poliestere od altre fibre sintetiche. La seta è considerata comunque ancora il tessuto ideale ed è praticamente obbligatoria nelle occasioni formali. Le fantasie ricamate o stampate sul kimono possono anche essere abbinati alla stagione.

Oggigiorno il kimono viene indossato sopra una sottoveste apposita, mentre in passato venivano indossati svariati strati di indumenti che venivano poi coperti con il kimono vero e proprio.

I vecchi kimono sono spesso riciclati in vari modi: vengono alterati per fare degli haori, hiyoku o dei kimono per bambini; vengono inoltre usati per fare delle borsette o accessori simili. Un kimono rovinato sotto il punto vita può comunque essere indossato sotto una hakama.

Esistono diversi stili di kimono per le varie occasioni, dalle più formali alle più familiari. Il livello di formalità di un kimono da donna è dato dalla sua forma (principalmente la lunghezza delle maniche), dal disegno, dal tessuto e anche dal colore. I kimono da uomo si presentano invece generalmente in un'unica forma e sono di colori spenti. Il loro grado di formalità è dato anche dal colore degli accessori, dal tipo di tessuto e dal numero (o dall'assenza) di kamon (cimiero di famiglia).

Per la maggior parte delle donne è impossibile indossare un kimono senza aiuto, dato che il tipico completo da donna consiste di almeno dodici parti separate, da indossare, unire e fissare secondo regole precise. Ancora oggi esistono assistenti professionali che aiutano le donne ad indossare i kimono, specialmente nelle occasioni speciali. Tali assistenti hanno una licenza professionale e, oltre a lavorare spesso presso i saloni di parrucchiere, fanno anche visite a domicilio.

La scelta del kimono da indossare in un'occasione è legata a numerosi simboli e sottili messaggi sociali. La scelta riflette l'età della donna, il suo stato civile e la formalità dell'occasione. In ordine decrescente di formalità si hanno:

Kurotomesode (黒留袖): un kimono nero dipinto solo sotto la cintura; i kurotomesode sono i kimono più formali per le donne sposate. Sono spesso indossati dalle madri degli sposi ai matrimoni. I kurotomesode hanno solitamente cinque kamon (stemmi familiari) dipinti su maniche, petto e schiena del kimono.
Furisode (振袖): furisode letteralmente si traduce con "maniche svolazzanti"; le maniche di un furisode variano in lunghezza tra i 75 e i 105 centimetri (oggigiorno le maniche possono arrivare fino a 114 centimetri, poiché sono proporzionate all'altezza di chi andrà ad indossare l'abito). I furisode sono i kimono più formali per le donne nubili e generalmente sono completamente decorati. Il "furisode" è un abito indossabile unicamente dalle ragazze nubili e in teoria una ragazza non potrebbe più indossarlo dopo i 25 anni; poiché l'età media delle spose si indirizza sempre più oltre questo limite. I "furisode" sono in gran parte indossati nella cerimonia di passaggio alla maggiore età delle giovani (Seijin Shiki) e dalle parenti non sposate degli sposi nei matrimoni. Si possono distinguere tre tipologie di "furisode", a seconda della lunghezza delle maniche: il kofurisode (75cm), il chuburisode (90cm) e l'ōburisode (105-114cm).
Irotomesode (色留袖): un kimono in tinta unita (escluso il nero), decorato solo sotto la cintura. Appena meno formale del kurotomesode, è indossato da donne sposate, spesso le parenti più strette degli sposi ai matrimoni. Un irotomesode può recare tre o cinque kamon.
Hōmongi (訪問着): si traduce letteralmente come "abito da visita". Caratterizzato da decorazioni che si sviluppano oltre le spalle, attraversando le cuciture, lo hōmongi si colloca appena sopra lo tsukesage. Lo hōmongi viene indossato sia da donne nubili che sposate, spesso dalle amiche della sposa ai matrimoni. Può essere indossato anche in occasione di feste formali.
Tsukesage (付け下げ): rispetto allo hōmongi ha decorazioni meno estese e generalmente limitate a sotto la cintura e alle maniche; anch'esso può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili.
Iromuji (色無地): un kimono in tinta unita (ad esclusione del nero e del bianco/avorio, considerati come non colori e destinati a occasioni specifiche) che può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili. Gli iromuji sono generalmente indossati in occasione delle cerimonie del tè. La seta tinta può produrre figure (rinzu, simile allo jacquard) ma non ha decorazioni di colori diversi.
Komon (小紋): letteralmente bel motivo, un kimono con un piccolo motivo decorativo ripetuto su tutta la superficie dell'abito. Abbastanza informale, può essere portato per strada o abbinato ad un obi più elegante per una cena al ristorante. Può essere indossato sia da donne sposate che da donne nubili.
Edo komon (江戸小紋) è un tipo di komon contraddistinto da piccoli punti disposti in gruppi densi a formare un disegno più ampio sulla superficie dell'abito. La tecnica di tintura dell'Edo komon nacque all'interno della classe sociale dei samurai durante il periodo Edo. Un kimono di questo tipo ha lo stesso grado di formalità di un iromuji e, quando è decorato con un kamon, può essere considerato equivalente ad un tsukesage o a uno hōmongi.
Yukata (浴衣): kimono estremamente informale, sfoderato, generalmente in cotone, lino o canapa. Gli yukata sono indossati in estate in occasioni all'aperto da uomini e donne di ogni età. Sono inoltre indossati alle terme, dove spesso vengono anche offerti agli ospiti degli stabilimenti termali.

A differenza dell'abito da donna, i kimono da uomo sono molto più semplici e si compongono di un massimo di cinque pezzi, esclusi calze e sandali.

Oggi, le principali differenze tra i kimono da uomo consistono nel tipo di tessuto e nel modello. Il kimono tipico è di colore scuro - nero, blu scuro, verde scuro e più raramente marrone. I tessuti sono opachi e, nei modelli meno formali, presentano un motivo leggero. Kimono meno formali possono essere di colori leggermente più vivaci - come il viola, il verde e il blu. Alcuni lottatori di sumo a volte indossano anche colori particolarmente vivaci, come il fucsia.

Il tipo di kimono più formale è completamente nero, con cinque kamon sul petto, sulle spalle e sulla schiena. Leggermente meno formale è la versione con tre kamon. Sono generalmente accompagnati da biancheria ed accessori bianchi.

Quasi ogni kimono può essere reso più formale indossando hakama e haori






Molti credono che il kimono sia l'uniforme utilizzata nella pratica delle arti marziali giapponesi, dovuto spesso all'errata credenza diffusa nei film del genere, in realtà si usa il termine Keikogi per identificare l'abbigliamento per la pratica delle discipline marziali.



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