sabato 1 agosto 2015

LA MADONNA DI TRAPANI

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La Madonna era venerata in una chiesa di Siria, proprietà del cavaliere Templare pisano, certo Guerreggio. Detta immagine, per tradizione, si riteneva trasportata in questo paese dall’isola di Cipro, ove fu fatta nell’anno 733. Alterne vicende politiche e cruenti battaglie ridussero nelle mani di Saladino, gran Sultano di Babilonia, tutta la Terra Santa. I cavalieri Templari, pertanto, dopo la sconfitta di San Giovanni D’Acri, decisero di tornarsene in patria. Guerreggio pensò bene d’imbarcare anche la "sua" Madonna per toglierla dalle mani degli infedeli; e con quel dolce carico fecero rotta verso Pisa, loro città di origine. Dopo un viaggio più o meno sereno, giunti al largo di Lampedusa, li colse una furiosa tempesta tanto che a stento poterono raggiungere quell’isola. Tornata la bonaccia, ripresero il largo, ma una seconda tempesta, molto più furiosa, nei pressi delle isole Egadi, li costrinse a svuotare le stive della nave. La leggenda a questo punto, narra che, alleggeritasi la nave del prezioso carico, la tempesta si placò improvvisamente, e la cassa, dalla quale per divino miracolo si spargeva tutt’intorno un mistico alone di luce, galleggiò sulle onde e si mosse rapidamente verso Trapani, come guidata da una precisa volontà di giungere a quel porto. La Sacra Immagine venne raccolta dai marinai trapanesi e portata a riva. Giunse intanto la nave che si fermò nel porto il tempo necessario a riparare le gravi avarie subìte durante il procelloso viaggio. Nel frattempo il Simulacro della Vergine aveva compiuto una serie di miracolose guarigioni: ciechi avevano riavuto la vista, paralitici avevano ripreso a camminare, storpi si erano improvvisamente raddrizzati. E quando il Cavalier Guerreggio si presentò per riprendere il simulacro, si trovò di fronte un assembramento di trapanesi che minacciarono di distruggere la nave se si fosse azzardato a portare con se la Statua della Madonna. Di fronte a tanta resistenza, neppure il Console di Pisa, vivente a Trapani, riuscì a far valere il suo diritto: i trapanesi dissero che la Vergine aveva scelto Trapani come sua dimora e che a Trapani sarebbe rimasta. Si convinsero allora che nella linea provvidenziale delle cose era previsto che dovevano lasciare a Trapani il dolce carico della Statua. Perciò la consegnarono al console pisano con la promessa però di imbarcarla in seguito per Pisa alla prima opportunità. La Madonna intanto fu riposta nella chiesa di S. Maria del Parto, dove i Carmelitani di recente e per un decennio avevano trovato accoglienza, prima di trasferirsi all’Annunziata, fuori le mura.

Venne il giorno propizio di spedire la Statua a Livorno. Dopo lunghe discussioni tra il Console e i cittadini, si pervenne ad un accordo: si pose la statua su un carro, trainato da buoi. Se i buoi avessero scelto la strada dell’abitato, l’immagine di Maria sarebbe rimasta a Trapani; se invece si fossero diretti verso il mare, dove un veliero era pronto per salpare, il prezioso Simulacro sarebbe stato restituito a Pisa. Ma gli animali, alla prima frustata con cui ricevettero il via davanti ad un’immensa moltitudine di popolo, in modo sorprendente e con lena, presero la via della campagna quasi ubbidissero ad una guida invisibile. Il popolo in grande calca esplose in grida di esultanza, sicuro che l’Oggetto della sua devozione voleva rimanere nella loro città. I buoi si diressero verso la Città, la traversarono e s’arrestarono soltanto dinnanzi alla Chiesina dell’Annunziata, e i Carmelitani uscirono processionalmente ad accogliere la Madonna con gioia grandissima. Il cavaliere Guerreggio, informato a suo tempo di quella decisione soprannaturale, stabilì che l’Immagine restasse a Trapani e in quella Chiesa, servita e venerata dai frati del Carmelo.

La statua, in marmo, è un capolavoro di Nino Pisano, il quale costruì altre Madonne, che per i lineamenti sono molto simili alla amatissima Madonna Trapanese; si può citare per esempio la Madonna col bambino sita nella chiesetta della Spina e la Madonna del Latte sita in San Matteo, a Pisa, e la Madonna col bambino sita in Santa Maria Novella a Firenze.
La statua della Madonna, che tuttora è custodita nella Basilica dell'Annunziata, è stata trasportata in processione 23 o 24 volte nel corso dei secoli; il primo trasporto secondo la storia risale al 1476, l 'ultimo nel 1954.
Dopo il '54 non venne più trasportata in processione per salvaguardare la statua stessa, che qualche anno fa è stata restaurata.
La Basilica è sempre piena di devoti, specialmente nel periodo che va dal primo al 16 agosto, per la quindicina.

I festeggiamenti in onore alla Madonna di Trapani, iniziano il 1° di agosto con la tradizionale quindicina.
La quindicina (o VIAGGIO) consiste che per quindici giorni ogni devoto fa visita alla Madonna da casa propria fino al Santuario a piedi, alcuni anche scalzi; durante il tragitto si devono recitare delle preghiere: c'è la coroncina alla Madonna da cantare assieme alle litanie carmelitane.
La festa vera e propria inizia il 13 agosto con lo 'SBARCO' della statua della Madonna di Trapani (da quando non esce in processione l'originale, usciva la copia in legno che si conservava in Cattedrale portata rigorosamente a spalla) ma da quest'anno è andata in processione una nuova copia della statua della Madonna, identica all'originale, trasportata da una coppia di buoi (come avveniva con l'originale). La statua dopo un breve giro entra in Cattedrale.





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