giovedì 6 agosto 2015

IL VOODOO



Diffusa in varie aree africane già da prima delle colonizzazioni europee, la profonda saggezza filosofica del Vudù si è poi diffusa nelle Americhe, in conseguenza alla deportazione degli schiavi neri nelle nuove colonie, dove venivano sfruttati per il lavoro forzato. Risale proprio a questo periodo — tra il XVII e il XVIII secolo — la codifica del Vudù così come lo si può conoscere al giorno d'oggi: nato dalla sintesi delle varie espressioni spirituali africane e di alcuni elementi cattolici.

Il vudù rappresentò per gli schiavi africani uno spiraglio di luce nella miseria della schiavitù; una fede comune che poteva farli sentire parte di una cultura valorizzata, nonché parte di una comunità. Tuttavia il Vudù dovette affrontare una dura lotta contro l'oppressione esercitata dal Cattolicesimo: la Chiesa cattolica combatté strenuamente contro l'espressione religiosa africana, a causa del suo insieme di superstizioni e magia nera. Il Vudù venne — a partire dal 1800 circa — presentato al mondo sotto i riflettori.

Con le deportazioni nelle Americhe, il vudù iniziò a diffondersi nelle isole caraibiche, e successivamente in tutta l'America centrale. Col tempo la religione vuduistica si ibridò con quella Cattolica, individuando la presenza di un Dio supremo e di numerosi intermediari; ebbero origine quindi religioni attraverso i tre secoli che separano la nascita del Vudù moderno e l'epoca attuale, con un apogeo da parte dei cattolici riscontrato negli anni cinquanta, e una prosecuzione sino ai tempi correnti per quanto riguarda l'avversione dei protestanti.

Nonostante le repressioni , il vudù attirò un numero sempre maggiore di adepti, proprio grazie a quell'alone di proibito e misterioso che la sua condanna aveva originato. In tempi moderni il Vudù sta godendo di una discreta diffusione negli Stati Uniti e nell'America meridionale: ad Haiti il riconoscimento ufficiale della religione vuduista — praticata da quasi tutta la popolazione, parallelamente al Cristianesimo — risale al 2003. In Africa occidentale è in corso un revivalismo: in Benin è riconosciuto in qualità di religione ufficiale dal 1996 ed è praticato dai quattro quinti della popolazione; viene inoltre amministrato da una Chiesa organizzata e viene insegnato nelle scuole. Numerose comunità sono infine presenti in Ghana e in Togo.

La teologia vuduista si presenta come estremamente complessa e ricca, molto simile a quella delle altre grandi religioni mistiche del mondo. Il Vudù concepisce infatti la molteplicità dell'universo come una realtà illusoria, intendendo il cosmo come un "tutt'uno". Le tante cose che costituiscono il mondo non sono slegate e distinte tra loro, la differenziazione è infatti il velo di Maia (dalla religione induista) che copre quella che è la realtà, ovvero il fatto che tutto ciò che esiste è parte e manifestazione di un'entità ancestrale, ineffabile ed eterna, ovvero Dio — che nella tradizione africana è indicato con nomi quali Mawu, Olorun o Gran Met (dal francese Grand Maître, ovvero "Grande Maestro"), e viene anche designato spesso con un altro nome , utilizzato da quando il Vudù si ibridò col Cristianesimo .




La divinità suprema è concepita dalla religione vuduista come un principio primordiale che crea l'universo attraverso un processo di manifestazione, di espressione dello spirito divino, un processo che dà ordine, vita e moto alla materia. Dio è il creatore, il motore, la fonte mistica di tutta l'esistenza, è l'essenza che nutre la materia dell'universo, nonché la potenza che dà forma alla sostanza. Quest'ultima, infatti, senza la forma conferitale da Dio, non sarebbe altro che caos.
La teologia vuduista concepisce Dio come un ente inarrivabile, inconoscibile, il quale tuttavia si può rendere accessibile alla mentalità umana manifestandosi nell'universo infinito che è sua emanazione. Lo stesso termine dal quale la religione trae il nome, ovvero vodun o vodu, sta ad indicare lo spirito misterioso che permea e fertilizza la materia cosmica, attivandola e donandole la vita. Nelle lingue africane tale termine significa letteralmente "segno del profondo" ed è generalmente utilizzato in alternativa a Obatala ed in un altro termine, quest'ultimo dal significato misterioso, vale a dire "potenza astuta della buca": questo termine ha un rimando anche a Satana (il "divisore" , il "maligno" , il "menzoniero") che i Cristiani pensano sia capace, con le sue astute menzogne miste abilmente a verità, di soggiogare la mente dell'uomo al suo volere imponendogli una morale falsa e distorta ed una errata percezione della realtà, dove solo l'aiuto di Dio può liberare e svelarne tutti gli inganni .

Secondo i vuduisti, queste espressioni sintetizzano la natura dello spirito divino manifesto nel mondo, perché il vodun è occulto, nascosto nella terra e nel cosmo che permea e di cui è l'essenza. Il vodun ha una duplice natura: da una parte è spirituale, dall'altra è materiale, ma si tratta di una distinzione pratica, dato che nel Vudù materia e spirito sarebbero considerati come la medesima realtà, dato che la materia non è altro che una forma condensata dello spirito cosmico. Il vodun è la forza segreta che presenzia in tutte le cose e che si manifesta all'uomo attraverso riti con simbolismi esoterici e di enfasi estatica. Tali riti, secondo le credenze, permetterebbe all'essere umano di oltrepassare il velo di Maia, di entrare in contatto diretto con la Divinità, contemplandola ed intravedendone le potenzialità, il potere e la consapevolezza che l'"essere inarrivabile" esprime in ogni attimo della sua esistenza.

Nella religione vuduista, il serpente è considerato una rappresentazione ideale e sacrale del vodun. Come il serpente costrittore si avviluppa attorno alle sue prede (altra similitudine con Satana od altri demoni rappresentanti i demoni ingannatori o stritolatori), così Dio avviluppa il suo spirito attorno al cosmo ed adempie perennemente al processo mistico della creazione o manifestazione molteplice.

« Il Serpente sotto i cui auspici si riuniscono tutti coloro che condividono la fede. »
Le spire del serpente rappresentano la forza mistica attraverso la quale la Divinità esprime la propria luce, emanando l'universo che permea e nutre in eterno con il suo spirito, il vodun. L'anima che compone tutte le cose tesse tra queste un inscindibile legame: lo spirito di una pietra è identico all'anima di un albero, l'anima di un albero è identica allo spirito di un animale, lo spirito di un animale è parte della stessa anima universale che possiede anche l'essere umano. Ogni cosa, sia essa animata o inanimata, è parte di Dio ed è parte dell'eterno ciclo della creazione.


Stando a tutto questo, il Vudù è una religione panteistica, in quanto concepisce tutte le cose come tasselli di un'unica anima cosmica; parallelamente è però anche una religione monistica. La teologia vuduista include infatti il concetto di manifestazione pluralistica di Dio: esso è unico e unitario, è la fonte ancestrale di tutte le cose che esistono, ma non può essere compreso dalla mente umana se non attraverso la molteplicità delle sue manifestazioni. Il Vudù contempla infatti la presenza di una schiera di varie divinità, che designa con il termine specifico di loa, che letteralmente vuol dire "misteri", ma che viene spesso tradotto anche come "santi" o "angeli", per sottolineare la similitudine col Cristianesimo. Questi spiriti della natura (in parte derivati dagli Orisha della tradizione yoruba) sono le sfaccettature, i vari aspetti, attraverso i quali Dio si manifesta nel mondo. Proprio per questo motivo l'uomo non è in grado di sviluppare tutte le personalità ma si limita ad una. L'uomo, che secondo quanto detto sarebbe limitato nel comprendere il mistero dell'assoluto, può entrare in contatto con Dio solo passando attraverso il molteplice, essendo questo l'unica mezzo che può condurlo al divino, il veicolo che permette la comprensione della realtà. La molteplicità è l'eccezionale capacita di alzare la testa, agire senza paraocchi, distrarre una mente sovraccarica o ossessionata, staccare e riattaccare la mente proprio come avviene per la concentrazione più il periodo di recupero è breve maggiore è la durata.

Dai rituali fortemente esoterici e mistici si crede che non esista distinzione tra il mondo divino e il mondo umano, che ogni cosa è divina in quanto ogni cosa è parte attiva dell'unità. L'uomo potrebbe condurre una vita che lo porti alla stretta relazione estatica con le manifestazioni di Dio, con le divinità e gli spiriti dei morti, ma nel momento in cui comprende il segreto del molteplice e del vario, si rende anche pienamente consapevole del fatto che il molteplice è costituito dai tanti tasselli di un unico mosaico divino.

Tra gli spiriti della natura venerata dai fedeli del Vudù si trovano divinità che fungono da patrone e personificazioni di elementi e forze della natura. Gli spiriti del cosmo venerati dai vuduisti sono stati etichettati, nel Vudù centroamericano, con denominazioni in francese o spagnolo, ed associati, in una erronea analogia frutto di un miscuglio culturale, a santi e figure cattoliche. Pertanto, quei "santi" vengono considerati o come incarnazioni terrestri delle divinità, oppure come alternative raffigurazioni delle divinità stesse.

Le divinità sono considerate delle entità indescrivibili, senza aspetto o caratteristiche fisiche; sono semplici essenze della Divinità suprema. Per questo motivo, nonostante la diffusa iconografia, dovuta in particolare alle commistioni cattoliche, per rappresentarle in via ufficiale, ad esempio per le decorazioni dei templi vuduisti, vengono utilizzati i veve, i disegni geometrici sacri. Questi sono ritenuti il miglior modo attraverso cui esprimere l'aspetto del divino, in quanto sono sintetizzazioni simboliche delle funzioni e delle caratteristiche che contraddistinguono gli spiriti della natura.

Il Vudù si presenta generalmente con un'organizzazione costituita da un sistema di congregazioni. Ad Haiti e in Benin esistono due vere e proprie Chiese vuduiste che amministrano molte di queste congregazioni e gestiscono le cerimonie religiose, oltre che i seminari per la formazione del clero vuduista; in Benin la Chiesa del Vudù è un'istituzione molto importante nella società e nella vita dei cittadini, essa gestisce infatti parecchi servizi pubblici, quali ospedali, scuole, college ed alcuni enti per la beneficenza. Il clero vuduista è costituito da sacerdoti e sacerdotesse, che svolgono generalmente le medesime funzioni; i sacerdoti di sesso maschile vengono chiamati oungan (anche ungan o houngan), le donne vengono chiamate mambo. Ogni congregazione vuduista possiede poi i propri alti sacerdoti e alte sacerdotesse, chiamati rispettivamente papaloa e mamaloa; questi sacerdoti capi hanno il compito di gestire al meglio gli interi collegi clericali, avendo alle spalle molti anni di esperienza. Esistono inoltre alcune decine di cosiddetti "Roi" (Re), che godono di un prestigio particolare e insieme formano la leadership della cosiddetta "Chiesa" Beninese. Sono i discendenti degli antichi sovrani del Dahomey e hanno diverse specializzazioni; Towakon Guedehongue II, ad esempio, benché gli sia spesso attribuito il titolo di "Papa" del Vodou, non è altro che uno dei tanti Roi, specializzato nella supervisione sulla correttezza dei rituali nei vari Hounfour. Il clero offre servizio in templi, gestiti dalle congregazioni e diffusi sul territorio; oggi esistono templi vuduisti in particolare in America centrale e in Africa occidentale, sebbene luoghi di culto si possano trovare anche in tutti gli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei, in particolare in quelli in cui le attività del Vudù sono più radicate.I templi sono considerati dei luoghi in cui l'essere umano può entrare in contatto con la Divinità, ed è per questo che vi si svolgono i rituali. Gli edifici di culto sono decorati con vari elementi, tra cui un ingente quantità di candele, raffigurazioni di santi e oggetti considerati legati ai loa. Questi ultimi, in quanto non rappresentabili, sono celebrati di solito mediante l'utilizzo dei veve, le geometrie sacre. Durante i rituali sono molto frequenti i sacrifici animali, in particolare — tipico della tradizione vuduista — è il rituale che prevede lo sgozzamento del galletto. Possono essere utilizzate anche le famose bambole vudù . Altra caratteristica importante dei riti vuduisti è il forte misticismo, vale a dire il forte contatto che viene teso tra il mondo divino e il mondo umano, portando ad un'unione rituale tra uomini e dèi.


Le liturgie prevedono infatti la possessione divina, attraverso cui una divinità loa o lo spirito di una persona defunta si impossessa del corpo del celebrante — solitamente un membro del clero — interagendo con i partecipanti al rito. Nei momenti di estasi il posseduto viene detto uno zombi ovvero una persona viva sotto il controllo di un ente che in realtà non appartiene al suo corpo. Si crede infatti che durante i rituali di possessione, una delle due anime del posseduto lasci il corpo per permettere alla divinità di penetrarvi.

Nel Voodoo, il concetto della salvezza e del raggiungimento della salvezza è molto complesso. La visione si può dire che, a grandi linee, abbia alcuni punti in comune con quella cattolica: infatti entrambe le escatologie di queste religioni si basano sulla credenza in una vita dopo la morte. Nel Vudù tuttavia esiste una concezione molto diversa per quanto riguarda l'anima: mentre infatti nel Cattolicesimo l'anima viene considerata il "principio spirituale dell'uomo" (Catechismo della Chiesa Cattolica - CCC n. 363), o la "forma del corpo" (CCC n. 365), destinata a ricongiungersi ad esso dopo la morte con la risurrezione, (cfr. CCC n. 990), nel Vudù essa è concepita come distinta in due corpi numistici, vale a dire il grande angelo guardiano e il piccolo angelo guardiano. La prima parte dell'anima è considerata quella più materiale, e per questo strettamente legata al corpo, tanto da lasciarlo solo in seguito alla morte. La seconda è considerata invece la parte più sottile, in grado di lasciare spesso il corpo — anche durante il sonno —, e quella più soggetta ad influssi esterni, tanto che si ritiene se ne possano impossessare, imprigionandola, persone che praticano la magia nera, attraverso la quale riuscirebbero a controllare il piccolo angelo guardiano e, direttamente, la persona cui l'anima appartiene, rendendola uno zombi. I sacerdoti vuduisti possono, in questo caso, proteggere il malcapitato preparando un vaso della testa (in francese pot de tête), ovvero una sorta di amuleto nel quale racchiudono anticipatamente il piccolo angelo guardiano impedendo che venga catturato. Quando una persona muore, la sua anima ascende al paradiso. Durante la vita ogni essere umano possiede inoltre un proprio maestro della testa. Questa entità corrisponde all'angelo custode della tradizione cristiana, un nume dunque che porta consiglio e protezione alla persona cui è associato. Eticamente il Vudù esercita una morale che enfatizza la valorizzazione della vita umana e il rispetto della natura. Quest'ultima, essendo il Vudù una religione panteistica è considerata sacra e permeata dalle divinità. La religione vuduista sta rappresentando, in particolare nelle regioni meridionali del Togo, una forza particolarmente fervente che lotta per la salvaguardia delle zone boscose considerate sacre e al contempo vi si celebrano molto spesso i rituali vuduisti.

Per quanto riguarda la vita umana, un insegnamento che può essere utilizzato come esempio principale della forza etica che caratterizza il Vudù, è il valore che questo dà alle persone con handicap fisici o mentali perché considera manifestazione mistica qualsiasi cosa che sia speciale o semplicemente diversa.

Come tutte le religioni antiche anche il vuduismo ha numerosi cerimoniali legati alla magia e particolarmente vasto sembra essere l'arsenale della magia distruttiva o nera.

Per quanto non esistano prove dell'efficacia di tali magie, non vi possono essere dubbi sulla presa di queste superstizioni sul popolo: perfino François Duvalier, presidente a vita di Haiti dal 1957 al 1971, riuscì a tenere Haiti nella morsa della paura, spacciandosi come la reincarnazione dell'entità Baron Samedi, in grado di scagliare potenti maledizioni (affermò che la morte John Fitzgerald Kennedy era dovuta ad una sua maledizione) e usò i "Tonton Macoutes" (Zii Sacco di Iuta) per far sparire gli avversari politici.


La “Bambola Voodoo” è un affascinante oggetto che è entrato prepotentemente nel folklore relativo a questa tradizione magico-religiosa.

Le bambole voodoo possono presentarsi in diversi aspetti e forme. Spesso i materiali e la forma dipendono dal tipo di rituale in cui verrà impiegata e dal suo “effetto”. Principalmente sono costruite con materiali semplici e naturali come cotone, erbe, pezzi di legno, argilla e uova, decorate con stoffe, perline e oggetti; talvolta sono cosi minuziosamente e riccamente decorate.

In effetti possiamo parlare di bambola voodoo soltanto quando questa è utilizzato in un rito di questo sistema di magia, in quanto la “bambolina” (chiamata dagida) è adoperata da sempre anche in altri sistemi magici e nella magia europea.

Questo oggetto viene associato erroneamente solo alla magia nera, ma in realtà viene adoperato per ogni sorta di incantesimo benigno o malefico ed anche nei riti religiosi per onorare le divinità Voodoo.

La funzione della bambola voodoo è quella di rappresentare la persona o la Divinità su cui si concentra il rituale; quindi possono essere impiegate per “attaccare” un nemico , guarire o far innamorare le persone amate o invocare la presenza della Divinità.


Tradizionalmente i colori sono:

Bianco:  per la magia bianca, spiritualità.

Nero: per la magia nera, per proteggersi da negatività.

Rosso: amore, attacco, passione, potere

Verde: denaro, fertilità, serenità

Blu: serenità, riposo, fortuna

Rosa: amore

Viola: spiritualità, spirito dei defunti

Giallo: allegria, soldi, mente.


Non esiste un unico rito perché questo dipende dalla natura dell’ incantesimo  e dello spirito invocato, nonché dalle tradizioni locali.Prima di eseguire l’ incantesimo, l’ officiante si accinge ad un bagno purificatore e in seguito purifica anche l’ area in cui verrà svolto il rito. Questo viene fatto spruzzando rum o dell’ acqua benedetta.

Il rito inizia con una preghiera a Papa Legba affinché apra le porte tra il regno umano e quello degli spiriti.Poi, si tracci il sigillo della Divinità di cui si chiede l’ aiuto utilizzando farina di mais o polvere “cascarilla”.Si ripeta la formula di invocazione finche se ne avverta la presenza.Sul sigillo si ponga l’ offerta per propiziarsi lo spirito e soddisfarlo, la bambolina o gli oggetti necessari a costruirla.

A questo punto, l’ officiante simula con la bambola ciò che si vuole che accada all’ altra persona e lo si chiede a voce allo spirito invocato. Dal momento in cui viene usata, la bambola non deve essere più chiamata tale, ma col nome della persona che rappresenta.Al termine viene ringrazia lo spirito e lo si congeda, spesso con un’ altra offerta. Segue una preghiera a Papa Legba pere chiudere il portale e si spazza via il sigillo tracciato con la farina o la polvere.

Se invece la bambola voodoo serve a invocare la presenza della Divinità nella casa, in un luogo o per esserci vicino, la bambola deve essere costruita secondo l’ immagine e i gusti dello spirito per esempio: una bambola di Damballa sarà decorata con serpenti e nei suoi colori sacri e conserverà all’ interno il suo sigillo.Durante il rito  si chiederà allo spirito di abitare la bambolina.

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