Questa è la storia di una gabbbiana che volava felice nell'aria insieme al suo stormo.
Ad un tratto, si tuffa nel mare per mangiare qualche piccola aringa, ma ... il mare è una distesa di petrolio e la povera gabbiana non riesce più a volare libera nel cielo perché le sue ali si sono inzuppate di quel malefico oro nero e restano immobili.
Raccolte le sue ultime forze, riesce a raggiungere la città ma precipita sul balcone di una casa.
Qui abita Zorba, un gatto grosso dal mantello lucente e nero.
"Banco di aringhe a sinistra" stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa. Ma quando riemerge, il mare è una distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terra ferma, ma poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C'è un micio nero di nome Zorba su quel balcone, un grosso gatto cui la gabbiana morente affida l'uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto dal gatto solenni promesse: che lo coverà amorevolmente, che non si mangerà il piccolo e che, soprattutto, gli insegnerà a volare. E se per mantenere le prime due promesse sarà sufficiente l'amore materno di Zorba, per la terza ci vorrà una grande idea e l'aiuto di tutti.
Il film di animazione La gabbianella e il gatto, tratto dal romanzo omonimo di Luis Sepúlveda, è una bella storia sulla tolleranza e sul rispetto della diversità.
La fine del film chiude la storia “ad anello”: dalla morte/separazione della gabbiana si passa al volo/separazione/distacco della gabbianella. Nel prologo, però, una morte reale serve per generare una nuova vita, nel finale una “morte” simbolica,da una identità, da una sicurezza, dalla simbiosi infantile, riesce a dare l’energia e il coraggio per iniziare una vita nuova. Il processo che è servito a crescere ha permesso l’acquisizione della fiducia nella vita, nonostante il dolore della perdita, ha fatto recuperare la fiducia in se stessi e nella propria autonomia.
Tutti dovremo affrontare prima o poi il difficile e delicato passaggio dal bisogno di affetto e di protezione alla necessità dell’autonomia e dell’indipendenza, e potremo osare volare.
Due animali così diversi e nella realtà tanto avversi sono riusciti ad aiutarsi e ad amarsi.
È molto facile accettare e amare chi sembra uguale a noi.
Ma è difficile far entrare nel cuore chi uguale non è.
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