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Fin dagli inizi della storia dell'umanità uomini e donne hanno provato attrazione sentimentale e desiderio d'intimità nei confronti di persone dello stesso sesso: dall'epopea di Gilgamesh (1700 a.C.) in cui l'eponimo eroe Gilgameš prova per il compagno Enkidu un affetto del tutto somigliante a quello che lega uno sposo alla moglie, all'Iliade, poema epico per eccellenza, narra la storia di Achille e Patroclo (tradizionalmente risalente al XII secolo a.C.), esempio di fortissima amicizia virile.
Ma anche la Sacra Bibbia descrive figure di donne e uomini legati emotivamente ai propri simili: la matura Naomi con la nuora vedova del figlio Ruth; oppure David, il pastorello unito da un'inviolabile amicizia col figlio del re, Gionata. Secondo quanto ne disse millenni dopo Oscar Wilde tali esempi costituivano la riprova dell'esistenza - da sempre - di quel tipo di amore "che non osa pronunciare il proprio nome".
La storia dell'omosessualità nel mondo antico comprende e abbraccia in pratica tutte le civiltà, ad iniziare dall'omosessualità nell'antico Egitto. Nei territori dell'antica Cina del III secolo a.C si narra il legame esistente tra Ling, un duca, col giovane favorito Mizi Xia: da quando il ragazzo offrì una pesca all'amico prima ancor d'assaggiarla lui stesso, quello divenne "l'amore della pesca condivisa". Nell'antica India il poema epico Mahabharata (200 a.C.) racconta di come l'amicizia esclusiva che lega Krsna ed Arjuna sia l'energia atta a condurli verso l'immortalità.
La poetessa dell'antica Grecia Saffo di Lesbo nel VI secolo a.C. canta le pene d'amore di una donna nei confronti di un'altra donna (da ella nasceranno le parole saffismo e lesbismo), mentre Teognide, Anacreonte, Ibico e - forse - anche il legislatore ateniese Solone declamano la bellezza dei giovani (da cui la denominazione di amore greco).
I temi LGBT nella mitologia sono assai numerosi e spaziano per ogni continente, i temi LGBT nella letteratura altrettanto. Dagli esempi mitici a quelli storici: da Ganimede rapito da Zeus a Bagoas amato da Alessandro Magno, a Pitagora e Sporo sposati dall'imperatore Nerone, ad Antinoo tramutato in un autentico dio dalla passione dell'imperatore romano del II secolo Adriano; a Ierocle che l'adolescente Eliogabalo ha voluto come marito.
Nel mondo classico, l'omosessualità nell'antica Grecia e l'omosessualità nell'Antica Roma, pare esservi una spiccata predilezione nei confronti della pederastia, rapporto etico, estetico e finanche (ma non necessariamente) erotico tra un uomo adulto e un adolescente: la pederastia greca si personalizza nella pederastia cretese, nella pederastia spartana, nella pederastia ateniese e nella pederastia tebana. Esiste anche un'omosessualità militare nell'antica Grecia. Nell'impero romano operarono i catamite e gli exoletus. In quello che diverrà il mondo musulmano esisteranno sempre i Bacha Bazi in tutte le sue derivazioni nazionali.
L'atteggiamento e la risposta sociale a queste manifestazioni di affetto, tutte indicanti una qual certa "attitudine omosessuale" sono stati molto variegati, sia nel corso del tempo che del luogo, con valutazioni assai diversificate che vanno da una totale accettazione e integrazione fra i comportamenti socialmente accettati, addirittura onorati e celebrati fino all'esaltazione da una parte o le culture dalla Melanesia; condannati senza appello come abominio e segnalati come immorali e peccaminosi da un'altra.
Una gran quantità di definizioni sono state date per interpretare tali comportamenti e i relativi soggetti praticanti; uno dei più diffusi in occidente è stato quello di sodomia, termine di origine religiosa basato sulla celeberrima storia dei perfidi abitanti di Sodoma. Nel frattempo, con l'omosessualità nel Medioevo fanno la loro comparsa la cosiddetta amicizia romantica, poi il sentimento di agape che lega certuni monaci medioevali nell'adelphopoiesis, l'omoerotismo tracimante vigente per tutto il Rinascimento e oltre in ambito artistico, ma non solo; dalla figura di San Sebastiano nelle arti, sempre più giovane, sempre più bello e sempre più nudo; a Giovanni Battista nelle arti nella sua rappresentazione come "San Giovannino".
I favoriti o mignons delle corti reali europee affiancavano le personalità più importanti del tempo, ma vi erano anche donne che si fingevano uomini per poter stare accanto alle loro prescelte, fino a giungere al concetto di matrimonio bostoniano nel corso del XIX secolo. I sacerdoti dello sciamanismo, travestiti o effeminati, delle civiltà precolombiane degli Aztechi e degli Incas vennero chiamati spregiativamente dai conquistadores col nomignolo di berdaches.
Nel XVIII secolo lo storico dell'arte e neoclassicista tedesco con forti inclinazioni omoerotiche Johann Joachim Winckelmann dà origine all'estetica moderna, al gusto nei confronti del bello, soprattutto riferito all'antichità greco-romana. Alla fine del XIX secolo un altro tedesco omofilo, Wilhelm von Gloeden, si rifugia in Italia del sud e crea il nudo maschile nella fotografia. A cavallo tra il XIX e il XX secolo nasce il cinema ed ecco apparire immediatamente anche l'omosessualità nel cinema; lo sviluppo sempre più massiccio del fumetto produce l'omosessualità nei fumetti (in terra nipponica con le denominazioni specifiche di Bara (genere narrativo), Yaoi e Yuri.
Negli anni sessanta dell'800 un medico ungherese conia il neologismo greco-latino omo-sessuale, ma molti altri appellativi sorgono in contemporanea o di poco successivi, da quello indicante i poeti uraniani, a omofilo all'altamente peggiorativo e gergale frocio; mentre le lesbiche diventano tribadi, amazzoni, camioniste (butch in lingua inglese). Il poeta statunitense Walt Whitman in "Calamus", sezione di Foglie d'erba (1855) loda a voce spiegata "l'amore dei compagni". All'interno della lunga storia dell'omosessualità in Germania nasce il primo movimento omosessuale, precursore di quello odierno.
Vi sono poi coloro che hanno parlato di terzo sesso e chi, richiamandosi ai mitici e sempre presenti esempi dell'Androgino, di Ermafrodito e altri hanno contribuito ad un'identificazione transgender, o transessuale o intersessuale, originante anch'essa dai tempi più antichi, basti solo vedere i temi transgender nell'antica Grecia. A seguito dei Procedimenti giudiziari a carico di Oscar Wilde che condussero nel 1895 ad una condanna a due anni di lavori forzati, a causa del suo innominabile connubio col giovane lord Alfred Douglas, molti uomini di lettere con le stesse sue preferenze amorose contribuirono a sviluppare una certa cultura a tematica ristretta o inerente a personaggi omosessuali, quella che diverrà la contemporanea letteratura gay.
Molti cercarono di tradurre in chiave omosessuale l'esistenza terrena di personaggi celebri: da Socrate sedotto dall'allora giovinetto Alcibiade al maturo genio rinascimentale Leonardo da Vinci che pare stregato da "Salaì" (il diavoletto) alias Gian Giacomo Caprotti; da Michelangelo Buonarroti che scrive appassionate poesie d'amore al giovane uomo Tommaso de' Cavalieri, fino al misterioso William Shakespeare che dedica i suoi Sonetti ad un altrettanto misterioso venticinquenne; fino al pittore precursore del Barocco Michelangelo Merisi da Caravaggio che ritrae spesso e volentieri nudo o seminudo il suo - presunto, probabile - amante adolescente Mario Minniti. "Se tutti questi erano, o avrebbero potuto, essere gay, allora i loro discendenti moderni potevano ben affermare di appartenere a una nobile famiglia".
Il XX secolo ha portato alla ribalta nuovi nomi ed altre parole per descrivere sempre la stesa cosa: gay o l'acronimo LGBT; ma vi sono anche gli "uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini" e basta. Il termine Queer è invece stato adottato, assimilato positivamente da un'iniziale sua significazione negativa. Nel 1936 i franchisti fucilano il poeta spagnolo Federico García Lorca gridandogli contro "maricon"; nel 1975 viene barbaramente assassinato un altro poeta, questa volta italiano, Pier Paolo Pasolini ed il caso viene frettolosamente chiuso essendoci un ragazzino reo confesso: una "storia da froci". Ancora nel 1995 nel paese più evoluto ed avanzato del pianeta un giovane "faggot" viene seviziato e lasciato morire, Matthew Shepard.
La storia dell'omosessualità è quindi anche una storia degli atteggiamenti sociali possibili verso un comportamento percepito come "deviante", ed ha interesse anche da un punto di vista sociologico, antropologico, politico e in qualche misura filosofico. Per questo motivo esiste una branca della storiografia che si occupa espressamente di storia LGBT. Figure mitologiche, personaggi storici e personalità di rilievo di vario tipo divengono icone gay.
L'atteggiamento sociale verso i comportamenti omosessuali ha conosciuto momenti di relativa tolleranza, come abbiamo visto, durante i quali la società ammetteva un certo grado di discussione ed esibizione pubblica del tema, anche attraverso l'arte e le produzioni culturali (come è avvenuto per esempio nell'antica Atene classica, nella Toscana del Rinascimento, o a Berlino e a Parigi nell'anteguerra) alternandoli però a momenti di repressione durissima, come nell'Italia del Trecento, o nell'Europa della Riforma protestante e Controriforma cattolica o ancora nel periodo a cavallo della Seconda guerra mondiale, durante il quale persero la vita diverse decine di migliaia di persone: la storia degli omosessuali nella Germania nazista e durante l'olocausto è così parte integrante di un breve ma intenso periodo di persecuzione generalizzata. Dall'altra parte vi sarà la persecuzione dell'omosessualità nell'Unione Sovietica.
Dalla seconda guerra mondiale in poi l'atteggiamento sociale nei confronti delle persone omosessuali è andato migliorando, anche a seguito delle battaglie condotte a questo scopo dal movimento di liberazione omosessuale. Secondo la cronologia della storia LGBT la cultura omosessuale rimanda indietro nel tempo fino al cinque, dieci, quindicimila a.C.; al giorno d'oggi prosegue con la richiesta di Diritti LGBT nel mondo e col riconoscimento di una qualche forma di matrimonio tra persone dello stesso sesso. In Natura pare infine esistere anche l'omosessualità negli animali.
A oggi l’unico riconoscimento ottenuto è quello della possibilità di partecipare ai bandi per l’assegnazione di alloggi popolari (in prima fila il Comune di Bologna con una propria delibera del 1992). Nell’aprile 2002 Mario Ottocento e Antonio Garullo di Latina, entrambi cittadini italiani, si sono uniti in matrimonio in Olanda, ma la loro unione non è stata riconosciuta in Italia. Molto rumore hanno destato le nozze di Paola Concia, in questo momento unica parlamentare dichiaratamente omosessuale italiana (per il Pd), celebrate il 5 agosto 2011 in Germania, nazione della sua compagna: il quotidiano dei vescovi Avvenire l’ha accusata di aver celebrato un «matrimonio mediatico» al solo scopo di creare polemiche e raccogliere consenso intorno alla richiesta di un riconoscimento legislativo, arrivando a insinuare di aver preso soldi dalla vendita dei diritti della cerimonia. Sempre nel 2011 la Corte d’Appello di Bologna ha imposto il divorzio ad Alessandra Bernaroli, che quando era un uomo sposò una donna. La Corte di cassazione nel 2015, ha però stabilito che il matrimonio è valido.
Un’importante notizia è però arrivata nel 2014 dal tribunale di Grosseto, che ha autorizzato la trascrizione di un matrimonio tra italiani celebrato a New York. Una sentenza che rappresentanza una novità assoluta e contro la quale, ovviamente, il pm ha presentato ricorso. Altri Comuni hanno seguito l’esempio, scatenando la reazione dei prefetti «incitati» dal ministro dell’interno Alfano. Il 9 marzo 2015 il Tar del Lazio ha però stabilito che spetta ai tribunali, e non ai prefetti, decidere sulla legittimità delle trascrizioni.
Nel giugno 2014 la Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla persistente validità di un matrimonio in cui il marito è diventato donna, ha rinnovato l’invito al parlamento a riconoscere le unioni gay. Nel marzo 2015 l’invito è giunto anche da una risoluzione approvata dal parlamento europeo con 390 voti a favore, 151 contro e 97 astensioni: la richiesta è stata ribadita anche nel giugno 2015. Nel luglio 2015 una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha chiesto all’Italia di riconoscere legalmente le unioni omosessuali.
Il termine omosessualità è la traduzione italiana della parola tedesca Homosexualität (creata fondendo il termine greco omoios, che vuol dire "simile", e il termine latino sexus, che vuol dire "sesso"), dalla quale poi sono derivate le traduzioni in tutte le altre lingue. Fu coniato nel 1869 dal letterato ungherese di lingua tedesca Karl-Maria Kertbeny (1824-1882) che lo usò in un pamphlet anonimo contro l'introduzione da parte del Ministero della Giustizia prussiano di una legge per la punizione di atti sessuali fra due persone di sesso maschile. Sempre Kertbeny coniò i termini di Normalsexualität ("normosessualità") e Doppelsexualität ("bisessualità"). Solo negli anni venti si farà strada il termine eterosessuale.
Benkert non era un medico, né uno scienziato, bensì un letterato e soprattutto quel che oggi si definirebbe un "militante omosessuale". La sua creazione di questo termine fu dunque non un tentativo di medicalizzare il comportamento omosessuale, ma più semplicemente il tentativo di creare un termine moralmente neutro che sostituisse quelli in uso all'epoca, soprattutto "pederastia", "sodomia", "omogenia" ed "androtropia". Del resto, negli stessi anni anche Karl Heinrich Ulrichs (1825-1895), un altro militante, aveva coniato allo stesso scopo il termine uranismo, che inizialmente ebbe maggior successo.
Nel 1880 il termine "omosessualità" fu ripreso in un'opera scientifica di Gustav Jäger, Die Entdeckung der Seele, dal quale penetrò nella letteratura scientifica, che lo impose al grande pubblico, soprattutto attraverso la celeberrima Psychopathia sexualis di Richard von Krafft-Ebing, nella quale apparve a partire dall'edizione del 1887.
In Italia il termine apparve a stampa nel 1894; mentre l'aggettivo omosessuale era già apparso due anni prima, pur se destinato ad entrare nell'accezione comune solo a partire dagli anni trenta del secolo successivo.
Nel corso degli anni il termine "omosessualità" ha assunto connotati sempre più neutri, anche se il concetto in sé continua ad essere considerato un tabù in alcune culture. Negli anni cinquanta e sessanta una parte del movimento di liberazione omosessuale ha cercato di allontanare l'attenzione dal concetto di "sessualità", contenuto in questa parola, sostituendola con omofilia (dal greco omoios e filìa "affetto fraterno"). "Omofilìa" è però caduto in disuso, ed è oggi usato solo all'interno della comunità omosessuale, o da persone anziane, o per riferirsi specificamente a quel periodo storico ("il movimento omofilo degli anni Cinquanta"). Con lo stesso intento di ricondurre l'attenzione all'ambito dei sentimenti più che a quello della sessualità negli ultimi anni è stato introdotta anche l'espressione "omoaffettività".
In particolare la parola omosessualità ha sostituito, secondo le intenzioni del suo creatore, termini usati nel passato come l'antico "sodomia" o "sodomiti", il cinquecentesco "vitio nefando", "inversione sessuale" (coniato nel 1870 da Arrigo Tamassia) e altri che avevano connotazioni moralmente negative o indicavano deviazioni patologiche della sfera sessuale (come invertiti, pervertiti, culattoni, recchioni). Ha inoltre dato al linguaggio corrente un'alternativa ai termini dialettali, che hanno sempre in sé un significato denigratorio o spregiativo.
La nascita del movimento di liberazione omosessuale ha imposto in tutto il mondo il termine nato dal gergo omosessuale statunitense gay, inizialmente usato soprattutto per gli uomini omosessuali, ma da qualche anno usato frequentemente anche per parlare di donne lesbiche. Di etimo incerto, il termine risulta utilizzato anche prima dei moti di Stonewall del 1969, anche se proprio da quell'anno il termine gay si impone nel mondo come acronimo di "good as you" (g.a.y.), per sottolineare il rispetto delle differenze.
Un'ala del movimento di liberazione omosessuale (o "movimento LGBT") si autodefinisce inoltre queer.
Nel caso di omosessualità fra donne si parla di lesbismo (il termine deriva dall'isola di Lesbo, che fu patria della poetessa Saffo).
L'OMS definisce l'omosessualità una variante naturale del comportamento umano, ma non ha preso posizione rispetto alla possibile causa di tale variabilità.
Definire chi sia la persona omosessuale non è cosa agevole. L'omofobia, del resto, contribuisce a generare talvolta e in alcune culture una situazione sociale pesante in cui le stesse persone omosessuali rifiutano per prime, almeno in pubblico, la definizione di "omosessuale".
Oltre a ciò, il confine fra eterosessualità ed omosessualità non è affatto netto: vaste aree del comportamento umano sfuggono a una definizione netta, ad esempio nel caso delle persone bisessuali.
Oltre che da parte di persone che provano attrazione sessuale e/o sentimentale sia per persone dell'altro che del proprio sesso (bisessualità in senso stretto), si possono verificare comportamenti omo- o bisessuali in molti altri casi, tra i quali:
comportamenti omosessuali indotti dall'assenza di altre possibilità di sfogo sessuale ("omosessualità situazionale"), per esempio quella che si verifica nelle comunità di persone di un solo sesso, come le carceri, le caserme. Essa è detta anche "omosessualità di compensazione" o, nei testi più antichi, pseudo-omosessualità (questa ultima definizione è ormai in disuso);
comportamenti omosessuali infantili e adolescenziali (o "giochi" sessuali), ("omosessualità adolescenziale" o "transitoria");
comportamenti omosessuali maggiormente diffusi nelle società in cui i rapporti sessuali con persone del sesso opposto sono strettamente riservati agli adulti, tramite matrimonio o ricorso alla prostituzione;
comportamenti (anche) omosessuali da parte di persone affette da alcune patologie mentali, tali da rendere indifferenziato l'oggetto delle loro pulsioni erotiche;
comportamenti omosessuali motivati da ragioni estranee alla tendenza sessuale personale, come per esempio nel caso della prostituzione maschile, nella quale il bisogno economico può indurre a rapporti sessuali con persone del proprio sesso anche persone che non sono omosessuali esse stesse.
Normalmente, quando si parla di "omosessuali", non si intendono le persone coinvolte nelle situazioni sopra elencate, bensì le persone che provano attrazione in modo preponderante o esclusivo per persone del loro sesso anche quando siano al di fuori da tali situazioni. Tali persone ricercano rapporti affettivi e sessuali con persone del loro sesso in base a una pulsione interna personale e non in base a una scelta indotta dall'ambiente o dalle circostanze.
Ogni religione ha sempre giudicato negativamente l’omosessualità, considerandola una sorta di deviazione dalla ‘Natura’. Tuttavia, mentre le religioni politeiste e orientali hanno quasi sempre quantomeno tollerato il fenomeno, quelle monoteiste del ceppo abramitico l’hanno sempre stigmatizzato, a partire dai loro stessi testi sacri.
Nella Bibbia ebraica, che costituisce anche l’Antico Testamento dei cristiani, il libro del Levitico prevede infatti per gli omosessuali la pena di morte (20, 13: «il loro sangue ricadrà su di loro»). Nel Nuovo Testamento, la pena è invece rappresentata dalla negazione perpetua al Regno di Dio (Prima lettera ai corinzi, 6,9-10), particolarmente evidente nella Lettera ai Romani (1, 26-27) in cui san Paolo li inserisce in un elenco di peccatori che «meritano la morte». Nei primi secoli del cristianesimo, agli omosessuali era espressamente interdetto il battesimo, come mostra la Tradizione apostolica. Secondo san Tommaso d’Aquino, ancora oggi il più importante riferimento dottrinale della Chiesa cattolica, l’omosessualità era uno dei più gravi peccati. Tra il 1566 e il 1568 due decretali di papa Pio V, in seguito proclamato santo, stabilirono che l’omosessualità conclamata doveva essere punita con la morte.
Ancora oggi il Catechismo afferma che, «appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”», e sono dunque contrari «alla legge naturale» (benché l’omosessualità sia riscontrabile in natura anche in centinaia di specie animali diverse). Pertanto, «le persone omosessuali sono chiamate alla castità.» A esse, come del resto alle donne, è precluso l’accesso al sacerdozio.
Identico è l’atteggiamento della Chiesa ortodossa.
Molto cambiato, negli ultimi anni, è invece quello delle Chiese protestanti, quantomeno quelle europee: luterani, calvinisti, anglicani, valdesi, in modi e tempi diversi hanno aperto all’omosessualità, tanto che persone apertamente gay possono fare carriera al loro interno (ad esempio Eva Brunne, lesbica, è vescovo di Stoccolma per la Chiesa di Svezia, luterana) e le unioni di gay e lesbiche possono essere ufficialmente celebrate, o quantomeno benedette, da un ministro di culto. Anche l’ebraismo progressista (comunque minoritario) mantiene un atteggiamento di apertura nei confronti dell’omosessualità.
Senza appello è la condanna dell’islam: il Corano fa proprio – in termini ovviamente negativi – l’episodio biblico di Sodoma e Gomorra, e sia le scuole giuridiche, sia la legge islamica, concordano nel considerare l’omosessualità un peccato meritevole di pene severissime.
Nella Chiesa dei Vecchi Cattolici ci sono le benedizioni delle coppie omosessuali e il sacerdozio è aperto anche ai gay.
In Italia alcune denominazioni (es. Evangelisti e Pentacostali) ritengono l'omosessualità sicuramente un peccato e chiamano quindi gli omosessuali, o almeno coloro che intendano entrare a far parte di queste chiese, a rinunciare al loro orientamento sessuale.
Altre chiese, soprattutto i Luterani e le chiese riformate, hanno un orientamento più aperto, seppure sia raro che vengano prese posizioni ufficiali; il dibattito sulla benedizione di coppie omosessuali e sull'ammissione al ministero pastorale di persone dichiaratamente omosessuali è ancora aperto.
Tra le confessioni più disponibili al dialogo e ad un atteggiamento accogliente ci sono invece le chiese valdese e metodista e le chiese battiste che aderiscono all'UCEBI. Queste due confessioni hanno affermato ufficialmente che "l'essere umano è fondamentalmente un essere in relazione con Dio e con il suo prossimo e ogni relazione umana d'amore, vissuta in piena reciprocità e libertà, è sostenuta dalla promessa di Dio", ovvero hanno invitato a sostenere iniziative per i diritti civili delle persone e delle coppie discriminate sulla base dell'orientamento sessuale.
Negli USA stanno crescendo le chiese aperte agli omosessuali, come le Indipendent Catholic Churches, gli Episcopali, gli Anglicani, presso i Metodisti è aperto il dibattito sulle unioni omosessuali mentre nelle chiese battiste ci sono dei disaccordi.
Esistono organizzazioni di ispirazione cristiana ( in grande maggioranza protestanti) che offrono corsi che, secondo quanto esse affermano, sarebbero in grado di modificare l'orientamento sessuale.
Tra le molte chiese protestanti esistono le "chiese gay", come la Metropolitan Community Church e la Universalist Church.
Nel libro del Levitico l'omosessualità è vista come un "abominio" punibile con la pena capitale, anche se oggi non esiste nessun tribunale rabbinico che possa infliggere la sentenza prevista.
Gli ebrei ortodossi sono comunque abbastanza chiusi, ma il documentario di Sandi Simcha Dubowski Trembling Before G-d (2001) ha documentato la lotta degli ebrei gay ortodossi contro il tradizionale rifiuto dell'omosessualità. Il documentario è stato mostrato in diverse sinagoghe ortodosse moderne e ha stimolato il dibattito sula possibilità di una maggiore accettazione dell'omosessualità all'interno della società ortodossa.
Gli ebrei conservatori ha una visione più liberale, ma vieta l'ordinazione rabbinica e i matrimoni ed unioni civili tra omosessuali.
L'Assemblea Rabbinica ha emanato un documento che dichiara che l'immagine divina viene riflessa da ogni essere umano, di qualsiasi orientamento sessuale e dichiara che, nonostante la tradizione sia sempre quella eterosessuale, gli omosessuali hanno la piena parità di diritti, condanna la violenza contro i gay e lesbiche.
Anche se la posizione ufficiale del movimento conservatore è che le relazioni omosessuali sono una violazione della legge ebraica, il movimento generalmente non vede tali violazioni come più o meno serie rispetto ad altre, che molti dei suoi membri potrebbero violare (ovvero tutti gli altri peccati).
Il concetto di orientamento sessuale non esiste nella legge islamica, dove però è vietato il rapporto anale (sia con uomini che con donne).
Infatti orientarsi sessualmente significherebbe chiudersi in una visione fisica della vita a discapito di quella spirituale (tutti gli spiriti sono uguali, senza distinzione di sesso, razza, condizione economica ecc...).
Il rapporto anale invece viene visto come atto di sottomissione, e nessun essere umano può sottometterne un altro.
Gli uomini "colpiti" dal desiderio di essere penetrati da altri uomini sono considerati portatori di una malattia dello spirito.
Almeno in passato l'omossessualità era punita solo se "consumata".
Nell'Islam sunnita l'omosessualità viola le leggi, e ci sono varie teorie: la scuola hanafita non considera adulterio i rapporti omosessuali, e lascia la pena a discrezione del giudice, la scuola malikita dice che se si scopre che qualcuno (sposato o non) ha avuto rapporti omosessuali dovrebbe essere punito con la pena riservata agli adulteri, L'Imām Shāfiʿī considera il sesso omosessuale come il sesso prematrimoniale, quindi se si scopre che una persona sposata ha avuto rapporti omosessuali viene punita come un adultero (lapidato a morte), e una persona non sposata viene punita come fornicatore (frustato), la scuola giafarita dice che qualsiasi persona colpevole di aver commesso atti omosessuali deve essere punita come un adultero.
(Da ricordare che la pena di un adultero richiede che ci siano quattro testimoni perché possa essere eseguita).
Il Corano dice chiaramente che i rapporti omosessuali sono proibiti.
Attualmente però rapporti omosessuali portano ufficialmente alla pena di morte in sette nazioni islamiche: Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Somalia, Somaliland e Yemen.
In genere il buddhismo critica l'attaccamento al sesso senza fare particolare distinzione tra quello eterosessuale e quello omosessuale.
La condanna di alcune scuole buddhiste dell'omosessualità per i laici è uno sviluppo del tardo buddhismo che non trova a sua giustificazione basi scritturiali nei canoni antichi. Alcuni esponenti del buddhismo in Asia hanno accettato e addirittura esaltato l'omosessualità. Presso alcune scuole invece si considera qualsiasi attività sessuale, per quanto legittima, fonte di attaccamento, illusione e sorgente di sofferenza, per cui si esorta ad una vita moderata o all'astinenza sessuale a prescindere dalle proprie inclinazioni.
In Cina l'omosessualità non esclusiva era permessa e ampliamente praticata (non esclusiva credo significhi l'essere bisessuali sposati con qualcuno dell'altro sesso ma avere rapporti con qualcuno del proprio sesso).
Le culture dell'India, del Tibet, della Cina, dell'Asia Sud-orientale e del Giappone, aree dove il Buddhismo era o è tuttora una delle religioni principali, storicamente non si sono mai preoccupate del tipo di attività sessuale o dell'oggetto del desiderio dei loro credenti.
Jodo Shinshu, la forma prevalente di Buddhismo in Giappone, dice che "non c'è una differenza di base tra eterosessualità ed omosessualità". In accordo con questo principio offre riti religiosi per coppie omosessuali. Questa tradizione di accettazione delle relazioni omosessuali risale al Giappone antico, interrompendosi brevemente solo all'inizio del 900 (quando le nazioni occidentali suggerirono un divieto).
Il Dalai Lama, massima autorità del Buddhismo tibetano ha preso parte contro i pregiudizi contro gli omosessuali, ma contemporaneamente ha adottato una visione della religione contraria al sesso senza finalità procreativa. Comunque, ha anche detto che dal "punto di vista della società," le relazioni omosessuali possono essere di "beneficio reciproco, gradevoli e inoffensive", pur non chiarendo come una relazione omosessuale possa trascendere dal sesso in sé.
Da una parte, l'omosessualità è presente in testi religiosi e filosofici vedici, quali il Rig Veda ed in numerose sculture e dipinti, d'altra parte, ufficialmente in India l'omosessualità è un reato (legge del 1860, chiaramente Vittoriana e quindi occidentale).
Nella tradizione religiosa induista non vi è traccia di condanna e biasimo nei confronti dell'omosessualità, fino al XIX secolo, durante il quale diventa evidente l'influenza culturale britannica. Infatti nel Kama Sutra sono descritti sia il lesbismo che l'omosessualità maschile (in particolare per quel che concerne i rapporti orali), in rispetto della considerazione che "in tutto ciò che concerne l'amore, ognuno deve agire in accordo con i costumi del proprio paese e con le proprie inclinazioni" (Kama Sutra, cap. IX)
Quindi attualmente la condizione omosessuale in India è ambivalente. Alcuni brahmana si rifiutano di celebrare matrimoni tra uomini o tra donne, anche se non mancano i casi, documentati dalla stampa indiana, di matrimoni regolarmente celebrati e di coppie omosessuali che vivono insieme apertamente, in modo tradizionale.
La tradizione taoista sostiene che gli uomini abbiano bisogno dell'energia femminile, e viceversa, al fine di ottenere equilibrio, completamento e trasformazione. Si pensa che queste energie possano essere meglio ottenute attraverso relazioni eterosessuali. Una manifestazione omosessuale è di solito scoraggiata dato perché si crede non porti alla realizzazione umana. Comunque, l'omosessualità non è espressamente condannata dagli scritti sacri, il Tao Te Ching e lo Zhuangzi.
L' omosessualità è spesso vista come l'unione di due yin o due yang, e perciò sbilanciata. Le persone che hanno relazioni omosessuali o che intraprendono comportamenti sessuali omosessuali sono considerati a rischio di pazzia.
Il rapporto fra omosessualità e Testimoni di Geova è legato all'approccio biblico che caratterizza questa congregazione che applica una lettura letterale ai testi sacri.
I Testimoni leggono nella Bibbia, sia nel Vecchio Testamento che nel Nuovo Testamento, la condanna netta dei rapporti omosessuali, considerano i precetti contenuti nella Bibbia come divini e, pertanto, non discutibili.
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