lunedì 27 luglio 2015

MI FISCHIANO LE ORECCHIE...

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I medici usano il termine acufene per indicare la situazione in cui viene percepito un rumore in una o in entrambe le orecchie, oppure nella testa, anche se dall’esterno non proviene alcun suono.
L’esposizione ai rumori può generare gli acufeni. Infatti spesso ne soffrono i musicisti rock, e chi lavora con loro. O chi lavora nelle discoteche o nei locali notturni dove la musica ad alto volume è una costante. Altra figura professionale spesso colpita dal ronzio all’orecchio è quella degli edili, sottoposti a rumori quali martelli, trapani etc. Perciò d’ora in avanti, presta più attenzione al volume.

La causa può essere anche un singolo forte rumore, ma più spesso l’essere costantemente sottoposto a rumori ad alto volume.

L’esposizione prolungata al rumore può danneggiare la Cochlea all’interno dell’apparato uditivo e causare gli acufeni.

Un forte colpo alla testa può causare il ronzio alle orecchie. La testa è infatti una delle più sensibili parti del corpo umano. Alcune persone svolgono attività a rischio: gli sportivi come i pugili o i giocatori di calcio, rugby o football americano. Per questo certi atleti sono più facilmente soggetti ad attacchi di acufeni.

Ma anche un intervento chirurgico ai denti può causare un trauma alla testa.

Un’infezione alle orecchie (e anche una sinusite) possono provocare i ronzii. In presenza di allergie o sinusiti, le mucose si addensano contro l’orecchio interno causando maggiore pressione. L’eccesso di pressione può condurre all’acufene. La malatti di Meniere, dove il livello dei fluidi aumenta all’interno dell’orecchio medio, è un’altra ragione.  Può anche causare perdita dell’udito.

Le droghe tradizionali spesso causano effetti collaterali, e il fischio all’orecchio è uno di questi. Praticamente tutte le forme di droga sono oggi accusate di generare questa condizione. Anche gli antibiotici come Aminoglicosidi, eritromicina e vancomicina; o l’aspirina e altri medicinali che li contengono. A volte i pazienti iniziano a sentire il fischio nell’orecchio dopo trattamenti di chemioterapia. E sul banco degli accusati sono finiti anche il chinino e i farmaci diuretici.

Ormai sappiamo bene quanto l’eccesso di stress non sia buono per la nostra salute. Lo stress può influire negativamente causando una serie di problemi medici, inclusi gli acufeni.

Troppo stress è dannoso per il nostro sistema immunitario, e questo può portare ad una mancata accensione nel suono / onde cerebrali. Questo influenza negativamente il sistema nervoso, e ti fa sentire i rumori.

Alcune persone pensano che la depressione causi il ronzio alle orecchie. Viceversa alcuni sostengono che gli acufeni causino depressione. Sicuramente c’è una relazione fra i due fenomeni.

Accumulo di cerume nel condotto uditivo. La quantità di cerume prodotta dalle orecchie varia da persona a persona. A volte si produce una quantità di cerume tale da compromettere l’udito o da far sembrare più forte l’acufene.
Alcune persone hanno i muscoli o le articolazioni della mascella non correttamente allineate: questo non provoca soltanto l’acufene, ma può anche influire negativamente sui muscoli e sui nervi cranici e sulle strutture incaricate di ammortizzare i colpi, che si trovano all’interno dell’articolazione della mascella. Molti dentisti sono specializzati nella cura dei disordini temporo-mandibolari e mascellari e potranno consigliarvi efficacemente nella scelta della terapia.
Circa il tre per cento delle persone affette da acufene soffre di acufene pulsante: di solito in questo caso si avverte una pulsazione ritmica, che spesso va a tempo con il battito cardiaco. L’acufene pulsante può indicare la presenza di una malattia cardiovascolare (cioè di una compromissione del normale flusso sanguigno nelle vene e nelle arterie), come ad esempio soffio al cuore, ipertensione o arteriosclerosi (indurimento della parete esterna delle arterie).
Succede molto raramente, ma a volte si può essere affetti da un tumore benigno che cresce lentamente nei nervi acustici, vestibolari o facciali. Questi tumori possono causare: acufene, sordità, paralisi facciale e problemi di equilibrio.
Anche i traumi alla testa e al collo possono provocare l’acufene. Tra gli altri sintomi troviamo: mal di testa, vertigini e amnesie.
Alcune malattie, come ad esempio l’ipotiroidismo o ipertiroidismo, la malattia di Lyme, la fibromialgia e la sindrome di presa toracica, possono presentare l’acufene come sintomo. Quando l’acufene è un sintomo di un’altra malattia, la cura della malattia può contribuire ad alleviare anche l’acufene.
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Occupational and Environmental Medicine ipotizza un collegamento fra l’uso del cellulare ed un’aumentata probabilità di sviluppare acufene: in particolare i ricercatori sono giunti alla conclusione che le persone che hanno utilizzato il cellulare per una media di dieci minuti al giorno hanno il 70 per cento di probabilità in piu’ di sviluppare il disturbo. La causa di questo sensibile aumento del rischio sarebbe l’energia prodotta dalle microonde dei cellulari.

Sembra che ci sia una predisposizione ereditaria per alcune persone, ma non si sa con certezza se l’acufene sia già scritto nei nostri geni. Gli scienziati che lavorano alla mappatura del genoma umano, ad esempio, non hanno ancora scoperto nessun gene dell’acufene, ma hanno identificato i geni responsabili di alcuni problemi d’udito molto rari, della disfunzione temporo-mandibolare, della sindrome di Ménière e del neurinoma acustico. Queste patologie spesso comprendono l’acufene come effetto collaterale e questo indica che ci potrebbe essere un qualche collegamento. Per ora, tuttavia, non è stato individuato alcun collegamento tra l’acufene di vostra madre ed il vostro.

Spesso l’acufene viene definito “ronzio nelle orecchie”, ma alcune persone percepiscono rumori come: sibili, rombi, fischi, stridori, tintinnii, ronzii, fruscii, crepitii, soffi,
pulsazioni.
L’acufene può essere intermittente oppure costante, può generare un rumore unico oppure diversi rumori e il suo volume può variare da appena percettibile a estremamente alto.

In alcuni casi è possibile che l’acufene sia causa di depressione. Il rumore cronico provocato dall’acufene può causare disturbi per quanto riguarda il sonno, la concentrazione e la lettura; può interferire con la normale vita di relazione e con le altre attività quotidiane: tutto questo fa sì che il malato, specie se è già predisposto, possa scivolare verso uno stato di depressione.

In una ricerca del 2003, riguardante il legame tra acufene e depressione, è stato dimostrato che la maggior parte delle persone affette da acufene non è depressa e nemmeno seriamente disturbata dall’acufene. I pazienti che già erano depressi, però, si sentono molto più danneggiati dal problema rispetto ai pazienti non depressi.

L’ATA (Associazione Americana Acufeni) stima che più di 50 milioni di americani (su una popolazione di poco superiore ai 300 milioni, ossia 1 su 6) soffrano di acufene, da moderato a grave. Tra di essi circa 12 milioni hanno un acufene grave abbastanza da richiedere cure mediche e circa due milioni di pazienti sono così gravemente debilitati da non riuscire a condurre un’esistenza normale.

Circa 50 milioni di americani convivono con l’acufene, ma il disturbo ha caratteristiche diverse a seconda del paziente. Alcune persone percepiscono tintinnii o altri suoni immediatamente dopo l’esposizione a rumori molto forti, come ad esempio dopo un concerto, ma il rumore percepito dopo un po’ sparisce. Altre persone, invece, dicono di sentire un rumore flebile ogni volta che prestano attenzione, ma la maggior parte di esse non può distinguere il rumore tra gli altri suoni ambientali. Altri fattori possono influire sulla gravità del disturbo a seconda del paziente, come ad esempio la diversa gravità dei problemi di udito e i diversi tipi di suoni che vengono percepiti. È interessante notare che il volume dell’acufene, se misurato con strumenti da laboratorio, non è correlato alla gravità dell’acufene percepita dagli stessi pazienti. Ogni persona ha il proprio livello di tolleranza al rumore prodotto dall’acufene. Si tratta di un’esperienza molto personale.

L’acufene non fa distinzioni: può colpire a qualsiasi età. Non si tratta di una malattia diffusa tra i bambini, che riferiscono la patologia più raramente rispetto agli adulti, in parte perché è più probabile che i bambini affetti da acufene abbiano problemi di udito fin dalla nascita. Potrebbero invece non notare l’acufene e non preoccuparsi, proprio perché sono abituati a questo problema fin dalla nascita.

I bambini, come del resto le persone di ogni età, possono essere a rischio di acufene se sono esposti a rumori molto forti. Alcune occasioni del tempo libero, come le sagre, i concerti, le corse automobilistiche o gli eventi sportivi possono essere attività molto rumorose che potrebbero danneggiare le orecchie dei bambini. Vi consigliamo di proteggere le orecchie, di mettere in guardia i bambini dai pericoli dei rumori forti e di valutare la possibilità di non far partecipare i bambini all’evento o di farli allontanare dalla fonte di rumore.



Le credenze popolari spesso sono incentrate su situazioni che apparentemente sembrano di poco rilievo, ma che in realtà nascondono significati e valenze particolarmente rilevanti. Una credenza vuole che quando una persona sente un fischio in un orecchio, qualcuno sta parlando di te. In pratica una reazione fisica del corpo viene caricata di un significato distintivo e viene interpretata come un segno che è in grado di indicare qualcosa di cui possiamo essere consapevoli solo mediante particolari segni.

La credenza vuole che quando sentiamo un leggero fischio nell’orecchio sinistro, vuol dire che qualcuno sta parlando bene di noi. Al contrario, quando il fischio si avverte nell’orecchio destro, significa che stanno parlando male di noi. Ma c’è di più. Si crede infatti che si possa indovinare anche la persona che sta facendo menzione di noi. In questo caso si chiede a chi è accanto di dire qual è il primo numero che gli viene in mente.

Rapportando il numero alle lettere in ordine alfabetico, si può scoprire l’iniziale della persona in questione e magari provare a capire di chi si tratta, scorrendo nella nostra mente tutte le persone che conosciamo e il cui nome comincia con quella determinata lettera che ne è uscita fuori casualmente.



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