lunedì 6 luglio 2015

AMETISTA



Il dio del vino  Bacco era perdutamente innamorato della bellissima ninfa Ametista, che corteggiava in modo serrato e un po’ rude. La giovane, per sfuggire alla corte insistente, si era rivolta a Diana dea della caccia, che l’aveva trasformata in un cristallo purissimo. Bacco, adirato da tale scelta, per ripicca aveva versato su Ametista una coppia di vino rosso, conferendole l’attuale colorazione violacea ma anche la capacità di proteggere dagli effetti del vino e dell’ubriacatura.
Secondo la tradizione le proprietà dell’ametista vennero perpetrate anche dai greci e dai romani, soliti bere acqua in coppe scolpite nella pietra lasciando ai commensali la credenza che all’interno ci fosse vino. Il colore violaceo traeva in inganno tutti gli ospiti che finivano per ubriacarsi, a differenza del proprietario della casa. Questo ruolo di pietra sobria, di purificazione, l’ha resa famosa nei secoli.

Il Mito Greco narra che Dionisio mentre era in preda ai fumi del vino venne insultato da un comune mortale, adirato da ciò promise di vendicarsi e per far questo creò delle feroci tigri, allo scopo di uccidere chiunque avesse incontrato sul suo cammino.
Il fato volle che Dionisio con le sue tigri incrociasse la ninfa Ametista mentre si stava recando a porre omaggio al tempio di Artemide sua protettrice, alla vista di Dionisio e delle tigri Ametista fuggì, mentre fuggiva la ninfa prego Artemide affinchè la proteggesse,udite le preghiere di Ametista la Dea trasformò la ninfa in una statua di cristalli purissimi. Dionisio ripresosi dai fumi dell’alcool, si rese conto dell’atto empio che aveva compiuto e del sacrificio della ninfa pianse lacrime di vino che tinsero di rosso i cristalli. In omaggio alla ninfa Ametista Dionisio diede il potere ai cristalli di proteggere dagli effetti dell’alcool.



L’ametista è, dal punto di vista mineralogico, un biossido di silicio con inclusioni e un sistema a prismi esagonali. Rintracciabile all’interno delle rocce basaltiche, rientra nel gruppo dei quarzi, essendone una variante, e possiede un colore viola molto intenso, che può sfumare verso toni più chiari ma sempre vivaci. Può presentare chiazze di vario formato, ma la colorazione non perde di intensità e bellezza: solo se esposta al sole e in modo prolungato al calore può risultare più pallida. La pietra possiede una durezza pari a 7 e nella religione indiana corrisponde al VI e VII Chakra, ovvero ājñācakra e sahasrāracakra. Svolge un ruolo sia spirituale che come rimedio naturale.
È una pietra spirituale tra le più amate, perché il suo compito è quello di risvegliare la propria consapevolezza interiore in previsione di una realtà che vada oltre la materia. Purifica e apre la mente verso ciò che ci circonda, rigenerando i livelli di coscienza e proiettandoci verso potenziali sempre più alti. L’ametista è l’emblema della trasformazione spirituale verso una comprensione maggiore dell’amore a discapito dell’egoismo. Inoltre possiede proprietà terapeutiche come rimedio naturale che favoriscono il benessere dello spirito, ma principalmente del corpo.

Secondo alcune ricerche i giacimenti più ricchi di ametista si trovano in Brasile e Uruguay, seguiti da Stati Uniti, Madagascar, Russia, India, Australia e Sudafrica. In Italia sono state individuate piccole formazioni nei pressi delle province di Trento, Bolzano, Sassari, Grosseto e Torino. Molto antica, l’ametista era già nota ai tempi dell’antico Egitto e in Mesopotamia, dove veniva utilizzata per realizzare preziosi gioielli e sigilli. Ma anche greci e romani ne conoscevano la bellezza e le proprietà, tanto da realizzare coppe pregiate da cui assaporavano il vino. Secondo le credenze dell’epoca l’ametista contrastava l’ebrezza, infatti il termine greco améthystos significa “non ebbro”.

Secondo la cristalloterapia l’ametista possiede moltissime proprietà, prima tra tutte la capacità di allontanare gli incubi notturni incrementando l’attività onirica. Rafforza l’autocontrollo, l’autostima, la forza interiore, quindi la memoria e aiuta a vedere attraverso le illusioni per raggiungere un livello superiore. Calma, rassicura, favorisce le capacità medianiche. Contrasta l’insorgere dell’emicrania e le tensioni mentali, quindi interviene sul sistema endocrino e quello immunitario favorendo la purificazione del sangue ma anche le infezioni agli occhi. Agisce sull’emisfero destro del cervello e sulle ghiandole pituitaria e pineale.
Opera in modo preciso sulla sfera emotiva galvanizzando e allontanando sconforto e stati depressivi, aiuta a rielaborare una perdita e un lutto. L’ametista può incidere sulla sicurezza interiore, sul timore di agire, ma anche contro le patologie legate a polmoni, flora batterica, ipertensione, rigidità e sistema nervoso. Aggiunta in una crema per il viso ne incentiva il potenziale, agendo contro l’acne. Se inserita in un ambiente, riequilibra le energie date dall’ingresso di estranei e ospiti, oppure garantisce serenità all’interno della camera da letto favorendo un buon riposo. Può lavorare in coppia con i Fiori di Bach, in particolare l’Agrimony, quindi può risultare utile indossarla o portarla in tasca. Per ricaricarla si può immergerla in un bicchiere con acqua salata per qualche ora, oppure tramite il Reiki, ma anche attraverso bagni di sole non di luce diretta o di luna. Concluso il suo percorso al nostro fianco diventerà più fragile fino a rompersi, giusto riconsegnarla a Madre natura liberandola in mare oppure in un corso d’acqua.

Nel Vecchio Testamento (Esodo, 28) si narra che l’ametista fu la nona pietra ordinata da Dio a Mosè per il Razionale (paramento sacerdotale) del Sommo Sacerdote, mentre nell’Apocalisse di San Giovanni costituisce una delle fondamenta della Gerusalemme celeste.

Si dice che San Giuseppe donò, come pegno di fede, un anello di ametista alla Madonna. In seguito a ciò, l’ametista divenne simbolo di pietà e di castità e adornò l’anello di vescovi e cardinali.

Nel Medio Evo, tra le numerose virtù vi fu quella di proteggere i campi dalla grandine e dalle cavallette. Nell’antica farmacopea, guariva la gotta e le nevralgie, arrestava le epistassi, curava le infezioni della milza; insalivata era un buon cosmetico per la pelle.


Come molte altre pietre preziose, anche l'ametista è associata allo zodiaco; per gli astrologi infatti, governa e protegge i nati sotto il segno dei Pesci, oltre ad essere associata al pianeta Saturno.


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